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01/02/2017Maria Montessori è stata la più grande pedagogista di tutti i tempi.
Sino ad oggi giorno i migliori istituti scolastici e scuole materne di tutto il mondo (il metodo viene purtroppo applicato più nei paesi del nord Europa ed in America che in Italia), gli istituti montessoriani sono considerati ovunque Istituti prestigiosi ed eccellenti nell’istruzione.
Ma per capire la grandezza della scienziata occorre conoscere anche la grandiosità della sua persona ed il coraggio con cui ebbe a battersi per i suoi metodi, che avevano come unico interesse i bambini, la loro istruzione e l’idea di farli innamorare della conoscenza.
Chi era Maria Montessori
Maria Tecla Artemisia Montessori nacque a Chiaravalle (AN) il 31 agosto 1870 e nella sua vita svolse attività di educatrice, pedagogista, medico, neuropsichiatra infantile, filosofa e scienziata italiana. In Italia, fu una tra le prime donne a laurearsi nella facoltà di medicina.
Divenne famosissima nel mondo grazie al famoso metodo educativo per bambini che prese il suo nome, ovvero il “Metodo Montessori”.
Questo metodo inizialmente fu utilizzato in Italia, ma a breve fu adottato in tutto il mondo, ed ancora oggi le scuole montessoriane vengono preferite ad altre.
Figlia di Alessandro Montessori e Renilde Stoppani vide però come figura da seguire lo zio Antonio Stoppani, questi era un abate e scienziato e cercava da sempre di dimostrare la convivenza tra fede e scienza.
La giovane Maria Montessori ebbe nell’abate Stoppani il punto di riferimento per l’avvio agli studi e per la conoscenza dell’epoca. Dalla madre invece ricevette un sostegno costante alle sue idee innovative e verso alcune scelte troppo futuristiche per l’epoca.
Per lavoro il padre si trasferì a Firenze e decise di portare con sé tutta la famiglia, compresa la figlia Maria. Dopo essere stati per poco a Firenze decisero di spostarsi nuovamente, questa volta a Roma sempre a causa di esigenze lavorative del padre.
Gli studi di Maria
A Roma, Maria iniziò la scuola dimostrando grandissimo interesse verso le materie letterarie, un po’ meno verso quelle prettamente scientifiche come la matematica. In questo periodo studiò francese e pianoforte, tuttavia fu costretta ad abbandonare quest’ultimo anche a causa della rosolia che le rubò forze e tempo.
Nello stesso periodo decise di iscriversi alla Regia Scuola Tecnica Michelangelo Buonarroti di Roma (attuale ‘Istituto Leonardo da Vinci’). Maria aveva una intelligenza fuori dal comune e divenne subito tra le prime dieci allieve della scuola.
Diplomatasi con una valutazione di 137/160 iniziarono i primi scontri con il padre. Quest’ultimo vedeva nella figlia un futuro da insegnante, ma le idee del padre mal conciliavano con gli interessi di Maria. Lei era sempre più indirizzata alle scienze biologiche.
Dovette abbandonare l’idea di iscriversi al corso di Medicina poiché riservata esclusivamente agli studenti del Liceo Classico. Decise quindi di iscriversi alla facoltà di Scienze e dopo due anni di trasferirsi alla facoltà di Medicina.
Riuscirà a laurearsi brillantemente in questo corso di studi, risultando così la terza donna a ottenere questo risultato accademico.
I bambini del manicomio
La Montessori manifestò immediatamente un interesse precoce nei confronti dei bambini con maggiori difficoltà, frequentando quindi assiduamente i quartieri più poveri di Roma ed informandosi sempre maggiormente sugli argomenti di igiene medica.
Decise quindi di specializzarsi in neuropsichiatria infantile dedicandosi in maniera assidua alle ricerche in laboratorio. Si concentrò in modo particolare proprio sui batteri e le malattie presenti nei quartieri più poveri di Roma che aveva precedentemente frequentato.
