
La fine di una relazione
16/09/2017
La genitorialità eccessiva
22/09/2017I genitori elicottero sono iperprotettivi, a danno dei loro figli però.
Essere genitori è molto complesso. Quando nasce un bambino, è normale che i genitori monitorino il suo benessere in ogni momento della giornata. Con la crescita, però, questa esigenza di controllo diventa sempre meno necessaria e diventa naturale allentare un po’ la presa.
In alcuni casi, però, lo stile genitoriale tende a diventare asfissiante, limitando le potenzialità e lo sviluppo del bambino e riducendo la sua capacità di essere autonomo.
Si parla, in questi casi, di genitori elicottero, le cui modalità educative, pur originate da un senso di protezione, possono influenzare in modo negativo lo sviluppo di autostima e identità dei figli.
Perchè genitori elicottero
I genitori elicottero, conosciuti anche come “helicopter parents,” rappresentano un fenomeno sempre più diffuso nell’ambito dell’overparenting, ovvero l’eccesso di attenzione per i figli.
I genitori, in questi casi, tendono a interferire nello sviluppo naturale dei loro figli, assumendo un ruolo sovra-protettivo che può inibire la loro autonomia. Si immergono eccessivamente nella loro vita, prendendo decisioni anche sulle questioni più banali e cercando di risolvere ogni problema dei figli, pronti a intervenire al minimo segno di difficoltà.
La questione cruciale è che spesso i genitori finiscono per fare troppo per i loro figli, impedendo loro di affrontare sfide e situazioni in modo indipendente.
Un eccessiva protezione priva i bambini dell’opportunità di sperimentare la frustrazione e di sviluppare una sana autonomia decisionale.
Gli effetti a lungo termine possono includere una mancanza di fiducia in se stessi, scarsa capacità di risolvere i problemi da soli e difficoltà nell’affrontare le sfide della vita adulta in modo costruttivo.
Uno stile genitoriale di questo tipo rischia di influenzare in senso negativo diversi aspetti della vita dei figli, come:
- La regolazione delle emozioni
- Il livello di autostima
- Il senso di autoefficacia personale
- La costruzione di una propria identità.
I ricercatori Terri LeMoyne e Tom Buchanan hanno rilevato, per esempio, che adolescenti cresciuti con la percezione di avere genitori ipercoinvolti riportavano un minore livello di benessere generale e una maggiore probabilità di assumere ansiolitici, rispetto a chi non descriveva i genitori allo stesso modo.
Altri studi, poi, hanno individuato nei figli adulti di genitori elicottero sintomi ansiosi e depressivi e una minore competenza nella gestione di eventi stressanti.
L’epidemia di narcisismo tra le nuove generazioni, forse, potrebbe derivare anche dai genitori elicottero, sia per le grandi aspettative che ripongono sui figli, sia per l’eccessiva protezione.
In effetti, studi recenti sembrano confermare che questi ragazzi hanno maggiore probabilità di sviluppare tratti di personalità narcisistici.
Insomma, l’eccessiva apprensione riversata sui figli finisce molto spesso per essere dannosa, e le conseguenze possono essere pesanti: rovinare la vita ai futuri adulti, crescendo figli senza risorse per affrontare il mondo e privi della necessaria fiducia in se stessi.
Alle origini del controllo
I genitori elicottero possono presentare due varianti di comportamento. Le principali sono quella ansiosa e quella arrogante, entrambe celano una fragilità nell’autostima del genitore.
I genitori elicottero ansiosi sono sinceramente preoccupati per il benessere dei figli, ma a volte eccedono con il controllo, perché hanno paura di ciò che potrebbe accadere ai figli.
Nella versione più narcisistica, invece, padri e madri finiscono per cercare nei figli una conferma del proprio valore personale. Sono ansiosi e ambiziosi. Un fallimento dei figli (un brutto voto a scuola per esempio) potrebbe essere visto come una ferita narcisistica che svaluta l’immagine di sé.
Avete mai sentito parlare delle “mogli trofeo”? In questo caso sarebbero i figli a rappresentare il trofeo.
Alcuni genitori sono consapevoli di essere un po’ troppo invadenti. Vivono con disagio questa condizione ma non riescono a farne a meno. Altri invece non ne sono consapevoli.
Quali sono gli indizi per riconoscere un genitore elicottero?
