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19/11/2018La depressione è una condizione di tristezza cronica.
Oltre alla tristezza c’è una riduzione dell’interesse o del piacere per qualunque attività, c’è il disinteresse per qualunque cosa e si perde il senso della vita.
Diviene disturbo quando è sufficientemente intensa da interferire col benessere psicofisico di una persona.
Può essere dovuta a una perdita o a un altro evento drammatico a scagionarla ma la sua durata va oltre alla durata solitamente connessa all’evento, è una reazione eccessiva rispetto all’evento scatenante che dura più tempo del normale.
Alla depressione possono contribuire fattori ereditari, effetti collaterali farmacologici, eventi emotivamente stressanti, squilibri ormonali o organici, e altri fattori.
Questo disturbo rende le persone tristi e apatiche, facendo loro perdere tutto l’interesse e il piacere nelle attività precedentemente apprezzate.
La condizione clinica
Il termine depressione viene spesso utilizzato per descrivere lo stato d’animo triste o scoraggiato che deriva da eventi emotivamente angoscianti, come un disastro naturale, una malattia grave o la morte di una persona cara.
Le persone possono anche dire di sentirsi depresse in alcuni momenti, ad esempio durante le festività (la cosiddetta malinconia delle feste) o nella ricorrenza della morte di una persona amata.
Tuttavia, tale stato d’animo non rappresenta solitamente un disturbo. In genere, è di carattere temporaneo, dura giorni piuttosto che settimane o mesi e si presenta in ondate che tendono ad essere legate a pensieri o a richiami dell’evento angosciante.
Inoltre, non interferisce in modo sostanziale con le funzioni vitali, indipendentemente dalla durata nel tempo.
Dopo l’ansia, la depressione è il disturbo mentale più comune. Circa il 30% delle persone che ricorre al medico di base presenta sintomi di questo disturbo, ma meno del 10% di esse ha una depressione grave.
In genere, il disturbo si sviluppa negli adolescenti, nei ventenni o nei trentenni, sebbene possa comparire a qualsiasi età, compresa l’infanzia.
Un episodio di depressione dura solitamente per circa 6 mesi, se non trattato, ma talvolta persiste per 2 o più anni. Gli episodi tendono a ripresentarsi più volte durante la vita.
Cause del disturbo
La causa esatta della depressione non è chiara, ma una serie di fattori può favorire l’insorgenza di questo disturbo. I fattori di rischio includono:
- predisposizione familiare (ereditarietà)
- eventi emotivamente stressanti, soprattutto se implicano una perdita
- essere donna (sesso femminile), che implica la possibilità di variazioni nei livelli ormonali
- alcuni disturbi fisici
- effetti collaterali di alcuni farmaci
La depressione non è sintomo di debolezza caratteriale e potrebbe non riflettere un disturbo della personalità, un trauma infantile o un rapporto difficile con i genitori. Status sociale, razza e cultura non sembrano influire sulla possibilità di soffrire di questo disturbo nell’arco della vita,
I fattori genetici contribuiscono al disturbo in circa la metà delle persone che ne sono affette.
Ad esempio, la depressione è più comune tra parenti di primo grado (in particolare, in caso di gemelli identici) di altri soggetti con questo disturbo.
I fattori genetici sono in grado di influire sul funzionamento delle sostanze che intervengono nella comunicazione tra le cellule nervose (neurotrasmettitori). I neurotrasmettitori che potrebbero essere coinvolti nel disturbo sono la serotonina, la dopamina e la norepinefrina.
Le donne hanno più probabilità di soffrire del disturbo rispetto agli uomini, sebbene le ragioni di ciò non siano del tutto chiare. Tra i fattori fisici, gli ormoni sono i più coinvolti.
Le variazioni dei livelli ormonali possono indurre alterazioni dell’umore poco prima delle mestruazioni (sindrome premestruale), nel corso della gravidanza e dopo il parto.
Nelle prime quattro settimane dopo il parto o durante la gravidanza alcune donne accusano depressione (malinconia da parto o, se la depressione è più grave, depressione post-partum). Un altro fattore, abbastanza comune tra le donne, è dato da alterazioni nella funzionalità tiroidea.
La depressione può essere associata o causata da diverse patologie e fattori fisici.
Le patologie scatenanti
I disturbi fisici possono provocare il disturbo direttamente (ad esempio quando una patologia della tiroide compromette i livelli ormonali) oppure indirettamente (come con l’artrite reumatoide che causa dolore e invalidità).
Molti soggetti riferiscono di sentirsi più tristi nel tardo autunno e in inverno, attribuendo questa tendenza alle giornate più corte e alle temperature più fredde. Tuttavia, in alcune persone tale tristezza è abbastanza grave da essere considerata un tipo di disturbo depressivo (disturbo affettivo stagionale).
