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Counseling di coppia
10/03/2017Non sempre è un bene essere dei genitori troppo permissivi.
La genitorialità permissiva può essere emotivamente negligente e risultare dannosa per i figli nel lungo periodo.
Esiste infatti un nucleo oscuro dietro questa apparente positività e portare a difficoltà decenni dopo per i ragazzi che ne hanno “usufruito”.
Nella categoria dei genitori permissivi sono compresi adulti molto diversi tra loro, si va da genitori amorevoli e ben intenzionati a quelli dipendenti da sostanze o sociopatici, e così via.
L’unico requisito per qualificarsi come permissivi è essenzialmente lasciare che un figlio faccia ciò che vuole senza riuscire a fissare limiti sufficienti. Di solito questo comporta una carenza di “punizioni” e di struttura, nonché una sorprendente assenza di conflitti genitore-figlio.
Tipi di genitori permissivi
Nella categoria dei genitori permissivi rientrano gli adulti che vogliono evitare i conflitti.
Non importa come lo si faccia, ma stabilire dei limiti con un figlio richiede una certa quantità di conflitto. Trattare con un bambino o un adolescente infelice o arrabbiato che urla di non volere una certa cosa è frustrante.
I genitori che sono intrinsecamente a disagio con conflitti di qualsiasi tipo possono riuscire a evitare questo tipo di situazioni con i propri figli semplicemente ponendo pochi limiti.
Ci sono poi adulti sopraffatti o in difficoltà. Questi sono genitori che sono soverchiati dalla vita possono avere difficoltà familiari, finanziarie o di altro tipo che danno loro poco tempo o energie per stabilire e far rispettare i limiti al loro ragazzo.
Ci sono inoltre quelli traumatizzati. Uno studio recente ha scoperto che molti genitori permissivi hanno un disturbo da stress post- traumatico da qualche precedente esperienza di vita che interferisce con la loro capacità di impegnarsi pienamente nella strutturazione dello sviluppo dei propri figli, cioè nell’esercizio in modo corretto della genitorialità.
Tra i genitori permissivi vi sono poi gli egocentrici. Sono quegli adulti narcisisti, dipendenti da sostanze, maniaci del lavoro, sociopatici o comunque preoccupati di soddisfare solo i propri bisogni, i quali potrebbero non essere in grado di prestare sufficiente attenzione per comprendere i bisogni naturali del proprio figlio in merito a limiti e conseguenze per le trasgressioni.
Vi sono poi quelli emotivamente negligenti. Questa categoria comprende tutti i tipi dei permissivi di cui sopra. I genitori emotivamente negligenti non sono emotivamente abbastanza consapevoli per vedere e rispondere ai sentimenti e ai bisogni emotivi dei loro figli.
Anche se hanno buone intenzioni, non hanno le capacità emotive per sintonizzarsi con loro, vedere di cosa hanno bisogno in termini di educazione emotiva, di risposte, di struttura di comportamento e limiti, e di garantirlo ai figli.
Mancanza di autorità
L’eccessiva tolleranza non rappresenta la base migliore dell’educazione, soprattutto se non è compensata da altre circostanze o fenomeni, come la capacità di guidare le scelte del bambino o una comunicazione efficace.
Gli esperti, come il Dottor Jeff Nalin fondatore dei Paradigm Treatment Centers, affermano che i bambini devono avere ben chiaro chi è la figura autorevole per capire cosa possono e cosa non possono fare.
Alcuni genitori sono troppo permissivi e scelgono di tacere e di non porre limiti per timore delle reazioni dei figli, che possono manifestare frustrazione e fare i capricci. In questo contesto, altre figure si sostituiscono ai genitori nel definire le linee guida che il bambino seguirà, come i nonni, gli educatori o gli insegnanti.
I genitori permissivi possono essere anche persone gentili e affettuose, attente alle esigenze dei figli, ma che a causa della loro incapacità di porre limiti definiscono una famiglia priva di una struttura solida, in cui tendono a prevalere il caos e l’improvvisazione. Insomma, cercano di essere il meno severi possibile, lasciando prevalere i desideri dei bambini.
In molti casi, la mancanza di regole induce i bambini a vedere i genitori come amici piuttosto che come figure autoritarie. L’aspetto più preoccupante è che i genitori stessi tendono a preferire questa situazione, preoccupandosi più dell’assenza di conflitto che dell’incertezza o della confusione che regnano.
I pericoli e le debolezze
Questo stile educativo dei permissivi presenta dei risvolti negativi per il futuro. Per esempio, il bambino tenderà a non rispettare le norme sociali su cui si basa la convivenza, quelle che non sono strettamente necessarie, ma che rendono comunque più piacevole la vita nella società.
Se il bambino non interiorizza questi principi, la sua integrazione sociale potrebbe risentirne.
È stata dimostrata anche una certa propensione all’ansia precoce nei bambini con genitori permissivi. Questo perché trovano difficile lavorare sotto la pressione che spesso gli standard esterni impongono.
Rispettare un programma, obbedire agli ordini di un superiore o gestire i conflitti con le persone con cui non vanno d’accordo possono diventare situazioni difficili da gestire per chi è stato figlio di genitori troppo accomodanti.
In breve, l’educazione di un figlio è influenzata da diverse variabili, tra cui lo stile genitoriale predominante. Questo sarà virtuoso o sbagliato a seconda di altri fattori, come l’inclinazione caratteriale del bambino.
Secondo alcuni un bambino responsabile che gode di fiducia e indipendenza da parte dei genitori crescerà in modo positivo quando il suo ambiente non impone norme o regole ancora più severe. È vero però che anche la responsabilità si impara con una buona educazione.
Allo stesso tempo, però, uno stile educativo permissivo può essere controproducente per un bambino molto impulsivo che si lascia influenzare facilmente dai fattori esterni.
L’autoregolamentazione
I terapeuti che hanno come pazienti genitori con questa inclinazione, si trovano di fronte persone che descrivono frustranti battaglie con la procrastinazione, l’autodisciplina, l’automotivazione e l’autocontrollo. Tutte queste difficoltà ricadono sotto il significato di un termine: autoregolamentazione.
L’autoregolazione è la capacità di governare le proprie scelte e i propri comportamenti, sia che si tratti di iniziare o portare a termine un compito spiacevole, o di impedirsi di impegnarsi in un’attività che non fa del bene, come mangiare o bere troppo, per esempio.
Ci sono molti figli di genitori permissivi che passano alternativamente dall’autoaccusarsi per i loro problemi di autoregolamentazione e al lasciarsi andare troppo facilmente.
Pochi di loro immaginano che la causa sia in realtà qualcosa che non hanno avuto durante l’infanzia e l’adolescenza e che ora devono coltivare in se stessi.
Ci sono “lezioni di vita” che i figli di genitori permissivi possono non avere avuto. Anzitutto l’auto-strutturazione: saper impostare routine sane per se stessi e poi seguirle. Essere autolimitanti, riuscendo a fermarsi al momento giusto.
E poi l’automotivazione, cioè, sapersi costringere a fare le cose, specialmente quando sono spiacevoli o noiose. La conoscenza di sé, cioè l’importanza di aver imparato fin da piccoli le proprie specifiche debolezze e difficoltà, e che sia giusto averne, in caso contrario si potrebbe crescere evitando del tutto le cose difficili.
È poi importante per un giovane avere una voce interiore che lo mantiene responsabile, con compassione. Se manca, ecco che si va avanti e indietro tra l’auto-accusarsi e il lasciarsi andare senza freni.
Quindi, l’avere l’educazione emotiva e la consapevolezza che potrebbero aiutare a gestire il fatto che i propri sentimenti interferiscano con le proprie intenzioni. Ad esempio, si deve finire un progetto, ma ci si sente oppressi e sopraffatti. Quindi, invece di gestire e controllare questi sentimenti e iniziare il compito, si inventa una scusa e lo si rimanda.
I figli del permissivismo
I ragazzi cresciuti nel benessere, in un clima permissivo totale non tollerano le sconfitte, sono abituati ad avere tutto. Per ottenere ciò che vogliono sono disposti a tutto, anche a mentire, anche a compiere atti di prepotenza.
Di solito sono aggressivi, prepotenti, insicuri, riluttanti a sottostare alle regole, intolleranti e si circondano di amici strani come loro. A scuola vogliono dominare e non accettano consigli, imposizioni.
I genitori si rassegnano come pure gli insegnanti. Arrivano poi a criticare i genitori a svuotare del suo valore la potestà genitoriale. Molti abituati nella libertà diventano maleducati, disobbedienti, egocentrici.
Il padre e la madre troppo permissivi a lungo andare non sono più credibili agli occhi dei figli, non riescono a farsi rispettare, a far rispettare le regole base. La loro comunicazione perde significato.
