
Disturbo Soluzione dei Problemi
18/04/2017
Disturbo Specifico del Linguaggio
20/04/2017Il disturbo dell’apprendimento non verbale coinvolge la parte visuo-spaziale.
Tale disturbo, chiamato anche Sindrome Non Verbale, si caratterizza per le difficoltà nello svolgimento di compiti di natura non verbale, mentre rimangono nella norma, o comunque sufficienti, le prestazioni verbali.
Si tratta di un deficit neurologico che non permette la traduzione visiva e la decodifica delle immagini alla parte del cervello adibita alla comprensione dei concetti.
L’apprendimento non verbale
Il disturbo dell’apprendimento non verbale presenta molte similitudini con il deficit Disturbo Specifico dell’apprendimento, o DSA, con cui viene spesso confuso, ma le sue caratteristiche ineriscono unicamente le difficoltà visive e di traduzione anche se possono comportare le stesse difficoltà dei DSA.
L’interesse per questo tipo di disturbo è abbastanza recente e, nonostante la ricerca abbia fatto notevoli progressi negli ultimi decenni, il disturbo dell’apprendimento non verbale viene oggi diagnosticato ancora raramente.
Questa difficoltà nel rilevare il deficit deriva dal fatto che a scuola si pone maggiore interesse su aspetti di tipo linguistico, rischiando di sottovalutare i problemi di chi possiede buone competenze verbali ma elabora con difficoltà informazioni visuo-spaziali, e quanto non sia veicolato esplicitamente dal linguaggio.
L’ambiente scolastico è il luogo dove determinate capacità del bambino devono essere espresse in maniera sufficiente, ecco perché i primi anni di scuola sono importantissimi per segnalare eventuali situazioni problematiche, i sintomi deficitari, in modo da chiedere ai genitori di sottoporre il figlio alle opportune visite mediche.
Tali condizioni presuppongono che anche gli insegnanti siano non solo sufficientemente informati sui disturbi che maggiormente colpiscono gli scolari ma devono essere abbastanza attenti e solleciti nella loro segnalazione.
Come riconoscerlo
Per quanto riguarda l’apprendimento scolastico, le aree maggiormente compromesse dal disturbo dell’apprendimento non verbale sono quelle che richiedono comprensione, manipolazione ed elaborazione di informazioni visuo-spaziali.
In generale, sono presenti difficoltà di comprensione del testo, soprattutto quando viene richiesta l’elaborazione spaziale (integrazione testo-immagini) per comprendere descrizioni e rapporti tra oggetti.
Inoltre, davanti a compiti troppo difficili che non riescono a gestire, i bambini con disturbo dell’apprendimento non verbale possono bloccarsi, crollare emotivamente, rifiutarsi di eseguire il compito, lo sforzo eccessivo richiesto da una situazione nuova o complicata li porta a reagire con rabbia, distacco o ad evitare il compito.
Nella fase iniziale della scuola i bambini con disturbo dell’apprendimento non verbale possono avere grosse difficoltà nel riconoscere o distinguere le lettere dell’alfabeto che hanno una forma abbastanza simile, come per esempio con la b, d, p, q.
La scrittura è piuttosto lenta e incerta perché i bambini faticano a seguire le righe, hanno difficoltà a recuperare la riga successiva dopo essere andati a capo, tendono a scrivere le parole senza spazi e con caratteri grandi, non rispettano i margini del foglio.
Copiare dalla lavagna o da un libro è un compito faticoso, il loro pensiero si concentra sui dettagli piuttosto che sull’idea generale, per questo i ragazzi con questo deficit incontrano difficoltà nel prendere appunti, fare schemi, collegare dettagli a concetti principali, organizzare le idee per produrre un testo scritto.
Le difficoltà nella lettura sono legate alla comprensione del testo, specialmente se esso contiene descrizioni e richiede la costruzione di immagini mentali.
Gli alunni con disturbo dell’apprendimento non verbale non sono in grado di fare inferenze e previsioni, non sanno individuare collegamenti o rapporti di causa-effetto, faticano a visualizzare relazioni tra oggetti nello spazio.
Hanno difficoltà nell’uso di schemi, grafici e tabelle, immagini, video, fotografie, rappresentazioni grafiche ed in generale in tutto ciò che richiede l’elaborazione di dati visuo-spaziali.
I bambini con disturbo dell’apprendimento non verbale evitano le attività di tipo fine-motorio, di dettaglio dei particolari, di disegno, di costruzione perché hanno grosse difficoltà nella loro esecuzione.
A differenza dei loro coetanei che disegnano in continuazione i bambini col disturbo non amano colorare, disegnare, giocare con puzzle o con i Lego.
Il loro disegno, quando è eseguito, è povero di particolari e poco evoluto rispetto all’età, spesso manca il rispetto delle proporzioni e degli allineamenti.
Se devono ricopiare delle immagini o riprodurre degli schemi si notano difficoltà nella copiatura, nella riproduzione a memoria e nell’uso degli strumenti grafici e di disegno tecnico come la riga, la squadra, il compasso ed il goniometro.
