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04/01/2017Charles Manson è stato paragonato a Satana.
Icona del male assoluto, satanista, corruttore di giovani menti, il più famoso serial killer americano di tutti i tempi, perfino vittima di un complotto di stato che voleva attraverso la sua condanna colpire il movimento hippie.
Quando esce di galera a primavera del 1967, è solo un anonimo delinquente comune che ha commesso diversi crimini – spaccio di droga, induzione alla prostituzione, rapine e furti – e ha già passato maggior parte della vita in carcere.
In poco più di due anni, mentre sogna di essere il quinto Beatles e diventare famoso, trasforma una comunità hippie, la Family, in una setta e predica l’imminente scontro razziale tra bianchi e neri, l’Helter Skelter.
Manson: le origini
Charles Manson nasce a Cincinnati il 12 novembre del 1934. Kathleen Maddox, sua madre, è una sedicenne che si prostituisce per comprarsi da bere ed è fuggita di casa. Non sa che farsene di questo bambino che non desidera. Vorrebbe abbandonarlo, registrandolo con la formula “No Name Maddox”. La famiglia però la costringe a pendersi le sue responsabilità e al piccolo viene dato il nome di Charles Milles Maddox.
Solo successivamente Kathleen convince un certo William Manson a riconoscere il bambino, forse l’unico atto d’amore, almeno di preoccupazione, verso il figlio.
Per Kathleen Maddox Charlie è un fardello di cui non vuole portare il peso, perciò lo lascia sempre più spesso ai nonni, quando non cerca di “venderlo” in cambio di un boccale di birra. Come molti assassini seriali, Manson ha quindi avuto un’infanzia particolarmente difficile e ha vissuto in una famiglia problematica e disfunzionale.
Uscita di prigione nel 1943 dopo aver scontato cinque anni per rapina a mano armata, Kathleen Maddox è costretta a occuparsi del figlio e cerca più volte di sbarazzarsi di lui, cercandogli una famiglia adottiva o rinchiudendolo in un orfanatrofio. Nel 1947 Charlie fugge dalla Gibault Home for Boys (Terre Haute, Indiana), un istituto religioso per ragazzi in difficoltà che prevede pesanti punizioni corporali e torna da Kathleen.
Rifiutato nuovamente, si mantiene con piccoli furti e a dodici anni riesce a prendere una stanza in affitto. Quando viene arrestato per il furto di una bicicletta, finalmente la madre si libera di lui: adesso infatti sono i giudici che devono decidere la sorte del precoce delinquente.
Rinchiuso in diversi istituti, Charlie fa in tempo a essere visitato da uno psichiatra che gli riconosce di soffrire per “il fatto di essere figlio illegittimo e di essere stato continuamente rifiutato dalla madre, oltre che per la bassa statura”.
Poco dopo sodomizza un ragazzo e per lui si aprono le porte dei riformatori.
Matrimonio e carcere
Nel 1954, a vent’anni d’età, viene rilasciato sulla parola e ottiene gli arresti domiciliari presso gli zii che, durante la prigionia della madre, lo avevano vestito da bambina e trattato da effeminato. Dopo aver cercato ancora una volta di riunirsi alla madre ed essere diventato un piccolo spacciatore, prova a mettere su famiglia.
La moglie, Rosalie Jean Wills, chiede poco dopo il divorzio e il figlio, Charles Milles Manson Junior, non vedrà quasi mai il padre che si ucciderà nel 1993.
Tra un crimine e l’altro, Manson raggiunge l’età per essere mandato nei penitenziari. A Terminal Island (San Pedro, California), convince lo psichiatra Edwin McNiel a intercedere per lui, così ottiene la libertà sulla parola per sposare la donna da cui sta per avere un figlio, il futuro Charles Luther.
Amore? Non esattamente: Candy (o Sandy) è una delle prostituite che Manson controlla. Inevitabile un nuovo arresto, stavolta per sfruttamento della prostituzione. Uscirà solo nel 1967.
Nel penitenziario di McNeil Island Manson impara a suonare la chitarra da un insegnante molto particolare: A.F. Karpowicz, uno dei membri della famigerata banda di rapinatori e assassini Karpis-Barker. Entra inoltre in contatto con Scientology tramite il compagno di cella, Lanier Raynere.
In prigione Manson si interessa anche di ipnosi e della terapia dell’Analisi Transazionale di Eric Berne. Legge molto ed è in grado di citare a memoria brani della Bibbia.
Trasferito nel giugno del 1966 di nuovo a Terminal Island, Charlie sembra aver trovato la serenità: non deve più aver timore degli altri carcerati che lo rispettano e può suonare la chitarra e cantare le canzoni che ha composto. Quando il 21 marzo del 1967 lo rilasciano, chiede di rimanere dentro: non è in grado di vivere in mezzo agli altri e sa che “fuori” riprenderà la sua vita da criminale.
Ma farà molto di più.
I nuovi hippie
Manson era entrato in prigione a fine anni Cinquanta; ne esce a fine anni Sessanta. L’America e il mondo, nel frattempo, sono cambiati e ai suoi occhi appaiono irriconoscibili.
Sta cambiando anche la musica grazie al successo di band come i Beatles e sta nascendo il movimento hippie: poco a poco, ma in numero sempre crescente, i giovani stanno abbandonando le famiglie e cominciano a vivere per strada o a unirsi in comunità senza fissa dimora e a vivere di espedienti.
Il fenomeno, quando a marzo del 1967 Manson è di nuovo un uomo libero ma senza una casa e affetti da cui ritornare, si sta preparando a raggiungere dimensioni inaspettate. Il 14 gennaio, infatti, davanti a trentamila persone riunite presso il Golden Gate Park (San Francisco), Timothy Leary aveva urlato alla folla l’efficacissimo slogan Turn on, tune in, drop out (accenditi, sintonizzati, rifiuta le convenzioni).
Prossimo appuntamento: ritrovarsi in estate sempre a San Francisco, capitale del Peace and Love, per dare vita alla Summer of Love, destinata a durare ben più di una stagione.
L’LSD, intanto, sta per diventare illegale (ottobre 1968), sebbene il suo uso si stia diffondendo tra artisti e gente comune come strumento per trovare ispirazione e raggiungere altri gradi di conoscenza e coscienza.
Le fedeli Charlie’s Girls
Giovani, soprattutto ragazze, in cerca di amore e di una guida, più una nuova droga da spacciare: cos’altro può desiderare un trentatreenne delinquente che suona la chitarra all’angolo delle strade di San Francisco e si vanta di poter soddisfare almeno cinque donne al giorno (tutti i giorni)?
Sono quindi prima le ragazze che si lasciano convincere da Manson a seguirlo: prima fra tutte la ventitreenne assistente bibliotecaria Mary Brunner, che lo accoglie a casa e accetta le altre “compagne” che Manson si sceglie: Lynette Fromme, sedicenne appena fuggita di casa, alla quale si presenta come “il re della scopata” e la diciassettenne Susan Atkins, alla quale chiede di fare sesso con lui immaginando di essere con il padre.
Le tre rappresentano il primo nucleo delle Charlie’s Girls, le “Ragazze di Charlie”, l’harem personale che Manson impara presto a “prestare” a uomini che ritiene possano essergli utili. Si aggiungeranno presto tra le più note: Ruth Anne Moorehouse (di 13 anni), Catherine Gilles (16), Patricia Krenwinkel (17), Nancy Potman (18), Sandra Good (21) e Catherine “Gipsy” Share (24).
A San Francisco Charles Manson prende parte ad alcuni festini a base di sesso, droghe e alcool in cui sono presenti artisti in “odore di satanismo”, come il regista Kenneth Anger che dirigerà un film con Bobby Beausoleil, futuro adepto e assassino della “famiglia mansoniana”, ed esponenti della Process Church, una setta satanista molto attiva a fine anni Sessanta.
Non cerca però una religione alternativa: vuole solo frequentare l’ambiente giusto che lo avrebbe aiutato a realizzare le sue ambizioni musicali.
Manson, si stanca presto dell’Estate dell’Amore, così convince il suo gruppetto di ragazzini a viaggiare “on the road” su di un vecchio autobus scolastico. Insieme incontrano il musicista Gary Hinman, futura vittima della Family, che nella primavera del 1968 accetta di accoglierli nella villa che possiede a Topanga (Canyon Road).
