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09/12/2016Imparare a gestire i capricci è una cosa fondamentale per qualunque genitore.
I capricci sono un modo di comunicare dei bambini che reclamano un bisogno non soddisfatto di aiuto, di attenzione, che segnalano paura o fatica a tollerare le regole imposte dagli adulti.
Ed è così che hanno reazioni che ci appaiono il più delle volte spropositate e apparentemente senza motivo, ma caratterizzate da intense emozioni, che possono sfociare a volte in vere e proprie crisi di rabbia.
Capricci e disagio
I capricci molto spesso nascono da un disagio interiore non superato, o che il bambino teme di non riuscire a superare, il mancato controllo di ciò che teme scatena il più delle volte delle reazioni di nervosismo.
È importante quindi riconoscere i bisogni che sottostanno a questi comportamenti, dare un nome alle emozioni che provano i bambini ed accompagnarli a riconoscerle e gestirle.
Il primo passo per evitare i capricci può essere quello di utilizzare dei piccoli accorgimenti quotidiani che possono aiutare a ridurre le esplosioni di rabbia dei bambini, anticipando le loro richieste di attenzioni.
Questi accorgimenti possono aiutare a limitare le richieste dei bambini e tutti i suoi capricci, ma dobbiamo ricordare che le crisi di rabbia sono una fase del loro percorso di crescita, sono del tutto normali. Così come lo è la fase distruttiva.
Tali richieste svaniscono quando il bambino, crescendo e con l’aiuto dei genitori e degli educatori, acquisisce nuove modalità per esternare i suoi bisogni, riconosce le sue emozioni e sviluppa una maggior competenza verbale, sociale, cognitiva.
Cosa fare per gestire i capricci
Per gestire i capricci si possono usare alcuni accorgimenti utili a ridurre la tensione.
Vediamo quali comportamenti attuare per prevenirli o ridurli.
Avere dei momenti di ritualità
Avere dei momenti di ritualità dedicati per ciascun figlio, momenti esclusivi solo per loro, è utile soprattutto in presenza di fratelli o sorelle, perchè potrebbe esserci gelosia e desiderio di avere il genitore tutto per sé.
Sono utili anche per i figli unici i momenti passati solo con papà o con la mamma, separatamente oltre che tutti insieme, questo serve a creare maggiore confidenza con entrambi i genitori senza che l’uno sia più confidenziale che con l’altro.
Può essere quindi significativo per il bambino avere del tempo di qualità in maniera esclusiva con i propri genitori.
In questo modo il genitore riesce anche a valorizzare gli interessi e le inclinazioni del bambino, rafforzando la relazione.
Lasciare scegliere al bambino
Un modo per aiutarlo a gestire la frustrazione del “no” o del divieto e a non fargli fare dei capricci è fornirgli un’alternativa, la possibilità di avere due o più scelte in modo che non percepisca la pesantezza del divieto..
Il bambino non potrà scegliere se indossare le scarpe per uscire, ma potrà decidere se indossare quelle gialle o quelle blu.
È sempre il genitore che stabilisce la cornice nella quale il bambino può svolgere determinate scelte, ma in questo modo si risponde al bisogno di autonomia ed autodeterminazione, delimitando le scelte.
Poche regole, semplici e chiare
Poche regole chiare, ma affidabili e certe, sono sempre meglio di tante regole che si accavallano e che creano confusione.
Inoltre, è sempre necessario motivare al bambino perché una cosa può essere fatta o meno, e a cosa serve il divieto, in questo modo si sentirà partecipe nella creazione della regola e lo farà sentire parte attiva della relazione familiare.
Imparare a gestire le emozioni
Come qualsiasi altro tipo di apprendimento, anche il riconoscimento e la gestione delle emozioni che evitano i capricci richiede tempo, attenzione, diversi tentativi ed errori.
Basti pensare come anche noi adulti talvolta non riusciamo a mantenere la calma e perdiamo la pazienza facendoci sopraffare dalla rabbia.
I bambini, nello stesso modo, reagiscono ad emozioni che sentono “dentro”, ma che non riconoscono o che percepiscono come un qualcosa di ingestibile, reagendo in maniera istintiva e di difesa: urlano, piangono, si buttano per terra o persino si rivolgono con comportamenti aggressivi nei confronti di altri bambini o degli adulti stessi.