Il disturbo depressivo può essere causato dall’uso di alcuni farmaci da prescrizione, ad esempio i beta-bloccanti (utilizzati per trattare l’ipertensione).
Per ragioni sconosciute, i corticosteroidi causano spesso depressione se prodotti in grande quantità dall’organismo a causa di un disturbo (come avviene nella sindrome di Cushing) ma, se somministrati come farmaci, tendono a provocare ipomania (una forma meno grave di mania) o, raramente, mania.
Talvolta, la sospensione di un farmaco può causare il disturbo depressivo temporaneo.
Una serie di malattie mentali può predisporre un soggetto al disturbo depressivo. Tra queste vi sono alcuni disturbi d’ansia, il disturbo da uso di alcol o di altre sostanze, e la schizofrenia. Le persone che hanno sofferto di depressione hanno maggiori probabilità di soffrirne nuovamente.
Eventi che generano sofferenza emotiva, come la perdita di una persona cara, talvolta fanno scattare il disturbo depressivo, ma di solito solo nelle persone che vi sono predisposte, come coloro che hanno famigliari che soffrono di depressione.
Il disturbo depressivo può comunque insorgere o peggiorare indipendentemente da eventi particolarmente stressanti.
Sintomi della depressione
I sintomi del disturbo depressivo in genere si sviluppano gradualmente, nell’arco di giorni o settimane, e possono variare notevolmente. Ad esempio, un soggetto che soffre di depressione può apparire apatico e triste oppure irritabile e ansioso.
Molti soggetti depressi non riescono a provare emozioni, tra cui dolore, gioia e piacere, in modo normale e il mondo per loro sembra diventato incolore e senza vita. Perdono interesse o piacere nelle attività precedentemente apprezzate.
Le persone col disturbo depressivo possono mostrarsi preoccupate a causa di una sensazione intensa di colpevolezza e di auto-denigrazione e possono non riuscire a concentrarsi. Possono manifestare sensazioni di disperazione, solitudine e inutilità. Spesso sono indecisi e riservati, si sentono indifesi e senza speranza, e pensano alla morte e al suicidio.
La maggior parte dei soggetti depressi presenta difficoltà ad addormentarsi e si sveglia ripetutamente, soprattutto nelle prime ore del mattino. Alcuni soggetti con depressione dormono più del solito.
L’inappetenza e la perdita di peso possono portare al deperimento e, nelle donne, si può verificare l’interruzione del ciclo mestruale. Tuttavia, il consumo eccessivo di cibo e l’aumento di peso sono frequenti nei casi di depressione lieve.
Alcuni soggetti depressi non curano l’igiene personale o persino quella dei figli, delle persone care o degli animali di casa. Alcuni pensano di essere affetti da una patologia fisica e lamentano dolori e sofferenze varie.
Disturbi correlati
Il termine disturbo depressivo viene utilizzato per definire diversi disturbi correlati tra loro:
- Disturbo depressivo maggiore
- Disturbo depressivo persistente
- Disturbo disforico premestruale
- Suicidio
- Uso di sostanze
- Altri effetti collegati al disturbo
Disturbo depressivo maggiore
Il soggetto con disturbo depressivo maggiore è depresso quasi tutti i giorni per almeno 2 settimane.
Sembra profondamente prostrato. Ha gli occhi pieni di lacrime, le sopracciglia aggrottate, e gli angoli della bocca rivolti verso il basso.
Può stare accasciato ed evitare il contatto visivo, avere difficoltà di movimento e scarsa espressività facciale, parlare in tono monocorde.
Disturbo depressivo persistente
Il soggetto con disturbo depressivo persistente è depresso quasi tutti i giorni da almeno 2 anni.
I sintomi compaiono in modo graduale, spesso durante l’adolescenza, e possono durare anni o decenni. La quantità di sintomi presenti contemporaneamente è variabile, e talvolta essi sono meno gravi di quelli della depressione maggiore.
I soggetti affetti da questo disturbo possono essere cupi, pessimisti, scettici, privi di umorismo e incapaci di divertirsi; alcuni sono passivi, privi di energie e molto riservati.
Alcuni si lamentano costantemente e sono pronti a criticare gli altri e a biasimare se stessi; sono preoccupati di essere inadeguati, del fallimento e degli eventi negativi, talvolta fino al punto da trovare morbosamente gratificanti i propri fallimenti.
Disturbo disforico premestruale
Sono dei sintomi gravi si verificano prima del ciclo mestruale e scompaiono al suo termine, causando notevole malessere e/o pesante compromissione funzionale.
