La lezione è il fulcro centrale dell’insegnamento ed in essa devono convergere fattori favorenti e stimolanti l’apprendimento, le capacità oratorie e didattiche dell’insegnante ed i metodi più adatti ai contesti in cui vengono applicati.
La lezione si esprime attraverso la spiegazione dei concetti secondo un ordine ed un programma predisposto in modo tale che vi sia una scaletta dei vari argomenti da trattare.
Anche la lezione di una sola ora richiede la gestione dell’insegnamento altrimenti il risultato sarebbe confusione, noia e disinteresse oltre alla difficoltà di seguire la lezione senza una logica ed consequenzialità adeguata.
Oltre a questo, la lezione deve essere persuasiva, convincente, stimolante il cambiamento che è apprendimento, e per l’approfondimento delle caratteristiche della didattica persuasiva rimando all’articolo specifico.
Il Metodo Classico di insegnamento prevedeva una struttura rigida e rigorosa impostata su due ruoli ben distinti e separati: da una parte l’insegnante che impartiva lezioni e dall’altra gli studenti che dovevano prestare attenzione, con compostezza ed educazione, e memorizzare i concetti insegnati.
Questo metodo poteva essere efficace nel secolo scorso dove le scuole prestigiose era note per la severità, per i metodi educativi rigidi e violenti, e per l’insegnamento che era pura memorizzazione.
Ora la modernità ha tolto i metodi brutali ed ha imposto agli insegnanti di seguire un Metodo Moderno e di avere una profonda conoscenza e preparazione della materia insegnata, la capacità di relazionarsi con più studenti diversi ed eterogenei per maturità e derivazione culturale, ed avere un buon metodo efficace.
Il docente deve avere dunque i seguenti prerequisiti prodromici alla professionalità e formazione:
Una lezione condotta in modo efficace serve a:
Situazioni didattiche nelle quali può essere adottata la spiegazione:
Questo metodo consiste nello spiegare un determinato concetto facendo una lezione coinvolgente e che sia stimolante per la discussione e il confronto tra gli allievi chiedendo a ciascuno di esprimere la propria idea, prendere posizione circa un argomento e spiegare e difendere il proprio punto di vista. Nell’argomentazione e nella discussione gli allievi non hanno più come loro interlocutore privilegiato soltanto l’insegnante, che rimane comunque il regista della lezione, bensì i loro pari con cui si confrontano in maniera costruttiva ed innovativa, perché la lezione non sia soltanto memorizzazione di concetti ma anche un vissuto ed un’esperienza socializzante e favorente l’interrelazione fra gli studenti e la creazione di una rete di sostegno sociale e di auto aiuto.
Il ruolo dell’insegnante è quello del facilitatore delle discussioni, interviene favorendo lo scambio tra diversi punti di vista senza anticipare il procedere del discorso, ma aiutando ad individuare e approfondire gli aspetti centrali dell’argomento oggetto di discussione.
Di seguito alcuni esempi di situazioni didattiche nelle quali possono essere adottate l’argomentazione e la discussione:
L’insegnamento reciproco prevede che gli allievi, a turno, giochino il ruolo dell’insegnante. Rispetto all’argomentazione e discussione, nell’insegnamento reciproco non solo si confrontano punti di vista diversi, ma si assumono anche ruoli diversi.
Infatti gli allievi, a turno, sono chiamati a svolgere il ruolo dell’insegnante trasferendo agli altri le conoscenze acquisite e organizzando e monitorando le sessioni di lavoro e le attività da svolgere.
Questo metodo aiuta i ragazzi ad aumentare l’empatia e la comunicazione attiva col prossimo, ed a capire le difficoltà e la criticità del ruolo di insegnante, nella prospettiva di essere più partecipi e rispettosi della lezione.
Riportiamo di seguito alcuni esempi di situazioni didattiche nelle quali può essere utilizzato l’insegnamento reciproco:
Questo tipo di metodo ha tre caratteristiche principali:
Casi pratici nei quali può essere utilizzato l’insegnamento basato su casi:
Saper risolvere problemi, di qualsiasi natura disciplinare essi siano, induce forti cambiamenti concettuali e sviluppa processi di ragionamento e metacognitivi più sofisticati sia per l’esplorazione dei dati disponibili sia per la valutazione delle ipotesi prodotte.
In pratica si sviluppa la capacità definita di problem solving.
Il metodo della risoluzione dei problemi è strutturato nelle seguenti fasi:
Riportiamo di seguito alcuni esempi di situazioni didattiche nelle quali può essere utilizzata la risoluzione dei problemi:
Questo metodo è una rielaborazione dell’apprendimento per scoperta definito da Dewey, dove il ruolo dell’insegnante era molto sullo sfondo e lo studente imparava scoprendo da solo, attraverso la manipolazione diretta o l’osservazione di fatti ed eventi.
Il ruolo dell’insegnante è proprio quello di guidare la scoperta, prevenendo che s’imbocchino cammini di esplorazione sbagliati e dirigendo verso concettualizzazioni adeguate.
Riportiamo di seguito alcuni esempi di situazioni didattiche nelle quali può essere utilizzata la scoperta guidata:
Il processo dell’apprendistato può essere suddiviso in quattro tappe successive:
Riportiamo di seguito alcuni esempi di situazioni didattiche nelle quali può essere utilizzato l’apprendistato:
Spiegare le proprie conoscenze ad altri è un meccanismo cognitivo molto potente, infatti organizzare una spiegazione per altri, soprattutto se pari ma con competenze diverse, costringe a rendere esplicite le proprie conoscenze ed a confezionarle in modo che risultino il più convincenti possibili.
Riportiamo di seguito esempi di situazioni didattiche che stimolano questa strategia:
Secondo questa teoria quando due partner interagiscono devono reciprocamente giustificare le proprie azioni.
Se tra i due partner uno è meno esperto, progressivamente internalizza quanto spiegato dal più esperto fino ad integrare il tutto con le proprie conoscenze.
Di seguito il partner più esperto si approprierà della nuova ri-organizzazione delle conoscenze realizzata dal meno esperto al fine di mettere a punto, collaborando, una rappresentazione della conoscenza capace di tenere in considerazione i due diversi punti di vista e i più possibili elementi presenti nel contesto d’interazione.
Riportiamo di seguito esempi di situazioni didattiche che stimolano questa strategia: