Ancora pochi giorni e poi si ritorna a scuola, per i ragazzi e adolescenti è l’occasione di ritrovare amici, compagni, le abitudini sospese durante il periodo estivo, ma per un bambino alla sua prima esperienza scolastica è un vero trauma in arrivo.
Non sanno cosa aspettarsi dall’ambiente, come saranno i compagni e gli insegnati, pretenderanno oltre le loro possibilità? Riusciranno a fare i compiti e gli esercizi nel modo giusto? Risponderanno esattamente alle domande? Sono tutte questioni che possono assillare i futuri alunni sino a diventare un vero e proprio incubo che crea stress, ansia e tensione.
Questa loro tensione potrebbe essere espressa cin un nervosismo palese e tangibile, ma può anche capitare, per non preoccupare i genitori o non farsi prendere in giro od ancora sentirsi sminuire non solo dagli adulti ma anche dagli amichetti più grandi che ormai hanno superato tale fase, che il bimbo tengo tutto dentro di sé, aumentando la tensione ogni giorno che passa e la fatidica data si avvicina.
Questo può succedere non soltanto il primo anno, ma ripetersi nei primi anni sino a quando ilbambino ha raggiunto la maturità tale da sentirsi più sicuro di sé e di ciò che dovrà affrontare.
Sino ad allora vi sono dei piccoli che ogni anno alla ripresa dell’anno scolastico avvertono tale passo con una difficoltà ed una diffidenza insormontabile.
Questo succede perché dopo il lungo periodo estivo, passato con la famiglia ed i conoscenti, ogni anno a settembre si ripresenta la fase iniziale, il passo che segna l’inizio di un anno scolastico probabilmente vissuto con delle difficoltà e dei disagi.
Se tali condizioni negative sono state dimenticate e messe da parte durante l’estate, il rientro dalle vacanze ed i preparativi che i genitori affrontano per munirsi degli strumenti per la scuola, possono riportare alla mente del piccolo tutto ciò che poteva essere spiacevole e dolente.
La tensione ansiogena riporta alla mente soltanto i pensieri negativi e spiacevoli, situazioni vissute male, facendo dimenticare tutti i momenti divertenti o felici che possono essere anche in maggioranza.
Così i ricordi risultano soltanto negativi e le aspettative diventano pessimistiche.
Il più delle volte questa condizione di tensione, che è semplicemente una mancanza di sicurezza interiore che li fa dubitare di essere all’altezza del lavoro scolastico, tende a scomparire il primo giorno, se non addirittura dopo pochi minuti, quando si rincontrano e si salutano i vecchi compagni di classe con cui i bambini si sono comunque trovati bene e sono stati sereni.
In questi casi essenziale è l’intervento del genitore che riporta alla mente del figlio episodi divertenti, oppure situazioni piacevoli, le materie che lo interessavano e i lavori o gli esercizi che gli piaceva fare.
Riportare alla mente del piccolo i ricordi piacevoli serve a contrastare i suoi che sono un po’ più negativi in modo tale che si ricordi anche quei momenti in cui ha apprezzato la scuola e trovava piacevole rivedere ogni giorni i compagni di scuola che diventano sempre gli amici più cari.
Lo psicoanalista Massimo Recalcati da in tali casi un suggerimento ai genitori: evitare parole che riguardano l’anno scolastico ed il lungo percorso dell’insegnamento e sostituire i discorsi coi figli con le “ore di lezione”.
Perché di un percorso lungo e visto nel suo lungo termine ed impegno non può che portare alla mente situazioni difficili, impegnative, lo sforzo di dover fare i compiti anche quando non si ah voglia e le delusioni derivanti dai compiti sbagliati, dalle interrogazioni finite male e magari anche da qualche richiamo.
Tutte cose normalissime, ma per un bimbo in tensione che vive il momento dell’inizio della scuola con ansia diventano dei problemi che gli procurano stress, nervosismo, agitazione, tensione ed anche un po’ di paura.
Parlando invece delle ore di lezioni il tempo viene ridotto a degli instanti più brevi, a dei momenti di divertimento, ed il pensiero di dover affrontare un lungo anno scolastico viene sostituito con quello di dover affrontare delle ore di lezione tutti i giorni finché dura la scuola, escluse le tappe per le vacanze e le pause settimanali.