- Linguaggio: i genitori elicottero tendono a utilizzare il “noi” quando parlano dei figli. Per esempio “Siamo iscritti a danza”, “Siamo andati in gita scolastica”
- Il rapporto con gli adulti: i genitori elicottero spesso si pongono come “avvocati” dei figli nel loro rapporto con adulti come insegnanti, allenatori e via dicendo, lasciando poca autonomia ai figli e limitando lo sviluppo della loro assertività
- I compiti: a volte i genitori elicottero fanno i compiti dei figli, o comunque li aiutano troppo
- Le difficoltà: i genitori affrontano le sfide al posto dei loro figli, non permettendo al bambino di gestire le proprie emozioni e trovare soluzioni insieme
- Limitata autonomia: i genitori elicottero ostacolano l’indipendenza dei figli, impedendo loro di prendere iniziative ed evitano che facciano qualsiasi cosa per timore di esporli a possibili rischi.
Lo stile genitoriale iperprotettivo può essere riconosciuto per la presenza di una costante richiesta di informazioni sulla vita quotidiana e scolastica, unita a continue intromissioni che consistono in interventi diretti per risolvere i problemi dei figli, limitandone l’autonomia personale.
In maniera simile allo stile autoritario, quello iperprotettivo può portare i figli a sentire di dover rispettare delle regole molto rigide, sotto lo stretto controllo dei genitori.
Tra gli esempi di comportamento di genitori iperprotettivi citiamo i più comuni, quali:
- esaudire ogni capriccio del bambino pur di non vederlo frustrato e sentirlo piangere
- fare al suo posto attività che potrebbero essere svolte in autonomia dal bambino (come allacciarsi le scarpe o vestirsi)
- limitare le attività per paura che possa farsi male
- parlare o agire al suo posto se il bambino è in difficoltà nella relazione con un estraneo (esempio classico di quando i genitori si sostituiscono ai figli)
- intervenire spesso nelle decisioni di insegnanti e allenatori.
Un livello ancora più intenso di iperprotettività dei genitori si riscontra poi nel “genitore spazzaneve” che, come uno spazzaneve appunto, elimina qualsiasi difficoltà o ostacolo che si presenta nel percorso di vita del bambino.
Genitori spazzaneve
Il termine “genitori spazzaneve” indica quella tipologia di genitori che non si limita più solo a controllare “dall’alto” le mosse e le scelte del figlio per tutelarne la sopravvivenza ed il benessere in un mondo percepito come pericoloso (come i genitori elicottero) o a sacrificarne il benessere emotivo e fisico in vista di un futuro di successo e prestigio sul piano professionale (come le mamme tigri che nei casi più gravi possono finire per esporre i figli in situazioni non protettive e potenzialmente pericolose pur di aumentare le loro probabilità di successo).
I “genitori spazzaneve” fanno qualcosa in più: si mettono in gioco in prima persona ed a testa alta e petto in fuori camminano sulla strada della vita dei propri figli mettendosi esattamente davanti a loro.
Con tenacia, apprensione ed ostinazione non permettono mai che un ostacolo, anche minimo, possa turbare la quiete emotiva dei propri pargoli: vanga in mano, si muovono nel mondo spazzando via qualunque ostacolo incontrato sulla via, dalla buccia di banana alla slavina.
È frequentissimo ascoltare racconti di insegnanti che non riescono più ad esercitare la propria professione di educatori perché di fronte ad un qualunque meritato rimprovero si trovano davanti a genitori furenti o neganti.
È frequentissimo ascoltare racconti di selezionatori del personale che ricevono mail e curriculum da mamme e papà a nome dei propri figli, E’ frequentissimo ascoltare di Docenti Universitari che vedono figli maggiorenni accompagnati da mamme e papà negli Open Day, nelle aule di lezione, ai ricevimenti.
L’alternativa al controllo
Un genitore svolge la sua funzione in modo efficace soprattutto quando è in grado di mentalizzare il bambino. Questo significa rapportarsi al figlio come essere umano pensante, capace di azioni autonome, dotato di propri pensieri e desideri e di capacità di risolvere i problemi.
Questo permette al figlio di costruire un senso di autostima, di valore e di identità propria.
Quando invece i genitori intervengono troppo nella vita del figlio, come nel caso dei genitori elicottero, il bambino inizierà a sentirsi un loro prolungamento, affittuario della propria vita.
