
Il metodo Fogliarini
20/08/2017
Montessori nella primaria
22/08/2017Il Metodo Feuerstein è un sistema per il potenziamento delle abilità cognitive.
L’intelligenza non è solo innata, ma può essere anche insegnata. E’ questo il risultato a cui era giunto dopo anni di ricerche Reuven Feuerstein, fondatore di un metodo per lo sviluppo del potenziale di apprendimento dei bambini (il metodo Feuerstein).
Il metodo Feuerstein si pone come obiettivo il potenziamento delle abilità cognitive dell’individuo, stimolando le risorse che ha dentro di sé.
Al centro di questo metodo non ci sono i contenuti (storia, scienze, matematica, ecc.) bensì l’acquisizione di competenze e strategie, che rendano l’individuo flessibile nell’affrontare le situazioni che si presentano nei diversi contesti di vita.
Il Metodo Feuerstein si focalizza sul “come” si utilizza la mente, non sul “cosa” la mente deve imparare.
L’intelligenza per Feuerstein
L’aspetto maggiormente innovativo di Reuven Feuerstein è la concezione dell’intelligenza.
Secondo il metodo Feuerstein, l’intelligenza non è un tratto ereditato geneticamente e perciò immutabile; è invece uno stato, risultato di diverse componenti, di cui quella genetica non è la sola né la più importante.
“L’intelligenza è la propensione dell’organismo a modificarsi nella sua struttura cognitiva, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli, di origine interna o esterna che siano” (Feuerstein 1998).
L’intelligenza può essere sviluppata, potenziata e allenata allo stesso modo in cui rafforziamo i muscoli.
In passato l’intelligenza veniva considerata come un’entità fissa e immodificabile, come un dono dipendente anche dall’eredità familiare.
Oggi, grazie anche alle più recenti delle neuroscienze, l’intelligenza non è considerata come una qualità immutabile, ma un’entità plastica e modellabile nel corso del tempo grazie all’ambiente circostante.
Secondo Feuerstein il bambino costruisce la propria intelligenza attraverso un insieme di interazioni e di scambi favorevoli con i genitori, gli insegnanti e, più in generale, con tutte le persone responsabili della sua istruzione e della sua educazione.
Diceva Feuerstein: “I cromosomi non hanno l’ultima parola”, ma è l’educazione e l’interazione sociale che contribuiscono in modo decisivo alla costruzione delle abilità cognitive e allo sviluppo dell’individuo.
Imparare ad imparare
La visione di Feuerstein sull’intelligenza comporta conseguenze molto importanti sul come rapportarsi con il bambino.
Mentre nella scuola tradizionale vengono posti al centro i contenuti (bisogna imparare le nozioni e i fatti), nel Metodo Feuerstein i contenuti non hanno grande importanza e servono solo al mediatore per giustificare l’utilizzo di determinate facoltà mentali.
L’importante è strutturare nell’allievo adeguate modalità di pensiero, in modo che i suoi processi mentali siano il più possibile efficienti nel momento dell’apprendimento vero e proprio, questo è il vero significato dell’espressione imparare ad imparare.
Il metodo Feuerstein prevede due modalità di lavoro: il programma di intervento (PAS) e il lavoro in team.
Il programma di intervento (PAS) di Feuerstein: consiste in 14 strumenti carta e matita che non necessitano di alcuna conoscenza didattica precedente.
L’obiettivo del programma PAS è arricchire le strategie cognitive dell’individuo al fine di arrivare a un apprendimento migliore e a un problem solving più efficace. Il PAS mira ai processi di apprendimento in sé, non a contenuti specifici, per questo è così efficace e così applicabile in contesti diversi.
Gli esercizi del PAS di Feuerstein puntano a:
- far controllare l’impulsività quando si deve rispondere ad una domanda o risolvere un problema
- far riflettere prima di compiere anche la più piccola azione
- chiedersi sempre quale è il problema e come lo si è risolto e perché si ha avuto successo o meno
Il lavoro in team con genitori e insegnanti è fondamentale.
Ogni bambino è un sistema complesso, per poter migliorare è necessario intervenire in tutti gli ambiti in cui vive.
