Per comprendere la complessità dell’invecchiamento bisogna partire da un approccio multidimensionale, in quanto cambiano per ogni situazioni i fattori ambientali e personali.
Non è possibile dare una definizione univoca di invecchiamento perché entrano in gioco molte dimensioni e variabili che dipendono dal proprio vissuto e dalle risorse disponibili, da come si è vissuto, con che spirito e soprattutto se lo si è fatto in serenità e tranquillità, condizioni che non solo allungano la vita ma prevengono l’insorgenza di molte patologie e di un declino psico fisico della persona.
Quindi l’invecchiamento di un soggetto non può essere preventivato perché cambia in base alla storia personale, alle malattie psichiche e fisiche, alla situazione economica, ad una serena vita familiare e ad una buona vita sociale: ad esempio il vivere da soli e la mancanza di contatti sociali importanti possono accelerare il processo di invecchiamento.
L’avanzare dell’età porta a un fisiologico invecchiamento cerebrale che si riflette sulle funzioni cognitive, ossia le abilità organizzate dal cervello che regolano il rapporto con l’ambiente esterno: attenzione, memoria, orientamento, linguaggio, abilità visuo-spaziali, abilità prassiche e funzioni esecutive.
Nel processo di invecchiamento ad esempio diminuiscono la memoria di lavoro (cosa stavo facendo?), la memoria a breve termine e la memoria a lungo termine.
Diminuisce la capacità visuo-spaziale: la tridimensionalità (la profondità) e la capacità di riconoscere le figure, viene interessato anche il linguaggio come la pianificazione dei discorsi e la semantica.
Anche l’intelligenza è coinvolta e generalmente dopo gli 80 anni se ne segnala un calo o una cristallizzazione. Tutto questo è normale.
Cosa possiamo fare per aiutare il nostro cervello ad invecchiare bene e soprattutto vivere gli ultimi anni con serenità e benessere?
Dobbiamo trovare delle strategie e strumenti che aiutino le funzioni cognitive a lavorare in maniera ottimale.
Potenziare la mente attraverso una corretta stimolazione prolunga la giovinezza mentale.
Quando si parla di riabilitazione della mente si considera tutto, dalla riabilitazione di un invecchiamento normale con il passare del tempo, alla riabilitazione in caso di patologie o traumi.
Ogni mente può essere riabilitata secondo le necessità e specificità della singola persona, ogni trattamento o procedimento deve essere adeguato al caso ed alla persona tenuto conto di tutti i fattori incidenti e coinvolgenti.
Le caratteristiche del nostro sistema nervoso che interessano il processo di invecchiamento cerebrale sono la plasticità, il rimodellamento e la riserva cognitiva.
La plasticità neuronale, o neuroplasticità, è la capacità del cervello di modificare il funzionamento (modificazioni strutturali e funzionali) in risposta ad eventi fisiologici o patologici e stimoli ambientali.
La plasticità neuronale ha funzionalità rigenerative e riparative, cioè dirette a ripristinare un sistema funzionante attraverso la rigenerazione di nuove cellule oppure attraverso modalità compensartorie.
In un normale invecchiamento, infatti, in caso di perdita fisiologica di cellule e collegamenti, la plasticità neuronale agisce come un orologiaio che interviene a riparare i danni del tempo.
Oggi il cervello è visto come qualcosa di plastico e modellabile anche in età avanzata, e non più come qualcosa di statico e immodificabile.
Potremmo quindi considerare il cervello come “un muscolo”: si indebolisce se non viene usato e si potenzia se viene allenato.
Attraverso una corretta stimolazione possiamo prolungare la giovinezza mentale sia nell’invecchiamento fisiologico, sia in presenza di deficit cognitivi (patologie o traumi).
Se stimoliamo il nostro cervello possiamo formare nuove sinapsi (connessioni tra neuroni) e utilizzare diversi percorsi (percorsi latenti, scarsamente utilizzati) per svolgere le funzioni che non riusciamo più ad eseguire.
Questo è il rimodellamento, in questo caso la riabilitazione cognitiva favorisce la graduale riattivazione di vie secondarie, altre aree che svolgano la stessa funzione permettendo di raggiungere ugualmente l’obiettivo, magari con più fatica ma in modo efficace.
Entra in gioco anche la riserva cognitiva, ossia gli apprendimenti, le abilità e le conoscenze acquisite durante tutta la vita che possono aiutare ad affrontare i danni cerebrali con effetti molto positivi.
Per favorire la giovinezza mentale ed ottenere le massime performance dobbiamo supportare proprio queste tre caratteristiche: plasticità, rimodellamento e riserva cognitiva.
Il nostro cervello, quindi, se stimolato correttamente può essere potenziato a qualunque età, mentre anche in caso di persone sane, la mancanza di stimoli accelererà l’invecchiamento.
Negli ultimi anni, la psicologia ha sviluppato diversi percorsi e strumenti riabilitativi per ‘allenare e nutrire la mente’, in modo da rallentare il processo di invecchiamento cerebrale.
Queste strategie possono essere attuate in tutte le fasce di età per ottenere ottimi risultati in caso di invecchiamento normale o di patologie e traumi.
Può sembrare assurdo ma una delle modalità più efficaci e risolutive, per non parlare di risultati positivi che si estendono anche ad altre attività neurologiche collegate o connesse con le aree che vengono attivate e stimolate è la scrittura.
Ritornare a scrivere, soprattutto in corsivo sviluppa quella funzionalità visuo-spaziale che sta all’origine di molte funzionalità del cervello e di sicuro porta ad un ringiovanimento non solo per quanto riguarda la risposta mnemonica, la memoria viene ad essere esercitata con il ricordo del linguaggio scritto, ma funzionalità del campo visivo e ricettivo, dell’abilità dell’uso spaziale, e del problem solving.
Una rieducazione della scrittura oltre a rendere il piacere di scrivere porta anche un miglioramento delle condizioni psico fisiche generali di tutto l’organismo, e l’auto stima ed il buon umore di conseguenza.