Charlie nel frattempo è divenuto di nuovo padre: il 15 aprile 1968 Mary Brunner ha dato alla luce Michael Valentine.
La Family e Beach Boys
Cacciati da Hinman, i giovani si trasferiscono nel ranch di George Spahn, vicino Los Angeles, usato come set cinematografico per pellicole western. L’uomo si fa pagare in natura l’ospitalità da Lynette Fromme.
Nella Death Valley, al confine tra la California e il Nevada, trova altri due rifugi: il Barker e il Myers Ranch. Charles Manson e i suoi si mantengono con piccoli furti, spaccio, prostituzione e modificando auto rubate. Entrano anche in contatto con la famigerata banda di bikers, la Straight Satans.
Manson non ha dimenticato di avere un sogno da realizzare a tutti i costi: sfondare nel mondo della musica. Dennis Wilson dei Beach Boys, nella primavera del ’68, raccoglie due autostoppiste e le porta a casa per fare sesso: non sa che si tratta di Ella Jo Bailey e Patricia Kerwinkel, due Charlie’s Girls. Qualche giorno dopo Manson e i suoi si trasferiscono da lui.
Nel frattempo la Famiglia è cresciuta. Dalla nemmeno dozzina di Charlie’s Girls che avevano lasciato insieme a Manson San Francisco, siamo passati a un gruppo variabile di trenta-cinquanta persone. Gli uomini continuano a essere in decisa minoranza – un leader non ama la concorrenza – e si occupano dello spaccio di LSD e hashish, mentre le donne, che per Charlie non hanno valore, si prostituiscono e servono i membri maschili del gruppo.
Ancora ci troviamo di fronte a una comunità hippie dedita a piccoli crimini e i ragazzi possono entrare e uscire quando vogliono. Sono però tutti di razza rigorosamente bianca: Manson, infatti, non ama mischiarsi con quelli che chiama “stupidi neri” e non sopporta le coppie miste che ormai non si vergognano più di nascondere la loro relazione.
Dennis Wilson all’inizio accetta questo gruppo hippie peno di ragazze disinibite e sembra apprezzare le canzoni di Manson, tanto che gli presenta Gregg Jakobson, famoso agente di musicisti. Charlie il 9 agosto del 1968 può perfino usare lo studio di registrazione di Brian Wilson, fratello di Dennis, per realizzare dei demo da far ascoltare a Terry Melcher, produttore dei Beach Boys e figlio dell’attrice Doris Day.
Melcher – che vive nella villa che ha affittato da Rudy Altobelli, altro impresario del mondo dello spettacolo, al 10500 di Cielo Drive a Bel Air – non mostra molto entusiasmo per Charlie, pur promettendogli di andare a novembre al Barker Ranch a girare un documentario sulla sua musica e la Family.
Sempre ad agosto Wilson caccia da casa Manson e la Famiglia, pur inserendo una canzone di Charlie nel nuovo album dei Beach Boys, il 20/20. La band però ha deluso le aspettative di Manson, trasformando il testo “impegnato” dell’autore in una canzoncina d’amore. Perfino il titolo è stravolto: da Cease to Exist (smetti di esistere) a Never Learn Not to Love (letteralmente: non imparare a non amare).
Il criminale cantautore si sente tradito e deluso dall’establishment – come al processo i testimoni dissero che il loro leader chiamava l’insieme delle persone ricche e/o famose che lo avevano tradito – è pronto a vendicarsi. Per farlo, convincerà se stesso e la Family che devono organizzarsi per sopravvivere all’imminente Apocalisse.
La canzone Helter Skelter
L’album 20/20 dei Beach Boys esce il 10 febbraio del 1969, anticipato il 2 dicembre dell’anno precedente dal singolo contenente la canzone di Manson. Il 22 novembre del 1968, quando Charlie sa già di essere stato raggirato da Melcher e dai fratelli Wilson, era appena stato distribuito il White Album dei Beatles che contiene la canzone Helter Skelter: Manson lo interpreta come un “messaggio” che i ragazzi di Liverpool gli stanno mandando e sviluppa l’idea dell’imminente Apocalisse.