La visione così ridotta e limitata nel tempo riduce anche la portata dello stress e l’ansia diminuisce, anzi è più probabile che venga sostituita con dei ricordi piacevoli.
Un altro modo di frenare l’ansia del primo giorno è quello di accompagnare il figlio alla scelta degli oggetti, strumenti e materiale che dovrà utilizzare a scuola, facendolo diventare così un momento divertente, per esempio se gli si acquistano dei quaderni che rappresentano i suoi personaggi dei cartoni animati preferiti non vedrà l’ora di poterli utilizzare, lo stesso vale per lo zaino che magari raffigura il suo supereroe preferito.
Sono piccole cose che rassicurano il bambino di essere comunque circondato da effetti ed oggetti piacevoli che gli ispirano pensieri divertenti e positivi.
Ora esporrò alcuni consigli utili ad affrontare il primo giorno di scuola in base all’età del bambino ed alla scuola che dovrà frequentare.
Il Nido
Il bambino tra i 7 mesi e i 2 anni sperimenta l’angoscia da separazione dai genitori ma soprattutto dalla mamma con cui ha un attaccamento morboso.
In questa fascia d’età non sa se la mamma lo lascerà tra le braccia dell’educatrice del nido, che è una sconosciuta, per quanto tempo, se lo ha abbandonato (la sua prima sensazione sarà appunto questa) e se la mamma tornerà a riprenderlo.
Non avendo mai vissuto tale esperienza la dovrà sperimentale attraverso la fase traumatica del primo giorno al nido, un trauma superabile, perché il secondo giorno sarà già diverso in quanto sa già cosa deve aspettarsi e se anche farà dei capricci è perfettamente in grado di ricordarsi che poi i genitori ritorneranno a prenderlo.
Quindi l’ansia piano piano svanisce per lasciare il posto ad una piacevole abitudine, quella di ritrovare gli amici di gioco, dei giocattoli nuovi e persone che lo stimoleranno in modo nuovo e curioso.
Il primo giorno è un momento difficile anche per il genitore che vede piangere il figlio in modo straziante, ma sappiate che la vita è fatta di piccoli traumi superati, di piccoli passi verso la crescita e l’indipendenza che purtroppo si conquista con tanto piacere e con qualche dolore.
Affidare il proprio bambino poi ad un estraneo di cui non si ha nessuna certezza è un altro fattore che mette ansia nel genitore, ma se avete scelto una scuola seria e con ottime opinioni di chi c’è già stato dovete farvi forza ed affidare il piccolo ad un insegnante che lo aiuterà a diventare non solo più istruito ma anche più maturo.
Quindi i genitori devono nascondere il più possibile il loro disagio per mostrarsi invece fiduciosi ed ottimisti, fatelo per i vostri figli perché attraverso le vostre sicurezze anche loro si sentiranno rassicurati.
Scuola materna
Il bambino dai 3 anni ai 5 anni è pronto a sperimentarsi nella scoperta delle relazioni sociali con i coetanei, è un periodo di profondi cambiamenti e l’ingresso alla scuola materna è un passo significativo.
In questa fase l’angoscia da separazione dei primi due anni si può trasformare in ansia soltanto momentanea in quanto i bambini hanno già verificato che la mamma può uscire ma poi tornare, lo può lasciare dai nonni per poi riprenderlo più tardi.
Solo il contesto della scuola è nuovo.
Le reazioni sono comunque molto differenti, in generale un bambino appartenente a questa fascia d’età si adatta al cambiamento in un periodo che va da 2 a 6 settimane, se il bambino continua a manifestare comportamenti inconsueti (irrequietezza, scatti di rabbia, pianto, mal di pancia frequenti, inappetenza la mattina prima di uscire, rifiuto scolastico, ecc) oltre i due mesi dall’inizio della scuola, sarà importante comprendere la motivazione perché potrebbe celarsi un disagio più importante, meglio ricorrere allora alla visita da uno specialista.
Scuola primaria
Il bambino dai 6 ai 10 anni è in grande cambiamento è questa un’età in cui oltre all’impegno scolastico il bambino è chiamato a rispettare le regole in modo più incisivo di quanto non sia accaduto alla scuola materna, i limiti e gli insegnamenti sono sempre più strutturati e la valutazione del profitto e del comportamento mette le radici nell’autovalutazione del bambino e nello sviluppo della sua autostima, inoltre i rapporti con i compagni ormai sono caratterizzati da amicizie importanti.
