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29/01/2017Prima ti amo e poi ti odio: è il complesso di Brunilde.
Durante il corteggiamento è tutto un: “ti amo e ti adoro”, ti lusingo e ti idealizzo; ma poi quando ti sposo e sono sicura del tuo amore: ”ti odio e ti detesto”. Queste semplici frasi riassumono l’essenza del complesso patologico di Brunilde che sto per analizzare.
La patologia è l’anomalia che supera l’ordinario, cioè va oltre quelli che potrebbero essere dei parametri di normalità, accettabilità e di tendenza in generale.
Amore e odio
Se il passaggio da un giudizio che è l’eccesso del positivo prima, e del negativo dopo, è tale per cui non vi sono dei concreti motivi per mutare il proprio pensiero, o dei cambiamenti tanto radicali nel partner da giustificare una considerazione tanto diversa, la nuova valutazione, che spazia agli antipodi dell’amore totale ed assoluto verso un odio altrettanto totalitario, nasce dalla visione distorta della persona che li esprime.
Il complesso di Brunilde presuppone che non ci sia alcuna colpevolezza del partner, che con azioni o comportamenti ha indotto un diverso giudizio ed una nuova critica valutativa, che prima, nel tempo precedente per la mancata conoscenza, non poteva essere espressa.
Il partner non ha alcuna responsabilità, ma si trova ad essere l’oggetto di un amore che lo venera e lo adora in maniera spropositata per diventare la mira di un odio atroce.
Il complesso di Brunilde consiste appunto nella tendenza femminile ad ingigantire le qualità e le doti del partner durante la fase di corteggiamento e di innamoramento, quando poi subentra la stabilità emotiva, con un fidanzamento, uno sposalizio o comunque una condizione che stabilizza il rapporto, cambia completamente atteggiamento, passando alla denigrazione totale della persona che ha accanto, fidanzato o marito, in maniera del tutto acritica, infondata ed immotivata.
Quello che avviene è una deformazione ottica nella visione personale, nel metro valutativo di alcune ragazze o donne.
Chi era Brunilde
Brunilde, eroina delle saghe nordiche dell’Edda, era una delle più belle Valchirie, le vergini guerriere incaricate di selezionare coloro che potevano diventare eroi.
Secondo la mitologia nordica le valchirie venivano inviate sui campi di battaglia per poter scegliere i combattenti che stavano agonizzando, e che non potevano o non volevano per questioni di onore salvarsi, per destinarli ad una morte gloriosa che avrebbe a loro permesso il passaggio al Walhalla, il paradiso degli Dei.
Brunilde, nel mito, era nota per il suo carattere testardo, orgoglioso e tendente alla disobbedienza; a causa del suo atteggiamento sprezzante degli ordini di Odino, Re degli Dei, questi decise di punirla relegandola sulla cima di un monte circondato da fiamme, in modo che da lì non potesse scappare.
Ma arrivò un uomo, l’eroe di turno, a salvarla: il prode Sigfrido.
Come ogni favola prescrive, tra i due scoppiò il grande amore, reciproco e condiviso, ma qualcuno era invidioso del loro amore, il cattivo mago Haven che, segretamente, era invaghito dalla bella Brunilde ma purtroppo non corrisposto.
Divorato dalla rabbia, Haven fece un incantesimo, preparò un elisir d’amore e lo fece bere all’ignaro Sigfrido, mentre si trovava ospite del re dei Burgundi, a causa di tale intruglio Sigfrido si innamorò pazzamente di Crimilde, la figlia del Re, abbandonò Brunilde e si sposò con la nuova amante, non solo, si adoperò affinché la sua ex amante fosse costretta a sposare Gunther il fratello di Crimilde.
Tradita e beffata dall’amante, Brunilde fece in modo che Sigfrido fosse ucciso in un combattimento (rivelando al nemico il suo punto debole) ma rosa poi dal rimorso si diede lei stessa alla morte lanciandosi col suo cavallo su una pira in fiamme.
Tale morte valorosa le fece raggiungere il Walhalla dove poté ricongiungersi eternamente col suo amante ormai immune dal sortilegio.