I genitori che incitano i figli a fare di più, che criticano il loro operato, che stimolano e pungolano senza lodi e premi sono quelli che alla fine raccolgono più frutti, magari non nell’immediato ma nel tempo.
Se un bambino capisce che la tristezza e le delusioni sono inaccettabili, perché tutto gli era permesso, farà qualsiasi cosa per non sentirsi frustrato.
Passerà il resto della sua vita a fare tutto quello che è necessario per evitare di provare ciò che teme che sarebbe insopportabile. Per difendersi dalle delusioni potrebbe fare delle cose distruttive per se stesso, come evitare rischi, mentire, ingannare, etc. Per il fatto che non imparerà mai a stare bene con i propri sentimenti negativi, dovrà lavorare sulla sua intelligenza emotiva.
Porsi dei limiti è un’abilità cruciale per l’autocontrollo in età adulta e anche durante l’adolescenza. Non svilupperà mai l’autodisciplina e pertanto non sarà in grado di raggiungere degli obiettivi, ciò che è realmente necessario per poter avere una vita piena e felice.
Un’educazione permissiva, dunque, sabota anche la capacità di raggiungere degli scopi nella vita.
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6 Comments
Perche
Forse caro Pinolo dovrebbe spiegare a cosa si riferisce il suo perché e di quale chiarimento avrebbe bisogno? Non crede?
Un articolo molto interessante per me che ho sempre definito i miei tre figli “Little person” cercando di farli sentire pari.
Oggi pago un prezzo per questo mio stile di vita democratico in cui credevo ciecamente.
24, 20 e 17 anni non riconoscono nè la mia autorevolezza nè la mia autorità .
Fa eccezione il ragazzo di 17 anni che per motivo di studio si è allontanato da casa almeno in parte.
Gli altri due, sono incapaci Di essere leali, non riescono ad avere i risultati a scuola/università e quello di 20 non ha mai avuto una relazione nascondendosi dietro ad un amore impossibile ma, di fatto, evitando l’impegno Che, pure a questa età, una relazione comporta…
Fossi stata più severa forse sarebbbero diversi…ma oggi posso ancora fare il loro bene?
Cara Lea le ho risposto privatamente, ma qui posso precisare che i suoi figli sono ora degli adolescenti con tutte le complicanze che quest’età comporta, per quanto riguarda il recuperare autorità su di loro solitamente c’è un solo modo: concedergli meno e pretendere da loro di più.
Ci sentiamo se vorrà via mail privatamente
A presto
Marilena
Sono una donna di 36 anni. Provengo da una famiglia con un padre padrone ed una madre devota a lui. Eravamo 3 figli,tutti trattati come incapaci, specialmente il più grande. Mia madre odiava le attenzioni che mio padre mi dava (non mi rispettava,ma mi trattava come la femmina da proteggere).
Quando mio fratello muore, mia madre comincia un percorso di santità…bellissimo periodo .improvvisamente era attenta ai nostri bisogni. Poi nasce mia figlia. Tutto si sposta su di lei. Io non esisto . Vivo da sola fuori città per lavoro ,a stento ricevo gli auguri di compleanno ed ovviamenteparla solo della bambina..eppure sono sempre stata responsabile e stimata fuori da casa.
Mio padre mi ignora e mia madre preferisce “leggerezza” a suo dire. Motivo per il quale tratta mio fratello e sua moglie come figli..parla solo di loro , della bambina,di sé stessa (che sta sempre male) e di mio padre .
Mi chiedo ,a distanza di anni ,dopo avermi screditato con chiunque mi conoscesse dandomi della ribelle con problemi psichiatrici ,quanto le convenga davvero affrobtarmi per farsi I conti con la propria coscienza.
Alterno momenti di odio e costante rancore. Ciononostante non riesco a chiudere ..e di spiegare come mi sento a chi si volta dall’altro lato ,non ho più voglia né dolore da provare. Una psicologa mi disse che ho una famiglia incestante e che fondamentalmente mia madre avrebbe voluto essere ribelle e coraggiosa una punta di quanto lo sono io..mi ha anche detto che a suo parere ,è sempre starà gelosa di me. Ad oggi ,posso dire che arrivare a 60 anni così è il vero fallimento della sua vita. Dai amore e amore riceverai. Spero di poter far meglio con mia figlia.
Prenda le distanze da questa famiglia distruttiva e diventi più indipendente, vedrà che troverà la serenità
saluti
Marilena