I sintomi assomigliano a quelli della sindrome premestruale ma sono più gravi, e provocano grave sofferenza e compromissione funzionale sul posto di lavoro e nei rapporti sociali.
Nelle ragazze, il disturbo disforico premestruale può comparire in qualunque momento da che hanno il ciclo mestruale; può peggiorare quando la donna si avvicina alla menopausa ma scompare al suo termine. Si verifica nel 2-6% delle donne che hanno il ciclo mestruale.
Una donna affetta dal disturbo disforico premestruale ha sbalzi di umore e diventa improvvisamente triste e incline al pianto; è irritabile e si arrabbia facilmente. Si sente molto depressa, senza speranza, ansiosa e sull’orlo della crisi di nervi; può sentirsi sopraffatta e fuori controllo, intristendosi spesso.
Come con gli altri tipi di depressione, la donna con questo disturbo può perdere interesse nelle attività abituali, avere difficoltà di concentrazione, sentirsi stanca e senza energie. Può mangiare troppo e avere desiderio di certi cibi, dormire poco oppure troppo.
Come molte donne nei giorni precedenti il ciclo mestruale, può avere le mammelle sensibili e ingrossate, e/o dolore muscolare e articolare. Può sentirsi gonfia e aumentare di peso.
Disturbo da lutto prolungato
Il disturbo da lutto prolungato è una tristezza persistente in seguito alla perdita di una persona cara.
È diverso dalla depressione, in quanto la tristezza è specificamente correlata alla perdita piuttosto che alle sensazioni di tristezza e fallimento più generali associate alla depressione.
Il disturbo da lutto prolungato è considerato presente quando la sofferenza per la perdita di una persona cara (dimostrata da nostalgia o malinconia persistente e/o dalla preoccupazione per la perdita) è di lunga durata (almeno 12 mesi), presente per gran parte del tempo e più profonda di quanto sia considerato tipico nella cultura locale.
Inoltre, tale sofferenza deve essere accompagnata da 3 o più dei seguenti elementi a un livello che causa sofferenza o inabilità per almeno 1 mese:
- Incredulità
- Intenso dolore emotivo
- Sensazione di confusione di identità
- Evitamento di ciò che riporta alla memoria la perdita
- Sensazione di insensibilità
- Intenso isolamento
- Sensazione di insignificanza
- Difficoltà ad impegnarsi nella vita che continua
Suicidio
Il pensiero della morte è uno dei sintomi più gravi della depressione.
Molti soggetti depressi desiderano morire o avvertono un profondo senso d’inutilità che li porta a pensare alla morte. Il 15% dei depressi non trattati pone fine alla propria vita con il suicidio.
La minaccia di suicidio è un’emergenza medica. Quando una persona minaccia di uccidersi, il medico può ricoverarla in modo da poterla tenere sotto controllo finché il trattamento non riduce il rischio di suicidio.
Tale rischio è particolarmente elevato nelle seguenti situazioni:
- quando la depressione non è trattata o è trattata in maniera inadeguata
- quando si avvia una terapia (ovvero quando il soggetto diviene più attivo mentalmente e fisicamente, ma l’umore è ancora basso)
- quando il soggetto ha una ricorrenza importante
- quando il soggetto alterna stati depressivi e maniacali (disturbo bipolare)
- quando il soggetto si sente molto ansioso
- quando il soggetto consuma alcol oppure assume sostanze psicotrope a scopo ricreativo
- nelle settimane o mesi dopo aver tentato il suicidio, in particolare se ha usato un metodo violento
Uso di sostanze
Il soggetto depresso ha maggiori probabilità di abusare di alcol o altre sostanze psicotrope nel tentativo di riuscire a dormire o ridurre l’ansia.
Tuttavia, la depressione determina un disturbo da uso di alcol o di altre sostanze con una frequenza inferiore rispetto a quanto si ritenesse in passato.
Il soggetto ha inoltre maggiori probabilità di fumare pesantemente e di trascurare la propria salute, pertanto, il rischio di sviluppare o peggiorare altre patologie, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva è maggiore.
Altri effetti della depressione
Il disturbo depressivo può ridurre la capacità del sistema immunitario di reagire ad agenti pericolosi, come microrganismi o cellule cancerogene. Di conseguenza, i soggetti affetti da depressione sono maggiormente esposti alle infezioni.
La depressione aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (come gli attacchi cardiaci) e di ictus.
Il motivo potrebbe essere che il disturbo depressivo causa certi cambiamenti fisici che aumentano il rischio.
Per esempio, l’organismo produce più sostanze che contribuiscono alla coagulazione (fattori di coagulazione) e il cuore è meno in grado di modificare il battito in risposta a situazioni insolite.
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