Significato psicologico
Brunilde aveva tutti i motivi per poter odiare il suo amante traditore, non solo di una notte ma di una scelta di vita (sposò un’altra), costringendola poi a sposare qualcuno che non amava.
Simbolicamente, in psicologia viene valutato l’atteggiamento di Brunilde, che era una donna dal carattere forte ed indomita, una guerriera, incapace però di vincere le sue emozioni, che viveva come una adolescente, e che passa da un innamoramento pazzo del primo periodo, alla rabbia assassina del dopo la scoperta del tradimento di Sigfrido.
Brunilde passa dall’essere una donna completamente lasciva e schiava d’amore, all’essere una spietata e crudele vendicatrice (fornì lei stessa il metodo per uccidere il suo ex amante), accecata dall’odio e dal rancore.
E sta in questa esasperazione degli opposti, amore e odio esasperato, che si trova il significato psicologico del complesso di Brunilde, che prima sa amare incondizionatamente, tanto da riuscire a cambiare il suo carattere ribelle, che sa passare dall’essere mascolina (una guerriera) all’essere donna e fragile, ma sa, ad un certo punto, odiare a tal punto da uccidere, eliminare sia fisicamente che psicologicamente quello che ormai era diventato il suo antagonista.
Le donne che patiscono tale complesso non possono resistere dal passare dall’amore più totale all’odio più feroce ed assoluto, due sentimenti che sono agli antipodi ma che hanno la stessa grande intensità.
Le donne-Brunilde
Brunilde era stata tradita, e questa può essere una giustificazione, ma le donne-Brunilde non hanno bisogno di una scusa, di un valido motivo per giustificare il loro odio, odiano e basta; il loro amore è intenso ma dura solo fino a quando non arrivano le conferme da parte dell’altro, che ama a sua volta e vuole costruire un rapporto stabile e duraturo.
L’intensità del sentimento delle donne-Brunilde è tale per cui non esiste una via di mezzo, una fase di raziocinio in cui dopo l’innamoramento si vede la persona e la si apprezza per quello che è, coi suoi difetti e le sue imperfezioni, con gli atteggiamenti che possono infastidire e le abitudini che non si sopportano.
Perché la coppia è l’incontro di due individui, unici e particolari, che si conoscono e si accettano perché il sentimento tra loro li lega e li fa diventare una cosa sola.
Le donne che patiscono tale disagio non riescono ad elaborare le fasi della conoscenza e dell’accettazione, che sono la base di ogni rapporto, ma passano da una fase idilliaca, irreale, ad un’altra.
L’immagine di perfezione assoluta e di amore totale è infatti un’illusione, una fantasia, un progetto ideale che non ha corrispondenza coi fatti e con le fasi della conoscenza e dell’accettazione della relazione, l’amore brunildesco è fatto di puro amore idealizzato.
Questo fino a quando la realtà non costringe la persona ad avere un rapporto fatto di concretezza e di quotidianità, una condizione che necessariamente collegata alla realtà di tutti i giorni.
Da principe a rospo
Cessata la lontananza fisica e psichica, diventato coerente e tangibile con la quotidianità che un rapporto vissuto crea, l’amore si trasforma in odio per prendere le distanza emotive ed affettive dalla persona “amata”.
Il principe azzurro si trasforma così in un uomo incapace, un inetto ed una persona insopportabile.
In realtà il compagno è sempre lo stesso e non ha mutato alcun atteggiamento, e la visione della compagna che si è trasformata completamente.
La repulsione fisica del compagno non può essere manifestata con dei ragionamenti concreti e pratici, perché tali condizioni oggettivamente motivanti non esistono, occorre quindi ricreare una nuova illusione, un nuovo ideale ed un nuovo progetto affettivo che è l’esatto contrario di quello precedente.
Se prima l’illusione è stata creata per amare, ora viene creata per odiare.
L’uomo compagno, il marito o il convivente, diventa una persona insopportabile, piena di difetti, con cui è impossibile convivere.
Ma essendo persone mentali e non pratiche, fatte di pensieri e non di decisioni, queste brunildi non prenderanno mai in considerazione l’idea di lasciare il compagno o discutere dei problemi, cercando una soluzione delle difficoltà, vivranno invece sempre coltivando un’idea, una illusione mentale che è distruttiva dell’immagine perfetta di prima.
