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20/12/2016I segreti logorano dentro perché sono delle verità taciute.
Siamo per natura attratti dai segreti e da tutto ciò che è avvolto dal mistero o riservato a pochi eletti. Un segreto può essere percepito come un peso, un fardello emotivo che può mettere a rischio la salute della persona.
Esiste un’ovvia differenza tra l’essere portatori di segreti personali o detentori di segreti altrui.
Se si ha un segreto ciò che pesa di più non è tanto il senso di colpa per aver omesso una verità, bensì la vergogna, la paura di essere giudicati se si venisse a sapere quella verità.
Chi prova vergogna verso un qualcosa che tiene celato significa che ha tenuto nascosto qualcosa che gli pesa molto, che avverte come colpa, come una condanna e sul quale riflette maggiormente.
Ma quando i segreti sono quelli degli altri solitamente i sentimenti che li accompagnano sono ben diversi dalla vergogna.
Tendiamo a mantenere i segreti degli altri per un finto bene verso gli altri o per proteggerli, come pensiamo noi, ma in realtà questo gesto nasconde un bisogno personale: quello di proteggersi verso una responsabilità che non si vuole prendere.
Cosa dice la scienza
Secondo uno studio della Columbia University custodire dei segreti potrebbe compromettere il benessere delle persone fino alla comparsa di manifestazioni somatiche.
Trattenere dei segreti può diventare un vero e proprio stress come ha dimostrato un recente studio pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology. I ricercatori della Columbia Business School hanno indagato i motivi per cui avere un segreto sia spesso associato ad ansia, stanchezza e depressione.
L’autore principale dello studio, Michael Slepian, spiega che la maggiore difficoltà rintracciata sia proprio nella convivenza con i propri segreti.
Le 600 persone che hanno partecipato alla ricerca dichiaravano quanto fossero intrusivi i pensieri riguardo ai loro segreti e quanto fosse difficile gestirli, anche quando si trovavano da soli.
Più ci si sforza di non pensare a qualcosa e più non si riesce a non pensarla.
Questo è quanto è emerso dagli studi di Danel Wegner e Ralph Erber negli anni Novanta: i pensieri che sforziamo di sopprimere divengono “iperaccessibili” alla stessa maniera dei pensieri su cui portiamo volontariamente la nostra concentrazione.
Per questo l’idea di non dire qualcosa ci riempie la mente proprio di quello che non vorremmo dire, prima o poi finiamo per esplodere e svelare quei segreti che con tanto sforzo abbiamo cercato di mantenere nascosti.
Spesso i segreti sono usati come una vera e propria ‘valuta sociale’, come afferma Jonah Berger, dichiarati in cambio di stima e considerazione. Ci sono persone che arrivano anche ad inventarli pur di ottenere attenzione.
I risultati di questi studi hanno dimostrato che ciò che sembra emergere non è lo stress collegato al fatto di mantenere dei segreti, piuttosto è il vissuto emotivo che suscita dentro di noi quell’esperienza inconfessabile e la percezione di pericolo o vergogna che si attiva continuamente nella mente.
A tormentare sembra essere la mancanza di accettazione non solo del contenuto o dell’evento che si nasconde segretamente ma anche del fatto stesso di possedere un segreto. L’idea di avere dei segreti potrebbe farci sentire in colpa o non del tutto sinceri o autentici.
Il condizionamento dei segreti
I segreti, anche quelli più innocenti, riguardano sempre qualcosa di cui non si va fieri, per se stessi quando ci appartengono, o per gli altri, quando li custodiamo.
“Un segreto solitamente riguarda qualcosa per cui la persona che lo sta dicendo non va fiera.
Possono anche aver scelto qualcuno con cui confidarsi, ma non vogliono che altre persone vengano a conoscenza del fatto perché temono che la loro reputazione possa essere minacciata”, afferma il dottor Asim Shah, professore di Psichiatria e Scienze Comportamentali a Baylor, “Comunque sia, sembra quasi impossibile tener quel segreto per se stessi perché potrebbe diventare un peso.”
Infatti, non appena dici a qualcuno di non rivelare il tuo segreto, l’altro inizia a sperimentare un’urgenza ossessiva e ansiogena di condividerlo con altri individui, spiega Shah.
Allo stesso tempo, ci dimentichiamo che il nostro confidente potrebbe avere a sua volta un altro confidente, e non è detto che siamo noi. Con questo terzo incomodo il custode del nostro segreto si sente in dovere di condividere la nostra notizia.
A questo punto quello che doveva essere un segreto a due ora non lo è più.
Numerosi studi hanno dimostrato che “portarsi dietro” un segreto è come portare sulle spalle un oggetto pesante.
In aggiunta una recente ricerca (Slepian et al., 2015) ha evidenziato come non sia la grandezza del segreto, ma quanto questo ci preoccupi, ad aumentare la sensazione di trasportare un fardello.
Potrebbe trattarsi di difficoltà finanziarie celate al coniuge, problemi psicopatologici come il gioco d’azzardo, oppure stravaganze comportamentali. Qualunque sia la natura del segreto, il peso psicologico di tener nascosto agli altri la verità è opprimente e può avere conseguenze negative anche per il benessere fisico.
Inoltre se aggiungiamo sentimenti come la vergogna del proprio comportamento, la frustrazione di non riuscire a risolvere la situazione e la paura di un’umiliazione se qualcuno dovesse scoprirlo, il peso diventa ancora più schiacciante e soffocante.
I segreti che esauriscono
Il ricercatore Michael Slepian, autore di un o studio in merito, ha così commentato: “Più siamo preoccupati da un segreto e continuiamo a pensarci, più utilizziamo e sprechiamo risorse fisiche, cognitive ed emotive. Di conseguenza abbiamo meno energie da impiegare per raggiungere i nostri obiettivi quotidiani.”
Nello studio si osserva come le persone riportino la sensazione di un “peso” che grava su di loro: “Anche le attività di ogni giorno diventano più impegnative e faticose da svolgere, in quanto è come se si portasse sempre con sé un macigno.”
La fatica di dover celare questo segreto porta le persone a scappare dalle loro vite sociali e a peggiorare il proprio rendimento lavorativo.
Slepian ha sottolineato: “Essere continuamente focalizzati sul segreto da nascondere ha anche la conseguenza di far crollare le nostre performance sul posto di lavoro.”
Slepian e colleghi hanno anche indagato quali possono essere le strategie che permettono di alleggerire questo peso.
Il miglior modo di liberarsi da questo fardello che ci schiaccia è parlare con qualcuno. Non importa che si tratti di un amico, uno sconosciuto: la condivisione riduce il peso.
Le persone si sentono immediatamente più rilassate quando confidano ad un altro quello che nascondono dentro. Inoltre, verbalizzando il segreto è come se lo si guardasse per la prima volta da un’altra prospettiva.
Slepian ha concluso: “Nel momento in cui lo si racconta, si inizia a pensare in modo più costruttivo. Anche con l’aiuto dell’altro che ci sta ascoltando si dà un senso nuovo al segreto, più realistico, e insieme si possono cercare delle strategie alternative per gestirlo.
In questo modo la preoccupazione si riduce e, di conseguenza, il peso che stavamo portando.”
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