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20/06/2023Il Locus of Control è il grado di controllo della propria esistenza.
La teoria del locus of control (dall’inglese, “luogo di controllo”) rappresenta, in psicologia, la modalità con cui un individuo ritiene che gli eventi della sua vita siano prodotti da suoi comportamenti o azioni, oppure da cause esterne indipendenti dalla sua volontà.
Sulla base della teoria di Rotter, il locus si distingue in interno ed esterno: chi crede di avere avere pieno controllo della propria vita attraverso le sue azioni ha un locus of control interno. Al contrario, chi attribuisce il suo successo o fallimento a cause esterne ha un locus of control esterno.
Chi, ad esempio, soffre di Cherofobia ha un Locus di tipo esterno e ritiene che tutto derivi dagli eventi negativi della vita che sono inevitabili, quindi scappa da tutte le situazioni che possono renderlo felice.
Controllo interno od esterno
Fra i principali autori della teoria del locus of control troviamo lo psicologo americano Julian B. Rotter. Nella sua pratica clinica Rotter osservò che alcune persone sembravano assolutamente fiduciose nella propria capacità di controllare gli eventi, mentre altre si consideravano in totale balia del destino.
Per Rotter il locus dipende dal tipo di spiegazione che viene prodotta quando si affrontano delle difficoltà.
Generalmente, quando le persone devono attribuire una causa a eventi specifici, tendono a farlo o rivolgendo la loro attenzione verso l’interno, guardando alle proprie caratteristiche personali, oppure verso l’esterno, alle caratteristiche del contesto.
Il locus, a seconda del tipo di spiegazione prodotta, può essere interno oppure esterno:
- locus of control interno: abbiamo la tendenza di attribuire al nostro modo di essere il concretizzarsi di condizioni esterne
- locus of control esterno: tendiamo in maniera maggiore ad attribuire le cause di un dato evento a ciò che accade all’esterno.
In seguito altri autori come la psicologa Hanna Levenson (1973) hanno criticato l’idea iniziale di Rotter secondo cui locus interno ed esterno sarebbero due opposti poli di un’unica dimensione.
Ogni persona, infatti, può mostrare sia spiegazioni “interne” che “esterne”, oppure formulare spiegazioni ambivalenti che combinano i due tipi di locus.
Locus e salute
Il livello di controllo che percepiamo di avere sugli eventi che caratterizzano la nostra vita ha un impatto diretto sul nostro stato di salute. Ecco perchè in psicologia della salute si ritiene importante valutare l’health locus of control, cioè la qualità di tale controllo.
Chi ha un locus interno, infatti, con maggiore probabilità penserà di poter prendersi cura efficacemente della propria salute e metterà in atto comportamenti protettivi, come indossare le cinture di sicurezza, mangiare sano, smettere di fumare o fare maggiore attività fisica. Ma non basta.
Locus of control e autoefficacia sono entrambi necessari per fare tutto questo.
Per iniziare a praticare uno sport, ad esempio, non solo bisognerà pensare “farlo dipende da me”, ma anche “ho le competenze e le capacità necessarie”. In altre parole bisogna avere un’elevata autoefficacia percepita rispetto a quell’attività.
La teoria del locus ha trovato applicazione anche in ambito scolastico. Pare infatti che un Locus interno possa garantire anche un migliore successo a scuola.
Pensiamo ad uno studente che viene bocciato a un esame: se pensasse di essere vittima del proprio insegnante, difficilmente riuscirà ad impegnarsi per studiare di più al prossimo appello.
Al contrario, se credesse che la qualità del proprio impegno possa fare la differenza, è probabile che si auto-motiverà a cambiare le proprie abitudini di studio per affrontare l’esame.
Riconoscere da quali pensieri è influenzato il proprio comportamento nello studio è proprio uno degli obiettivi della didattica metacognitiva, che mira a promuovere negli studenti una maggiore capacità di individuare le strategie di apprendimento più adeguate per se stessi.
Le trappole del locus
Persone che hanno la tendenza ad attribuire in maniera eccessiva a fattori esterni le cause degli eventi possono sentirsi in balia di ciò che gli accade intorno generando così la percezione di non avere alcun controllo sul proprio destino.
Chi ha un locus esterno potrebbe ritrovarsi con la paura di essere felice, che deriva dalla convinzione che un evento positivo è solo “un colpo di fortuna” e che, qualsiasi cosa faccia, non si ripeterà.
