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26/01/2017La prosopagnosia è l’incapacità di riconoscere un volto.
Tale disturbo, detto anche prosopoagnosia, è un grave deficit cognitivo-percettivo, per effetto del quale il soggetto interessato è incapace di riconoscere i tratti del volto delle persone conosciute e, talvolta, perfino della propria faccia, quando è davanti a uno specchio.
La prosopagnosia è un tipo di agnosia; per la precisione è un’agnosia di tipo visivo.
In medicina, agnosia è un termine generico che indica un disturbo di natura discriminatoria sensoriale, di tipo tattile, visivo e/o acustico. Gli individui con agnosia possono essere incapaci di riconoscere e identificare un dato oggetto, profumo, forma, persona o entità vivente.
In cosa consiste
La prosopagnosia è un deficit cognitivo-percettivo, che rende l’individuo interessato incapace di riconoscere le facce delle persone note e, talvolta, perfino il proprio volto, quando si guarda allo specchio od osserva una sua foto.
Esistono due tipi di questo disturbo: la prosopagnosia acquisita e la prosopagnosia congenita. Il primo tipo è una condizione che un individuo può sviluppare a seguito di una lesione a carico dell’area temporo-occipitale dell’emisfero cerebrale destro; il secondo tipo, invece, è una condizione dalle cause sconosciute, presente fin dalla nascita e a dispetto di un encefalo sano.
La prosopagnosia può avere gravi ripercussioni sulla sfera sociale del paziente e può portare allo sviluppo di depressione e fobia sociale.
Sono disponibili vari test diagnostici per stabilire se un individuo soffre o meno di questo disturbo; un test molto diffuso consiste nel mostrare al presunto malato foto di personaggi famosi e chiedergli di riconoscerli.
Purtroppo, al momento attuale, non esiste alcuna terapia che guarisca da questo disturbo; i pazienti, tuttavia, possono rimediare alle loro incapacità riconoscendo le persone dalla voce, dall’abbigliamento, dall’acconciatura ecc.
Tipi di prosopagnosia
La prosopagnosia può essere una condizione che un individuo sviluppa nel corso della vita, per effetto di un danno neurologico.
In alternativa, può essere una condizione che un individuo presenta fin dalla nascita, a dispetto di un encefalo sano, e che mantiene per tutto il resto della vita.
Nel primo caso, i medici parlano di prosopagnosia acquisita; nel secondo caso, invece, parlano di prosopagnosia congenita o prosopagnosia dello sviluppo.
P. Acquisita
Studi di carattere neurologico hanno dimostrato che la prosopagnosia acquisita insorge a causa di lesioni al cervello riguardanti la porzione inferiore del lobo occipitale, la circonvoluzione fusiforme e/o la corteccia temporale anteriore dell’emisfero cerebrale destro.
Queste tre aree cerebrali, infatti, sono deputate alla percezione dei tratti del viso delle persone, all’integrazione delle informazioni inerenti l’associazione di un volto noto al nome della persona a cui tale volto appartiene ecc.; in altre parole, servono a riconoscimento delle persone dalle loro facce.
Nella maggior parte dei casi, la agnosia acquisita deriva da lesioni cerebrali successive a un infarto dell’arteria cerebrale posteriore o a un’emorragia cerebrale con sede nella porzione infero-mediale dell’area temporo-occipitale del cervello.
Più raramente, può dipendere da una grave intossicazione da monossido di carbonio, una lobectomia temporale, una grave encefalite, un tumore al cervello, un’atrofia cerebrale a carico del lobo temporale destro, il morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer.
P. Congenita
Le precise cause di prosopagnosia congenita sono poco chiare. Sicuramente chi ne è affetto non presenta alcuna lesione di natura neurologica.
Secondo alcuni esperti, alla comparsa della agnosia congenita contribuirebbero fattori di tipo genetico ed ereditario.
La prosopagnosia congenita è poco conosciuta, perché la comunità medico-scientifica l’ha scoperta soltanto pochi decenni fa; prima, infatti, era opinione comune che l’incapacità di riconoscere i volti comparisse esclusivamente a seguito di lesioni cerebrali.
