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16/01/2017Nonostante il nome femminile il complesso di Agar-Sara definisce un comportamento maschile.
Il complesso di Agar-Sara esprime la tendenza di molti uomini a distinguere le donne in due categorie: quelle che si amano e si rispettano, e quelle con le quali tutto è permesso nell’ambito della sessualità e che non si amano.
Sigmund Freud parlando del complesso di Agar-Sara scrive che “dove amano non provano desiderio e dove lo provano non possono amare”.
Storia di Agar-Sara
Nella Bibbia, nel libro della Genesi, si narra una storia particolare e certamente fuori dai canoni del cristianesimo in quando è la moglie stessa acconsente agli incontri amorosi del marito con una schiava, e quindi al tradimento.
Sara era la moglie di Abramo il quale ebbe come regalo dal Faraone una giovanissima schiava egizia di nome Agar.
Sara era avanti con l’età ed era stata sino a quel momento sterile; quindi, Abramo non aveva potuto avere dei figli legittimi. Decide pertanto di concedere al marito di congiungersi sessualmente con la schiava affinché questa procreasse, ed infatti dai loro incontri non troppo clandestini nacque il figlio Ismaele.
La storia biblica narra che a seguito di tale nascita anche Sara ebbe a rimanere incinta e partorì Isacco, avendo avuto quindi un erede legittimo non aveva più necessità di tenere né la schiava Agar, né il di lei figlio Ismaele.
Sara li condusse entrambi nel deserto affinché morissero di stenti, ma l’intervento Divino suggerì a Agar dove trovare una foce per dissetarsi e di non morire assiderati.
Il complesso maschile
Pur parlando di personaggi femminili il complesso è una sindrome caratteristica dell’uomo che divide sostanzialmente le donne in due gruppi distinti: da una parte le donne che ama, che sposa e che tratta con riguardo, dall’altra parte le donne che desidera sessualmente ma che non ama; quindi, con loro si permette ogni tipo di desiderio ed atteggiamento sessuale.
Le donne che appartengono alla prima categoria, cioè quelle destinate ad essere le mogli, le compagne e le rappresentanti sociali della famiglia, vengono idealizzate, trattate con riguardo e rispetto; sono adatte ad essere amate sentimentalmente, e fisicamente solo per il fine riproduttivo, ed il minimo sindacale delle prestazioni sessuali richieste da un buon marito.
Dall’altra parte ci sono le amanti, spesso clandestine, donne non idealizzate e pertanto desiderate per ogni tipo di attività sessuale anche la più estrema.
Queste ultime sono a tutti gli effetti delle donne oggetto, carnali, per il puro piacere fisico, ma non devono avere nulla a che fare con la famiglia e con l’esibizione sociale, che è il metro attraverso il quale si forma il giudizio degli altri dell’uomo.
Questo uomo ci tiene a mantenerle separate perché ognuna di loro ha il suo ruolo che non deve mai invadere quello dell’altra.
Il complesso Agar-Sara
Secondo la psicologia prevalente tale distinzione dicotomica della donna e del suo ruolo nasconderebbe un’interiorizzazione della figura materna non integrata, cioè, scissa fra una madre che è idealizzata e che porta con sé ogni giudizio positivo e che non deve essere violata né compromessa con desideri o atti carnali e sessuali.
In tal senso questo complesso si riconduce a quello di Edipo.
Mentre la seconda figura femminile, che rappresenta l’istinto e la sessualità, è una madre terrena, con valenza negativa nel senso che può rappresentare azioni e pensieri relativi agli impulsi primordiali.
Negli uomini che patiscono tale complesso si instaura la necessità di divedere e tenere separato ciò che è legato agli affetti da ciò che è puro istinto sessuale.
La compagna o la moglie di tali soggetti, pur essendo amata, e pur essendoci la volontà di non lasciarla mai né di modificare il loro rapporto, verranno però costantemente tradite dal compagno o marito in quanto quest’ultimo non riesce a scindere i suoi desideri.
L’amore affettivo, caloroso e famigliare viene riservato alla donna che gli sta a fianco, con cui però non riesce ad appagarsi sessualmente in modo pieno e soddisfacente, riservando a tale scopo la donna che diventa la sua amante, rispetto alla quale non deve nessun impegno e che quindi sarà facilmente sostituibile e poco duratura.
Il complesso può essere anche delle donne quando l’atteggiamento è rivolto nello stesso identico modo a due uomini della sua vita che saranno rispettivamente: il marito ed il compagno di vita e l’uomo con cui faranno sesso liberamente ed impudicamente, e col quale vivranno l’erotismo in maniera più libera ed attiva.
Due donne – due categorie
Il complesso di Agar-Sara indica quella tendenza psicologica dell’uomo che divide le donne in due categorie, popolarmente dette della santa e della puttana.
Le donne della prima categoria, idealizzate, sarebbero adatte ad essere amate ma non ad essere coinvolte in attività sessuali, soprattutto se tali attività sono considerate dall’uomo come “sporche”, per quanto piacevoli.
La seconda categoria é composta da femmine non-idealizzate, carnali, inadatte all’affettività ma perfette come donne oggetto con le quali dare sfogo alle proprie fantasie.
Tale complesso psicologico genera sovente unioni nelle quali la moglie o fidanzata, per quanto amata, viene puntualmente tradita dal compagno che riesce a gratificarsi sessualmente solo con un’amante, o una prostituta, un flirt occasionale, a cui si concede volentieri carnalmente ma che però non amerà mai.
Questo perché il suo ruolo è quello di donna-oggetto per il piacere; quindi, una donna sostituibile in qualunque momento quando vorrà rivendicare un diverso ruolo per sé, sia come donna che come persona innamorata.
Ma anche per la moglie il ruolo non è troppo idilliaco: sebbene riceverà affetto e considerazione rimarrà sempre una donna insoddisfatta, una donna che non si sente amata realmente, che non si sente attraente e che rimarrà con una parte di sé priva della dovuta considerazione.
Una relazione di questo tipo sarà duratura solo se la moglie e l’amante non godono della giusta autostima per darsi la giusta considerazione, preferendo rimanere in un ruolo castrante e limitante solo per la paura di rimanere da sole, senza il loro status sociale, o senza quell’uomo che le ha relegate ad un ruolo a senso unico.
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