
Autorità e autorevolezza
11/03/2017
Counseling di gruppo
16/03/2017Cosa differenzia un Capo da un Leader?
La prima cosa importante da sapere per riconoscere la differenza tra le due figure è che se il Capo è colui che ha il potere di prendere le decisioni che influenzano l’andamento dell’attività e il lavoro altrui, il Leader ha come caratteristica principale la differenza nel modo di pensare.
Scoprire le caratteristiche principali tra Capo e Leader è indispensabile per fare la differenza e raggiungere il successo, in ogni settore compreso quello privato.
Obbiettivi e fini
Le differenze sostanziali tra le due figure le si trovano nella modalità con cui intendono raggiungere un focus professionale ben preciso: scoprire come le due figure raggiungono i propri obiettivi professionali è il fulcro della distinzione.
Parlando del Capo, per lui:
- l’obiettivo ultimo è il profitto;
- per lui è importante focalizzarsi sulle azioni specifiche da compiere;
- motiva i suoi dipendenti minacciando punizioni;
- il centro del lavoro del capo è supervisionare;
- la base dell’autorità del capo è la posizione che riveste all’interno dell’azienda;
- tende a dare responsabilità del lavoro ai suoi subordinati;
- comunica in modo aggressivo e poco empatico.
Mentre, gli obiettivi e il lavoro del Leader si fonda su:
- l’obiettivo finale è la crescita e l’impatto che la propria realtà imprenditoriale ha sugli altri;
- ha una mentalità di squadra, usa il “noi”;
- i valori importanti per il leader sono le credenze aziendali che uniscono tutti i collaboratori e li fanno sentire parte di una comunità;
- è un motivatore, ispira i propri dipendenti con il proprio lavoro e offrendo premi e riconoscendo gli sforzi fatti;
- delega ai propri collaboratori pratiche importanti perché si fida;
- il leader punta nel lavoro sull’innovazione, sulla creatività favorendo un clima di collaborazione e scambio reciproco;
- si prende sempre la responsabilità del lavoro degli altri e dei fallimenti;
- trova il tempo per parlare con le persone;
- il leader ha una comunicazione assertiva ed è molto magnetico.
La caratteristica propria del capo è il controllo. È lui che dirige il “suo” gruppo, impartisce gli ordini e conosce gli obiettivi da raggiungere, e non esita a rimproverare chi non fa bene il suo ruolo con punizioni, ammonizioni, nel caso licenziamenti.
Perché se non si raggiungono gli obiettivi (profitti, vendite…) bisogna individuare il responsabile della disfatta. Che normalmente non è mai lui stesso, perché tra le capacità di un capo raramente c’è l’autocritica.
Il campo d’azione del leader è piuttosto quello della collaborazione. Perché il buon comandante ha empatia, sa capire la situazione in cui lavorano le persone che guida e sa che creare un buon clima sul posto di lavoro dà una spinta formidabile alla crescita dell’impresa.
Perché tutti si sentono partecipi del progresso del gruppo, che il carismatico sa stimolare con gli incentivi giusti, riconoscendo le qualità e i risultati ottenuti da tutti, suscitando gli altri a dare il meglio di sé. O, al contrario, sa anche assumersi la responsabilità degli insuccessi e costruire da questi una possibilità di riscatto, un insegnamento per il futuro.
I termini del capo e del leader
Per facilitare tale differenziazioni userò dei termini che esprimo pienamente le idee e le intenzioni di coloro che agiscono con posizione dominante.
Il capo ha “autorità” il leader “autorevolezza”
Il capo ha l’autorità dovuta al suo ruolo ed alla sua posizione, un ruolo che impartisce con gli strumenti del potere che la sua posizione gli assicura.
Il leader agisce con autorevolezza, conosce e comprende il valore del suo ruolo ma non ne abusa, non si impone, non mette soggezione perchè il suo fine è quello di creare una squadra, non di comandarne una.
Un capo senza il suo ruolo è un uomo qualunque, mentre il leader in ogni campo o settore è un uomo vincente, anche in famiglia e in società manterrà il suo prestigio ed il suo carisma..
Il capo “dirige” il leader “istruisce”
Il capo dispone degli ordini e delle direttive che devono essere seguite dai sottoposti senza preoccuparsi se chi li esegue è concorde oppure dissente, o se ha delle idee diverse da prospettare.