Con Helter Skelter gli inglesi chiamano quello scivolo lungo, elicoidale e colorato che si trova in alcuni parchi gioco per bambini: per estensione del significato, indica qualcosa di molto confuso e disordinato. Probabilmente i Beatles giocano sul doppio senso del termine, mentre Charles Manson lo stravolge completamente: per lui significa rivolta, lo scontro razziale che i neri scateneranno contro i bianchi.
Saranno i primi a vincere, ma, troppo “stupidi” secondo Manson per governare il mondo, chiederanno ai bianchi superstiti di diventare loro guida. Si salveranno dall’Apocalisse solo i membri della Family e quelli che Manson deciderà di salvare. Secondo Manson i ragazzi di Liverpool sperano di essere tra i prescelti e con il White Album chiedono aiuto a Charlie, che nei suoi sogni voleva essere il Quinto Beatles, perciò ha con loro un legame speciale.
Ai nostri occhi la teoria l’Helter Skelter sembra incredibile, quasi ridicola, però a fine anni Sessanta erano in molti in America a temere una guerra civile di stampo razziale.
Rapidamente la vita nella comunità hippie cambia e la Family assume i connotati di una setta.
I movimenti dei membri sono più controllati, si intensifica l’isolamento del gruppo – che passa sempre meno tempo allo Spanh Ranch, preferendogli i rifugi nel deserto – e si cantano solo e ossessivamente canzoni di Manson stesso e dei Beatles. Tra una canzone e l’altra, Charlie inscena la sua crocefissione e predica sempre con più insistenza e convinzione che ci sarà presto lo scontro razziale.
Accanto alle “solite” attività criminali della Famiglia (spaccio, prostituzione e furto di qualsiasi cosa, dal cibo alle automobili), si sono intanto aggiunte le spedizioni di creepy-crawling. I seguaci di Manson in piccoli gruppi si intrufolano senza farsi notare nelle case vestiti di nero e armati di coltello: non rubano nulla, né fanno male alle persone, ma cambiano disposizione degli oggetti che trovano in casa in modo da creare disorientamento e paura nei proprietari, che spesso però nemmeno denunciano il fatto.
Terry Melcher, sebbene lo avesse promesso di nuovo, a marzo non si presenta a Canoga Park, dove la Famiglia aveva lavorato giorni per accoglierlo nel migliore dei modi. Il 23 marzo Manson si reca a Cielo Drive per avere una spiegazione, ma la casa è ormai abitata dai Polanski, come gli conferma lo stesso proprietario, Altobelli.
Si sfata così un altro “mito” legato a Manson e alcune teorie complottiste: non è vero che la strage di Bel Air sia stato un errore e che i seguaci di Manson avrebbero voluto uccidere Melcher per punirlo o la moglie incinta del regista di Rosemary’s Baby, hanno “solo” colpito in una villa che conoscevano bene perché vi avevano vissuto alcuni mesi e sapevano come muoversi all’interno.
Soprattutto, non è stato l’unico e nemmeno il primo delitto commesso dalla Family.
Il primo luglio del 1969 lo stesso Charles Manson spara due colpi in pancia a Bernard “Lotsapoppa” Crowe, piccolo spacciatore di colore che aveva tentato di truffarlo ed era perfino sposato con una donna di colore. L’uomo, sopravvissuto alla furia di Charlie, testimonierà al processo sul fatto che il guru hippie non è il pacifista che cerca di sembrare.
Gary Hinman: il primo omicidio
Il primo omicidio dei membri della Famiglia è quello di Gary Hinman, il musicista che li aveva ospitati nemmeno due anni prima. Ritrovato il 31 luglio 1969, è stato torturato dal 25 al 27 da Bobby Beausoleil, Mary Brunner e Susan Atkins per un affare legato alla droga.
Manson sarebbe intervenuto solo in un secondo tempo perché Gary non rispondeva alle domande di Beausoleil e si sarebbe limitato a staccargli un orecchio con una sciabolata – episodio in cui era presente anche Bruce Davis, altro membro della Famiglia – per poi lasciare agli altri il compito di finirlo.
Con il sangue della vittima gli assassini lasciano scritto political piggy (letteralmente: “maialino politico”) e disegnano un artiglio felino, poi cancellato, in modo da far accusare le Black Panthers.
Beausoleil verrà arrestato il 6 agosto successivo, mentre si trova su una macchina rubata a Hinman e la Brunner due giorno dopo per delle carte di credito rubate. La Atkins sarà perciò l’unica ancora in libertà per poter partecipare agli altri delitti.
La strage di Cielo Drive
Roman Polanski ad agosto del ’69 si trovava in Europa, ansioso di tornare dalla moglie Sharon Tate che avrebbe presto partorito.
La Tate non voleva stare da sola, così venerdì 8 agosto del 1969 invita alcuni amici a dormire da lei nella villa di Cielo Drive: Jay Sebring, hair stylist di fama internazionale e suo ex con cui era rimasta in ottimi rapporti, e Abigail Folger, famosa filantropa ed ereditiera del caffè, con il compagno polacco Vojtec Frykowski che le era stato presentato da Polanski.
Mentre il quartetto di amici sta cenando fuori, Manson chiama alcuni dei suoi e dice loro che “è arrivato il tempo dell’Helter Skelter”.
Stanco che i neri non si siano ancora rivoltati ai bianchi, ha deciso di anticipare i tempi: intende far morire in modo atroce bianchi ricchi e famosi e far ricadere la colpa sugli estremisti del Black Power. In questo modo, per prevenire altri attacchi, saranno i bianchi a prendere le armi contro i neri.
Quando Tex Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian, vestiti di nero e armati di pugnali, una corda di nylon e una pistola calibro 22, arrivano alla villa di Cielo Drive, vedono che nel vialetto è parcheggiata una Rambler.
Al suo interno c’è un giovane, Steve Parent, venuto a vendere una radiosveglia al custode della villa, William Garretson: chiede ai ragazzi cosa facciamo lì a quell’ora. Senza pensarci su, Watson gli spara ben quattro volte. Garretson, che sta ascoltando musica con la cuffia e ammetterà di essere un po’ “fumato”, non si accorge di nulla.
Watson, per impedire che qualcuno possa chiedere aiuto, taglia i fili del telefono, poi entra da una finestra e apre la porta di casa a Susan Atkins e Patricia Krenwinkel. Linda Kasabian – l’unica in possesso una patente regolare e per questa reclutata per la missione, sebbene fosse un recente acquisto della Family e non fosse stata ancora plagiata da Manson – resta in auto.
È passata mezzanotte, perciò la data ufficiale del massacro di Cielo Drive è il 9 agosto.
Wojciech Frykowski, che dorme sul divano del salotto, si sveglia all’improvviso. Watson lo prende a calci in testa e, alla sua domanda Chi siete, cosa volete? gli risponde Sono il diavolo e sono qui per fare il lavoro del diavolo, poi lo lega con un asciugamano.
La Atkins porta in salotto le altre persone presenti in casa. Watson lega per il collo Jay Sebring e Sharon Tate con la corda di nylon che ha fatto passare attorno a una trave del soffitto.
Quando l’uomo protesta per il trattamento che sta subendo la Tate, Watson gli spara e lo finisce a colpi di pugnale.
Mentre alla Folger è permesso di tornare in camera sua per prendere i soldi, circa 70 dollari, Frykowski si libera e prova a fuggire, ma la Atkins lo pugnala alle gambe. Sulla veranda Watson lo colpisce alla testa con il calcio della pistola, che si rompe in tre parti, lo pugnala, in tutto 51 volte, e infine gli spara due volte.
Anche la Folger tenta di fuggire verso la piscina, ma la Krenwinkel la pugnala a morte con 38 coltellate.
Neanche la Tate e il bambino che porta in grembo vengono risparmiati: nonostante le suppliche, la donna riceve 16 pugnalate e viene impiccata.
Con un asciugamano immerso nel suo sangue, la Atkins scrive Pig sulla porta d’ingresso della villa perché Manson aveva detto di lasciare un segno “maligno”.
Finita la strage, i tre assassini raggiungono la Kasabian in auto. Sulla via del ritorno verso il ranch si cambiano e gettano gli abiti sporchi di sangue e i coltelli tra le colline circostanti.
Il duplice omicidio LaBianca
Charles Manson, che non è rimasto soddisfatto di come ha agito il commando, la sera seguente alla strage di Cielo Drive decide di mettersi personalmente a capo di una nuova missione omicida per insegnare ai suoi come si porta a termine un lavoro ben fatto.
Oltre a Tex Watson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e la sempre più recalcitrante autista Linda Kasabian, recluta anche Leslie Van Houten e Steve Grogan.
Il gruppo, come la volta precedente, non cerca vittime specifiche, ma un luogo conosciuto e abitato da bianchi ricchi che potrebbero essere il target adatto anche per le Black Panther. La scelta ricade sulla casa dei coniugi LaBianca – già “visitata” dalla Famiglia in una missione di creepy crawling – situata nella zona residenziale di Los Feliz e simile a un’altra che aveva ospitato in passato alcuni membri della Famiglia.
Manson e Watson scendono dalla macchina, entrano in casa e svegliano Leno LaBianca che dormiva sul divano del soggiorno. Vedendolo molto agitato – i media hanno già terrorizzato il pubblico con particolari agghiaccianti sulla morte di Sharon Tate – tentano di tranquillizzarlo: non uccideranno nessuno e si accontenteranno di rubare.
Manson dà poi a Watson uno dei suoi lacci da scarpe per legare le mani del padrone di casa – o forse lo ha fatto personalmente: non è stato mai chiarito del tutto – mentre lui va in camera da letto a prendere Rosemary e la porta in soggiorno dove viene legata spalla a spalla al marito.
Il fondatore della Family non intende “sporcarsi le mani” ulteriormente, così torna in macchina e ordina a Leslie Van Houten e Patricia Krenwinkel di raggiungere Watson.
I tre, avendo già la coppia immobilizzata, potrebbero portare a termine il lavoro pulito che desiderava Manson, però Watson decide di riportare Rosemary in camera da letto e si fa raggiungere da Leslie e Patricia. Il ragazzo torna in soggiorno e colpisce ripetutamente Leno con un pugnale.
La moglie, sentendo le sue urla, comincia a divincolarsi e a gridare. Poiché la Krenwinkel e la Van Houten non sanno cosa fare, Watson è costretto a raggiungerle e ad accoltellare Rosemary, ordinando alle ragazze di fare altrettanto: la donna riceverà in tutto 41 coltellate.
Adesso è arrivato il momento di morire anche per Leno: i tre assassini tornano in soggiorno, lo uccidono e infieriscono sul suo corpo incidendogli con un forchettone una serie di X e la parola War sull’addome e infilandogli un coltello da cucina in gola.
Con il suo sangue scrivono sui muri Rise e Death to pigs, infine sul frigorifero He[a]lter Skelter perché non conoscono nemmeno il modo corretto di scrivere l’Apocalisse nel cui nome stanno uccidendo.
Con glaciale freddezza si fanno la doccia e razziano il frigo. Sono costretti a tornare in autostop al ranch perché Manson, mentre loro si occupavano dei LaBianca, aveva un altro piano omicida da realizzare.
Il progetto per la Kasabian
Il fondatore della Famiglia, che aveva capito che Linda Kasabian non approva gli omicidi, vuole che anche lei ne commetta uno.
Lasciato il gruppo di Watson, sale in macchina e, insieme a Grogan e alla Atkins, si fa condurre dalla ragazza fino a Venice Beach, dove le ordina di uccidere Saladin Nader, attore di origini libanesi che aveva avuto rapporti con la Family.
La Kasabian si dimostra più furba di lui: finge di accettare la missione ma poi bussa alla porta di un vicino di Nader, salvandogli la vita.
Susan Atkins, indispettita, defeca nell’androne del palazzo dell’attore.
Donald “Shorty” Shea
Di fronte al clamore suscitato dall’orribile fine di Sharon Tate, passa del tutto sotto silenzio la scomparsa a fine agosto di Donald “Shorty” Shea, ex stuntman e tuttofare presso lo Spahn Ranch, che mal sopporta la Family e si sta riavvicinando alla ex moglie, una spogliarellista di colore.
Il 26 agosto lo stesso Charles Manson, Charles “Tex” Watson, Steve Grogan, Bruce Davis, Bill Vance e Larry Bailey – questi ultimi due, convolti nell’omicidio solo per caso – lo allontanano dalla Famiglia per dargli una lezione.
