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09/11/2016Nel Complesso di Cassandra le persone hanno una visione troppo pessimistica di se stesse.
“Non ce la farò mai”, “andrà tutto male”, “è tutto inutile”: queste sono alcune delle tipiche affermazioni di chi soffre della cosiddetta sindrome di Cassandra. Tale disturbo identifica una persona pessimista, con visioni catastrofiche e malauguranti, vittima delle sue stesse aspettative negative.
L’avere un atteggiamento negativo porta sempre a dei risultati negativi, che alimentano la visione negativa come un circolo vizioso.
Il mito in psicologia
In psicologia, il mito di Cassandra venne preso in prestito dal filosofo francese Gastón Bachelard nel 1949 e utilizzato per descrivere persone che fanno previsioni sul futuro, generalmente catastrofiche, alle quali gli altri non credono e che quindi fanno sentire la persona costantemente svalutata e fomentano il loro senso di inutilità.
Bachelard definì quelle che sono le caratteristiche principali del complesso di Cassandra:
- bassa autostima e depressione
- avere paura
- mettersi alla prova costantemente.
La sindrome di Cassandra in psicologia è, dunque, una patologia che porta a formulare sistematicamente profezie avverse sul proprio futuro o su quello degli altri.
Coloro che soffrono di questo complesso alla lunga non vengono creduti e finiscono quindi per non riuscire ad amare se stessi e avere fiducia in sé. Questo porta, molto spesso, ad una depressione reattiva, oltre che ad una profonda frustrazione per l’incapacità di agire prontamente ed efficacemente.
Ma per capire questo disturbo dobbiamo conoscere meglio la storia di Cassandra.
Chi era Cassandra
Cassandra, figlia del re di Troia Priamo, nella mitologia greca era una sacerdotessa talmente bella che di lei si innamorò anche il Dio Apollo, questi per conquistarla le diede il dono di poter predire il futuro.
Nonostante il regalo, Cassandra respinse l’amore del Dio che, adirato, la punì vanificando il suo stesso dono condannandola a non essere creduta.
Il mito rappresenta la profetessa che può conoscere il futuro ma che non sarà mai ascoltata perché nessuno crederà alle sue profezie.
Apollo aveva avuto la presunzione di possedere ciò che non si poteva avere, ma quale Dio (uomo che rappresenta il potere) non è mai stato punito per questo, anzi rifiutato dalla sacerdotessa, che avrebbe dovuto rimanere vergine ed illibata, le lancia una maledizione che sarà anche la sua condanna.
Adirato Apollo compirà un gesto che è l’emblema del disprezzo: uno sputo.
Invece di baciare Cassandra, rimasta con la bocca aperta, Apollo le sputa dentro come ad unire il desiderio sessuale con l’atto di rifiuto per eccellenza, diretto alla bocca quale organo predisposto per l’oralità e la comunicazione.
Cassandra avrà il potere di prevedere ciò che accadrà, di conoscere in anticipo gli eventi, e come essere umano non potrà resistere né esimersi dal dirlo agli altri, dal metterli in guardia.
Annuncerà gli eventi negativi al rapimento di Elena e quello, più famoso, del cavallo di Troia che entrerà nella città portando dentro di sé i nemici che la distruggeranno.
Non creduta nei suoi presagi negativi sarà associata a qualcosa di malefico, di funesto e negativo, pertanto emarginata e considerata come pazza, delirante, poco importa se poi gli eventi si verificheranno realmente.
Cassandra rappresenta il mito della profetessa di sventure ed eventi nefasti, per tale motivo evitata ed emarginata, per timore e paura di quegli eventi che lei stessa racconta.
La disistima e la paura
Le carenze affettive subite durante la prima e seconda infanzia di chi soffre tale disturbo hanno costruito un’identità che si basa sulla continua ricerca dell’approvazione altrui, sulla mancanza di autostima e sulla tendenza a farsi carico di ogni responsabilità.
Tutto questo provoca nel soggetto una costante svalutazione.
Nelle persone che soffrono dell’effetto Cassandra, la paura diventa una costante che domina l’esistenza: la si prova in ogni circostanza e si vive ogni cosa con una forte frustrazione.
A lungo andare tale atteggiamento sviluppa la Cherofobia, la paura si essere felici, temendo sempre che succeda qualcosa di brutto e, nel tempo, questo può portare ad una forma di impotenza appresa, cioè indotta dalla persona stessa, che porta pessimismo e depressione.
Chi soffre del complesso non vede vie d’uscita, non vede mai delle possibilità, assume un atteggiamento passivo, rinunciatario e pessimistico, tipico di chi ha un locus of control eccessivamente indirizzato verso l’esterno, arrivando a credere di essere incapace di esercitare una qualunque influenza sul proprio ambiente.
Mettersi costantemente alla prova
Chi soffre del disturbo cade spesso nella trappola della “profezia autoavverante”, in quel tipo di previsione che poi inevitabilmente si avvera.
In psicologia, una profezia che si autoavvera è una previsione che si realizza per il solo fatto di essere stata espressa, senza che concretamente ci siano elementi che possano condurre a quella conseguenza.
La persona che soffre della sindrome in questione tenderà a sbagliare, a fallire, perché è ciò che si aspetta da se stessa, ogni azione viene letta come un fallimento.
Da un punto di vista psicologico è una sorta di mania di controllo, o meglio un modo per mantenere il controllo, anche se con una valenza in negativo si ha comunque il controllo sul risultato perchè si ritiene di prevederlo.
Pensare costantemente al peggio quindi diventa una strategia inconscia per farsi trovare “pronti” quando la catastrofe arriverà.
La sindrome di Cassandra si può sperimentare anche nei rapporti sentimentali: se si ha paura che succeda qualcosa di brutto, ci si sente non meritevoli di stima e di amore.
Come afferma la psicoanalista Laurie Layton Schapira, chi soffre di questa sindrome tende a soffrire di gelosia e ad avere relazioni tossiche che vertono sulla distanza emotiva, ed è più propenso a scegliere dei partner (il cosiddetto Archetipo di Apollo) che rispecchiano il pensiero di non valere nulla.
Come superare la sindrome
Superare tale condizione è possibile, se la condizione non è particolarmente grave, e ci possono riuscire anche coloro che non hanno il disturbo ma hanno una visione pessimistica della propria esistenza.
Innanzitutto è importante fare un viaggio nel passato e nella propria storia, per comprendere come si è imparato quello schema di pensiero disfunzionale in negativo.
In questo modo si può divenire consapevoli del fatto che, se un tempo il sintomo era utile poiché proteggeva da qualcosa, adesso bisogna cambiare sistema per migliorare l’esistenza e trovare più serenità.
La cura alla sindrome consiste proprio nell’allenarsi a sostituire le profezie “catastrofiche” con profezie basate sui dati di realtà, su visioni più ottimistiche che lasciano spazio alla speranza ed alla possibilità di provare, prendendo in considerazione non solo la conclusione negativa ma tutte le possibili alternative in positivo.
Così si muta il pensiero auto-indotto, questo permette di:
- Acquisire nuove competenze
- Avere la capacità e lo spirito di osservazione per poter uscire dalla gabbia del controllo
- Camminare, passo dopo passo, verso la gestione delle situazioni che si incontrano lungo il percorso.
Per poter cambiare davvero, però, è fondamentale darsi una speranza di riuscita e vedere il miglioramento poco per volta, passo dopo passo, incominciando dalle piccole cose.
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17 Comments
Sono d’accordo e aggiungo che allorché ci fosse davvero l’ascolto, mancherebbe la possibilità di comprendere……
Poiché manca l’insegnamento all’apprendimento…..
Ecco perché qualcuno cercava di comunicare attraverso parabole, aforismi, proverbi..
Alla realtà contemporanea dei fatti,a anche dalla notte dei tempi….
A quasi nulla è servito!
Ma questa è solamente una mia cruda interpretazione.
Cruda interpretazione ma veritiera, ecco perché molte persone si sentono sole nonostante siano circondate da una moltitudine di gente e con mille possibiltà di contatti virtuali, tutto sa di dovuto, di rivisto e di banale, nulla di nuovo all’orizzonte che rimane sempre uguale.
Allora incominciamo noi ad insegnare cosa sia un ascolto profondo anche quando lo facciamo per noi stessi.
Grazie per il commento Stefano
A presto
Marilena
Non più tardi di 5 minuti prima di leggere anche il tuo commento, avevo giusto appunto sottolineato lo stesso principio con l’amica con cui leggevo il riassunto del mito di Cassandra. Triste come si stia a guardare il mondo continuare a commettere le stesse turpitudini a ciclo continuo senza variazioni. La speranza che qualche occhio si apra per “vedere” e discernere la verità da ciò che ci viene inculcato è la stessa che aveva Cassandra nel suo impegno a voler salvare quanti più potesse fino alla loro stessa distruzione
Anche noi possiamo avere quella stessa capacità se ci fidassimo di più del nostro istinto e del nostro cuore.
Marilena
Grazie per questo bel testo che esce dalla lettura/interpretazione classica del mito di Cassandra. Personalmente, adattandolo alla situazione moderna, l’incomunicabiltà di Cassandra, cioè il non essere compresa (o non voluta comprendere) è legato a chi dovrebbe ascoltare e non all’emittente. Praticamente è legato alla psicologia del ricevente. Dare ascolto a Cassandra significherebbe abbandonare ciò che ci fa comodo pensare e imporrebbe di agire in modo fuori dal pensiero usuale e comune. Un agire che ci costa in termini di fatica, in termini di dover abbandonare un modo di pensare acquisito o di leggere una situazione come di consuetudine, o anche passando sopra a consolidati sentimenti o relazioni d’affetto.
Fondamentalmente molti hanno come tratto dominante del carattere la pigrizia o la paura, tratti caratteriali favorenti il mantenimento dello status quo, del modo di pensare comune, del conservatorismo, del non essere proattivi, perspicaci, aperti al nuovo.
Esemplifico grossolanamente, con esempi del passato: il vescovo Wilberforce vs Darwin. Tolemaici vs, Copernicani, Creazionisti e Neocreazionisi ( seguaci della Creazione intelligente) vs. Evoluzionisti. Attualmente, da un punto di vista sociale, organizzativo, imprenditoriale, gestionale del potere, gli anti-A.G.W. (Anthropogenic Global Warming) verso l’I.P.C.C. (International Panel on Climate Change) e la scienza ufficiale. I secondi sono denominati “catastrofisti” dai primi!… E c’entra anche la pigrizia (oltre all’ignoranza, dei normali cittadini, che paventano di dover mutare le proprie abitudini (smettere di usare tanta plastica, tenere aperta la finestra mentre il condizionatore va al massimo, etc.).
Apprezzo moltissmo il suo contributo caro Giulio.
Grazie e spero di rileggere ancora il suo pensiero.
Marilena
Leggevo i commenti affascinata e arrivata al tuo mi sono chiesta come mai non c’è mai facilmente intercettabile in giro gente come voi, come te, perché non posso trovare amici così con cui confrontarsi, avere un interscambio….qualcuno che ascolterei per ore!
Trovare dei buoni amici che siano di conforto è come trovare un tesoro, in effetti non tutti hanno questa fortuna.
Marilena
Questo è uno dei miti che porto in vita. Per risolverlo forse dovrei darmi ad Apollo, intendo al dio, alla potenza Apollinea, al dio solare?
Trovarlo un Apollo che sia un vero Dio e non un Quaqquaraqua….
Marilena
Buonasera,
non riesco a comprendere se è in difetto Cassandra che non sa comunicare, o gli altri che non sanno ascoltare…. Chi sbaglia? Nessuno? Entrambe le parti? Incomunicabilità senza soluzione?
Il mito, e la patologia che la richiama, parlano dell’incapacità della persona di comunicare, di parlare in modo adeguato e di sapersi esprimere in modo da farsi comprendere, pur non avendo anomalie che le impediscono un linguaggio perfetto.
Spero di aver chiarito il dubbio
Buona serata
MArilena
Siamo passati dai dogmi religiosi ai principi scientifici.
Dalla padella alla brace….
Finché gli umani continueranno a dare credito a quello che viene da fuori e mai o quasi a quello che viene da dentro, sarà sempre così.
La sconfitta è già annunciata…
Non vorrei passare per la Cassandra di turno.
😂😂😂
Bello😀👏🏻
Grazie mille 😉
Marilena
L’Amore di un Dio verso una mortale. Lui il Dio Apollo, lei bellissima sacerdotessa del suo tempio.
Travolto dall’Amore, a cui neanche il Dio Greco può sfuggire, Apollo fa dono della potente Preveggenza alla Sacerdotessa, così bella da abbagliare.
Ma la magia non tocca anche il cuore di Cassandra.
La trasfigurazione: dalla contemplazione della bellezza di Cassandra allo sputo di facile richiamo sessuale, di disprezzo.
Il pensiero dal cuore si sposta alla mente: come colpire il più duramente possibile? L’ingrata, infinitamente più debole, deve pagare!
Gli altri non corrisponderanno con lei, lo stesso amore per salvarli che lei si sentirà trasportata a dare, suo malgrado, dal dono della preveggenza.
In sintesi
Non può essere amore, quello che non si accorge dello stato del cuore della persona amata. Il vero Amore non può essere deluso, giacché amerà la persona amata nello stato in cui è, compreso il suo disinteresse per il proprio amore. Chi Ama, Ama. Non ha tempo da sciupare per fare altro. Il suo stato d’amore lo permea in tutto. Chi ama è prigioniero del dolce amore. Rendere prigionieri altri, è impossibile per chi ama.
Attenzione alle passioni che travolgono. Se non travolgono insieme, prefigurano tempesta.
Soprattutto attenzione a non confondere delle concessioni per dei diritti. Le concessioni richiamano una sudditanza, i diritti richiamano la Libertà … anche di amare chi ci suggerisce il cuore.
Grazie Marilena, per quello che ci fai approfondire. Anche questo è amore.
Grazie a te Vincenzo.
saluti
Marilena