
Genitori narcisisti
08/05/2017
Cosa sono le subpersonalità
18/05/2017Il masochismo è una pratica in cui ci si procura del dolore per sentire piacere.
Il masochismo è un tipo disturbo psichico che consiste, essenzialmente, nella ricerca del piacere attraverso il dolore, la sofferenza o l’umiliazione.
In totale contrapposizione al masochismo troviamo il sadismo. I soggetti sadici raggiungono il piacere sessuale solo infliggendo sofferenze corporali o psicologiche agli altri, che siano consenzienti o meno.
Quando un soggetto ama praticare su se stesso e sugli altri del dolore si parla di Sadomasochismo.
Cos’è il masochismo
Il masochismo sessuale è una forma di parafilia. La maggior parte dei soggetti con tendenze masochiste non è affetta da disturbo da masochismo sessuale.
Una certa componente di sadismo e masochismo è spesso presente anche nelle relazioni sessuali sane, in cui partner mutualmente compatibili si ricercano reciprocamente. Ad esempio, il ricorso a fazzoletti di seta per legare il partner e leggere sculacciate durante l’attività sessuale sono pratiche abituali tra partner consenzienti e non vengono considerate forme di sadomasochismo.
La maggior parte dei masochisti interagisce con un partner consenziente, che può essere un sadico sessuale (soggetto la cui eccitazione sessuale deriva dall’infliggere sofferenze fisiche o psicologiche a un’altra persona).
In questi rapporti, l’umiliazione e le percosse vengono solo rappresentati, con i partecipanti che sanno che è un gioco e che prestano particolare attenzione nell’evitare una vera umiliazione o una lesione reale.
Al contrario, il disturbo da masochismo sessuale comporta una o entrambe le seguenti condizioni:
- Il soggetto soffre o non riesce a svolgere le funzioni quotidiane a causa del proprio comportamento.
- Gli atti che compie portano a gravi danni corporali o psicologici e anche alla morte, come può accadere nella asfissiofilia.
L’asfissiofilia
L’asfissiofilia, chiamata anche asfissia autoerotica, è una pratica in cui si provoca una parziale e momentanea asfissia.
L’asfissiofilia è considerata una sottocategoria del disturbo da masochismo sessuale. Il soggetto affetto da asfissiofilia arriva quasi a soffocarsi o a strangolarsi essendosi messo un cappio intorno al collo, o lasciandolo fare al partner.
Tipicamente, come cappio il soggetto usa articoli di abbigliamento (come sciarpe o biancheria intima). Può attaccare il cappio a un oggetto presente nella stanza (come la maniglia della porta o il montante del letto).
La temporanea riduzione dell’ossigenazione cerebrale al momento dell’orgasmo viene ricercata come fonte di aumento del piacere sessuale, ma tale pratica può accidentalmente provocare un danno cerebrale o la morte.
Origine del termine
Leopold Von Sacher-Masoch (1836-1905), scrittore galiziano, è noto oggi quasi esclusivamente come colui che diede il proprio nome al masochismo.
Rimase ossessionato, fin da bambino, dalla figura di una donna con pelliccia e frusta che lo avrebbe reso suo schiavo e fatto soffrire.
Scriverà nelle sue memorie che questa sua ossessione troverebbe la sua origine in un episodio d’infanzia, in cui una sua zia,chiamata Zenobia, attraente donna che vestiva sempre un’ampia pelliccia, avrebbe sorpreso il nipote a spiarla, nascosto in un armadio, in camera sua e lo avrebbe punito frustandolo, provocandogli una grande gioia.
Da ciò appunto masochismo, piacere nel dolore.
Nella sua vita tentò più volte di realizzare il suo ideale con donne in carne ossa; alcune di queste sue esperienze costituirono la base biografica e l’ossatura di alcuni romanzi: l’esempio più famoso è quello che getto le basi per la nota novella Venere in Pelliccia.
Le cause del masochismo
La causa del masochismo è individuabile in un inconscio senso di colpa che ha come conseguenza una punizione; il soggetto assume il ruolo della vittima e si pone costantemente in situazioni che presuppongano l’umiliazione; egli è alla continua ricerca di maltrattamenti o penitenze, visti come punizione per la sua presunta colpa.