Dall’altra parte, persone che tendono a percepirsi come i primi diretti responsabili di ciò che gli accade, rischiano di colpevolizzarsi eccessivamente perché pensano di essere loro stessi la primaria causa di quanto a loro è accaduto.
Un eccessivo sbilanciamento del locus in una direzione piuttosto che un’altra, può portare alla strutturazione di meccanismi psicologici disfunzionali che influenzano negativamente il nostro modo di percepire noi stessi in rapporto agli altri e alla nostra vita.
Locus esterno
Il fenomeno dell’impotenza appresa si presenta quando siamo in presenza di un locus eccessivamente indirizzato verso l’esterno, e si manifesta in chi arriva a credere di essere incapace di esercitare una qualunque influenza sul proprio ambiente, tanto da assumere un atteggiamento pervasivo e massiccio di rinuncia verso la propria vita.
Ciò si rispecchia in un atteggiamento pessimistico generalizzato che è frequentemente presente anche nella così detta Sindrome di Cassandra e nella depressione maggiore.
Impotenza appresa, pessimismo e depressione sono quindi collegati.
L’impotenza appresa è strettamente collegata anche all’ansia: ne è un esempio il senso di profonda impotenza nel cambiare le sorti del nostro pianeta Terra sperimentate da chi soffre di eco-ansia, termine con cui si indica quella specifica forma d’ansia causata dai cambiamenti climatici.
Locus interno
Una forma di eccessiva ipercriticità e bassa stima sono le condizioni che si associano al locus control interno.
Come abbiamo già visto, questo può portare allo sviluppo di forti sensi di colpa derivati da una eccessiva responsabilizzazione di se stessi verso ciò che succede nella vita.
A questo possono conseguire forti sentimenti di:
- svalutazione
- inadeguatezza
- ipercritica
che abbassano l’autostima e incidono negativamente sull’umore.
Questo meccanismo si riferisce alla tendenza delle persone ad attribuire le proprie azioni a fattori situazionali e quelle altrui a fattori personali. Questo può avere un’influenza diretta sulla qualità delle proprie relazioni.
La persona può così assumere:
- un atteggiamento colpevolizzante rispetto ai comportamenti dell’altro, da cui ci si aspetta una maggiore capacità di controllo
- un atteggiamento più deresponsabilizzante verso i propri, perché causati da elementi situazionali esterni.
La distorsione funzionale al Sé
La distorsione è utilizzata dalle persone per mantenere un’immagine di Sé elevata.
Attribuendo i propri meriti a se stessi e i propri fallimenti a cause esterne, permette di mettersi al riparo da possibili vissuti di inadeguatezza e svalutazione.
Nonostante questo possa apparire come un meccanismo che favorisce una condizione di benessere, si tratta per l’appunto di una distorsione, che a lungo andare potrebbe portare alla creazione di un’immagine illusoria di Sé strategicamente supportata dall’evitamento di situazioni potenzialmente fallimentari.
Alcuni consigli pratici
Ecco alcuni consigli su come poter acquisire un maggior controllo sulla propria esistenza:
1: acquisire una maggiore consapevolezza dei meccanismi di controllo
Prendere consapevolezza di questi due differenti atteggiamenti mentali, può essere utile per comprendere in quale dei due differenti poli di controllo si tende a posizionarsi, così da iniziare ad identificarli e modificarli.
2: adottare strategie funzionali
Dopo avere individuato su quale polo di locus si tende a posizionarsi, si può iniziare a modificare il proprio processo valutativo osservandolo ogni volta che si presenta un evento di vita che ha una valenza.
Se maggiormente orientato verso l’esterno, bisogna chiedersi se ci sarebbe potuto essere un comportamento differente. Al contrario, se si è maggiormente focalizzati verso l’Interno, bisogna concedersi di pensare che a volte le cose non dipendono completamente da noi.
3: ripristinare una condizione di equilibrio
L’obiettivo è quello di raggiungere una condizione ottimale in cui per ogni evento di vita che ci accade venga vissuto in egual misura come determinato da un insieme di fattori interni ed esterni che agiscono per realizzare uno specifico risultato.
Dobbiamo dunque cercare di abbracciare il pensiero che ogni evento lo si può controllare “il giusto”.
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