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La direzione della scrittura
06/02/2018L’andamento sul rigo può essere ondeggiante o aderente.
La scrittura, oltre ad avere delle direzioni rispetto al rigo di base, può avere diverse modalità di tenuta del rigo, indipendentemente dalla direzione che esso ha rispetto allo spazio del foglio.
Il rigo di base è una linea che segna una demarcazione tra il sopra ed il sotto ed ha il significato psicologico di dividere le due sfere nei loro ambiti di competenza: il basso tutto ciò che è materiale, istintuale, primordiale, praticità; e l’alto è la parte intuitiva ed intellettuale, fatta da pensieri, da creatività, fantasia e progettualità.
Solitamente si scrive con una certa aderenza, mantenendo una linearità con un andamento che non deve essere una costante, creare delle onde è più che normale, l’anomalia si ha quando tale ondeggiamento è troppo vistoso, e che crea un andamento ondeggiante, oppure manca del tutto, nel qual caso abbiamo un scrittura aderente al rigo.
Andamento ondeggiante
Se la scrittura è eseguita con un andamento che crea delle onde lievi e morbide, quasi a creare un’onda leggera che corrisponda ai nostri ritmi vitali, come un’onda del mare calmo, non in burrasca, siamo nella normalità, nello stile che parla di equilibrio.
Un andamento accennato, leggero, più o meno costante è segno di normalità, di equilibrio, di vitalità e vivacità interiore della persona, che si agita e si rilassa a seconda delle situazioni, che non possono essere sempre perfettamente uguali, così come una scrittura che procede orizzontalmente sul rigo della vita.
Se invece questo ondeggiamento è vistoso, tanto da creare un mare in burrasca, allora è sintomo che qualche cosa non va e che non è ben gestito dallo scrivente.
Se l’andamento sul rigo è più impetuoso, l’ondeggiamento diventa qualcosa di incostante, non più armonico, ma denota criticità, frustrazione e disagio, ansia e nervosismo non controllato o mal gestito.
Quando è così forte l’andamento segna anche dei disagi interiori e delle esigenze mal gestite, represse se non addirittura trasformate in un disagio vero e proprio, costante e invalidante, quindi una condizione di anormalità che può rasentare la patologia.
Nella scrittura qui sopra anche le lettere, come l’andamento delle righe, sono malformate, contorte, il tutto è disorganizzato e disarmonico, questa condizione rispecchia il sentire dello scrivente che non riesce a superare ciò che lo indispone, gli procura ansia e disagio e la frustrazione diventa un malessere persistente.
L’onda in tale seconda scrittura si è trasformata nell’onda violenta, devastante del mare in burrasca, che tutto trascina e travolge, senza possibilità di avere stabilità e serenità.
Chi ha questo tipo di andamento non è un soggetto sicuro di se stesso, né delle scelte che fa, dato il suo stato interiore incerto ed incostante mal sopporta le frustrazioni che vengono dall’ambiente esterno, e quindi può reagire nervosamente o con scatti d’ira anche senza giustificazione, perché dentro di sé anche la paura dell’essere criticato lo condiziona fortemente.
A volte la confusione può essere dovuta a fattori temporanei, in tal caso dovrebbero risolversi una volta ripresa una certa serenità che deriva dal contesto.
Se questo non accadesse sarebbe buona cosa cercare di comprendere ciò che confonde od intimorisce il soggetto in modo tale da risolvere il problema e ritrovare una tranquillità interiore.
Scrittura aderente al rigo
La scrittura che procede con un andamento molto aderente al rigo, con una certa rigidità che non subisce mutazioni per tutta la scrittura rivela un eccesso di rigidità e controllo sintomo di una condizione maniacale che può cadere nel patologico.
In entrambe le scritture qui sopra si nota la rigida costanza mantenuta per tutto lo scritto, una rigidità che si ritrova anche nello stile grafico, che solitamente è quello della scrittura dritta o leggermente rovesciata.
Generalmente si sintetizza le varianti delle modalità di aderenza o distacco dal rigo nel seguente modo:
- Chi segue la strada convenzionale, cioè il rigo orizzontale, si adegua alle richieste dell’ambiente e della società, della famiglia, del lavoro, insomma è un osservatore competente (scrittura aderente);
- chi tende a salire seguendo una linea ascendente dimostra di aver fiducia in se stesso e di affrontare la realtà e l’ambiente con una certa aggressività, segue l’istinto e non ha paura di mettersi in gioco per sfidare le occasioni e realizzare i suoi progetti (scrittura ascendente);
- chi invece tende a scendere aldi sotto del rigo può manifestare sfiducia in se stesso, umore negativo o pessimismo ed anche stato di depressivo, svilimento, scarsa stima e negatività (scrittura discendente).
Significato dell’andamento aderente
La persona che mantiene un andamento con aderenza costante al rigo di base ha generalmente delle predisposizioni a seguire pedissequamente ciò che le è richiesto, senza discutere e senza contestare, è pertanto una persona affidabile negli incarichi a lui affidati.
Ma tale scrupolosa osservanza deriva dal timore, spesso inconscio, di non essere in grado di poter affrontare il mondo diversamente per una scarsa stima in se stesso e nelle proprie capacità.
A livello affettivo e relazionale è un soggetto affidabile su cui si può contare, non avrà colpi di testa né ripensamenti perché la sua vita è condotta con rigidità e logica costanza, sempre osservante delle sue responsabilità che i suoi ruoli, di compagno, marito, lavoratore, gli impongono.
Non è certo la persona che primeggia nel lavoro perché evita la competizione e teme ogni occasione in cui deve competere o mettersi in mostra, ma la sua affidabilità lo rendono un elemento essenziale all’interno della famiglia e dell’azienda.
Quindi si può dire che non tradirà mai le aspettative in lui riposte, il problema è capire fino a che punto tali aspettative corrispondono anche alle aspettative personali del soggetto in questione.
Una persona abituata ad eseguire gli ordini e le indicazioni date dagli altri, senza esprimere dissenso o contestazione, non è una persona che sa esprimere il suo pensiero ed il suo modo di vedere le cose, se è affidabile perché incapace di ribellarsi si è comunque di fronte ad un soggetto costretto, castrato e limitato nelle sue aspettative, che probabilmente non sa nemmeno di avere.
La sua mentalità schematica ed osservante non gli consente di esprimersi, anche se dovesse avere dei desideri li considera meri sogni irraggiungibili, che appartengono all’area delle illusioni, e che per tale motivo non inseguirà mai.
Questa rigidità dell’andamento del rigo indica sicuramente fermezza, forza di carattere, volontà di fare le cose sino al loro completamento; pertanto, da lui ci si può aspettare che porterà sicuramente a termine ogni incombenza che gli viene affidata.
Il suo carattere è fermo e deciso nel modo di essere costanti ed osservanti, buoni esecutori, affidabili, operativi ma incapaci di sviluppare un Io diverso da quello voluto e creato dagli altri.
Chi scrive con un andamento molto aderente al rigo è una persona con molte risorse e capacità messe a disposizione per riuscire al meglio nei compiti a lui assegnati o nei ruoli che si ritrova a ricoprire, facendo affidamento al fatto che se le regole sociali, famigliari e lavorative esistono, ci sono perché collaudate positivamente per il bene di tutti, quindi non si permetterebbe mai di rivoluzionare l’ordine precostituito creando caos e disordine nell’ambiente o nella sua mente.
Non dimentichiamo che le regole esterne sono la sua ancora, il suo pilastro, il suo credo su cui costruire la sua esistenza ed il suo modo di vivere.
L’andamento sul rigo troppo rigido rappresenta una rigidità mentale ma anche di carattere, la fedeltà a determinate regole può portare il soggetto ad una osservanza passiva e incontestata, indipendentemente da ciò che vorrebbe realmente o che sogna o desidera, una chiusura verso le novità, il nuovo, il cambiamento, incapacità di adattamento.
Tale chiusura comporta anche una mancanza di emotività e di capacità di lasciarsi andare; pertanto, le sue relazioni saranno piuttosto settiche, poco espansive e di sicuro prive di passionalità e di ardore, ma è una persona fedele ed affidabile sempre.
L’andamento rigido nasconde anche una altra predisposizione personale dello scrivente, la sua incapacità di staccarsi dagli affetti, dalle sue sicurezze, da quei fattori famigliari o di contorno che formano la sua stabilità e serenità.
La persona, che non solo ha una bassa stima di sé del suo valore delle sue capacità, teme di essere messa alla prova, teme di doversi arrangiare, teme di dover affrontare il mondo da sola e di prendere delle decisioni che comportano dei cambiamenti definitivi alla sua esistenza.
Ancorandosi al rigo è come se si ancorasse alle sue sicurezze, alle cose che orami conosce e che sa che su di esse può contare, siano esse delle persone ma anche un lavoro, non troppo impegnativo che con la sua ripetitività mantiene l’invariabilità di cui il soggetto ha bisogno.
Chi scrive in tal modo ha talmente paura del mondo e di ciò che sta al di fuori, ed al di là della sua limitata esistenza, che non osa nemmeno cambiare o fare delle scelte diverse, pur avendo come tutti dei sogni, solo che tale individuo li chiude ermeticamente in un cassetto mai provandoci o rischiando di poterli realizzare.
Quando poi le lettere sono mollemente appoggiate sul rigo, e non vi è uno sviluppo della scrittura verso l’alto e verso il basso, cioè, c’è una concentrazione nella zona centrale che rappresenta l’io soggettivo come nelle scritture in Script, il soggetto vive una vita di ansia e terrore per il suo futuro, per la paura dei cambiamenti, è arrendevole ad ogni evento purché qualcuno gli prepari la strada entro la quale sentirsi comunque sicuro.
È una persona estremamente passiva e succube della decisione degli altri e degli eventi purché non stravolgano la sua esistenza in quanto diversamente cadrebbe in una crisi personale, depressione e stress emotivo che difficilmente riuscirebbe a smaltire.
Ecco perché, per tali soggetti, la costanza dell’esistenza ripetitiva diventa il meccanismo di protezione da qualunque frustrazione che potrebbe scombussolarli e mandarli in crisi. Crisi che ovviamente non saprebbero gestire da soli.
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