Criteri di individuazione
Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori hanno proposto 5 criteri diagnostici utili a identificare i bambini con Disturbo dell’apprendimento non verbale:
- Un basso profilo di intelligenza visuo-spaziale e un livello relativamente buono del Quoziente di Intelligenza verbale;
- Difficoltà visivo-costruttive e della motricità fine;
- Scarsi risultati scolastici in matematica rispetto a una buona abilità di lettura;
- Deficit nella memoria di lavoro spaziale;
- Difficoltà emotive e sociali.
Gli studi hanno dimostrato che i bambini, che hanno anche deficit nei compiti di organizzazione visuo-percettiva, hanno difficoltà anche nell’interpretazione di segnali sociali non verbali, spesso lievi e passeggeri, come espressioni facciali, atteggiamenti, comportamenti che comunicano dei messaggi ed altri segni paralinguistici, cioè derivanti da un linguaggio non verbale, ma che sono fonti di informazioni importanti, come per esempio mimiche facciali, gesti, segni umoristici, immagini tratte da cartelloni, fotografie, filmati.
Noi che siamo abituati a riconoscere tutti i segnali non verbali fatichiamo a comprendere tale difficoltà anche perché il linguaggio non verbale è notevolmente superiore, nella comunicazione di ogni giorno, al linguaggio parlato vero e proprio.
Per questo motivo i bambini che soffrono di tale patologia hanno importanti problemi nel relazionarsi col mondo esterno e coi coetanei, rimanendo emarginati ed asociali.
I bambini con disturbo dell’apprendimento non verbale mostrano difficoltà in molti aspetti della vita sociale e nella risoluzione dei problemi interpersonali se paragonati ai bambini della stessa età con sviluppo tipico, in particolare codificano meno segnali sociali e sono più scarsi nell’interpretare emozioni basate su questi indicatori.
Strategie e strumenti
La verbalizzazione deve essere lo strumento principale per comunicare con un bambino con disturbo dell’apprendimento non verbale, cioè, anche se si utilizzano gesti o rappresentazioni simboliche visive come immagini e fotografie, occorre accompagnare sempre la descrizione attraverso un racconto verbale.
L’insegnamento scolastico dovrebbe essere effettuato, quando non è possibile per l’insegnante procedere ad una descrizione di quanto sta spiegando, attraverso l’uso di computer o traduttori simultanei orali di ciò che rappresenta il video o le immagini che gli scolari stanno guardando.
Qualunque tipo di attività deve essere accompagnata dalla verbalizzare col bambino di quello che si sta facendo, di quello che sta succedendo e nel caso si tratti di assegnarli dei compiti suddividerli in più fasi in modo tale che ognuna di queste possa essere eseguita seguendo il suggerimento.
La suddivisione, oltre a rendere più facile l’esecuzione di ogni cosa, da la possibilità al bambino di acquistare fiducia nelle sue capacità in modo che possa affrontare la fase successiva con ottimismo e volontà di concluderla.
La semplificazione unita alla verbalizzazione è la strategia migliore per la consegna sia di un compito scolastico che di un compito a casa, perché non devono essere esentati dalle loro incombenza, non devono sentirsi diversi a causa della loro patologia.
Inoltre essi devono essere consapevoli delle loro difficoltà in modo tale che se si dovessero trovare con degli estranei o persone inconsapevoli siano essi i primi a richiedere agli altri ciò che li potrebbe aiutare a meglio comprendere la situazione o il contesto.
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6 Comments
Molto bello grazie sono nonna di una bambina e sono distrutta dal dolore ma vorrei anche lottare per aiutarla
Grazie del suo apprezzamento cara Loredana,
la discussione è poi proseguita in privato per motivi di privacy.
Sono mamma di un bambino con disturbo visuo- spaziale. Frequenta il secondo anno della Sc. Primaria. Il bambino fatica a portare a termine le consegne e spesso non comprende il compito assegnatogli e di conseguenza lo sbaglia. Dinanzi a ciò piange o si rifiuta di farlo. Vorrei aiutarlo ma non so come.
Buongiorno Anna,
il disturbo è stato diagnosticato da un medico? non le ha dato indicazioni per affrontarlo?
è comprensibile che se ha una difficoltà e non sa come affrontarla la percepisce come una montagna insuperabile che lo spaventa e che lo fa piangere, però avrei bisogno delle precisazioni richieste per potermi pronunciare.
Scivimi via mail: info@mairlenacremaschini.it approfondendo tali corcostanze in modo anche piravato
A presto
Marilena
Buonasera, io ho scoperto per caso di aver la sindrome non verbale, quando avevo 25 anni, leggendo un articolo che descriveva o sintomi nei quali mi sono rispecchiata completamente.Allora, però la ricerca era solo all’inizio, era il 1995. Adesso finalmente se ne inizia a parlare. Io ho iniziato a fare esercizi visione spaziali della Erikson al PC, un po’aiuta, ma è un deficit invalidante.
Grazie, cordiali saluti
Anna
I deficit neurologici sono delle anomalie con cui bisogna imparare a convivere, compensando e sviluppando altre capacità che sopperiscono alla difficoltà.
E bisogna avere molta pazienza anche nell’aspettarsi dei risutati ed imparare a superare i propri limiti con intelligenza e magari anche con l’aiuto di una favolosa meravigliosa autoironia che rende simpatico anche il difetto più antipatico.
Nel caso volesse il mio aiuto mi contatti privatamente via mail.
In bocca al lupo
Marilena