Ufficialmente a ucciderlo dovrebbero essere stati Grogan e Watson che lo pugnalano più volte e poi lo seppelliscono tra le colline che si trovano all’interno dello Spahn Ranch. Verrà ritrovato solo nel 1977, dopo la confessione di Steve Grogan, “intero”, smentendo così la leggenda che il su corpo era stato diviso in sette o nove parti.
Donald “Shorty” Shea è l’ultima vittima ufficiale della Family.
Il processo
Tra fine agosto e inizi di ottobre Manson e alcuni membri della Family vengono arrestati per crimini minori e nessuno sospetta di loro, almeno finché Susan Atkins comincia a vantarsi dei delitti.
Il caso viene assegnato il 18 novembre del 1969 a Vincent Bugliosi, viceprocuratore distrettuale di Los Angeles che avrà molte difficoltà a ottenere una ricostruzione precisa e inconfutabile dei fatti perché i membri della Family fanno di tutto per scagionare Manson.
Bugliosi ha bisogno di un testimone che sia davvero attendibile e il cui coinvolgimento nei delitti sia solo marginale. La sua scelta ricade su Linda Kasabian: la donna, infatti, ha frequentato per nemmeno due mesi la Family ed è stata “solo” l’autista per i delitti Tate-LaBianca perché l’unica in possesso di una patente regolare, inoltre ha perfino salvato una vittima potenziale.
Il processo contro Charles Manson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Leslie Van Houten si apre Il 24 luglio del 1970, mentre Tex Watson è ancora latitante.
Durante il processo Manson non perde mai il controllo dei suoi seguaci: imputati, testimoni e quelli che rimangono fuori dall’aula del tribunale lo difenderanno e lo sosteranno fino alla fine.
Quando Manson si incide una X in fronte, dichiara che lo ha fatto “per marchiarmi fuori dal vostro mondo […] La vostra aula di tribunale è un gioco dell’uomo. L’amore il mio giudice”.
Molti membri della Famiglia fanno altrettanto e, a un suo ordine, più di una volta si alzeranno gridando frasi come “L’Helter Skelter sta arrivando!” o mettendosi a cantare.
La tesi di Bugliosi è semplice: Manson ha plagiato le menti dei suoi seguaci fino a spingerli a uccidere in nome dell’Apocalisse che profetizzava; quella di Manson è altrettanto semplice: disconoscendo la teoria dell’Helter Skelter, si descrive come un mite hippie musicista che accoglie giovani sbandati.
Una parte dell’opinione pubblica crede alle parole di Manson, anche perché in molti si convincono che attraverso il processo si voglia in realtà condannare tutto il movimento hippie di cui la Family rappresenta i lati peggiori, perversi e criminali.
La maggior parte degli americani però lo crede colpevole, compresa la giuria. Il 25 gennaio del 1971 si legge in aula il verdetto: Charles Manson, Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Leslie Van Houten sono ritenuti colpevoli dei delitti Tate-LaBianca; adesso si deve deliberare se gli imputati meritino la pena di morte.
Manson compie un ultimo gesto teatrale e “satanico”: si presenta in aula calvo e con la lunga barba tagliata a forma di tridente, sostenendo “io sono il diavolo, e il diavolo è sempre calvo”. Anche i suoi seguaci fanno lo stesso.
Il 29 marzo 1971 il processo si chiuse con la condanna a morte di tutti i componenti della “Famiglia”, ma nel 1972 lo Stato della California abolì la pena di morte e Manson e la sua setta vennero spostati dal braccio della morte al carcere, con pena commutata in ergastolo.
Epilogo
Nel novembre del 2014, a ottant’anni appena compiuti, Manson annuncia il suo imminente matrimonio, il terzo, con Star, nome che ha dato a Marry Afton Elaine Burton, giovane ventiseienne che da ragazzina è scappata di casa per sfuggire a una sorta di setta bigotto-evangelica a cui la sua famiglia era devota.
Il matrimonio poi non si è più fatto, quando Manson ha scoperto che la ragazza, più che una serial groupie affetta da ibristofilia era invece una scaltra affarista in cerca della possibilità di entrare in possesso delle sue future spoglie.
L’epilogo della sua tanto seguita esistenza è arrivato il 19 novembre 2017 a Bakersfield, in California: l’uomo definito da molti media come “il più sanguinario serial killer americano” è deceduto a causa di una emorragia intestinale al Kern County Hospital.
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