Il capo comanda e dirige secondo il proprio metro e le personali intenzioni, chi collabora con lui non compartecipa alle decisioni ma si occupa di questioni tecniche o di speciali competenze per cui è stato chiesto un consiglio o un parere, che non necessariamente il capo deve seguire perchè la decisione ultima spetta solo a lui.
I collaboratori sono dei meri consiglieri e consulenti, il capo può decidere di tenere conto di tali osservazioni e con quali modalità che non vanno a modificare il suo potere gestionale.
Il leader non rimane su una posizione così distante come quella del capo, ma offre le proprie capacità per suggerire delle idee, delle modalità e dei progetti, da discutere e condividere con gli altri.
Egli lavora anche sul piano pratico insieme agli altri esponenti del gruppo perché è uno di loro, solo più dotato dell’arte di organizzare e gestire, mentre gli altri avranno diverse doti da offrire alla comunità a beneficio di tutti.
A differenza del capo, il leader gode di una prospettiva più ampia derivante dal fatto di conoscere le situazioni da gestire direttamente, egli lavora con più consapevolezza e con una conoscenza più approfondita della sue risorse e del modo migliore per sfruttarle.
Il capo “fa paura” il leader “genera entusiasmo”
Il capo fa paura perché domina con la minaccia di far perdere il lavoro o la competenza, sa di poter condizionare la carriera, questo sentimento di sudditanza crea un timore riverenziale che non porterà mai il sottoposto a dare il meglio di sé ma semplicemente a fare ciò che gli è stato detto.
Il leader è coinvolgente, non con la paura ma stimolando gli altri a fare meglio.
La differenza tra questi due atteggiamenti è il risultato presente e futuro: che nel secondo caso sarà non solo più alto, ma sempre migliorativo ed accrescitivo, in quanto la persona che si sente valorizzata ed apprezzata darà il meglio di sé e pretenderà il meglio dalla situazione in cui opera col vantaggio che il rendimento sarà sempre crescente.
Il capo dice “IO” il leader “NOI”
È inutile negarlo, il capo ha bisogno del suo potere e del suo imperio per gratificare se stesso, un capo che ripete continuamente la parola “io” è una persona che ha in fondo una bassa stima di se stesso, ma ciò non deve trapelare all’esterno, in quanto diversamente esprimerebbe una debolezza ed una sensibilità che cerca di nascondere per mantenere il suo potere.
Il leader parla di “noi” perché è consapevole che i risultati si ottengono con la collaborazione e la compartecipazione di tutti, egli non si sente né superiore né diverso e non ha bisogno di ostentare, pur essendo consapevole delle sue qualità e capacità.
Inoltre coinvolgere attivamente gli altri significa dare importanza a tutti in egual modo, senza misurare l’effettiva capacità produttiva di ogni singolo elemento.
Il prodotto che crea e costruisce il gruppo sarà sempre più ampio e migliore della sommatoria dei tanti prodotti creati da ciascun elemento singolo, perché l’unione non rende solo più forti ma potenzia le capacità di ognuno aumentando la resa di tutti.
Sentirsi parte di una squadra o di un team aiuta ad accrescere l’autostima e l’autoconsapevolezza con effetti positivi, risultato che non si avrà quando si percepirà il sentimento di mero elemento sottoposto all’autorità di altri.
Il capo “sa come si fa” il leader “spiega come si fa”
E qui casca l’asino, perché se il capo in realtà non sa quello che sta facendo o ordinando non ottiene il risultato sperato e tutto a suo scapito.
Ogni lavoro deve sempre essere fatto con umiltà e semplicità, arrogarsi il pregio di avere dei vanti o delle potenzialità, soprattutto se inesistenti o limitati, non porta vantaggio a nessuno, ma tutti possiamo imparare ad essere migliori.
Così il capo non deve dare per scontato di sapere già a priori tutto quanto, ma quando è carente deve chiedere consiglio, non solo ai vari consulenti ma anche a coloro che sono i diretti interessati della materia.
In questo si differenzia il leader che non si da mai per assoluto od esperto, ma chiede, si consulta, lavora con una comunione di idee prima che di opere, sapendo che tutti possono dare alla squadra un valore aggiunto se valorizzati nel modo adeguato.
