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23/11/2016Il Complesso di Cleopatra è la tendenza nelle donne ad essere eccessivamente seduttive.
In ogni occasione queste donne sono spavalde, competitive all’eccesso, spudoratamente sfacciate per attrarre l’attenzione, utilizzano la seduzione maniacale e l’eros del proprio corpo per conquistare chiunque.
Chi era Cleopatra
Cleopatra viene ricordata per essere la regina che di grande bellezza (così si narra nelle leggende ma non nella realtà: era un po’ bruttina) seppe fa innamorare re ed imperatori (fra tutti Giulio Cesare e poi suo figlio Cesarione e Marco Antonio).
Il complesso di Cleopatra prende il nome dall’affascinante regina egiziana, donna viziatissima dal padre, avida e capricciosa, dalle innumerevoli avventure amorose e con la passione per il potere.
Il Complesso di Cleopatra è un disturbo narcisistico che colpisce le donne, versione femminile dell’altrettanto noto Complesso di Achille.
Per le modalità comportamentali potrebbe essere associata al Complesso di Dongiovanni.
La donna Cleopatra è vanitosa, competitiva e dominatrice, si rivela capace di far perdere completamente la testa a chiunque. Utilizza l’eros e il proprio corpo per avere considerazione ed ottenere adulazione al fine di gratificare il suo sé grandioso ed egocentrico.
Si tratta, tuttavia, di un atteggiamento altamente seduttivo e manipolatorio fortemente difensivo che nasconde in realtà profonda fragilità ed insicurezza interiore.
La donna Cleopatra
L’atteggiamento di ostentazione spavalda e sfacciata di sensualità rappresenta una corazza esterna dietro alla quale si scherma.
La donna con Complesso di Cleopatra, in altre parole, mostra a tutti una falsa identità, effimera, inconsistente e solo all’apparenza vincente.
Di fatto è una donna che, nel corso della sua esistenza, si è vista, il più delle volte, costretta a compiacere le richieste dell’ambiente esterno e che ha vissuto esperienze di carenze affettive importanti che hanno prodotto enormi ‘buchi’ emotivi, difficili da rimediare e colmare.
Ha imparato con il tempo ad utilizzare il fascino e la bellezza per attirare ed utilizzare gli altri a proprio scopo e piacimento. Le sue relazioni interpersonali sono superficiali e strumentali al raggiungimento dei suoi obiettivi e al soddisfacimento dei suoi bisogni.
L’involucro illusorio e finto di cui si riveste, a compensazione e difesa di un interiorità estremamente fragile e vuota, rischia di andare a pezzi senza l’approvazione e l’ammirazione dell’altro, da cui dipende disperatamente per la sua sopravvivenza psicologica.
Chi era Cleopatra
Si pensa alla regina, anzi alla faraona, come ad una donna che ammaliava per la sua bellezza, eppure la realtà è ben diversa.
Cleopatra non era particolarmente bella, anzi, di fattura robusta, piuttosto banale e con un viso certamente non regolare (un bel nasone aquilino), non certo il concetto di bellezza a cui siamo abituati quando pensiamo alla bellissima Elizabet Taylor che l’ha interpretata nell’omonimo film.
Ma Cleopatra non era certamente bella ed affascinante quanto l’attrice che l’ha resa famosa, anzi, tutt’altro, eppure sapeva incantare chiunque con la sua intelligenza e la sua arte oratoria.
Il fascino dunque non sta nelle fattezze regolari e perfette ma nell’intelligenza della persona, nella sua ironia e nella sua capacità di rendersi affascinante ed irresistibile.
Anche una donna non particolarmente piacente può essere estremamente affascinante, tutto sta nella sua intelligenza e nell’arte di ammaliare le persone con spirito e sagacia, in grado di conversare in diverse lingue senza l’aiuto di interpreti.
Cleopatra, vissuta in Egitto tra 69 ed il 31 a.C. è una delle poche donne a regnare come Faraone, che riuniva in un solo essere il sovrano ed un Dio, l’ultima regina tolemaica d’Egitto, era ambiziosa, arrivista e dominante.
Come si direbbe oggi: una vera donna in carriera.
Proprio per la sua capacità di dominare ed imporsi è stata riconosciuta da autori, un po’ maschilisti, come una prevaricatrice, assetata di potere e di sesso, Dante la condanna all’inferno da lussuriosa “rapace, crudele e lasciva”, Shakespeare la demonizzata e la chiama “il serpente del Nilo”.
Gli uomini antichi erano parecchio restii a riconoscere le capacità regnanti di una donna.
Per l’archetipo psichico Cleopatra è tanto spavalda ed arrogante quanto fragile, la sicurezza del parlare, dei gesti e dell’atteggiamento cede nell’intimità, che è fatta di bugie, di ricatti, di infelicità perenne.
Viziata e capricciosa, era vanagloriosa, tronfia e dominata da smisurata passione per il potere, narcisista, astuta utilizzava il suo sex appeal per ottenere dagli uomini ciò che voleva.
Avida di potere, non ne era mai sazia e pronta a qualunque cosa pur di ottenerlo, anche di mentire, incline agli intrighi il suo egocentrismo aveva bisogno di continue adulazioni e gratificazioni, era tale da succhiare la linfa vitale di chi le stava intorno portandolo alla follia, alla perdizione ed alla distruzione.
Con lei gli uomini più forti perdevano il controllo ma anche le loro mire politiche perdendosi nell’oblio del piacere.
Dominante ed eccessiva sino alla morte, che sceglie teatrale, per mezzo di un serpente, attorniata dalle sue ancelle che raccolte intorno al suo capezzale si straziavano e piangevano per lei.
Anche nella morte doveva apparire l’unica, l’amata e la regina di cuori, anche se ormai il fato le si era rivoltato contro.
Questo vuole la leggenda, in realtà diversi studiosi ritengono che nemmeno la sua morte, così come ci è stata raccontata, corrisponde a verità.
Si ritiene impossibile la morte causata dal morso di un aspide o di un cobra egiziano.
Lo storico dell’ antichità Christoph Schaefer e il tossicologo Dietrich Mebs ritengono che tale tipo di uccisione avrebbe procurato nella regina una lunga morte fatta di atroci sofferenze, in cui si sarebbe abbruttita e contratta, mentre Cleopatra voleva essere ricordata come la regina più bella.
Si ritiene dunque che sia stata una mistura velenosa e micidiale a darle una morte veloce ed indolore, un misto di oppio e cicuta.
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1 Comment
Cleopatra la Dea,regina dei re!