Dopo il mio articolo sulla psicologia energetica vorrei ora approfondire l’argomento di come il Counseling si può avvicinare all’energia espressa da ogni persona per poterla canalizzare positivamente.
Il counseling energetico è un’attività che utilizza come mediatore fondamentale dei processi che utilizza prevalentemente l’energia che proviene dalla persona a differenza di altri che basano il loro lavoro sull’uso della parola e del suo potere convincente.
L’energia è peraltro essa stessa ‘linguaggio’: è il linguaggio predominante della vita, viene prima del linguaggio verbale, è un codice più semplice e ‘primario’; tutti i processi biologici interni agli esseri viventi sono informati dall’energia.
E in un abbraccio, in uno sguardo carico d’odio, nel tepore di un corpo caldo al buio passano molte informazioni, alcune delle quali possono essere facilmente verbalizzate, ma che non utilizzano la parola come veicolo principale.
Un bambino non ha bisogno di saper parlare per desiderare di stare in braccio ai genitori. Come abbiamo visto il campo energetico di ogni essere umano si estende oltre il corpo fisico, per cui il semplice sedere vicino ad una persona mette in contatto i due campi energetici: il contatto fisico aumenta la forza di questo scambio di informazioni.
Quando due persone sono particolarmente aperte una nei confronti dell’altra (ad esempio due amanti, o due amici di lunga data) fluiscono nel silenzio o tra i buchi delle parole molte informazioni privilegiate.
Risulta quindi centrale sviluppare per un counselor energetico:
– una corretta percezione dell’energia
– un’adeguata gestione dell’energia
Perché una percezione possa considerarsi corretta bisogna depurarla dell’immaginazione deviante.
Questo è un processo continuamente perfettibile e quindi virtualmente mai concluso, infatti, per la natura stessa ‘volatile’ dell’energia le interpretazioni ‘fiorite’ e deviate sono molto facili.
La strada tradizionalmente utilizzata per diminuire questi rischi è quella del perfezionamento dell’organo di ricezione delle informazioni energetiche, cioè noi.
In altre parole la percezione dell’energia si raffina (e raggiunge una coerenza maggiore) attraverso:
– l’abitudine a pratiche di percezione energetica
– il processo di ‘perfezionamento’ complessivo del counselor
Da una parte quindi la percezione migliora, si approfondisce, si chiarifica attraverso la pratica, dall’altra è necessario un percorso personale particolarmente approfondito per questa tipologia di counseling; infatti, non ci sono tecniche propriamente dette che siano più o meno efficaci e su cui appoggiarsi: il contatto energetico avviene preferibilmente in un contesto altamente ricettivo e confortevole, in cui l’uso della mente razionale passa in secondo piano rispetto all’esperienza complessiva.
Non è quindi soprattutto attraverso la comprensione di tecniche e modelli che è possibile fortificare sufficientemente la mente razionale per offrire una piattaforma sufficiente al trattamento.
La mente razionale (l’emisfero sinistro) deve essere presente e sostenere il processo, che è però più ampio e comprende altre risorse mentali (l’emisfero destro) e psichiche (extra cerebrali).
E’ necessario quindi procedere allo sviluppo anche delle altre componenti dell’essere umano, idealmente nella loro completezza.
La soluzione che è stata offerta dalle religioni e dalle tradizioni esoteriche, ossia riservare queste pratiche a persone particolarmente devote ad un tipo di vita ascetica e ad un intenso ‘allenamento spirituale’ è certamente un punto di riferimento importante: la differenza significativa è che nel nostro approccio queste pratiche sono, invece, alla portata di tutti gli interessati e quindi accessibili senza particolari pedigree esoterici.
Rimane valido, a mio avviso, in ogni caso il suggerimento chiaro di sviluppare un percorso personale ampio e profondo, per diminuire il rischio di leggere delle informazioni energetiche proprie come interessanti il cliente, ad esempio (la scelta di operare essenzialmente con le mani e utilizzando il contatto fisico ed i sensi aiuta a ‘sgonfiare’, in ogni caso, una buona parte delle percezioni immaginifiche).
