
Complesso di Messalina
12/12/2016
I segreti logorano chi ce li ha
20/12/2016Il bovarismo è la condizione dell’insoddisfazione cronica.
A volte la vita si complica. A volte la realtà semplicemente non ci piace o non corrisponde alle nostre aspettative. Quindi abbiamo due possibilità: mettere in pratica l’accettazione radicale o diventare esperti in evasione.
Di solito puntiamo più sulla seconda possibilità che sulla prima. In parte perché vogliamo continuare a mantenere le nostre speranze, in parte perché spesso è molto difficile accettare la realtà.
Ma dobbiamo fare attenzione perché potremmo sviluppare ciò che in Psicologia si conosce come Sindrome di Madame Bovary o Bovarismo.
Cos’è il Bovarismo
Il bovarismo prende il nome da Madame Bovary, il personaggio inventato da Gustave Flaubert che aveva la tendenza a negare la realtà e fuggire da essa nei suoi sogni ad occhi aperti, vedendosi come un’eroina e facendo orecchie da mercante a tutto ciò che accadeva intorno a lei, cercando sempre di raggiungere obiettivi impossibili.
Madame Bovary aveva idee preconcette sul matrimonio e sulla vita sociale che non corrispondevano a ciò che accadeva nella sua vita reale, che considerava ordinaria, monotona e noiosa.
Per questo motivo, inizia a fantasticare su una vita idilliaca, allontanandosi sempre più dalla realtà. Di conseguenza, andava accumulando sempre più insoddisfazione.
Per certi aspetti tale condizione psicologica del bovarismo è simile alla mitomania, la condizione in cui la persona continua a mentire a se stessa e agli altri perché non le piace la sua esistenza, ma sicuramente è meno grave come condizione dato che la mitomania crea una grave dissociazione invalidante tra realtà e fantasia.
L’insoddisfazione cronica
Il personaggio di Madame Bovary attirò l’attenzione del filosofo francese Jules de Gaultier, che coniò il termine bovarismo per riferirsi alle persone che vivono in uno stato di insoddisfazione emotiva cronica perché insistono nel negare la realtà.
Le persone che sono affette da bovarismo presentavano queste caratteristiche:
- Aspettative irreali. Le aspettative sono ipotesi che facciamo rispetto a come dovrebbe andare il mondo. A volte però, dimentichiamo che queste sono semplici supposizioni e le assumiamo come fatti. Pertanto, ci sentiamo delusi quando la realtà non soddisfa le nostre aspettative. Il problema è ancor peggiore quando nutriamo aspettative non realistiche; cioè, quando la distanza tra ciò che ci aspettiamo che accada e la realtà è troppo grande. Le persone con la sindrome di Madame Bovary accumulano molte aspettative irreali che derivano dalla loro immaginazione, sono una proiezione del mondo che vorrebbero, disconnesse dal mondo reale.
- Obiettivi impossibili. Chi soffre di bovarismo di solito si pone anche obiettivi impossibili da soddisfare. La sua incapacità di vivere nella realtà lo porta ad aspirare a cose che non sono alla sua portata. Il problema è che, non prendendo atto di ciò che accade intorno a lei, la persona non fa piani concreti per realizzare i suoi obiettivi ma si limita a costruire castelli in aria senza tenere conto delle risorse a sua disposizione. In effetti, questa persona pianifica obiettivi impossibili proprio per non doverli perseguire, quindi è solita “innamorarsi” di chi non la può ricambiare o sognare uno stile di vita che va ben oltre le sue reali possibilità.
- Pregiudizio di conferma (bias di conferma). Le persone che soffrono della sindrome di Madame Bovary tendono anche a essere vittime del pregiudizio di conferma, conosciuto anche come bias di conferma, significa che prendono dalla realtà solo i pezzi che si adattano alle loro aspettative e alla visione distorta che ne hanno. Fanno orecchie da mercante ai segnali che indicano che si stanno smarrendo e non si rendono conto di nulla finché non vanno a sbattere contro il muro della realtà. In pratica, queste persone vedono solo ciò che vogliono vedere e interpretano ciò che accade in un modo che si adatta alla loro visione del mondo. Questo li porta a vivere in un mondo immaginario, che prima o poi finisce per svanire.