Lo psicoanalista Christopher Bollas ha descritto così questo processo: “Se A denigra la capacità di B di pensare di testa propria, e si attribuisce la funzione di pensiero, la struttura mentale che genera il pensiero razionale e la capacità di risolvere problemi viene distrutta, e B non si sentirà in grado di risolvere alcun problema.
In effetti, potrà essere lasciato in uno stato di stupore e scarsa fiducia nel pensiero stesso, dato che ora considera il pensare un’impresa pericolosa, in cui si sente ansioso o minacciato. B potrà rinunciare alla mentalizzazione.”
Riuscire ad essere genitori meno soffocanti e capaci di dare più spazio al proprio figlio è possibile.
L’elemento fondamentale per smettere di essere genitori elicottero è la fiducia. Se i figli desiderano affrontare sfide da soli, bisogna concedere loro l’opportunità di farlo e lasciare che affrontino le esperienze in modo autonomo, imparando dalle loro azioni e sviluppando la capacità di prendere decisioni.
È importante lasciare che i figli siano in grado di vivere e affrontare in autonomia emozioni negative come delusioni, tristezza e fallimenti. Le sfide e le difficoltà sono parte integrante della crescita e li aiuteranno a sviluppare determinazione e forza interiore.
Infine, una pratica importante è sostenere attivamente l’indipendenza dei propri figli. Invece di fare tutto al loro posto, i bambini devono essere incoraggiati a prendere iniziative e a risolvere i propri problemi.
Questo li aiuterà a sviluppare una maggiore autostima, senso di responsabilità, tenacia e tolleranza allo stress.
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15 Comments
Ciao a tutti,
ho letto con interesse il vostro articolo e purtroppo devo constatare e ammettere, prima di tutto con me stessa, di ritrovarmi in situazioni analoghe a quelle descritte come “insane”. Sono pervenuta su questa pagina proprio perche avverto e vivo quotidianamente il disagio e il malessere di convivere con dei genitori a mio parere e sensazione molto invadenti (e che non si percepiscono tali), e penso che questo abbia avuto delle conseguenze piuttosto invalidanti su di me. Oltretutto quando il malessere è generato da persone che dicono e ritengono fortemente di agire nel tuo interesse e per il tuo bene, diventa molto difficile gestire e vivere il rapporto e soprattutto “non farsi male”. Un modello di rapporti di questo tipo , tra le altre conseguenze, rischia di compromettere fortemente la fiducia che si possano instaurare con altri rapporti con altri diversi dai genitori dei rapporti sani e “generativi”. Sinceramente io non mi sento un granche, e spero che nel tempo io riesca a superare molti problemi e blocchi che al momento ho. In ogni caso consiglio questo articolo perche penso che non è vero che le intenzioni giustifichino sempre tutto, che le azioni compiute a “fin di bene ” vadano sempre “perdonate” anche quando sono pesantemente “moleste” per chi le riceve. Per anni mi sembra di essermi messa nella “posixione” di “subire l’amore”, o sedicente tale, pur sapendo e sentendo che l’amore è un’altra cosa e che non ha nulla a che vedere con il controllo. I rapporti fusi, sebbene abbiano anche.degli aspetti apparentemente rassicuranti, non andrebbero coltivati per la loro natura. La separatezza che (come io so bene) è faticosa e rischia di spaventare molto, specialmente all’inizio di un percorso, non è un male, anzi in eta adulta è cio che andrebbe ricercato. Cosa diversa è l isolamento, da non confondersi assolutamente con la consapevolezza intima di essere un individuo a.se stante… L’isolamento, puo danneggiare molto, la chiusura alla vita e ai rapporti sociali, sebbene possa essere a volte ricercata e benefica, alla lunga penso che possa far male.
Per chiudere il mio lungo intervento posso solo dire che questo articolo, molto utile, non serve a colpevolizzare I genitori, ma a dir loro che a volte voler bene ad un figlio significa saper fare un passo indietro e lasciarlo respirare e orientarsi da solo. E’ fondamentale. Amare un figlio significa avere il coraggio di ammettere I propri limiti e le proprie ansie e farsene carico in prima persona, senza scaricarle sui figli. Amare un figlio significa essere I primi a sostenere la frustrazione di non poter essere sempre al suo fianco per evitargli errori e brutte figure che, dopo il primo impatto negativo, servirebbero solo a farlo crescere, come in tutti I processi di evoluzione si cade, ma ci si puo rialzare e piano piano si capisce come andare , il proprio passo. Quindi, genitori, il vostro “mestiere” , pur essendo il piu antico, ancora non conosce un libretto di istruzioni che possa agevolarvi nel difficile compito. Ma abbiate un po di fiducia nelle capacita dei vostri figli, e in voi stessi, e vedrete che, nonostante gli errori, inevitabili, l’affetto passa e resta e cosi, oltre a non compromettere la salute della vostra prole, rischierete di educare dei figli felici ;-).