Tale soggetto trasforma anche situazioni positive in negative, rifiutando ogni condizione di felicità e rivolgendosi verso situazioni o persone che possano farlo soffrire o che siano dolorose; circostanze alle quali seguono fasi depressive o comportamenti che generano sofferenza o, ancora, atteggiamenti autolesionisti.
Gli esperti concordano nell’affermare che non vi è una causa universalmente riconosciuta in grado di dare spiegazione dell’origine del masochismo o del sadomasochismo sessuale.
Alcune teorie generali sulle parafilie sono spesso utilizzate per cercare di individuare le cause scatenanti questo genere di disturbi.
Secondo numerosi ricercatori la causa delle parafilie sarebbe da ricondurre alla precoce soppressione di fantasie sessuali inappropriate, ritenute dal soggetto o dalla società inaccettabili.
La soppressione di queste pulsioni porterebbe in età adulta alla ricerca della soddisfazione sessuale a lungo negata, che trova nelle parafilie la sua espressione.
Secondo altre teorie, il masochista in realtà vorrebbe assumere il ruolo di dominatore ma il conflitto interiore e il senso di colpa derivante dalla possibilità di nuocere ad un altro soggetto, lo indurrebbero a mantenere un comportamento di sottomissione, tipico dei masochisti, appunto.
In ultimo, recenti teorie vedono nell’atteggiamento masochista, una possibilità di evasione dal quotidiano, l’occasione di recitare un ruolo diverso rispetto a quello che si mostra alla società.
Tipi di caratteri masochistici
Masochismo depressivo
Poiché il funzionamento psicologico depressivo e quello masochistico condividono molti aspetti (sensibilità a rifiuti e perdite, sentimenti di inferiorità, sensi di colpa inconsci, inibizione della rabbia consapevole verso gli altri), i due disturbi possono essere confusi.
Alcuni autori hanno parlato anche di un disturbo depressivo-masochistico, cioè di una condizione mista tra quella masochistica e quella depressiva.
In ogni caso, se un paziente apparentemente depressivo sembra più afflitto poiché vessato piuttosto che triste e autocritico, allora si può ipotizzare che i tratti masochistici siano preponderanti.
Masochismo relazionale
Il masochismo relazionale è in generale una tendenza inconscia nel funzionamento di certe personalità che hanno paura di perdere il legame con l’altro e che affrontano questo rischio infliggendosi sofferenza.
Ne abbiamo alcune alcuni tipi: masochista dipendente e masochismo relazionale borderline.
Masochista dipendente
Si sovrappone, in parte, alla personalità dipendente, e riguarda quelle persone che hanno un bisogno disperato degli altri, e in cui la paura di perdere i legami prevale sul preoccuparsi per il proprio benessere.
Questi soggetti considerano la sofferenza come la precondizione per mantenere i legami affettivi. La loro credenza inconscia recita più o meno così: “Ho un disperato bisogno di te e solo se soffro, tu mi terrai con te”. Queste persone assumono ruoli passivi e vittimizzati, fino ad accettare di essere umiliate e persino maltrattate. Tutto allo scopo di evitare la separazione e la perdita dell’altro.
Spesso dietro la sottomissione di queste persone c’è una forte aggressività che però risulta negata ed espressa difensivamente.
Essa può essere espressa in forme passivo–aggressive come quando l’ira non si rivolge all’altro ma viene vissuta nella fantasia o nel rimuginio, trasformandosi in una tempesta di tormenti interiori, di autoaccuse e rassegnazione.
Oppure la rabbia può essere coperta da formazione reattiva e allora la gentilezza, i gesti di smisurata disponibilità e di irrealistica amorevolezza verso la persona che si ritiene dominante e cattiva, non sono altro che i sostituti di sentimenti di odio, collera, e desideri di vendetta che non si riesce o non si possono esprimere.
Masochismo borderline
In strutture di personalità più gravi, di livello borderline può succedere che l’aggressività negata si esprima sottoforma di identificazione proiettiva. Questo meccanismo prevede una proiezione della propria rabbia nell’altro, così che l’altro, alla fine, davvero diventi cattivo e maltrattante.