- La negazione come strategia di coping (affrontamento). Tutti affrontiamo problemi e conflitti nella vita. In questi momenti possiamo implementare diverse strategie di coping. Le persone con la sindrome di Madame Bovary adottano la negazione come strategia di affrontamento o coping. Chiudono gli occhi alla realtà, incolpano gli altri e negano la loro responsabilità o anche i fatti stessi. Queste persone sono veri maestri di “evasione”, sfuggono alla realtà perché a loro non piace e preferiscono continuare a vivere nel loro mondo dei sogni. Il problema è che, nel lungo periodo, non affrontare la realtà causa problemi ancor maggiori perché la persona metterà in pratica comportamenti disadattivi che non gli permetteranno di risolvere i conflitti.
- Immagine irrealistica dell’”io”. Alla base, la sindrome di Madame Bovary implica una mancanza di conoscenza di sé. Spesso queste persone hanno un’immagine di sé idealizzata o glorificata, non riconoscono le loro debolezze o limitazioni ma pensano di meritare tutto. È anche abituale che reagiscano in modo eccessivo ai conflitti, assumendoli come tragedie e rispondendo con comportamenti che rasentano la paranoia perché credono che gli altri vogliano far loro del male.
Come risultato della negazione della realtà, degli obiettivi impossibili e delle aspettative frustrate, chi soffre di bovarismo finisce per sviluppare un’insoddisfazione cronica. In effetti, non è insolito per queste persone pensare al suicidio, proprio come il protagonista di Flaubert.
Come uscirne
Chiunque può essere vittima del bovarismo, se tale condizione è solo momentanea.
Quando si attraversa un brutto momento, quando le cose vanno male e ci si sente un po’ sopraffatti emotivamente dagli eventi, si è tentati di sfuggire alla realtà, incolpare gli altri e costruire castelli in aria, dove ci si possa sentire un po’ più ad agio.
Infatti, la sindrome di Madame Bovary o Bovarismo si attiva quando si vuole evitare una situazione sociale o sentimentale che si considera insoddisfacente, deludente ma non si ha il coraggio di chiuderla.
Tuttavia, il Bovarismo è una trappola mortale che porta solo a un risultato: l’insoddisfazione perpetua.
Il primo passo per uscire da questo circolo vizioso è realizzare che si hanno delle difficoltà ad avere a che fare con la realtà, perché ci si aspetta che le cose vadano come piacerebbe e, quando non è così, si evade dalla realtà.
Il secondo passo è praticare l’accettazione radicale del tuo stato e di ciò che non si può cambiare, almeno non subito, perché quello che si può cambiare è obbligo farlo.
Accettare ciò che accade non significa rassegnarsi, ma non puoi cambiare la realtà se prima non la si accetta.
Porsi obiettivi più reali, che si possono raggiungere con lo sforzo che si ha a disposizione, aiuterà a rafforzare la propria consapevolezza, a crescere e migliorare gradualmente.
Evadere dalla realtà e costruire castelli in aria può avere gravi conseguenze a lungo termine.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook.
4 Comments
Buonasera Dott.ssa Cremaschini, mi pare di scorgere nel termine ”bovarsimo”qualcosa di negativo.
Sbaglio a pensare invece che sia positivo attuare tutto cio’ che possa condurci a cambiare in meglio la propria vita?
Madame Bovary non si nutre di fantasie ma di desideri che vuole tramutare in concretezza, ella non si arrende ad una vita monotona, ad un marito noioso e privo di ambizione, e cerca in tutti I modi di assecondare la propria voglia di emancipazione, di liberta’, vuole nutrire per cosi’ dire l’anima e il corpo di una linfa vitale che le risparmi il lento morire interiore
e non e’ forse coraggioso rischiare per ottenere tutto questo? si convince che I suoi amanti le possano ridare la gioia di vivere ma ahime’, essi si rivelano ipocriti e codardi e a questo punto non le resta che morire, l’ultimo suo atto di estremo coraggio.