Sono pienamente d’accordo con te cara Francesca.
Marilena
E quando i figli sono adulti e loro pretendono addirittura di scegliere la donna delle pulizie????
Loro non cambieranno mai, questo è ampiamente assodato, sono i figli che devono tagliare il cordone ombelicale e costringerli ad un cambiamento forzoso, a volte anche con l’allontanamento o riducendo i contatti, c’è chi per sopravvivere deve addirittura rompere del tutto.
Le situazioni sono molto variabili, si può passare da quelle gestibili a quelle da cui devi per forza scappare se vuoi diventare una persona.
Marilena
Condivido a pieno. Nel semplice confronto con un mio caro amico é emerso tutto il disagio e la sofferenza di non poter essere capito, di non esprimere ciò che si ha dentro e di tutta la paura che si ha ad affrontare la società, la vita reale.
Non sempre l’ evolvere del tempo consente l’ evoluzione e l’ elasticità mentale dei genitori di oggi.
Menomale che la scienza ci aiuta a capirlo, speriamo bene!😚🤞
Io il cordone ombelicale l’ho tagliato già da un pezzo, ho quasi 38 anni, ma loro sono fin troppo eccessivi ed invadenti, ogni scusa è buona per vedermi.. ditemi cosa devo fare, per favore ho bisogno di aiuto. Aiutatemi grazie
Sei tu cara Valentina che devi allontanarti da loro e diventare più indipendente, diversamente persone anziane e già impostate come mentalità faranno fatica a cambiare.
Spetta a te dunque il gran passo verso l’indipendenza che ti auguro di attuare il più presto possibile.
saluti
Marilena
Salve Dottoressa. Sono Daniela ho 26 anni e vivo ormai lontana dalla mia famiglia. La faccio molto breve.
Io non so più cosa pensare dei miei genitori… quando torno a casa (tipo adesso) mi fanno passare la voglia di tornarci. Sono sempre negativi e nei miei confronti ossessivi e pesanti. Non c’è assolutamente comprensione e mi trattano come una bambina e se dico un NO si offendono pesantemente. Ogni volta che torno a far visita, me lo fanno ricordare. Cosa devo fare? Non sono più una bambina né tantomeno voglio vivere più con i sensi di colpa per ogni cosa… Ho provato a dialogare ma mia madre mi attacca sempre ed è sempre “come dice lei”
Mi aiuti la prego. Ho bisogno di un consiglio. Come se passasse le sue frustrazioni a me. Mia madre è sempre negativa e così facendo mi porterà sempre lontano da lei. Mio padre credo sia succube.
Grazie in anticipo
Cara Daniela, a volte quando gli altri non ci rispettano siamo noi che dobbiamo imporci e pretenderlo.
Nel suo caso le consiglierei, la prossima volta che sente telefonicamente i suoi genitori, senza essere aggressiva o offensiva ma anzi calma e pacata in modo da far capire che sta facendo sul serio, che non ha più intenzione di tornare da loro perché è stanca di essere offesa ed umiliata senza ragione, inoltre dica loro di non telefonare se il tenore delle telefonate è di questo tipo e chiuda la comunicazione.
Non li chiami più, aspetti che siano loro a farlo, e quando lo faranno se cominciano ad essere offensivi chiuda immediatamente la comunicazione di netto, e lo faccia tutte le volte sino a quando non impareranno a rispettarla come merita.
In bocca al lupo
Marilena
.. Cosa dovrei dire io, a 60 anni, divorziata e risposata ho mia madre ultra ottantenne che mi tratta da quindicenne, critica ancora e da una vita come mi vesto, come mi pettino, cosa e quanto mangio e quanto peso come gestisco casa mia, la famiglia e mio figlio anche ora universitario?
Lei è un’ansiosa e pessimista da sempre, ogni discorso è uno scontro. Mi ridicolizza e ironizza sul mio ottimismo che a volte trova da demente e che non riesce a capire. Anche se poi i fatti danno ragione a me.