Ciò in modo da potere, in definitiva, impersonare il ruolo di vittima. Per esempio questo succede se la vittima preme sul carnefice così da provocarne la cattiveria.
Altri esempi di masochismo relazionale di livello borderline, in cui è attiva una credenza inconscia del tipo: “è necessario stare male perché gli altri si dimostrino disponibili”, li troviamo in pazienti che mettono in atto comportamenti auto mutilanti, che fanno abuso di sostanze o hanno relazioni sessuali con persone sconosciute quando non ricevono l’attenzione desiderata.
Sono tutti esempi di un peculiare modo masochistico, e di livello borderline, di vendicarsi dell’assenza dell’altro subita.
Masochismo introiettivo
Se il masochismo relazionale è più connesso a preoccupazioni riguardanti gli altri, il masochismo di tipo introiettivo è invece connesso con convinzioni riguardanti noi stessi , l’autostima, l’identità, ecc..
Ci sono vari tipi di masochismo di tipo introiettivo: morale, narcisistico e paranoide.
Il masochista morale
I “masochisti morali” (Freud, 1924; Reich 1933; Reik 1941), con la loro sofferenza esprimono un senso di colpa inconscio da espiare.
Inoltre, per mezzo del dolore che provano, e della loro, apparentemente altruistica sottomissione masochistica agli altri, trasmettono sottilmente un senso di superiorità morale. Questo tipo di masochismo è molto presente in soggetti che svolgono professioni di aiuto.
In questi casi può esserci una qualche compiacenza narcisistica nel rinunciare a sé per dedicarsi alle sofferenze altrui, come se questa scelta implicasse una certificazione di superiorità del Sé che passa attraverso la rinuncia e all’adesione a principi etici superiori.
Come già spiegato, è facile che nel masochista emerga l’aggressività inconscia che sempre l’accompagna. Ciò è vero anche per il masochista morale che può ad esempio manifestare i propri aspetti sadici attraverso l’intolleranza verso chi non condivide gli stessi valori morali o per mezzo dell’aggressione di chi si oppone alla sua visione del mondo.
I masochisti morali possono manifestare una certa tendenza all’auto frustrazione. Essa è osservabile, per esempio, in quelle persone che, subito dopo un successo o una vittoria agiscono in modo autodistruttivo.
E’ come se ritenessero inconsciamente che in quanto colpevoli di qualcosa, essi debbano necessariamente essere infelici per espiare. Il fatto di perseguire un obiettivo o una affermazione non è quindi meritato, ed è per questo che il soggetto può agire per contrastare, involontariamente, ogni prospettiva di crescita, vittoria, successo.
Masochismo narcisistico
In questa tipologia la persona ha una implicita convinzione (inconscia), quella di essere o essere stata vittima di ingiustizie tali, da ritenere che ora il mondo gli debba qualcosa o tutto.
In questi soggetti la sofferenza rappresenta la garanzia, un lasciapassare per ottenere una ricompensa o un riconoscimento. Ecco perché soffrire è necessario! Essi sembrano dire: “In quanto vittima ho tutti i diritti!” oppure “la mia vita è stata una tale sofferenza che adesso mi merito, mi si deve riconoscere, una ricompensa.”
Questa pretesa spesso evoca in chi si relaziona con loro un senso di irritazione che può giungere fino ad atteggiamenti sadici. Poiché la sofferenza è funzionale alla attesa – pretesa di una ricompensa, questi pazienti possono scoraggiare l’aiuto esterno.
Masochismo paranoide
Il masochismo in questo caso è connesso alla convinzione che stia per succedere qualcosa di orribile, qualcosa che cambierà tutto in peggio e che produrrà ingenti quantità di sofferenza.
E’ come se fosse attiva una credenza che più o meno afferma che la felicità, la serenità, il successo è destinato a cedere il passo al dolore. C’è un legame tra felicità e conseguente punizione: “se oso essere felice ne pagherò care le conseguenze!”.
Ne deriva un impulso autodistruttivo inconscio che corrisponde al tentativo di anticipare la sofferenza inevitabile. Questo tipo di pattern è probabilmente legato a esperienze precoci, con caregiver troppo ostili o punitivi.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook.