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06/02/2017Il Focusing è la capacità di mettersi a fuoco.
Il Focusing è un metodo di conoscenza introspettivo, fondato sull’integrazione mente-corpo, che insegna a prestare ascolto alle sensazioni che il corpo trasmette nel momento in cui si indirizza l’attenzione verso l’interno di se stessi e ci si concentra su tematiche rilevanti della propria vita.
Mettersi a fuoco
Il Focusing, dall’inglese “mettere a fuoco”, attraverso l’ascolto attento e consapevole delle proprie sensazioni corporee, può aiutare le persone ad affrontare situazioni problematiche o questioni irrisolte attraverso la naturale predisposizione del corpo ad attivarsi in un processo di autoguarigione e risoluzione.
La sensazione è la prima realtà autentica, non ancora verbalizzata, con cui entriamo in contatto e rappresenta il linguaggio comunicativo che il corpo utilizza al fine di dare risposte concrete a questioni rilevanti.
Può accadere che alcuni problemi si manifestino attraverso blocchi interiori o atteggiamenti che fanno sentire in trappola e senza una via di uscita; in tali casi il corpo può rappresentare una risorsa preziosa nel momento in cui impariamo a riconoscere i segnali che ci trasmette con l’ausilio del Focusing.
La nascita del Focusing
Il Focusing è stato ideato negli anni ‘60 da Eugene Gendlin, filosofo e professore di Psicologia presso l’Università di Chicago, fu allievo e collaboratore di Carl Rogers, psicologo umanistico fondatore della “terapia non direttiva”.
Nel corso della sua esperienza clinica, Gendlin rilevò che i pazienti che traevano maggiore beneficio dalla psicoterapia erano quelli che mostravano un’abilità innata a percepire i segnali provenienti dal corpo. Tali pazienti vennero da lui definiti “natural focuser”.
Secondo Gendlin, la capacità di entrare in contatto con i propri segnali corporei era efficace a livello terapeutico, nella misura in cui innescava un processo di trasformazione dell’esperienza in cui si allentavano nodi e criticità; il paziente poteva trarne un beneficio attivando nuove risorse/strategie e intravedendo maggiori possibilità di risoluzione.
Al contrario, i pazienti che non mostravano tale abilità innata di ascolto dei segnali corporei risultavano nel complesso trarre minore beneficio dalla psicoterapia.
Per Gendlin, la chiave intorno alla quale ruota l’intero processo di Focusing è il “felt-sense”, in italiano la “sensazione sentita”: una sensazione corporea ricca, complessa e significativa che è possibile sperimentare in relazione ad una tematica rilevante della propria vita.
La sensazione sentita è un’esperienza fisica che si presenta inizialmente vaga, indefinita e difficile da decifrare ma attraverso il processo di Focusing può essere riconosciuta e acquisire un’identità.
Nel momento in cui la sensazione sentita viene riconosciuta e identificata, si verifica un’attivazione corporea che innesca una reazione, dando origine ad alcuni successivi cambiamenti che possono manifestarsi concretamente in sensazioni di sollievo, liberazione, calore, leggerezza e benessere interiore.
La sensazione sentita
Gendlin riteneva che la capacità innata mostrata da alcuni individui di focalizzarsi sulla sensazione sentita potesse essere acquisita con l’apprendimento. A tale riguardo sviluppò una tecnica per insegnare il Focusing portandolo al di fuori del setting clinico e diffondendone la pratica in vari contesti.
Nel 1978 Gendlin pubblicò il libro“Focusing” nel quale illustrava un metodo strutturato in sei fasi finalizzato a percepire le reazioni significative del proprio corpo e a riconoscere la sensazione sentita favorendo l’attivazione di un processo di sviluppo personale.
Le sei fasi del processo di Focusing elaborate da Gendlin sono le seguenti:
- Fase 1: Creare uno spazio, ovvero creare una condizione di silenzio e rilassamento che favorisca un atteggiamento di ascolto verso il proprio interno. All’emergere di una preoccupazione è necessario non identificarsi con essa ma limitarsi ad individuarla, “sì, c’è qualcosa, posso sentirlo”
- Fase 2: La sensazione sentita (felt-sense) – ascoltare la risposta che il corpo rimanda senza analizzarla
- Fase 3: La simbolizzazione – individuare la parola, frase o immagine che possa rappresentare il simbolo per descriverla nel modo più adeguato.
- Fase 4: La risonanza – ripercorrere il passaggio tra fase 2 e fase 3. Nel momento in cui si trova la perfetta rispondenza tra sensazione e simbolo si manifesta di solito un segnale fisico che può essere una forma di sollievo o di rilassamento.
- Fase 5: Porre domande – interrogare direttamente la sensazione sentita, ponendo domande quali ad esempio: “Qual è il significato di questa sensazione?”, “Perché si presenta in questo modo?”, “Cosa c’è in questa sensazione?”.
- Fase 6: Accoglienza – La risposta prodotta dal corpo che dia origine ad un cambiamento deve essere accolta positivamente.
Il Focusing è una modalità gentile, accettante e non giudicante di porsi in ascolto delle sensazioni corporee al fine di attivare un processo indirizzato al superamento di determinate situazioni problematiche a partire dai segnali trasmessi dal corpo.
