
Cosa sono le parafilie
29/04/2017
Il marchese de Sade
02/05/2017Il feticismo è l’amore verso un oggetto o una parte del corpo.
Nelle parafilie rientra anche il feticismo, una pratica in cui il desiderio sessuale si esprime attraverso un oggetto che è al tempo stesso simbolico e rappresentativo di un pensiero o di un ricordo evocato, che provoca dolore o piacere, inducendo uno stato di eccitazione.
La parola “feticcio” deriva dalla lingua portoghese e dalla storia: i mercanti di schiavi usavano questo termine per indicare gli oggetti adorati dagli indigeni africani, ritenuti sacri dalle popolazioni locali.
Una perversione
Il feticismo è una forma di perversione sessuale, una parafilia, per cui si prova piacere sessuale esclusivamente a contatto con un oggetto specifico, una parte del corpo o una qualità, il cosiddetto “oggetto di culto”.
Un certo grado di feticismo rientra abitualmente nell’ambito della sessualità, può aggiungere un pizzico di pepe al rapporto con il partner e assecondare le fantasie erotiche di ognuno in modo assolutamente sano.
La condizione diventa patologica solo quando il feticcio arriva a sostituirsi completamente al coito, o quando esso diventa oggetto sessuale esclusivo: il partner non è più un compagno con cui condividere il piacere ma un semplice veicolo del feticcio stesso, uno strumento per ricondurre all’oggetto desiderato e che rappresenta il centro del piacere e del vero godimento.
Gli oggetti più diffusi per il piacere del feticista sono:
- una specifica parte del corpo, come per esempio il seno, le natiche, i piedi, le mani, le gambe; ma anche altre parti meno consuete come le ascelle, il naso ed i peli, non necessariamente quelli pubici,
- caratteristiche o condizioni particolari: donne incinte, cicatrici o mutilazioni, estremo sovrappeso, rughe o rugosità, unghie particolarmente lunghe;
- fluidi o escreti biologici: il sudore, la saliva, l’urina e le feci;
- oggetti inanimati: biancheria intima, calze, guanti, scarpe, materiali specifici come latex, pelle;
- gesti particolari, come per esempio il dangling: far dondolare una scarpa parzialmente indossata.
Forme di Feticismo
Secondo lo psicologo Alfred Binet l’amore normale è il risultato di una complicata forma di feticismo e lo classifica in due forme:
- amore spirituale: che è caratterizzato dalla devozione di specifici fenomeni mentali, come i comportamenti, le classi sociali o i ruoli. In questo caso il feticismo si manifesta come “gioco delle parti” durante il rapporto, scaturito da un’ossessione verso un dato comportamento;
- amore plastico: che si riferisce alla devozione ad oggetti materiali come parti del corpo o oggetti inanimati; infatti per alcuni feticisti, vedere, sentire, annusare, inghiottire o palpare l’oggetto della propria attrazione è importante almeno quanto il coito ordinale, se non addirittura di più.
Le pratiche feticistiche possono essere raggruppabili anche in base al canale sensoriale coinvolto: alcuni si eccitano principalmente guardando, come nel caso del Voyeurismo o nel Dangling, altri annusando, altri toccando materiali specifici.
Ogni feticista può utilizzare il proprio oggetto in tre diverse modalità:
- Modalità attiva, in cui il feticista usa attivamente il feticcio;
- Modalità passiva, in cui vuole che il feticcio sia in qualche modo usato su di lui da un’altra persona;
- Modalità contemplativa, in cui si trae piacere dalla semplice contemplazione dei feticci collezionati.
Come abbiamo già detto, una preferenza per un qualcosa di inusuale non implica necessariamente la presenza di feticismo, che può esistere in una certa gradualità:
- ad un primo livello è presente una leggera preferenza per certi tipi di partner, stimoli o attività sessuali, tuttavia non risulta appropriato l’utilizzo del termine fetish;
- livello 2: bassa intensità di feticismo, caratterizzato da una preferenza più marcata per i casi citati nel primo livello;
- livello 3: moderata intensità di feticismo, dove sono necessari degli stimoli specifici per consentire l’eccitazione e la prestazione sessuale;
- livello 4: alto livello di feticismo, in quanto gli stimoli specifici prendono il posto del partner.
