
Il complesso di Antigone
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Lo spazio e il margine
20/01/2017La prossemica è la distanza che mettiamo tra noi e gli altri.
Il primo ad utilizzare il termine prossemica fu Edward Hall, l’antropologo che nel 1966 ha definito tale disciplina scientifica come “lo studio di come l’uomo struttura inconsciamente i microspazi, le distanze tra gli uomini, mentre conducono le transazioni quotidiane, l’organizzazione dello spazio nella propria casa e negli altri edifici e infine la struttura delle sue città.“
Tipi di prossemica
Hall nel suo studio ebbe ad individuare 4 tipi di distanze della prossemica: la distanza intima, la distanza personale, la distanza sociale e la distanza pubblica in base all’ambiente ove si contestualizza la situazione da analizzare.
Distanza intima
La prima distanza della prossemica chiamata distanza intima è lo spazio tra le persone che hanno una conoscenza ed un rapporto di tipo intimo, famigliare od amicale, tale per cui c’è una grande confidenza personale, occasioni dove il contatto fisico può ritenersi normale ed abitudinario.
Hall definiva tale distanza “tra simili” ed ha uno spazio limitato, che può andare da 0 centimetri fino ai 45 cm, i simili sono: la madre ed un figlio, i due partner, gli amici intimi, e così via, il contatto fisico deriva dall’affidabilità dell’altro, che si conosce da tempo e la cui vicinanza non crea né disagio, né fastidio e nemmeno viene considerata un’intrusione od invadenza del proprio spazio.
In tali tipi di prossemica intima si modificano anche gli atteggiamenti che diversamente non vengono riservati agli sconosciuti: il tono della comunicazione è più basso, i termini usati nel linguaggio sono molto confidenziale ed anche la postura del corpo e gli atteggiamenti denotano confidenza, condivisione degli spazi e degli oggetti sostituibilità dei ruoli senza chiedere alcun permesso.
Si pensi, ad esempio, alla coppia di coniugi che cucina alternativamente senza dover chiedere l’utilizzo degli strumenti anche se questi hanno uno specifico proprietario, oppure il fare la spesa senza chiedere il consenso su quello che si intende cucinare la sera, sapendo che il piatto sarà gradito in anticipo.
Questa prossemica intima solitamente non causa problemi o difficoltà, a meno che sia la coppia ad avere una crisi di relazione, ed il soggetto si sente al sicuro e nel suo ambiente in quanto la persona che riconosce come intima gli infonde fiducia, rassicurazione, uno stato di benessere.
Distanza personale
Vi è poi la distanza personale, quella prossemica che si crea tra due interlocutori che si conoscono ma che non sono intimi. Hall misura tale distanza da un minino di 45 centimetri ad un massimo di 70 100 centimetri.
È la distanza tra due amici non di tipo intimo, tra conoscenti per motivi sociali e professionali per cui non esiste una confidenza approfondita; è la distanza che prendono due persone che si piacciono e che vogliono conoscersi piano piano, scoprendosi non solo attraverso la comunicazione verbale ma anche con la confidenza corporea, che si realizza attraverso una riduzione costante ma definitiva degli spazi che vanno man mano accorciandosi sempre di più.
Il tono della voce tra due persone che osservano tale prossemica è piuttosto impostata anche se in forma quasi confidenziale, rigida e comunque sostenuta e formale, allo stesso modo sarà la postura del corpo (la comunicazione non verbale) che comunica la necessità di mantenere tali distanze che sono psicologicamente definibili come difensive ed esplorative.
Distanza sociale
Vi è poi la distanza sociale, la prossemica che prevede uno spazio più ampio tra le persone, che per la teoria di Hall si aggira tra i 120 ed i 200 centimetri. I rapporti tra tali persone sono estremamente formali, senza alcuna confidenza ma si realizzano a causa delle situazioni sociali o professionali che vedono le persone frequentare i medesimi luoghi senza però inter-relazionarsi tra loro od avere desiderio di creare più complicità e condivisione.
La prossemica in tali casi viene percepita come necessaria dalla persona, a causa degli ambienti più ristretti dove vivere e lavorare, come i luoghi di lavoro o i condomini e le costruzioni residenziali.
Pensiamo, ad esempio, a quei grandi condomini nelle grandi città che costringono a vivere uno accanto all’altro senza nemmeno l’esigenza di conoscersi, o le frequentazioni molto strette dei trasporti pubblici: ci si siede vicini anche per molto tempo, ma spesso le persone così addossate non si scambiano uno sguardo, figuriamoci un sorriso o qualche parola.
In questa distanza la comunicazione è ridotta allo stretto necessario, e la postura è del corpo è totalmente rigida ed impedisce qualunque forma di interrelazione.