Una particolare attenzione
Nel Focusing si esercita un’attenzione aperta, accogliente, non giudicante, un atteggiamento interiore che esprime il calore dell’empatia, della fiducia e dell’autenticità verso il proprio vissuto.
Tale modalità ricorda altre pratiche di consapevolezza (come la Mindfulness), con la sostanziale differenza che nel Focusing l’attenzione ha una spiccata qualità esplorativa ed è orientata verso il Felt Sense.
Il Felt Sense sono sottili sensazioni dotate di significato psicologico non ancora chiaro (in inglese Felt Sense, tradotto con Sensazione Significativa). Queste sensazioni sono diverse sia da quelle puramente fisiche, come quelle provocate da una congestione nasale o dalle scarpe strette, sia dalle emozioni, che sono intense e chiaramente riconoscibili.
La scoperta del Felt Sense e della sua importanza per il successo in psicoterapia e per la crescita personale è stato uno dei grandi meriti del lavoro di Gendlin, per il quale ha ricevuto autorevoli riconoscimenti.
Come praticarlo
Attraverso il focusing, dunque, si può entrare in profondo contatto con se stessi, con la propria fisicità e con la propria mente (di conseguenza), concentrandosi su aspetti che quotidianamente non ascoltiamo, su sensazioni che diamo per scontate e viviamo passivamente.
Il Focusing ideato da Gendlin prevede sei passi. Ci si può guidare da soli o, come dovrebbe essere, stimolati da un aiuto esterno attraverso parole o immagini. In ogni caso possiamo prendere questi sei passi come spunto per ascoltarci fino in fondo.
Creare lo spazio
Prima di tutto, è necessario creare uno spazio silenzioso e tranquillo. Meglio essere soli e chiudere gli occhi per qualche minuto senza stimolazioni uditive per entrare in uno stato di rilassamento.
Passato qualche minuto, iniziamo ad ascoltare il nostro corpo, interamente e per singola zona: si parte dai piedi e si sale verso le gambe, il sedere, la schiena, le spalle, il collo, la nuca, la testa, gli occhi, il naso.
Arrivati al naso è il momento di ascoltare l’aria che respiriamo. Entrando l’aria, entriamo anche noi nel nostro corpo, ascoltando l’interno: i polmoni, il torace che si alza e si abbassa, il petto, lo stomaco.
Ascoltando il nostro corpo riceveremo alcune sensazioni, positive o negative. A questo punto possiamo decidere se tenerle o se spostarle fuori dal luogo in cui avvengono, riponendole da qualche parte più “neutra” (come ad esempio i fianchi).
È in questo momento che possiamo iniziare a farci domande e a ricevere risposte dal corpo: “come sto?”. “Come va la mia vita?”. Il corpo risponderà con alcune sensazioni che starà a noi analizzare, liberandoci e creando lo spazio necessario all’ascolto.
Sensazione sentita
Dal nostro corpo, mentre ci focalizziamo, riceveremo varie sensazioni.
È ora di selezionarne una e analizzarla, puntando il focus sulla zona del corpo che ci sta parlando, quella che sentiamo maggiormente.
Non analizziamo quindi la sensazione, ma solo il punto del corpo specifico che ci arriva più definito. Si definisce la zona del corpo e si lascia indefinita la percezione del problema.
Simbolizzazione
Lasciandoci andare, ascoltiamo ora la nostra mente e catturiamo qualche frase, immagine, gesto o suono che ci suggerisce. Pensiamo a come descriveremmo il problema e ascoltiamo il simbolo che la mente ci dona.
Ne sentiremo vari, ma alla fine capiremo quello che combacia con la sensazione, proprio come quando dimentichiamo qualcosa e ripercorriamo le ipotesi, o quando vediamo un volto riconosciuto e non riusciamo per un attimo ad associare un nome.
Ciò che si prova troverà una definizione in maniera spontanea.
Risuonare
Focalizziamoci ora su questa parola, frase, immagine o suono che associamo al problema e verifichiamo se coincide, se combacia.
Dobbiamo lasciare, appunto, che risuoni, che venga confermata da un piccolo segnale fisico.
Solitamente è una sensazione di rilassamento. Perché proprio come quando ricordiamo ciò che abbiamo dimenticato, il corpo ci comunica sollievo.
Domandare
È a questo punto che possiamo chiedere al nostro corpo più nello specifico cosa ci sia nella sensazione provata.
Paura? Disagio? Sgradevolezza? Qualcosa di irrisolto? Inadeguatezza? Possono essere molte le risposte, e quando il corpo la troverà accadrà proprio ciò di cui parlavamo: body shift e flat sense.
Il corpo, infatti, cambierà per un attimo, di nuovo, e porterà ad una nuova sensazione di sollievo nel momento in cui riconosceremo la sensazione. Il corpo, insomma, continua a modificarsi e aggiustarsi dandoci le risposte che cerchiamo.
Accogliere
L’accoglienza finale è l’obiettivo del focusing: accogliere il cambiamento, accogliere le sensazioni, accogliere il rilassamento.
Il tutto, in questo modo, si ridimensiona, il quadro ci appare più chiaro e da questo punto possiamo fare partire il cambiamento positivo.
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