
La mano guidata
23/11/2016
Complesso di Amleto
02/12/2016Col complesso di Aristotele la persona crede di avere sempre ragione.
Il complesso che lo caratterizza si rifà al carattere superbo, arrogante e burrascoso dell’antico filosofo greco, non solo, il filosofo peccava spesso di superbia, cosa che lo rendeva ostile e poco malleabile.
Chi patisce questo complesso si ritrova ad avere un carattere piuttosto difficile da gestire, e, come tutti i complessi, anche questo mette in risalto degli aspetti patologici del carattere di una persona.
Chi era Aristotele
Aristotele è stato un famoso filosofo, scienziato e logico della Grecia antica vissuto nel periodo tra 384–322 A.C., egli rappresenta l’essenza del maestro, colui che insegna, colui che coltiva la scienza; i suoi scritti sono tutt’oggi citati per esprimere concetti ed insegnamenti ed è un punto di riferimento importante per la filosofia.
Ma è ricordato anche per il suo carattere superbo, altero, spesso arrogante.
Aristotele fu infatti alunno di Platone e dopo averlo seguito in tutto e per tutto iniziò a cambiare. Sviluppando una dottrina personale finì per allontanarsi da Platone al punto da prendere le distanze anche dai suoi insegnamenti. Da qui la sua ostinata convinzione d’aver ragione sugli altri.
Il Complesso di Aristotele o Sindrome di Aristotele è un disturbo di chi pensa di aver sempre ragione, delle persone che si credono superiori agli altri e non vogliono dar retta a nessuno.
È un disturbo inconsapevole perché chi ne è affetto non si rende conto di averlo proprio perchè parte dal presupposto di essere lui sempre nella ragione e nel torto tutti gli altri.
Come disturbo non ha alcun inquadramento scientifico, cioè non rientra in un preciso disturbo della psicologia o della psichiatria, perché descrive una serie di caratteristiche precise che accomunano tutte quelle persone che, appunto, ritengono di essere il cuore supremo ed unico della verità.
Caratteristiche del complesso
Molte persone possono essere superbe ed arroganti senza dover patire questo disturbo, ciò che lo caratterizza è l’eccesso e la dominanza di un atteggiamento che va oltre alla presenza sporadica, diventando una caratteristica vera e propria del soggetto.
Le persone che hanno il complesso di Aristotele hanno le seguenti caratteristiche:
- Ossessione di saper tutto;
- Ossessione di dover primeggiare in qualsiasi ragionamento;
- Mancanza di ascolto attento ed attivo nei confronti del suo interlocutore;
- Modalità aggressive di confronto con l’altro;
- Discussione ad oltranza finché non gli viene riconosciuta la sua ragione e quindi affermata la sua superiorità
In caso di obiezioni al suo ragionamento mostra la tendenza ad innestare la polemica e litigio, ma soprattutto cerca di imporre il proprio punto di vista agli altri e farsi vedere come una persona particolarmente intelligente.
Le persone di questo tipo non tengono in considerazione l’opinione o il pensiero degli altri, diventa pertanto complicato avere rapporti o relazioni con soggetti del genere perchè si finisce per rimanere nell’oblio della sua ingombrante presenza.
Aristotele e l’adolescenza
Alcuni autori affermano che la Sindrome di Aristotele sia frutto di una adolescenza non superata.
In questa fase per un ragazzo risulta decisivo mettere alla prova le sue idee e, soprattutto, confrontarsi e dimostrare la scarsa validità di quello che pensano gli altri, in particolare le figure autoritarie.
L’adulto che mantiene tale atteggiamento non è maturato abbastanza da perdere tali modalità nel rapportarsi con altri, e continua, in modo infantile, a cercare di essere al centro del mondo inventandosi una superiorità che non ha.
Questo atteggiamento nasconde una profonda insicurezza ed una bassa autostima, che verrebbe presto smascherata da un confronto paritetico con l’altro, quindi tali persone preferiscono tenere lontano quel possibile confronto aumentando il senso di sè a dismisura affinché, egli e gli altri, possano vedere ciò che in realtà non esiste: il valore sovrastimato di sè.
Esistono molte forme dei “saputelli pieni di sé” e dobbiamo imparare a conviverci.
Le reazioni che si hanno verso chi ha un complesso di superiorità, così come un atteggiamento saccente, dipendono molto dal carattere e autostima dell’interlocutore: c’è chi li ignora, sarebbe la risposta migliore da dare, e chi entra in competizione e si “innalza” al loro livello, sconsigliabile perché è inutile fare un confronto intellettuale costruttivo, non sono persone costruttive e non sono persone oggettive, devono sempre e solo primeggiare.
L’ossessione dei saputelli
Coloro che hanno il complesso di Aristotele sono ossessionati dal superamento degli altri intellettualmente.
Partecipano a lunghe dispute, senza altro scopo che dimostrare di essere più intelligenti, non solo ma anche più istruiti di altri. Mettono sempre alla prova le loro convinzioni e provocano grandi controversie, spesso di carattere pubblico.
Chi ha il complesso di Aristotele crede di avere sempre ragione, ma in realtà questa non è la cosa più importante per queste persone. Ciò che interessa loro di più è imporre il loro punto di vista sugli altri, per qualunque questione.
La base di tale complesso è un problema di autostima o, se vogliamo, di narcisismo. La persona in questione si dà troppo valore e troppa importanza, con l’obiettivo inconsapevole di equilibrare un sentimento di inferiorità.
Sono quelle persone alle quali piace ascoltare la propria voce e che, a volte inconsapevolmente, non accettano aprioristicamente la validità di un’idea contraria alla propria spingendo la gente al limite della sopportazione durante le varie conversazioni.
A differenza del generico senso di superiorità che può riguardare tutti gli aspetti della persona che lo manifesta, nel complesso di Aristotele la superiorità riguarda, principalmente, solo l’aspetto intellettuale e della conoscenza.
Ed in questo si differenzia dal generico delirio di onnipotenza.
Chi è affetto da questo disturbo nelle discussioni tende ad avere questo tipo di comportamento:
- Ostinazione nel saper tutto;
- Ostinazione nel dover primeggiare nella discussione ;
- Mancanza di ascolto attento, attivo ed empatico nei confronti del suo interlocutore;
- Comunicazione e confronto con modalità aggressive ;
- Discussione ad oltranza, finchè non gli viene riconosciuta la sua ragione.
- In caso di mancato riconoscimento delle sue ragioni tendenza ad innestare il litigio.
Come afferma il proverbio: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Quindi impelegarsi in un’interminabile discussione con chi vuole avere sempre ragione e sentirsi superiore è inutile oltre ad essere estenuante.
L’unica strategia efficace in questi casi è interrompere la discussione, adducendo più o meno un pretesto se si vuole essere diplomatici, e mettere in atto una “ritirata strategica” che lascia l’interlocutore spiazzato.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook.