Si possono verificare dei casi nell’ambito delle perizie forensi in cui non ci sia la possibilità di eseguire una comparazione tra la firma sospetta di falsità, quindi non autentica, e altre della cui veridicità non si dubita.
In tali casi risalire alla falsità o meno della firma contestata è piuttosto facile, perché la comparazione ed il confronto con altre diverse firme autentiche permette di notare i segni e gli elementi che caratterizzano la vera firma della scrivente e, per contro, rilevare le difformità ed incongruenze della firma che tale autenticità non ha.
Come fare quanto tale comparazione non è possibile?
Il caso è sicuramente arduo ma non impossibile.
Risalendo al carattere ed alla personalità dello scrivente si può quindi approssimativamente cercare la corrispondenza in una ipotetica firma.
In tal caso si studia la scrittura originale dello scrivente, il suo stile, la sua metodica nell’affrontare lo spazio e nel gestire le forme ed inoltre tenendo conto della personalità dello stesso, circostanza che si apprende attraverso le informazioni che i ricorrenti o i contestatori possono fornire.
Non dobbiamo dimenticarci che molte volte la firma è pressoché identica al modo di scrivere della persona di cui si tratta, spesso diverge ma vi sono sempre degli elementi che la identificano.
In tal caso si può tener conto anche degli eventuali ricci, usati nella scrittura e che sicuramente non possono mancare nella firma, o altri tratti esuberanti la grafia in sé che costituiscono la firma identificativa grafologica di una persona in particolare.
Ad esempio, chi ha una scrittura ampia, con dimensioni estese e dilatate non può che avere una firma che più o meno gli corrisponderà, allo stesso modo chi ha una grafia minuta, concentrata che lascia poco spazio sia all’interno dello scritto che fuori avrà una firma corrispondente a tali caratteristiche generali.
Inoltre, il carattere della persona non può che emergere anche dalla sottoscrizione, anche se essa appartiene all’ambito della presentazione sociale, dell’esposizione pubblica, dell’apparire, infatti si sostiene che il testo rappresenta l’Io stretto, intimo, profondo e personale, mentre la firma l’Io sociale, esibito, esposto.
In entrambi i casi però, a meno che ci si trovi davanti ad una persona che in pubblico è totalmente diversa dal suo privato, si ritroveranno le medesime caratteristiche del testo, ma anche nel caso di una forte dualità della persona vi sono sempre delle caratteristiche tipiche, innate e che non si modificano mai nemmeno in contesti diversi.
Una volta conosciute le caratteristiche della persona ci si può abbastanza facilmente immaginare come potrebbe essere la sua firma, lo specchio di sé esibito.
Una personalità schiva, solitaria, molto attaccata alla sua privacy sarà una firma piuttosto piccola, contratta e spesso poco leggibile.
Una persona esuberante, ambiziosa, goliardica avrà allo stesso modo una firma vivace, esuberante, con dei paraffi o ricci che svolazzano e che danno contezza della voglia di esibirsi e di emergere della persona.
Una persona nervosa, contratta, stressata avrà una firma che gli assomiglia, allo stesso modo contratta, rigida, con parecchi angoli e punte e spesso con una pressione forte.
Come vedete dalla persona si deduce anche il possibile modo di scrivere e di firmare.
Quindi se al consulente viene chiesto l’arduo compito di valutare se una firma possa essere autentica senza avere la possibilità di eseguire un confronto con altre firme, l’unico modo utilizzabile è quello dei significati psicologici dei segni e degli elementi della scrittura e di come essa si espande o meno sul foglio.
Non dimentichiamo mai che la nostra scrittura ci identifica in ogni momento ed è la fotografia del nostro modo di essere e di mostrarci all’esterno nel momento in cui la eseguiamo.
Come non esiste una persona uguale ad un’altra, allo stesso modo non possono esistere due firme completamente identiche.
Da questo assioma si estraggono gli strumenti ed i metodi per ricondurre alla firma partendo da una personalità nota e con le sue modalità espressiva di essere e di porsi al mondo ed agli altri.
Una volta fatto questo lavoro di identificazione della personalità dell’ipotetico scrivente e dedotta la sua possibile firma, occorre valutare se la firma che ci troviamo davanti e che dobbiamo contestare o meno sia riconducibile al soggetto indicato.
Se il primo passaggio è stato eseguito correttamente ed abbiamo in mente come potrebbe essere caratterialmente una persona sarà facile immaginare una sua firma e quindi decidere se quella che ci viene proposta possa essere autentica o una contraffazione oppure avere gli elementi che caratterizzano le firme falsificate.
In tal caso occorre ricercare se essa ha gli elementi della lentezza nell’esecuzione, delle contratture che indicano tensione e una scarsa fluidità del gesto, perché il falsario deve essere molto concentrato sulla realizzazione perfetta di una firma al massimo corrispondente a quella reale e questo comporta tempo, concentrazione tensione che rallentano il gesto, lo contraggono e lo modificano.