Spesso i bambini cambiano scuola e per i primi giorni, ma non solo, hanno bisogno di rassicurazione e se anche il genitore è emozionato è importante che condivida quest’emozione col bambino, magari raccontandogli il suo primo giorno di elementari.
Dal punto di vista pratico sarebbe buona cosa creare la routine di preparare il necessario per la scuola (lo zaino, i vestiti, ecc …), la sera prima insieme al figlio (e non al posto del bambino).
Le routine di questo tipo danno sicurezza e fanno sentire il bambino accompagnato e accudito, magari proprio in questi momenti si può approfittare per condividere il reciproco vissuto emotivo, magari il genitore può mettersi a nudo e raccontare di quante paure a sua volta ha sentito i primi giorni di scuola, superandole nel giro di poco tempo.
Scuola secondaria di primo grado
Il ragazzo dagli 11 ai 14 anni è nella fase pre-adolescenziale, il gruppo di pari diventa il suo primo confronto e il genitore diventa una persona da cui differenziarsi, a volte scontrandosi attraverso attacchi e comportamenti atipici, molto diversi da quelli incontrati fino a quel momento.
I ragazzi si confrontano molto con gli altri compagni e da questo confronto traggono considerazioni sul loro modo di essere e su quanto si sentono accettati dagli altri.
Qui l’ansia si manifesta prevalentemente nei termini di ansia sociale (paura del giudizio degli altri, specialmente dei coetanei).
Il genitore sarà chiamato ad accompagnare il figlio nel passaggio alla scuola media ascoltando profondamente e guidandolo delicatamente. Non ci si deve aspettare che parli sempre esplicitamente, e se non lo fa iniziate voi genitori, raccontando la vostra esperienza nelle varie difficoltà che avete incontrato e superato senza trascurare né le difficoltà, né le modalità con cui queste sono state superate, siete il loro modello ed è importante che gli diate il messaggio “anche per me alcuni momenti sono stati difficili, ma con il tempo e con la mia volontà li ho superati, anche se come te, non credevo di potercela fare..”.
Un messaggio di questo tipo dà al figlio la dimensione di umanità del modello “non è un superuomo perfetto, ma se la sa cavare nelle difficoltà” e forse i superuomini esistono soltanto nei cartoni e nei film, la realtà è diversa: è fatta di coraggio ma anche di paure e di dubbi, tutto fa parte della vita e tutto serve per crescere ed imparare.
Scuola secondaria di secondo grado
I ragazzi della scuola superiore si sentono quasi adulti, ma non essendolo realmente hanno ancora molti dubbi che non confessano neanche a loro stessi, sono nel pieno della differenziazione dai genitori, e molte volte si relazionano solo a distanza, attraverso silenzi e scontri.
Qui la scuola ha un ruolo decisivo, infatti i ragazzi tendono a seguire come modello un adulto esterno alla famiglia (un insegnante, il genitore di un amico, un allenatore), e il gruppo di pari diventa il branco con cui passare il tempo.
Il genitore non sarà chiamato a controllare da vicino ogni singolo momento del figlio, ma sarà importante essere a conoscenza degli amici che frequenta, lasciando che il figlio inviti in casa i suoi amici, mantenendo dei rapporti di fiducia con i genitori di cui spesso parla il figlio o che sappiamo che frequenta, e con gli insegnanti sempre una buona comunicazione per avere un confronto sul ragazzo dal loro punto di vista.
È il momento di spiccare il volo, alcuni si buttano e volano senza problemi, altri chiedono ancora molto la presenza dei genitori, anche per essere accompagnati a scuola, importante assecondarli, ma in entrambe i casi valutare il loro grado di autonomia.
Nel primo caso verificare attraverso il confronto con gli insegnanti che il figlio frequenti la scuola e se la sua autonomia è funzionale all’impegno scolastico.
Nel secondo caso sarà importante comprendere dopo i primi giorni se il ragazzo è in grado di affrontare la scuola sia accompagnandolo, sia andandoci da solo, se mostrerà paura o ansia eccessiva tanto da non permettergli di andare o da renderlo estremamente faticoso, sarà importante indagare e aiutarlo a superare tale difficoltà magari rivolgendosi ad una persona competente.
Per ogni circostanza