La cultura Fetish
Considerato fino a qualche tempo fa una perversione malsana, immorale e quindi da condannare, negli ultimi anni il feticismo non solo sta entrando nelle abitudini sessuali diffuse, diventando una pratica insolita ma accettata da una moltitudine di persone e quindi non più demonizzata, ma estende la propria influenza nella moda e nell’arte.
Esistono riviste specializzate, blog, forum e siti internet che permettono di mettere in contatto gli appassionati; appositi locali organizzano spesso degli eventi a tema a cui partecipare o assistere. La stessa frequentazione di sexy shop ormai non è più un tabù per il sesso femminile, al punto che si stanno diffondendo anche in Italia catene di negozi pensati appositamente per le donne.
Feticismo patologico
Il feticismo può essere una pratica divertente, che occasionalmente può intrigare e stimolare una coppia, può essere anche un pensiero di puro piacere senza che diventi ossessivo; è patologico quando invade l’intero mondo esistenziale della persona, che non riesce a condurre una vita normale se non attraverso determinate pratiche o circondandosi di oggetti feticistici.
È patologico quando la persona non riesce ad avere dei rapporti sessuali normali senza toccare o farsi toccare dal suo oggetto del desiderio, in tal senso non si vive una serena sessualità ma essa è limitata da un pensiero opprimente che non può essere controllato.
Il pensiero ossessivo e patologico del feticismo è più diffuso negli uomini, anche se negli ultimi anni la maggiore libertà sessuale ha permesso anche alle donne di liberare la loro fantasia erotica in qualunque direzione.
Il feticismo è spesso legato ad un’esperienza vissuta nell’infanzia, che ha creato una frustrazione non superata, ma compensata attraverso un oggetto simbolico, nella mente del soggetto col tempo è rimasta l’associazione tra un oggetto in questione ed una forte emotività, probabilmente associata ad una forte sensazione adrenalinica che è stata scambiata per eccitazione.
Il desiderio dell’eccitazione col ricordo simbolico è rimasto ed è diventato lo strumento per auto-gratificarsi e procurarsi piacere.
Può anche derivare da una profonda timidezza che porta la persona ad avvicinarsi idealmente all’altro sesso, rimanendo distante nel senso di non avere contatti o di averne senza una profonda intimità affettiva, che ripetendosi nel tempo si trasforma in automatismo.
In altri casi può essere la necessità di superare il trauma di una perdita affettiva, come per un lutto del genitore che era maggiormente rappresentativo, oppure per un abuso od una violenza subita.
Esser stati vittime o aver osservato comportamenti sessuali inappropriati da bambini, imparando ad imitarli, può essere all’origine dello sviluppo del disturbo, in entrambi i casi il comportamento se si rafforza in adolescenza, diventa cronico in età adulta.
Secondo interpretazioni più recenti il feticismo sarebbe una forma di fissazione infantile a un “oggetto di tipo transizionale”, cioè a un elemento che simboleggia la situazione di intimità, protezione e soddisfazione, tipica della relazione del bambino con la madre o con una parte importante di essa (es. mani che dispensano carezze, seno che nutre, voce che consola ecc.). Quando si rapporta con il partner ideale, poi, nell’adulto riaffiora qualcosa di quello stadio “infantile”.
Per fare una diagnosi di feticismo è necessaria la presenza ricorrente e persistente con una certa costanza, anche quotidiana, e per un periodo di almeno sei mesi, di intense fantasie sessualmente eccitanti, sollecitazioni o comportamenti che coinvolgono oggetti inanimati.
Inoltre per originare una patologia le fantasie, gli impulsi sessuali o i comportamenti devono causare disagio significativo o compromettere il funzionamento sociale, professionale e personale, in pratica deve compromettere in maniera significativa il vissuto relazionale ed affettivo.
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2 Comments
Buongiorno dottoressa, leggevo questo argomento, e forse ho questo problema ma non so se posso confermarmi perché non ho parlato con nessuno forse mi vergogno. Magari posso parlare con te per capirmi del mio problema… Spero di ricevere una tua risposta.. Grazie e buona notte
Perchè non mi racconti di te privatamente, via mail: info@marilenacremaschini.it
così potremo parlare di tutto salvaguardando la tua privacy e la segretezza che ti garantisco personalmente
A presto
Marilena