La prosopagnosia è una condizione rara nella sua forma acquisita e alquanto comune nella sua forma congenita.
Sintomi
Una persona con questo disturbo non riconosce qualsiasi volto, dal proprio a quello di un membro stretto della famiglia (es: madre o padre) o di una persona con cui interagisce quotidianamente (es: compagno di scuola o collega di lavoro).
Sugli individui interessati, l’incapacità di riconoscimento dei volti, indotta dalla prosopagnosia, ha diverse conseguenze, tra cui:
- Fobia sociale (o disturbo d’ansia sociale);
- Difficoltà nell’instaurare solide relazioni interpersonali con parenti o amici;
- Difficoltà nell’instaurare nuovi rapporti interpersonali;
- Problemi di relazione in ambito scolastico/lavorativo;
- Momenti di depressione, dovuti alle difficoltà di relazione sociale.
Nelle sue forme più gravi, questo disturbo può compromettere: la capacità di riconoscimento delle espressioni facciali, la capacità di stimare anche solo in modo approssimativo l’età di una persona, la capacità di stabilire il sesso di un individuo, la capacità di riconoscere sé stessi in una foto, la capacità di distinguere oggetti o animali e la capacità di riconoscere un luogo familiare.
Chi soffre di prosopagnosia è incapace di apprezzare film, programmi televisivi e spettacoli teatrali, in quanto non è in grado di riconoscere le facce degli attori o dei personaggi TV, anche le più famose.
Tale deficit non è legato a problemi di memoria, perdita o problemi di vista e difficoltà di apprendimento.
Rimedi e strategie
Attualmente, non esiste alcun trattamento specifico in grado di guarire dalla prosopagnosia, sia che quest’ultima abbia una natura acquisita, sia che abbia una natura congenita.
Malgrado la mancanza di una terapia specifica, un individuo con prosopagnosia può arginare la condizione che lo affligge, ricorrendo a rimedi definibili con il termine strategie compensatorie.
Le più comuni strategie compensatorie adottate in caso del disturbo consistono in:
- Riconoscere una persona dalla voce;
- Riconoscere una persona dal taglio di capelli;
- Riconoscere una persona dagli abbigliamenti;
- Riconoscere una persona dal modo di gesticolare o dal modo di camminare.
Com’è intuibile, i metodi di riconoscimento sopra elencati possono risultare fallimentari, nel momento in cui le persone che si relazionano con un malato di questo disturbo cambiano acconciatura, modificano la voce a seguito dell’età, modificano lo stile d’abbigliamento ecc.
Ciononostante, però, per molti pazienti, le strategie compensatorie sono molti utili e permettono loro di vivere meglio le relazioni interpersonali.
La storia di Brad Pitt
“Molte persone mi odiano, perché pensano che manchi loro di rispetto…”. Queste le parole che il noto attore di Hollywood ha confessato alla rivista Esquire.
“Ci sono tante persone che mi odiano perché credono io sia irrispettoso verso di loro. Lo giuro su Dio, mi sono convinto solo oggi a raccontarlo, quando incontro le persone dico loro: “Ok, ci siamo già conosciuti?”. Ma a volte peggioro solo le cose. Le persone si offendono e credono che io sia egoista. In realtà è più forte di me, è un mistero. Non riesco a ricordare i volti delle persone. Ma mi farò curare. Per questo a volte preferisco starmene a casa per conto mio”.
L’ attore di Hollywood non è il primo a parlare di questo disturbo neuropsicologico. Infatti, il noto neurologo e scrittore Oliver Sacks, in molti dei sui romanzi ha utilizzato come soggetto persone con disturbi neurologici. Nel suo libro “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” descrive la prosopagnosia con queste parole: “convinto che la visita fosse finita, si guardò intorno alla ricerca del cappello. Allungò la mano e afferrò la testa di sua moglie, cercò di sollevarla, di calzarla in capo. Aveva scambiato la moglie per un cappello! La donna reagì come se fosse abituata a cose del genere”.
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