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29/04/2017Il disturbo d’ansia generalizzata è uno stato cronico di grave preoccupazione e tensione.
Non sempre c’è un fattore scatenante questo stato cronico di agitazione, però, per manifestare il disturbo, diventa una costante quotidiana che persiste anche senza un apparente motivo.
Chi soffre di questo disturbo prevede regolarmente un disastro, spesso preoccupandosi eccessivamente della salute, del denaro, della famiglia o del lavoro.
Il solo fatto di arrivare a fine giornata porta a uno stato d’ansia.
Le persone con il disturbo d’ansia generalizzato non riescono a scrollarsi di dosso le preoccupazioni, anche se di solito si rendono conto che gran parte della loro ansia è ingiustificata.
Conseguenze dell’ansia
Le persone con questo disturbo possono non riuscire a rilassarsi e spesso hanno difficoltà ad addormentarsi o a dormire. Le loro preoccupazioni sono accompagnate da sintomi fisici come tremori, contrazioni, tensione muscolare, mal di testa, irritabilità, sudorazione, vampate di calore e sensazione di stordimento o mancanza di fiato.
Molti individui con questo disturbo si spaventano facilmente. Tendono a sentirsi stanchi, hanno difficoltà a concentrarsi e possono soffrire di depressione. Il disturbo può comportare nausea, frequenti viaggi in bagno o la sensazione di avere un groppo in gola.
Quando il loro livello di ansia è lieve, le persone affette da questa malattia possono avere un normale comportamento sociale e lavorativo, ma se lo stato di agitazione è di tipo grave possono avere difficoltà a svolgere le più semplici attività quotidiane.
Questo disturbo colpisce oltre un milione di Italiani adulti; le donne hanno il doppio delle probabilità di esserne affette rispetto agli uomini. Il disturbo può iniziare in qualsiasi momento della vita, ma di solito si sviluppa tra l’infanzia e la mezza età. La prevalenza della diagnosi raggiunge i picchi nella mezza età e diminuisce negli ultimi anni di vita.
Ad accompagnare il disturbo spesso ne troviamo altri legati all’ansia, alla depressione o all’abuso di sostanze.
Il disturbo è comunemente trattato con farmaci o con terapia cognitivo-comportamentale, ma anche le patologie che si verificano in contemporanea devono essere trattate con terapie appropriate.
Le cause del disturbo
I disturbi d’ansia sono complessi e sono il risultato di una combinazione di fattori genetici, tra cui quelli comportamentali o di sviluppo. I fattori di rischio per il disturbo d’ansia generalizzata includono una storia familiare di ansia e periodi recenti o prolungati di stress.
Il circuito cerebrale coinvolto nella paura e nell’agitazione è noto per contribuire all’esperienza del disturbo, anche se il meccanismo con cui questo disturbo viene attivato è sconosciuto.
Studi su gemelli e famiglie suggeriscono che i geni abbiano un ruolo nell’origine dei disturbi d’ansia. Le avversità infantili e l’iperprotettività dei genitori sono state entrambe associate allo sviluppo successivo di disturbo d’ansia generalizzato.
In alcune occasioni è perfettamente normale sentirsi ansiosi e sperimentare una sensazione di agitazione occasionale: provare lieve paura e agitazione prima di affrontare un esame scolastico o universitario, un colloquio di lavoro, una visita medica, grandi scelte della vita come il matrimonio o la nascita di un figlio, la decisione di acquistare la prima casa o altre scelte importanti che condizioneranno il nostro futuro è del tutto normale.
Ma quando la paura degli eventi condiziona pesantemente l’esistenza, anche non necessariamente collegata a degli eventi destabilizzanti, allora vuol dire che non si tratta di ansia generica ma di un disturbo patologico.