Ambiti di applicazione
Il metodo di Feuerstein è oggi applicato oltre che a studenti, a persone adulte, ad esempio lavoratori che devono aggiornarsi alle nuove tecnologie, che vogliono migliorare il loro rendimento, ma anche ai disoccupati ed emarginati per migliorare le loro condizioni di vita.
Occupandosi dell’aumento di strategie, il trattamento con il metodo Feuerstein viene applicato con successo in ambiti e con problemi diversi, come ad esempio:
- Ritardo nelle prestazioni;
- Prestazioni inferiori alle potenzialità;
- Difficoltà scolastiche;
- Disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, discalculia, disortografia, disgrafia).
Il metodo Feuerstein è efficace in tutte quelle situazioni in cui è necessario stimolare un incremento delle prestazioni per permettere al bambino o all’adulto di diventare più flessibile.
Insegnare l’intelligenza
È possibile incentivare l’intelligenza del bambino seguendo alcuni consigli pratici da usare quotidianamente nella vita di tutti i giorni, anche da casa.
Vediamo alcuni suggerimenti indicati da Feuerstein per migliorare l’apprendimento cognitivo di vostro figlio e per fornire una corretta educazione.
Insegnate l’attenzione
Quando dovete dire qualcosa di importante guardate il piccolo negli occhi.
L’intelligenza dipende dall’attenzione. Uno studio della Washington University di Saint Louis ha scoperto che l’intelligenza fluida, quella cioè che permette di trovare soluzioni creative, dipende soprattutto dalla capacità di attenzione.
E l’attenzione non fa parte del patrimonio genetico, ma si impara come sosteneva Feuerstein. Fin da quando è neonato la mamma deve il più possibile stare vicino al piccolo, guardarlo negli occhi quando gli parla.
In questo modo insegna al neonato a concentrarsi sul suo volto. “L’interazione della mamma con il neonato è fondamentale per lo sviluppo affettivo e della capacità di apprendimento.”
Anche con i bambini più grandi dovete cercare di catturare la loro attenzione quando dovete insegnargli qualcosa.
Se ad esempio dovete spiegare a vostro figlio di non rubare il posto sullo scivolo a un altro bambino, prima di tutto mettetevi alla sua altezza, guardatelo negli occhi e annunciate le vostre intenzioni: “Adesso voglio dirti una cosa importante”; poi motivate quello che volete dire: “Se rubi il posto a un bambino, lo fai arrabbiare. Ti piacerebbe se lui lo facesse a te?”.
Infine, concludete, guardandolo sempre negli occhi, ribadendo la regola che volete insegnare: Quando vuoi salire sulla scivolo, aspetti il tuo turno”.
In questo modo avrete esercitato la sua attenzione e favorito la memorizzazione della regola.
Ambiente ordinato
Fate vivere il vostro bambino in un ambiente ordinato.
Un ambiente disordinato e confuso favorisce la disattenzione. Cercate di tenere la sua camera ben in ordine, in modo che ogni oggetto abbia il suo posto e il bambino possa scegliere intenzionalmente e senza perdersi nella confusione il gioco che vuole.
Possibilmente quell’ordine deve essere mantenuto anche da vostro figlio, sempre considerando l’età.
Per Feuerstein l’ordine dell’ambiente equivale all’ordine mentale.
L’uso delle parole
Motivatelo a esprimersi con le parole.
Insegnare il linguaggio a un bambino è fornirgli lo strumento indispensabile perché possa sperimentare i più alti livelli di astrazione del pensiero.
Abituatelo fin da piccolissimo ad esprimersi a parole e non con pianti. Ad esempio, se piange perché vuole un succo di frutta, anziché darglielo e basta, provate a stimolarlo in questo modo, in una mano tenete il succo e nell’altra un bicchiere d’acqua e chiedetegli: “Vuoi acqua o succo?”.
In questo modo sarà fortemente motivato a imparare la parola succo. “La parola diventa il mezzo più adatto per esprimere ciò che vuole”.
Il gioco dell’albero
Per aumentare il suo vocabolario proponetegli il gioco dell’albero.
Per arricchire il linguaggio del bambino proponetegli, ogni volta che si presenta l’occasione, il gioco dell’albero di Feuerstein. Si parte con una parola (il tronco) e via via la si arricchisce di particolari (i rami).
Ad esempio, partendo dalla parola “uva” si elencano prima le parti che compongono il frutto: acini o chicchi, buccia, grappolo, picciolo; poi si nominano tutti gli aggettivi che vengono in mente: tonda, dolce, aspra, bianca, nera; poi i verbi che si possono riferire a quella parola: lavare, raccogliere, mangiare spremere, pigiare; gli avverbi: si mangia lentamente; e infine chiedetegli di dire le categorie: cibo, vegetale, frutto.
Quest’ultima è la parte più stimolante dell’acquisizione della parola. “Attraverso le categorie i bambini imparano a mettere ordine nell’universo del linguaggio, stabiliscono delle gerarchie, fanno associazioni”.
Correggerlo da solo
Se sbaglia correggetelo ma non fatelo in pubblico.
Gli errori vanno corretti, ma secondo Feuerstein mai di fronte agli altri: il bambino si sentirebbe umiliato e potrebbe perdere la voglia di comunicare.
Quindi se vostro figlio commette un errore, aspettate il momento di essere soli, prendetelo da parte e con dolcezza spiegategli dove ha sbagliato.
Ricordategli anche i suoi miglioramenti.
Ad esempio, se ha sbagliato a pronunciare una parola, ditegli come si dice correttamente, poi aggiungete: “Ti ricordi quando non riuscivi a dire ‘arrosto’, ora invece lo dici bene…”. Sottolineando il precedente successo, non perderà la fiducia in sé.
Non interrompetelo
Ascoltate i suoi racconti senza interromperlo.
Se il piccolo vi sta raccontando un aneddoto sulla sua giornata a scuola e nel farlo si esprime male, ad esempio sbaglia un verbo, e voi lo correggete, rischiate di fargli perdere il filo del discorso e di chiudere la comunicazione.
“E’ importante non reprimere i bambini nella loro spontaneità espressiva, soprattutto quando raccontano qualcosa che li tocca emotivamente. Per correggere la sintassi avremo altre occasioni.”
Fare da solo
Lasciatelo fare da solo tutte le volte che ve lo chiede.
I bambini hanno grande capacità di osservazione e di imitazione, strumenti formidabili per lo sviluppo intellettivo e la capacità di concentrazione.
Quindi se vi chiedono di fare qualcosa: aiutare a lavare i piatti, sparecchiare, vestirsi da soli, lasciateli fare, anche se ci impiegheranno più tempo, se saranno approssimativi, o faranno dei pasticci, avranno modo di imparare.
Se vi sostituite sempre a loro nel fare le cose, non solo non impareranno, ma si sentiranno sottovalutati e perderanno fiducia nelle loro capacità.
La musica
Fategli ascoltare Mozart e la musica barocca, o comunque della musica.
Da tempo si sa che la musica influisce positivamente sul benessere fisico e mentale. Ma secondo recenti ricerche scientifiche è soprattutto la musica barocca (Vivaldi, Bach, Haendel) e quella di Mozart ad avere i maggiori vantaggi.
Infatti, queste musiche sono ricche di simmetrie e modelli ricorrenti, in grado di favorire il potenziamento della mente.
Le loro composizioni riescono a stimolare sia l’emisfero destro che l’emisfero sinistro, e inducono nei bambini calma e concentrazione.
Tecniche diagnostiche hanno dimostrato che ascoltare musica barocca nei primi anni di vita rafforza i circuiti neuronali e stimola la creatività e le aree del cervello specializzate nel favorire la motivazione.
Liberare la fantasia
Lasciatelo giocare al “far finta di”.
“Facciamo finta che io sono una principessa e tu una fata?”. Quante volte avete sentito i vostri bimbi inventare e interpretare personaggi astratti. Bene, lasciateli giocare il più possibile a questo tipo di giochi.
Infatti, giocare a travestirsi e a “far finta di essere qualcun altro, favorisce lo sviluppo del pensiero astratto, l’empatia e l’intelligenza emotiva, l’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi nell’altro, e stimola la creatività.
Numerose ricerche, oltre quelle di Feuerstein, hanno dimostrato che i bambini che fanno molti giochi di ruolo sono più sereni e collaborativi, hanno un vocabolario più ricco e meno problemi di apprendimento.
Diffidate invece dei cosiddetti “giochi intelligenti” proposti dall’industria. Anche se pensati per sviluppare la creatività dei piccoli, spesso mancano le caratteristiche più preziose: la spontaneità, la complessità e l’imprevedibilità.
“Giocare soltanto per giocare è uno dei diritti fondamentali del bambini, ed è qualcosa di cui al giorno d’oggi, con la mania dei giochi intelligenti, si sta derubando l’infanzia” dice il pediatra americano Berry T. Brazelton.
Compiti quotidiani
Assegnategli piccoli compiti quotidiani.
“Avere la responsabilità di svolgere un compito, se pur modesto, in modo continuativo e autonomo, esercita la memoria ed è il primo passo verso lo sviluppo del pensiero astratto.
Ad esempio, delegate il piccolo ad apparecchiare la tavola: la prima volta il bambino si porrà una serie di domande mettendo in atto complesse operazioni mentali come: contare, “Per ogni posto quante posate, bicchieri, tovaglioli e piatti dovrò mettere?”; pensare la sequenza giusta: “Porto prima i piatti o i tovaglioli?”; verificare di aver fatto giusto: “Che cosa manca?”.
Ripetendo ogni giorno questa routine, le operazioni mentali impiegate per l’esecuzione del compito vengono ricordate più facilmente e diventano parte del suo patrimonio intellettivo.
Imparare a dialogare
Quando vi fa una domanda, non rispondetegli subito, ma dialogate, imparerà di più.
Anziché rispondere subito a una domanda con una risposta pronta e finita, cercate di arrivare insieme al bambino alla risposta, dialogando e facendovi delle domande insieme, nell’ottica di cercare la risposta insieme a lui.
Quindi mettete in secondo piano i propositi didattici, resistete all’ansia di correggere e di fornire la risposta giusta, vuotatevi la mente e trovate insieme i modi con cui si potrebbe rispondere.
La domanda diventa un dialogo che non porta solo alla risposta, ma suscita nuove idee, fa acquisire informazioni, fa esplorare la conoscenza.
Secondo Feuerstein è nel dialogo che l’alunno e il maestro imparano insieme. Diventa così una ricerca in cui si stimola il pensiero e la creatività.
Ad es. se il bimbo vede un lombrico e vi chiede cos’è, anziché rispondere subito dialogate facendo altre domande: “Tu che cosa pensi che sia?”, vostro figlio potrebbe rispondere: “Ha la punta come quella di un pennarello”; e voi potreste suggerirgli: “Allora lo puoi prendere e portarlo a casa per disegnare?”, “No?”, “Però sarebbe divertente avere l’astuccio pieno di animaletti”.
Libertà di scelta
Esercitate la sua capacità di scelta.
Scegliere significa valutare confrontare, decidere. Fin da piccoli potete esercitare la capacità di scelta dei vostri figli mettendoli di fronte a due o tre alternative.
Ad es. “Oggi fa freddo, bisogna coprirsi bene. Decidi tu: quale tra queste due felpe preferisci?”.
Vedendo che rispettiamo le loro decisioni, inizieranno a percepire se stessi come persone in grado di operare delle scelte autonome e saranno più inclini a rispettare le nostre.
La famiglia
Raccontategli la storia della vostra famiglia.
Un bambino per essere sicuro di sé deve sapere che non viene dal nulla, che alle sue spalle ci sono delle tradizioni, ricche di esperienze e saggezza, da cui lui, inconsapevolmente, ha ereditato delle caratteristiche.
Inoltre le tradizioni e i riti sono momenti di grande insegnamento perché ricchi di emozione e di affetto, ad esempio un bambino imparerà facilmente che cos’è la luce e il buio guardando le candeline luminose sull’albero di Natale.
Oggi che le vecchie tradizioni sono quasi del tutto scomparse, cercate voi di costruire dei riti famigliari, come il pranzo della domenica, la visita al nonno e agli zii, raccontategli la storia della vostra famiglia, sfogliate insieme vecchi album di foto, sollecitatelo a fare domande sul passato.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook.
2 Comments
gent.ma , ho scelto come argomento d’approfondimento per la tesi s u Feuerstein e il potenziamento cognitivo
gentilmente le volevo chiedere un suggerimento bibliografico.
cordiali saluti.
Mi coglie in fallo… perché non saprei quali testi consiglierle, ma per fortuna in rete ci sono molte indicazioni e sicuramente molti spunti per la ricerca.
In bocca al lupo
Marilena