
Gli attacchi di panico
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Disturbo dipendente di personalità
01/09/2023L’agorafobia è la paura degli spazi aperti.
Il termine agorafobia deriva dalla parola greca Agorà che significa piazza; infatti, i primi utilizzi della parola in psicologia e psichiatria si rivolgevano a persone che avevano paura di recarsi in posti affollati.
In realtà, i pazienti con sintomi di agorafobia temono le situazioni in cui è difficile scappare o ricevere soccorso, come i luoghi pubblici aperti e affollati.
Di conseguenza, essi evitano tali luoghi al fine di controllare l’ansia legata alla prefigurazione di una nuova crisi di panico.
Cos’è l’agorafobia
L’agorafobia è un disturbo d’ansia caratterizzato da paura e ansia marcate innescate dalla reale o anticipata esposizione ad un’ampia gamma di situazioni.
L’ansia e/o la paura si generano a seguito del trovarsi da soli in luoghi o in situazioni da cui sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi. Oppure nei quali potrebbe non essere immediatamente disponibile un aiuto.
Le persone che soffrono di agorafobia esperiscono pensieri relativi al fatto che potrebbe accadere loro qualcosa di terribile. Per es. “non posso fuggire /scappare/uscire” e/o “non c’è nessuno che mi potrebbe aiutare”.
Esempi comuni di situazioni o luoghi che creano paura e ansia includono: stare in coda in una banca o alla cassa di un supermercato, stare seduti al centro di una lunga fila di poltrone in un teatro o in un’aula e usare i mezzi di trasporto pubblici, come un autobus o un aereo.
Alcuni soggetti sviluppano agorafobia dopo aver manifestato un attacco di panico in una di queste situazioni. Altri soggetti possono avvertire disagio in questi contesti e potrebbero non sviluppare mai attacchi di panico o manifestarli solo in una momento successivo.
L’agorafobia spesso condiziona la vita quotidiana, talvolta in modo così drastico da confinare le persone dentro casa.
Caratteristiche dell’agorafobia
Nella maggior parte dei casi, l’agorafobia è un problema che emerge secondariamente all’insorgenza di attacchi di panico o crisi d’ansia minori.
Si instaura quando il soggetto agorafobico comincia ad evitare sistematicamente tutti i luoghi, le situazioni ed i contesti nei quali ci potrebbero essere ostacoli alla possibilità di essere aiutati.
Tra le situazioni che più frequentemente vengono evitate da chi mostra sintomi di agorafobia si riscontrano:
- uscire da soli o stare a casa da soli
- guidare o viaggiare in automobile
- frequentare luoghi affollati come mercati o concerti
- prendere l’autobus o l’aeroplano
- essere su un ponte o in ascensore
Quando questi evitamenti iniziano a compromettere le attività quotidiane ed il funzionamento socio-lavorativo della persona allora si parla di agorafobia.
Talvolta, il problema è più difficile da individuare perché il soggetto non evita certe situazioni temute ma diviene incapace di affrontarle senza l’assistenza di una persona di fiducia.
A tal proposito è possibile che al posto dell’evitamento il soggetto agorafobico utilizzi dei comportamenti protettivi al fine di prepararsi ad affrontare una certa situazione temuta.
Gli evitamenti e i comportamenti protettivi, nonostante nel breve periodo possano rivelarsi utili per il soggetto, nel lungo periodo non permettono di affrontare il problema e rappresentano dei potenti fattori di mantenimento del disturbo stesso.
Sintomi del disturbo
L’agorafobia è in sintesi caratterizzata da sintomi quali:
- Ansia legata al trovarsi in luoghi in cui sarebbe difficile allontanarsi, fuggire oppure chiedere e ricevere soccorso, nel caso in cui si verificasse un attacco di panico o una crisi d’ansia.
- Le situazioni temute vengono evitate o affrontate con molta difficoltà oppure tramite il supporto di un accompagnatore.
- L’ansia e l’evitamento limitano il funzionamento socio-lavorativo del soggetto e non derivano da altri tipi di paura o fobie. Come ad es., evitare gli ascensori per un claustrofobico, evitare le situazioni sociali per il fobico sociale, evitare stimoli che ricordino un evento traumatico nel disturbo post-traumatico da stress.