Anzi, con più ridotte sono le distanze, a causa dei luoghi ristretti, con maggiore difficoltà le persone tendono ad avere un atteggiamento più morbido, può addirittura capitare che individui timidi od eccessivamente riservati tendano addirittura ad abbassare lo sguardo comunicando in tal modo la non assoluta disponibilità ad alcuna forma comunicativa.
Distanza pubblica
La distanza pubblica vede le persone non solo molto lontane ma addirittura isolate, in teoria dovrebbero attenersi oltre i due metri, se lo spazio circostanza lo acconsente.
In tale prossemica le persone non comunicano, non condividono e non interagiscono tra loro.
Le persone si percepiscono come residenti nella stessa zona o frequentanti gli stessi ambienti ma non si ritengono simili, avvertono invece la necessità di mantenere la distanza non solo fisica ma anche psichica tra di loro, come se fosse una barriera mentale ancora più netta ed incisiva di quella fisica.
Vi sono degli eventi che costringono gli individui della prossemica pubblica ad avvicinarsi, ma si tratta di situazioni comunque straordinarie e non prevedibili.
Pensiamo ad esempio ad un sinistro stradale o ad una caduta che fanno accorrere le persone per prestare soccorso, ma anche soltanto per curiosità, lo stesso vale se si nota un personaggio noto che spinge la gente ad accalcarsi per poterlo vedere meglio e più da vicino, come se riducendo la distanza riuscissero a notare l’umanità del personaggio pubblico.
Passato l’evento o cessata la circostanza straordinaria che ha avvicinato momentaneamente le persone, queste ritornano ad essere dei perfetti estranei e la prossemica pubblica torna quella di prima.
Va precisato che quando si verifica l’evento che richiama la gente, queste persone, e soltanto nel frangente in cui è attiva la necessità, di solito, salvo casi particolari, si comportano con estrema intimità e condivisione, condividono le stesse emozioni, come se ci fosse alla base una conoscenza approfondita.
Prendiamo ad esempio il caso di un soccorso a persona incidentata, tutti diventano cordiali ed amichevoli con l’intento di rassicurare oltre che di prestare aiuto, le persone sono più disponibili anche al contatto fisico ed a concedere tempo e ad attivarsi per concorrere nell’aiuto.
Il tutto, però, finisce quando sopraggiungono i soccorritori ufficiali, ad esempio l’ambulanza o i Carabinieri, e la gente riprende immediatamente la distanza pubblica distaccandosi mentalmente dalla situazione.
Carattere e status
Ovviamente per definire le varie distanze occorre tener presenti quelle che sono le caratteristiche personali, il carattere delle persone coinvolte, se si parla di due persone espansive, calorose, che amano i contatti carnali, cioè con la vicinanza del corpo anche con gli sconosciuti (pensiamo ai popoli latini ed alla loro espansività e calorosità, con manifestazioni che per una persona “nordica” potrebbe apparire eccessiva o fuori luogo) tutte le prossemiche saranno più ridotte.
Vi sono quindi dei fattori soggettivi, cioè relativi alle persone specifiche, che possono aumentare o ridurre lo spazio e la sfera prossemica come descritta nell’articolo.
Il carattere della persona è la prima circostanza che incide in maniera rilevante, non solo sullo spazio ma addirittura sulla possibilità del contatto umano o della comunicazione verbale.
Le persone espansive, calorose, conviviali e predisposti agli scambi umani avranno distanze molto più ridotte rispetto alle persone timide, diffidenti, fredde e distaccate.
Un altro elemento che incide sulla prossemica è lo status dell’individuo, sul ruolo sociale per cui gli altri riconoscono un cerco timore riverenziale: il capo di un’azienda, alti dirigenti, ufficiali graduati, persone di rango elevato, etc…
La persona importante si fa distante, ma a contribuire a tale distanza sono tutti gli altri che riconoscono il ruolo classificandolo come rilevante, importante e di rilievo, concedendo quindi più spazio.
Tali distanza sono create consapevolmente ma anche inconsciamente a causa di una educazione sociale devoluta al rispetto dei ruoli, oppure al disagio personale di non sentirsi a proprio agio quando siamo in presenza di determinate persone.
La distanza quindi è un fattore mentale prima che oggettivo per circostanze concrete e tangibili.
Oltre alla distanza che riconosciamo dovuta, per educazione, per non voler essere invadenti ma rispettosi dello spazio degli altri, che è una forma di civiltà, lo spazio che creiamo in più per disagio personale, timore o difficoltà nell’avere dei rapporti sociali è una condizione di squilibrio che nasce più da un problema ed incapacità interna che una necessità esterna.
Limitare tali disagi ci aiuta non solo a recuperare la stima di noi stessi, ma ci permette di agire nel mondo, nell’ambiente circostante, aumenta e migliora i nostri rapporti sociali, senza che ciò pregiudichi il fatto di essere riservati e privati in tutto ciò che è personale.
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