Le modalità di questo percorso personale vanno scelte dal counselor nel mare di discipline e tecniche attualmente presenti e devono puntare ad un’armonia fra le diverse componenti della sua manifestazione fisica, emotiva, mentale e spirituale: in questo senso il percorso tradizionale di lavoro preparatorio del counselor (e prima di lui dello psicologo) può integrarsi con un lavoro sul corpo, come la ginnastica ad esempio, o con pratiche di tipo più dichiaratamente spirituale, come meditazioni e visualizzazioni.
Fatto un percorso preparatorio di questo tipo (‘olistico’ o integrale come viene per lo più chiamato) e continuando a seguirlo, anche cambiando di tecnica ma mantenendo il focus, la gestione dell’energia diviene più agevole per il counselor.
Infatti, di nuovo, esistono delle tecniche che possono essere passate (centratura al cuore, voce lattea, uso delle lemniscate, incisione eterica, estrazione eterica, braccio astrale…) per facilitare il compito del counselor con la conoscenza di alcuni metodi di interazione energetica sperimentati, ma il percorso è innanzitutto un percorso ‘artigianale’ in cui è attraverso la sapienza delle mani e del cuore che la pratica si solidifica e si sviluppa.
Come dicevamo poco sopra le mani ‘sanno dove andare’ e cosa fare.
Ovviamente avere dei riferimenti teorici, che siano di anatomia sottile o di tecnica di gestione dell’energia, è di aiuto ma devono essere funzionali alla pratica e non dirigerla: la direzione va trovata nell’evento energetico stesso, nella vita che fluisce e accade in quel momento, nell’interazione.
Quest’approccio ‘contro il metodo’ ha le sue radici nella mia esperienza personale e può essere, io credo, sostenuto anche attraverso diversi punti di vista di counseling e psicologici:
– quello più precisamente di counseling, nelle parole di Carl Rogers che ha incentrato tutta la sua straordinaria attività nel destrutturare il sapere del terapeuta perché fosse una lavagna bianca per il cliente che incontrava
– quello psicologico con il punto di vista di Bert Hellinger, fondatore del metodo delle costellazioni, che ha sempre avuto a cuore la precisazione che quello che vedeva e percepiva accadeva in quel momento e che non aveva tecniche o protocolli da seguire (o meglio la tecnica era proprio l’ascolto dell’anima) e che ha definito il suo approccio ‘fenomenologico’, proprio per significare che segue i fenomeni, senza sapere perché accadono
– anche nell’ambito scientifico ci sono approcci che fanno dubitare del metodo, come nel celebre saggio di Paul Feyrabend che dà il nome a questo paragrafo
Infine in ambito esoterico e spirituale sono molteplici le tradizioni, e fra le più autorevoli, che sostengono la medesima necessità di ‘cogliere l’attimo’ senza lasciarsi ingabbiare dai pregiudizi (di Cecchiniana memoria): ad esempio la grande filosofia tantrica, che nella sua profondità nulla concede al metodo e tutto abbandona alla vita; la filosofia zen, che benché si strutturi in modo molto articolato si fonda sulla perdita della struttura mentale .
Tra i Maestri spirituali contemporanei il rigoroso Krishnamurti, autore di testi splendidi come “libertà dal conosciuto” , che fin dal titolo mostra il suo punto di vista, oppure il demonico Osho Rajneesh che della libertà e della celebrazione ha fatto il cardine del suo pensiero.
Una semplice definizione del counseling energetico è ‘aiutare l’energia a fluire meglio’.
Le potenzialità dell’essere umano sono infinite e l’uomo è quindi in grado di essere pienamente felice e completo: quello che accade nella realtà quotidiana è che diversi stimoli, provenienti dal contesto sociale e familiare, informano in maniera differente il nostro campo energetico e attraverso la ‘digestione’ che ne facciamo producono delle assunzioni che plasmano il nostro campo energetico e quindi noi stessi.
Il counseling energetico è uno strumento di supporto nella ridefinizione di noi stessi attraverso la mobilizzazione dell’energia che si trova nei punti in cui si è verificato un’interruzione del flusso naturale dell’energia a causa di problemi fisici, emotivi, mentali, etc.
Una volta acquisito il procedimento (appreso da un esperto in tale campo) la persona può metterlo in pratica anche da solo in ogni momento libero o in cui abbia bisogno di ristabilire la sua energia dentro di sé per ritrovare benessere, pace e serenità.