Il suo primo lavoro e la sua prima sperimentazione educativa furono con i bambini «frenastenici», o «deficienti», come si diceva allora con una parola che oggi è divenuta solo offensiva, ma al tempo faceva parte del lessico medico.
Dopo la laurea, Montessori divenne assistente presso la clinica psichiatrica dell’Università e in quella veste iniziò un progetto educativo con i bambini che erano rinchiusi in manicomio.
Contro ogni previsione, anche dei suoi colleghi, non solo i bambini iniziarono a stare decisamente meglio, ma impararono a scrivere e superarono l’esame di licenza elementare.
La prima, grande ipotesi teorica di Montessori fu che la questione che riguardava i bambini del manicomio fosse pedagogica e non medica. Quei bambini avevano bisogno di essere educati, non visitati, di giocare, parlare e muoversi, invece di star fermi, avevano bisogno di maestri e non di medici.
Queste idee saranno la base del suo metodo che l’ha resa famosa in tutto il mondo.
L’emancipazione e il figlio
Maria ebbe molto interesse nel combattere per l’emancipazione femminile. Partecipò così al congresso a Berlino nel 1896, totalmente finanziato dalle donne di Chiaravalle, sua città natale.
Partecipò anche al congresso a Londra cinque anni dopo.
Nel 1988 otterrà l’incarico di direttrice della scuola ortofrenica di Roma, grazie al brillante intervento nel congresso pedagogico dello stesso anno a Torino.
In queste occasioni conoscerà anche Giuseppe Montesano, con il quale si legherà moltissimo tanto da avere un figlio, Mario.
Nel 1898 dalla relazione col collega Montesano, nasce il figlio Mario, il compagno però non voleva sposarsi e non voleva il figlio. Maria decise di partorire il figlio di nascosto e di affidarlo ad una famiglia laziale in campagna, finanziando però sempre le spese per l’istruzione.
In seguito, Maria verrà abbandonata dal compagno sempre per ragioni di carriera e convenienza.
All’età di quattordici anni Maria comparirà nella vita di Mario facendogli credere di essere una zia. Riuscirà ad ottenere l’incarico di tutore legale grazie alla morte improvvisa della precedente famiglia.
Nel 1907 a San Lorenzo, Roma, aprì la prima Casa dei Bambini.
Durante un congresso in America nel 1913 verrà presentata come la donna più interessante d’Europa ed i suoi metodi divennero modelli mondiali nell’istruzione dei bimbi di tutte le idee.
Gli anni del fascismo
Con la comparsa del ventennio fascista in Italia Maria Montessori venne accusata di legami con il regime. In realtà a Maria non interessavano minimamente le idee fasciste ma collaborava con quest’ultime solo per arrivare al suo fine ultimo: la costruzione delle Casa dei Bambini in modo da poter tirare fuori i fanciulli dalla strada.
Sotto questo aspetto soventi sono le critiche mosse nei suoi confronti, che devono essere assolutamente rivalutate.
Nel 1926 organizzò il primo corso di formazione nazionale che preparava gli insegnanti ad utilizzare il suo metodo. Inutile dire che fu un vero e proprio successo con oltre 180 insegnanti provenienti da tutt’Italia per poter apprendere le idee al dir poco rivoluzionarie.
Saranno proprio queste però a costringerla ad abbandonare l’Italia nel 1934. Sempre negli stessi anni verranno chiuse tutte le scuole che insegnavano secondo il suo metodo sia in Italia che in Germania.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trova con il figlio in India. Qui fu internata in quanto proveniente da un paese nemico. Riuscirà a tornare nella sua amata Italia solamente nel 1946 per poi trasferirsi da degli amici nei Paesi Bassi.
Le venne inoltrata la formale richiesta nel 1951 di riformare l’ordinamento scolastico del Ghana. A causa dell’età Maria sarà costretta a rifiutare.
Il 6 maggio del 1952 morì a Noordwijk, nell’Olanda meridionale.
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2 Comments
tutto gira intorno al cuore …non esiste chi da e chi riceve ma esistono mani che s’intrecciano.
Splendide parole che valgono per ogni contesto
grazie
Marilena