Sintomi del disturbo
Questi sono alcuni sintomi del disturbo che, se compaiono in maniera ripetitiva e per periodi prolungati, devono mettere in allerta:
- disturbi del sonno: insonnia, difficoltà a prender sonno, avere un sonno disturbato da incubi, pensieri ricorrenti, frequenti risvegli o viceversa si tende a dormire più del dovuto di giorno rispetto alla sera. Si registra una irregolarità nel ritmo sonno-veglia;
- pensieri ricorrenti negativi: preoccupazioni ricorrenti ed eccessive sul futuro (rimuginazioni), impossibilità di pensare ad altro, la mente ‘cade’ sempre sugli stessi temi o ricordi, soprattutto la sera;
- paura ed evitamento: si avverte timore di non riuscire a gestire le situazioni, di essere sopraffatti dall’ansia e avere forti difficoltà ad affrontare la propria quotidianità. Con il tempo, si può assistere alla messa in atto di condotte di evitamento che portano a rinunciare a una serie di impegni o situazioni in cui si potrebbero manifestare i sintomi d’ansia come, per esempio, andare al lavoro o a scuola, partecipare a eventi o accettare inviti (avvisando in anticipo che non si andrà), andare ad appuntamenti;
- stanchezza: si prova una sensazione di eccezionale fatica nel compiere gli atti quotidiani, quelle stesse azioni routinarie (abitudini) che prima non creavano alcun tipo di disagio ora lo creano, ci si sente stanchi in modo immotivato e in assenza di reali sforzi;
- agitazione: si avverte uno stato di costante allerta, come se da un momento all’altro si potesse essere chiamati a fare delle scelte importanti o chiamati all’azione. Si sperimenta, quindi, un senso di irrequietezza che può sfociare in una particolare irritabilità;
- sensazione di essere schiacciati dagli eventi: ci si sente senza alcuna possibilità di adattamento all’attuale situazione storica, si vorrebbe poter gestire il futuro (quello a breve termine) e poter programmare tutto con anticipo avendo date certe. L’incertezza su questi dati mancanti crea una spropositata risposta ansiogena (ansia patologica) e, in certi casi, compulsioni di controllo;
- tensione muscolare: si avvertono rigidità o dolore in alcune parti del corpo, per esempio, la base del collo, le spalle, la schiena, le braccia, le gambe, le mani ecc.;
- difficoltà di concentrazione e vuoti di memoria: si ha più difficoltà di un tempo nel concentrarsi per svolgere un’attività quotidiana e routinaria (es. leggere un libro, scrivere un testo, cucinare, lavare ecc) e si possono sperimentare vuoti di memoria, ovvero la percezione che manchino alcune informazioni ai ricordi immagazzinati nella memoria, più di frequente in quella a breve termine, ma anche a lungo termine.
Altri tipi di ansie
Vi possono essere dei casi in cui il disturbo generalizzato ha origini diverse, viene indotto cioè da sostanze o manifestazioni che esulano dai casi sino ad ora discussi, ma che apparentemente inducono tutti i sintomi che si riscontrano negli stadi ansiogeni.
Vediamo quali possono essere questi casi.
Da sostanze psicoattive
Il disturbo d’ansia indotto da sostanze è analogo al precedente, ma in questo caso il disturbo che ne consegue è la conseguenza di una droga o sostanza di cui si abusa, di un farmaco o dell’esposizione ad una tossina.
I sintomi possono manifestarsi o a seguito di intossicazione o di astinenza della sostanza che l’ha indotta.
La sintomatologia prevede agitazione generalizzata, attacchi di panico, manifestazioni ossessive o compulsive, diverse fobie.
I composti che più frequentemente provocano un simile disturbo sono:
- Sostanze: alcool, amfetamine, cannabis, cocaina, allucinogeni (ecstasy, LSD), oppiacei, inalanti vari;
- Farmaci: sedativi, ipnotici, ansiolitici, antidepressivi, anestetici, analgesici, FANS, farmaci cardiovascolari (antiipertensivi, digitale), steroidi, farmaci per la tiroide, broncodilatatori, estrogeni.
I sintomi scompaiono, generalmente, con la sospensione della sostanza. Se ciò non avviene, va considerata la possibilità che si sia determinata una lesione irreversibile dovuta alla sostanza in causa.
Non altrimenti specificata
Vengono inclusi in questo gruppo quei disturbi di stati di agitazione o di evitamento fobico significativi che non rientrano nei criteri di nessuno specifico disturbo d’ansia trattato precedentemente.
Un esempio è quello del disturbo ansioso-depressivo misto, caratterizzato da una condizione psichica spiacevole con tristezza, ansia ed irritabilità (umore disforico), che si protrae per almeno un mese, associata a difficoltà di concentrazione, senso di “testa vuota”, alterazioni del sonno, sensazione di affaticamento o scarsa energia, ipervigilanza, preoccupazione.
In tali situazioni c’è anche più facilità al pianto, tendenza a previsioni negative per il futuro, disperazione, scarsa autostima o sentimenti di disprezzo per sé stessi.
Piuttosto comune è anche l’associazione, a questi sintomi, di disturbi gastrointestinali.
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