- È possibile che vi siano anche sintomi quali aumento della frequenza cardiaca, eccessiva sudorazione, aumento della frequenza respiratoria, sensazione di vertigini, paura di perdere il controllo o di morire. Questo perché chi soffre di agorafobia avverte frequentemente i sintomi fisici e psicologici tipici dell’attacco di panico.
- Si può riscontrare la presenza di rimuginio, ovvero il continuo pensare e ripensare agli eventi negativi che potrebbero capitare, con l’obiettivo di prevederli, prevenirli e prepararsi ad affrontarli.
Diagnosi del disturbo
In generale, la persona con agorafobia sembra particolarmente sensibile alla solitudine (intesa soprattutto come lontananza da persone o luoghi familiari), spazi aperti (quali ad esempio, le piazze), e situazioni costrittive (quali ad esempio, luoghi chiusi e angusti, o rapporti vissuti come troppo limitanti la propria libertà).
Le situazioni temute vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti), oppure sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un attacco di panico, e non di rado affrontate con la presenza di un compagno.
Secondo il DSM-5 per fare diagnosi di disturbo di panico devono essere soddisfatti i seguenti criteri:
- presenza di attacchi di panico inaspettati e ricorrenti (un solo attacco non è dunque sufficiente), dei quali almeno uno seguito da un mese (o più) di preoccupazione persistente di avere altri attacchi e/o di preoccupazione relativa alle implicazioni o alla conseguenze dell’attacco (ad esempio, perdere il controllo, avere un infarto cardiaco, impazzire), e seguiti da una significativa alterazione del comportamento correlata agli attacchi di panico.
- presenza o assenza del disturbo da panico (il disturbo di panico può infatti presentarsi anche in assenza dei timori agorafobici).
- gli attacchi di panico non devono essere causati dagli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per esempio, da abuso di una droga) o di una condizione medica generale (ad esempio, ipertiroidismo).
- Gli attacchi di panico non devono essere meglio giustificati da un altro disturbo mentale, come ad esempio la Fobia Sociale.
Cosa fare quando capita
Indubbiamente, la cosa più importante da fare quando si ha un attacco di agorafobia è quella di non spaventarsi al punto tale da far diventare la preoccupazione vero e proprio terrore, aumentando l’ansia senza alcun risultato.
Certamente l’angoscia che crea l’agorafobia porta la persona a porsi domande come: “perché mi sta succedendo questo?” “Cosa posso fare?” “Chi potrà aiutarmi?” “Tutti si accorgeranno e daranno giudizi su di me?”.
Un passo importante è di rendersi conto che l’agorafobia deve essere curata per imparare a gestirla nel tempo perché porta a pesanti ripercussioni più lo stato è avanzato, non consentendo di condurre una esistenza normale.
Le conseguenze di una mancata cura sono:
- Restare chiusi in casa con il rischio, oltre di perdere amici e familiari, di mettere in pericolo il lavoro.
- Questo stato può portare la persona a depressione che si aggrava per la mancanza di vita sociale.
- Anche il partner che non capisce la situazione può allontanarsi non capendo che è una malattia e non un capriccio.
- Tutto questo porta a sensi di colpa che non fanno che peggiorare l’autostima a causa della sensazione costante di incapacità a fare cose che si vogliono ottenere e la formazione di una dipendenza dagli altri.
Ma l’agorafobia non è un disagio inspiegabile perché è il più antico sistema di difesa, quando siamo in un momento difficile e “pericoloso”, che ci proviene dal lontano passato e che ha resistito a millenni di evoluzione.
È un principio di conservazione che ci costringe a diventare più cauti e sospettosi, una forma estrema di un timore naturale molto antico ma che abbiamo ancora scritto dentro il nostro codice genetico.
Dobbiamo accettarla come la forma attuale di una difesa arcaica e efficace perché percepisce il pericolo dentro noi e solo ascoltandolo possiamo intuire i cambiamenti necessari per farci stare meglio mettendo in atto tutta una serie di meccanismi di difesa dovuti al principio di conservazione.
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