Grazie per aver letto queste mie righe saluti
Assolutamente condivisibile come visione e stile di vita perché deve sempre prevalere ciò che fa star bene una persona, nella speranza che non faccia del male ad altri.
Il romanzo è ovviamente un attacco ai tradimenti a alla dedisione di Madame di vivere al di fuori delle rigide regole sociali, infatti finisce con il distruggere se stessa, cosa che fino a pochi anni fa era addirittura perseguita, oggi la coppia può anche avere una gestione più aperta e leggera della convivenza secondo i soliti canoni, senza violare nessuna norma.
Il termine bovarismo ha sì una valenza negativa perché è rapportato al sistema del tradimento visto come violazione non solo delle regole matrimoniali ma dell’intera società, così com era visto a quei tempi.
Certamente il tradimento è una fuga da qualcosa che non piace ed opprime, che non soddisfa e lascia scontenti, altrimenti non si sentirebbe la necessità di tradire, però occorre valutare nel caso concreto i pro e i contro di un decisione del genere, da cui non è facile tornare indietro.
Il tradimento rimane pur sempre il venir meno ad un impegno di affidabilità e fiducia che l’altro richiede, e che se compromesso può portare alla crisi se non alla fine di un rapporto, sempre nel caso in cui non sia accettato ed acconsentito da entrambe le parti.
Tornando al romanzo, quello che porta alla morte madame Bovary non è la delusione degli amanti nel loro ruolo ma aver voluto cambiare in essi tale ruolo facendoli diventare qualcosa di più, dei salvatori che l’avrebbero portata via dalla sua infelicità per renderle un vissuto più appagante e soddisfacente, cosa che non hanno fatto perché loro erano solo degli amanti e come tali volevano rimanere.
Lei si è illusa che fossero lo strumento per scappare da una vita infelice e permetterle di averne un’altra invece felice, ma così non è.
In effetti se avesse continuato il suo menage senz pretendere nulla di più e nessun cambiamento impegnativo probabilmente avrebbe continuato a fare l’amante infelice da una parte ed infelice dall’altra, quello che in realtà voleva la Bovary era affrancarsi, separarsi, togliersi di dosso il peso di un matrimonio infelice e noioso, ma per farlo aveva un altro modo, quello di separarsi e di rinunciare a tutti gli agi e comodità che quel matrimonio, appositamente scelto per questo le garantiva. Pensava che la solidità economica gli avrebbe dato la felicità si è accorta troppo tardi che certe scelte devono essere fatte col cuore e non col calcolo o per convenienza.
Cosa ne pensa cara Adelina? concorda con me che ogni decisioni si porta appresso il peso della decisione stessa?
Grazie per l’articolo, spunto interessante, anche per quanto riguarda i vostri commenti.
Mi chiedevo questo: il bovarismo a quale disturbo (a livello più tecnico/psichiatrico) può corrispondere? All’evitante? Ed è possibile guarire da questa particolare sindrome, o disturbo? Mi sembra di capire che per il soggetto è quasi impossibile anche rendersene conto.. Non so cosa potrebbe succedere in caso di “apertura degli occhi” (penso, in caso, da uno psicoterapeuta).
Si sicuramente evitante, dato che si vuole evitare la realtà.
Come ogni patologia, più o meno grave, si può risolvere o attenuare con la consapevolezza ed il desiderio di farlo, oltre l’aiuto di un buon terapeuta.
Il desiderio di cambiare e di migliorarsi è sempre l’arma migliore per modificare i propri difetti e aumentare le potenzialità, ma bisogna crederci in prima persona e bisogna dedicarcisi con tutte le proprie forze.
Saluti cara Cleo.
Marilena