Ecco alcuni suggerimenti per aiutarlo a gestire le emozioni:
Mantenere la calma e aiutarlo a calmarsi
Il bambino ha bisogno di aiuto nell’essere calmato e non sgridato o giudicato.
Per un bambino è importante sentirsi capito dall’adulto, anche quando a dei capricci. È bene quindi verbalizzare lo stato emotivo del bambino, ad esempio: “So che sei molto triste perché vorresti ancora giocare con il tuo amico, ma è tardi, il papà ci aspetta per cenare, non possiamo lasciarlo solo.”
In tal modo, oltre ad aiutarlo a gestire l’emozione della rabbia o della frustrazione gli diamo anche la possibilità di essere utile e di sentirsi importante perché, anziché continuare a giocare, gli si da la possibilità di non lasciare solo il babbo.
Per questo stesso motivo se il bambino fosse molto agitato una strategia potrebbe essere quella di sedersi accanto a lui e fermarsi, parlargli e avvolgerlo in un abbraccio in cui sente la presenza dell’adulto.
Legittimare le emozioni non il comportamento
Riconoscere le emozioni dei bambini non significa accettare qualsiasi comportamento che venga messo in atto durante i capricci, soprattutto se sgradevole, aggressivo o maleducato, al contrario significa riconoscere che la sua emozione è legittima, ma il comportamento può non esserlo.
Questo significa che potremo e dovremo accettare che nostro figlio si possa arrabbiare per qualcosa che per noi può avere poca importanza, ma non potremo legittimare una reazione aggressiva nei vostri confronti, o nei confronti degli altri, come reazione di non accettazione a quella situazione.
Anche in un secondo momento, se si comprende che non è stato assimilato lo sbaglio del comportamento, si può tornare a discutere dell’accaduto, di come ha gestito i suoi capricci, sempre con calma e comprensione.
Esserci e far sentire la presenza
l bambini non devono aver paura e timore della figura genitoriale, anche quando fanno i caprici o si comportano male, al contrario devono poter sentire di essere al sicuro per poter chiedere aiuto in situazioni di difficoltà.
È quindi fondamentale non arrabbiarsi o minacciare il bambino durante una crisi di rabbia.
L’adulto ha il difficile compito di dimostrare che anche in situazioni di difficoltà o di rabbia la relazione col bambino non viene messa in discussione, ma al contrario, che l’adulto lo accetta così com’è, gli riconosce e affronta le emozioni con lui, siano esse positive che negative.
Rileggere l’episodio insieme
Solo una volta che il bambino si sarà calmato, e i capricci superati del tutto, sarà opportuno riprendere l’accaduto anche più di una volta sino a quando il concetto sarà realmente acquisito e seguito da dei comportamenti adeguati.
È fondamentale infatti sostenere e accompagnare il bambino oltre che nella comprensione, anche nella rilettura delle emozioni.
È importante aiutarlo ad individuare modalità alternative per gestire le sue emozioni, cioè sostituire quel “buttarsi per terra, mordere l’amico o picchiare la mamma” con qualcosa d’altro, tipo: “Se vuoi puoi mordere questa mela o lanciare questo pallone…”.
L’importanza di sbagliare
L’adulto resta un esempio anche nello sbaglio.
Quando l’adulto sbaglia ed è capace di rimediare all’errore insegna un aspetto importante per la crescita del proprio figlio: tutti possono sbagliare, riconoscere l’errore e chiedere scusa.
Quando un genitore urla o si arrabbia è buona cosa far comprendere l’origine di quella rabbia e, se è opportuno farlo (ma non sempre per non sminuire la vostra autorevolezza), potete anche scusarvi o dirgli che vi dispiace.
Già Donald Winnicott, pediatra e psicanalista inglese, negli anni ‘70, parlava dell’importanza di una madre sufficientemente buona e non perfetta.
Possiamo quindi ampliare il concetto ad oggi parlando di genitori sufficientemente buoni e non perfetti, come miglior esempio, anche nello sbaglio.
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