Ottimismo che mio padre adorava, perché gli ricordava sua madre e lo uso da sempre come scudo per non soffocare. Mia madre,vedova a 50 anni, ha riversato sui figli (non sono figlia unica) tutti i suoi interessi e non ha mai vissuto una vita solo sua. Si, certo, è amore anche questo, ma vi assicuro che io mi sono sempre sentita soffocare e incompresa e poco stimata, per tutta la vita.
Comprendo la situzione e la condizione di dover rimanere accanto ad una signora ormai molto anziana e bisognosa di aiuto.
Ma ti consiglio di non farti coinvolgere da quello che dice, almeno per quanto ti è possibile, considerale delle dicerie da donna anziana e non troppo lucida.
Fai quello che ti senti e che ti dice il cuore, il resto mandalo via come i brutti pensieri, questa modalità ti aiuterà per quando tua madre non ci sarà più in modo che non ti rimangano dei rimpianti che non puotrai più cancellare.
Marilena
Genitori disfunzionali : quando sta bene lei sta male lui. Sempre in lotta l’uno contro l’altro e i figli in mezzo, come merce di scambio della loro relazione tossica.
con molta fatica e dolore, dopo un difficile percorso interiore sono riuscito a farmi la mia vita : li ho messi a distanza.
Poi mia mamma si ammala gravemente e, durante la convalescenza, ritornano le stesse dinamiche: mio padre che, urlando, me ne dice da forca e da galera; mia madre che, con la scusa di mantenere i contatti conle sue amiche, mi mette in relazione con una sua amica storica, così può parlare di me con lei e sapere della mia vita. Nonostante io abbia intensificato i rapporti con lei per sostenerla in questo momento. L’amica di mia madre è una signora simpatica e vorrei mantenere l’amicizia, ma questo meccanismo di controllo mi fa sentire in ansia rispetto a ciò che faccio nella vita. Mi sento sempre giudicato, come quando ero ragazzo e tutta questa pressione la sfogavo in atteggiamenti autodistruttivi. Vedo la manipolazione di mia madre e capisco che vuole ancora avermi come alleato sottomesso nella sua relazione tossica con mio padre. Rivoglio la mia vita e,
Ha tutte le ragioni di questo mondo per voler dominare ed essere padrone della sua vita, caro Giovanni, ma per farlo è lei che si deve riprendere le redini ed essere più deciso nel porre dei limiti oltre i quali sua madre non deve andare.
Se avesse bisogno di un aiuto o sostegno nel far questo mi può contattare privatamente via mai: info@marilenacremaschini.it.
Sono sicura di poterla aiutare a ritrovare la forza di prevalere e di rendersi più indipendenti, perché tutto parte da lei e da nessun altro.
Marilena
Salve Dottoressa, vorrei capire cosa fare perché sono davvero disperata, ho 23 anni sono madre di una bimba di 1 anno e sono separata, vivo con i miei genitori, mia madre ha 60 anni e mio padre 70, sono sempre stati iperprotettivi e ossessivi sin da quando ero piccola, nei miei confronti, vivo di frustrazioni, offese gratuite e umiliazioni quasi tutti i giorni, sono poche le volte che andiamo d’accordo perché sono io a volerlo e a mettere da parte la delusione e la rabbia, non posso vivere la mia vita da madre e quella personale come desidero, non posso fare nulla dentro casa nemmeno cucinare un piatto di pasta diverso che appena c’è ne l’occasione mi rinfacciano anche quello, avendo solo un misero lavoro per poter mantenere mia figlia non riesco per il momento ad andare via di casa e realizzarmi a pieno e trovare la serenità che merito.. e non so a chi devo rivolgermi per risolvere questo enorme problema..
L’unica soluzione cara Emanuela è quella di allontanarsi dai suoi genitori e di rifarsi una vita indipendente ed autonoma, solo così la otterrebbe.
Comprendo che le difficoltà del vivere da soli ed essere autonomi anche economicamente possono essere difficili sopratutto quando si hanno delle difficoltà in tal senso, ma non c’è un diverso rimedio: in casa loro hanno tutto il diritto di mettere il naso in ogni cosa, ecco perché è essenziale che lei si ritagli uno spazio suo solo per sè e la sua bimba.
Non abbia fretta, magari col tempo riuscirà a raggiungere una tale meta, nel frattempo non ha che l’onere di cedere a dei compromessi.
augurandole di trovare presto quello che cerca la saluto calorosamente.
Marilena