Il capo “usa le persone” il leader “sviluppa le persone”
Una grande verità che fa la differenza tra il fare un lavoro assegnato ed il collaborare a realizzare un progetto.
Nel secondo caso le persone non si sentono mercificate per le ore dedicate al lavoro, ma avranno la sensazione di contribuire alla costruzione di qualcosa insieme a tutti gli altri.
Ogni persona sentirà di contribuire al risultato, di contribuire alla resa, perchè qualcuno gli riconosce meriti e capacità, ed il suo valore nel team.
Ed un bravo leader sa come tirare fuori il meglio da ognuna delle persona con cui collabora.
Il capo “prende crediti” il leader “dà crediti”
Il capo trattiene per se gratificazioni, vantaggi, premi, guadagni, valore aggiunto e soprattutto si attribuisce il successo di una impresa. Ai dipendenti solo la soddisfazione del salario o compenso.
Il leader condivide i successi con gli altri perché conosce il valore dell’unione e della collaborazione, e sa che il risultato finale, o il raggiungimento del progetto, è il risultato ottenuto grazie a tutti, sempre.
Entrambi i collaboratori dei due possono ricevere lo stesso salario, ma solo i collaboratori della leadership saranno soddisfatti quanto colui che sta al timone.
I meri dipendenti, inoltre, percepiscono il lavoro come un obbligo, mentre i dipendenti del capo carismatico sanno di avere un ruolo ed il lavoro sarà piacere e passione.
Il capo “COMANDA” il leader “DOMANDA”
Sono due azioni diverse: comandare vuol dire dare ordini aspettandosi che vengano eseguiti e che si ottenga il risultato; chiedere e collaborare ad un progetto significa verificare la forza del gruppo indipendentemente dal risultato ottenuto.
La forza del gruppo che collabora sta nel gruppo stesso.
L’armonia del gruppo, il collaborare ottimizzando le risorse e gli impegni, è il risultato a cui ambisce il leader, che non ha nulla a che vedere con l’introito finale di un utile aziendale, egli ha come fine quello di creare un team vincente non un team meramente produttivo.
Il capo dice “FALLO” il leader dice “FACCIAMOLO”
Quando il capo comanda impartisce degli ordini, marcando bene la diversità di ruolo; il leader sa di lavorare con gli altri e se deve stimolare a dare di più o fare meglio si mette in prima linea, con della sana autocritica e consapevolezza che il risultato dipende dal lavoro di tutti, non soltanto dal suo.
Se vi sono delle difficoltà, o emergono degli sbagli, il capo accuserà i sottoposti della scarsa resa lavorativa; il leader invece cercherà di comprendere quale sia stato l’elemento male utilizzato che ha creato il disservizio o l’intoppo, valutando la situazione comprendendo anche il proprio contributo.
C’è un’altra distinzione molto personale ma chiarificatrice delle modalità di agire di una persona: il capo conosce a malapena i suoi stretti collaboratori, e spesso nemmeno quelli; un leader conosce la vita di tutti quanti, i loro problemi, le loro gioie ed i loro pensieri.
Il leader riconosce delle persone intorno a lui mentre il capo vede solo dei dipendenti.
Se un capo non impara a diventare un leader sarà sempre un comandante mediocre della sua nave.
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4 Comments
Salve,mi chiamo Elena e avrei bisogno di una risposta, il capo e il leader possono trovarsi insieme con idee e confrontarsi e quindi essere una doppia forza per decidere le varie opzioni lavorative? Grazie.
Sicuramente cara Elena, nel rispetto dei ruoli di entrambi e riconoscendo reciprocamente il valore di entrambi ma anche quello degli altri componenti.
La vera forza delle unioni è il rispetto e la considerazione del valore di tutti coloro che vi appartengono, anche se non solo nè il capo nè il leader, diversamente si creano delle incomprensioni che portano a risentimenti, competitività negativa, crisi del sistema lavorativo e quindi al caos che non da buoni risultati ma solo problemi.
L’unione che è vera coalizione è in grado di dare risultati megliori e più ampi di quelli che renderebbero i singoli sigolarmente.
Spero di aver chiarito il tuo dilemma.
Marilena
Grazie Marilena per avermi risposto con chiarezza e avermi tolto questo dubbio.un abbraccio.
Un abbraccio di cuore anche a te e tanti auguri per il tuo futuro.
Marilena