L’unico modo di superare tale complesso è quello di affrontare la realtà dei fatti e comprendere come mai il vissuto della persona è soltanto idealizzato e non concreto, come mai la realtà viene sfasata da una visione suggestiva ma incoerente, e per quale motivo c’è la paura della concretezza.
Per l’incapacità di provare un amore maturo e consapevole, tale complesso viene paragonato a quello di Antigone.
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4 Comments
Io ne ho frequentato una… ridicr gran parte della spiegazione… sembra inverosimile,ma questa persona più l’amavo più mi detestava.. fino a trovare sempre nuovi partner… momentanei.. per dimostrarmi il suo disprezzo… quando eravamo soli era amorevole… ma tra la gente ostentava quasi disprezzo…. e poi.quando ne parlavi.con lei,mi diceva non lo so perché faccio cosi… mi ha veramente prosciugato di energia emotiva… era come stare in un inferno,provare a starle vicino. Era arrivata addirittura a negare che fra me e lei ci fossero stati rapporto intimi.. e soprattutto mentiva su tante cose… non.so questa che tipo di.complesso abbia,ma so che è meglio stargli alla larga..
Hai perfettamente ragione Antonio, quando ti accorgi che le persone non meritano il tuo tempo e le tue energie liberatene subito, con questa modalità ci si guadagna sempre.
Marilena
Io detesto il mio partner. Se parlate con lui Potrei avere il complesso di Brunilde perché lui non ha fatto niente.
In realta se partiamo dagli inizi della storia, ero l’ultimo dei suoi pensieri, a fine giornata mi faceva uno squillo al massimo la telefonata serale, ed eravamo studenti non lavoratori , durante il giorno niente, al limite un messaggio tipo telegramma cortissimo per dirmi dov’era.
Poi in anni mai un progetto.
Nozze, figli, casa insieme… niente. Né nei fatti e nemmeno a parole.
A letto un fiasco, gli sono stata vicino e mi prendeva in giro dicendo che ci riusciva invece non ci riusciva. Contemporaneamente sua madre ha iniziato a prendermi in giro per le mie origini di nascita e dicendo che dovevo farle un nipote, e siccome non gliel’ho fatto (lui non ne vuole e io con lui nemmeno) mi prendeva in giro anche su quello. Lui non le ha mai risposto. Nemmeno in privato a me diceva Mi dispiace per come è mia madre . Niente. Ho dovuto lamentarmi io con lui , Al che mi ha detto Scusa se non ho risposto (e continuava a non farlo , quindi che scuse sono ?) e che lui faceva così per ignorarla . La sua famiglia si è incarognita verso di me, non dico come, ormai li vedo due volte l’anno e ogni volta Poi dicono a lui come mi sono comportata: se faccio una battuta non dovevo farla, se non ho sorriso avevo qualcosa, se parlo a bassa voce non va bene…
Anche io ho un’idea idealizzata di amore, ma credo che questi fatti dimostrino totale disinteresse.
Poi è cattivo: più di una volta ha detto frasi offensive sul mio lavoro, umile ok, quando lui si è fatto prendere in giro dando soldi a persone e lavorando per anni senza stipendio, e io aspettavo e cercavo di consigliarlo.
Col tempo le perone possono cambiare e così le loro esigenze, la coppia che si era formata in gioventù diventa stretta e soffocante per mille motivi e non ci sono più le stesse ragioni che un tempo facevano da collante e da intesa tra i due.
Gli parli tranquillamente di questo suo cambiamento, lo ha mai fatto prima?, e poi se non si risolve dovrà prendere in considerazione la soluzione di una separazione.
E’ brutto dover parlare e da parte mia, e sua sentire certe cose, ma le assicuro che non val la pena di vivere da infelici solo perché non si ha il coraggio di prendere certe decisioni inevitabili.
Se ha bisogno di un aiuto concreto sia nel decidere che nel valutare tutte le circostanze può contattarmi via mail e sicuramente le proporrò un percorso anche breve pur di arrivare a prendere una decisione che poi porterà a termine quando si sentirà pronta, l’importante è valutare bene le cose e capire cosa fare della propria vita dopo aver valutato tutte le possibili alternative.
MArilena