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08/12/2016Il Dongiovanni è un donnaiolo ma l’esagerazione può portare ad un complesso.
Si definisce Complesso del Don Giovanni, o Dongiovannismo, quella condizione in cui l’uomo sente il costante bisogno compulsivo di sedurre ogni donna che incontra. Non vede le donne come delle persone, ma come conquiste da accumulare come un accumulatore compulsivo.
Nella versione al femminile abbiamo il Complesso di Messalina, anche in questo caso le finalità del disturbo sono quelle di compensare un vuoto, una mancanza.
Chi è dongiovanni
Il dongiovanni è colui che non riesce a non mettere in atto un atteggiamento compulsivo.
Chi ne soffre non riesce a resistere dalla tentazione di adulare in maniera spesso invadente le donne incontrate anche casualmente, ogni giorno, con atteggiamenti seduttivi che rasentano la molestia.
La finalità di tale atteggiamento patologico non è la ricerca della compagnia o della relazione, ma solamente il piacere della conquista, della seduzione, dell’ammiccare ostentatamente e ostinatamente.
Don Giovanni (titolo originale: Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni) è un’opera lirica in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart e narra la vita e le avventure di un uomo che dedica molta parte del suo tempo a sedurre delle donne, e pur di conquistarle ricorre a qualunque strategia.
Si ritiene che a contribuire alla stesura del Dongiovanni fu proprio Giacomo Casanova, un altro personaggio, realmente esistito però, amante del genere femminile.
Il Dongiovannismo
Con il termine Dongiovannismo si intende uno stato patologico caratterizzato dalla pervasiva necessità di sedurre tutte le donne che il soggetto incontra. Anche se spesso il corteggiamento sfocia nell’atto sessuale, esso non rappresenta il reale obiettivo, lo scopo ultimo è il successo della conquista, la quale riveste un ruolo fondamentale di natura ossessiva.
Da un punto di vista psicologico, dietro la maschera dell’infallibile seduttore si nasconde spesso un soggetto insicuro, dotato di una bassa autostima che ricerca la sua identità attraverso la sua conferma grazie alla buona riuscita della conquista.
A tal proposito, è stato proposto anche il termine “bulimia erotica” che indica proprio il connubio tra la conoscenza impeccabile dell’arte della seduzione e l’incapacità radicata di abbandonarsi definitivamente all’amore.
Non si tratta dunque di “amore” quanto piuttosto di paura verso il partner e del controllo che sono in grado di esercitare su di lui. Sentimento che viene puntualmente esorcizzato attraverso la messa in atto del rituale seduttivo.
L’unico sentimento d’amore che l’individuo riesce a provare è autodiretto, a conferma della sua natura narcisista e ciò comporta un’inevitabile sterilità di sentimenti, con la conseguente superficialità nei rapporti.
Non esiste relazione, il partner, bello, brutto, giovane o vecchio, serve solo da strumento per rafforzare l’ego del Dongiovanni, in un circolo infinito che conferisce una illusoria conferma di esistere.
In aggiunta a queste peculiarità, si riscontrano altre caratteristiche che aiutano a inquadrare meglio questo personaggio:
- menzogna patologica
- senso di onnipotenza
- comportamento infantile
- depressione non manifesta
- rivalità e competitività verso gli altri uomini
- tendenza a idealizzarsi
- assenza di empatia
È interessante anche considerare alcune correnti di pensiero, secondo le quali il Don Giovanni sarebbe alla ricerca della madre mai dimenticata e dunque vittima di questa compulsione sessuale. Nel partner momentaneo viene ricercata la madre idealizzata, cioè una figura che lo comprenda, lo accolga e lo ami come una madre.
Dongiovanni in psicologia
La letteratura ha dato origine al mito di Dongiovanni, poi trasformatosi in un complesso psicologico, che è stato analizzato da diversi studiosi.
Sigmund Freud definisce tale sindrome come la caratteristica dell’uomo sadico che non ha superato la fase edipica.
Otto Rank asserisce che negli uomini che patiscono tale condizione viene a svilupparsi un “doppio”, una doppia personalità di cui una è l’opposto dell’altra e si esprime in atteggiamenti che il primo sente di dover reprimere, mentre il secondo agisce senza alcuna limitazione del senso di responsabilità.
Secondo il neurologo Jonathan Miller il dongiovannismo, maschile o femminile, di estrazione nobile, borghese o popolare, è causato da un’angoscia di fondo, un vuoto che bisogna in qualche modo colmare, una forma di protesta o di rivalsa contro un’ingiustizia sociale o individuale, destinata tuttavia alla sconfitta, in quanto Don Giovanni finisce sempre per sprofondare nella sua stessa trappola, perché il suo vero nemico è la paura della solitudine.
Per Albert Camus il personaggio passa da una donna all’altra non per mancanza di amore, ma perché ama tutte le donne con uguale intensità e con tutto se stesso, per tale motivo egli deve sempre rinnovare questo dono di sé e, se abbandona una donna, non lo fa perché non la desideri più (una donna bella è sempre desiderabile), ma perché ne desidera una diversa.
Giovanni Macchia, il maggiore studioso italiano del personaggio, considera il protagonista come un uomo egoista che non cerca il bene della società ma sperpera il suo coraggio e la sua giovinezza per “soddisfare il suo prepotente, inestinguibile bisogno di amare, di godere”.
L’uomo che non sa amare
La psicologia ritiene che l’individuo che patisce tale condizione è in realtà un uomo insicuro, con bassa autostima, che recupera un senso d’identità e sicurezza tramite le conferme del suo potere seduttivo sulle donne.
I rapporti con l’altro sesso sono fallimentari poiché il Dongiovanni è fondamentalmente un egoista ed un manipolatore e, per la sua necessità continua di seduzione, è improbabile che rimanga fedele ad una sola partner.
Incapace di provare un amore profondo e di instaurare dei legami duraturi, il Don Giovanni riesce ad avere soltanto relazioni superficiali, brevi, comunque generalmente prive di un reale coinvolgimento affettivo e sentimentale, all’interno di un processo compulsivo che rende la conquista una vera e propria ossessione.
Lo scopo sottostante è appagare un bisogno narcisistico di conferma di fascino e avvenenza fisica.
L’inarrestabile ricerca di nuove prede produce un comportamento seriale nel quale la preda, una volta conquistata, viene poi abbandonata e sostituita da altre, tutte quante destinate a saziare solo temporaneamente il grosso bisogno di ammirazione narcisistica che questi soggetti hanno visto frustrato quando erano piccoli.
Alcuni studiosi del complesso ritengono che la madre di questi soggetti fu una persona anaffettiva, incapace di dare amore, non rassicurante e che il dongiovanni ricerca in ogni donna che poi lascia.
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14 Comments
interessNTE
Grazie Marion,
sono contenta che le sia piaciuto
Buona giornata
Marilena Cremaschini
SALVE COME COMPORTARMI CON IL MIO LUI SEDUTTORE SERIALE
Mi scriva privatamente info@marilenacremaschini.it
Marilena
In questo momento il mio compagno con cui sto da due anni mi chiede di potere almeno corteggiare le donne perché non è nella sua natura essere fedele. Devo dire che a parte una scappatella che ha anche cercato riagganciare è stato capace di essermi molto vicino in questi anni. Ma è più forte di lui. Credo mi ami ma se tento di discutere di queste cose si arrabbia, dice che esagero e cerca di punirmi. La prego, mi dica qualcosa, sono sotto choc e non so che fare.
Grazie Barbara per la sua richiesta, per motivi di privacy le ho già riposto privatamente.
a presto
Marilena
Buonasera, grazie per il suo articolo. Oltre la terapia ce qualche altro metodo che potrebbe aiuyare a superare questa sindrome?
Certamente, ed anche capire da cosa nasce questo suo bisogno, mi contatti via mail così le propongo dei percorsi da fare
info@marlenacremaschini.it.
A presto
Marilena
buonasera Marilena
sto con un uomo di 50 anni che ha evidentemente questo complesso e seri problemi con la madre. Io ho 20 anni meno di lui e dalle sue esperienze passate lui ha già capito di aver sbagliato a causa di questo suo modus operandi e di aver perso persone che amava. Nonostante ciò continua ad essere un serial killer del tradimento, e i social sono il suo stagno da pesca. Ora l’ho beccato anche io, mi ha chiesto un’altra possibilità, ma non vuole affrontare discorsi riguardanti il suo errore, e oltretutto ha delle mancanze a livello affettivo piuttosto pesanti
Secondo lei c’è possibilità che cambi veramente ? Se dovessi paragonarlo ad un cagnolino, creda sia possibile addomesticarlo, e se si, come ?
No, non cambierà, a meno che accetti di sottoporsi ad un percorso diretto alla scoperta del perché ha la necessità spasmodica e cronica di tradire… solitamente è collegata alla paura di lasciarsi andare e soffrire, infatti il non legarsi ad una determinata persona ma a tante scongiura il timore di perdere il controllo, innamorarsi veramente ed essere in balia di un’altra che lo farebbe soffrire… cosa che potrebbe già essere successa nel suo passato, o la paura di crescere e prendersi delle responsabilità che è un altro modo per evitare di affrontare i suoi timori recondit e interiorizzati ma mai risolti.
Magari se lo convincesse a parlare con me….
Marilena
Articolo molto ben fatto!
GRazie 🙂
Salve dottoressa devo fare una tesi sul.dongiovannismo ma devo scrivere le cause sottese a questo comportamento
..dipendono dal cargiver? Sono cause organiche,DNA??? Cari saluti
Dipendono dal vissuto, dagli eventi della vita e dalla predisposizione personale
In bocca al lupo per la sua tesi.
Marilena