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30/03/2018Il Metodo Montessori ha come obiettivo quello di rendere il bambino libero.
Il metodo Montessori è un sistema educativo creato e sviluppato da Maria Montessori. E’ conosciuto sia in Italia che all’estero e viene praticato in circa 65 mila scuole di tutto il mondo.
Secondo Maria Montessori la vera salute, fisica e mentale, è il risultato della “liberazione dell’anima”.
In questo percorso di liberalizzazione del bambino, l’adulto deve intervenire solo per aiutarlo a conquistarla. Ricreare ambienti familiari “su misura“, fornire oggetti pedagogici appositamente studiati, favorisce lo sviluppo intellettuale del bambino.
Una attenta osservazione del suo comportamento, senza interferire, gli permetterà di imparare e di autocorreggersi.
L’adulto deve essere un “angelo custode” e lasciare il bimbo di esprimersi. Ricreare ambienti che possano aiutarlo ad interfacciarsi con la vita di tutti i giorni e fornire oggetti pedagogici pensati ad hoc, aumenta lo sviluppo intellettuale del bambino.
Non interferire permetterà al bimbo di autocorreggersi e pensare a soluzioni per risolvere eventuali ostacoli.
Presupposti del metodo
Gli elementi fondamentali nella pedagogia scientifica della Montessori sono essenzialmente tre:
- un ambiente preparato, studiato a misura di bambino e perfettamente funzionale al “fare da sé”, adatto alle esigenze del bambino, alla sua sicurezza e che stimoli non solo la sua curiosità ma anche la sua capacità organizzativa di creare il riordino delle cose,
- uno specifico materiale di sviluppo, strutturato e auto-correttivo, ideato dalla pedagogista per offrire al bambino la possibilità di esercitare sensi e intelletto, solitamente si tratta di materiali e strumenti estremamente semplici perché quella che deve lavorare è la fantasia e la creatività del bambino che deve nascere spontanea e non preconfezionata,
- un insegnante formato, in grado di accompagnare l’allievo nel percorso di crescita, osservando le sue azioni senza intromettersi o anticiparne i processi di sviluppo e supportandolo in maniera spesso indiretta, che sappia essere empatico e soprattutto comprenda i suoi tempi e metodi di esplicazione delle sue abilità.
Il suo metodo fu rivoluzionario non solo perché metteva al centro della considerazione il bambino e le sue esigenze, prima ancora del programma d’insegnamento o dei risultati da raggiungere, ma perché essa elaborò tale sistema didattico con osservazioni scientifiche, cioè studiando il comportamento dei bambini e la loro risposta ai diversi stimoli, creando uno stile d’insegnamento che lei stessa tramanderà ai colleghi istruendo direttamente le insegnanti.
Il successo internazionale è la testimonianza di come il metodo sia efficace e estremamente formativo.
I bambini che escono dalle scuole montessoriane sono notevolmente più abili intellettualmente e più capaci di arrangiarsi nel risolvere ogni problema pratico o personale, questo perché l’insegnamento sta proprio nel fatto di mettere il bambino nelle condizioni di apprendere partendo innanzitutto dalle proprie possibilità e capacità.
Ovviamente tale metodo d’insegnamento deve tener conto di due fattori importanti: che ogni bambino è diverso dagli altri, sia nella maturazione che nei tempi di reazione, e che le materie d’interesse non sono le stesse per tutti.
L’insegnamento per la Montessori è un momento ludico di apprendimento, che si impara giocando e condividendo con gli altri, che si apprende da soli o insieme al gruppo che collabora per un risultato.
Ovviamente l’insegnamento non può non tener conto della diversa età e maturità degli scolari, infatti il sistema del metodo varia a seconda delle fascia di età, che corrispondono ad una maturità non solo fisica ma anche emotiva.
Diverse fasce di età
Per la Montessori le fasce di età corrispondevano a diversi livelli di sviluppo che venivano chiamati i 4 “periodi sensitivi”, e che corrispondono alle differenziazioni di seguito riportate.
L’infanzia
Dalla nascita ai 6 anni, l’infanzia è il periodo della creazione individuale in cui il bambino è guidato dal pensiero concreto e cerca una propria indipendenza fisica relazionandosi con l’ambiente, analizzandolo in tutte le sue parti grazie ad una “mente assorbente” che si interessa soprattutto all’ordine, al movimento e al linguaggio, costruendo da sé le sue prime conoscenze.
La fanciullezza
Dai 6 ai 12 anni il bambino consolida ed approfondisce ciò che ha appreso durante l’infanzia e si pone domande su ciò che percepisce, costruendo una propria indipendenza intellettuale. In questa fase avviene il passaggio dal pensiero concreto a quello astratto e logico.
L’adolescenza
Dai 12 ai 18 anni il giovane si trova ad affrontare repentini cambiamenti fisici e psicologici, è concentrato su se stesso, cerca l’indipendenza emotiva, sperimenta la gestione delle proprie emozioni e si dimostra sensibile agli aspetti sociali della vita, cercando il proprio ruolo tra i coetanei.
Si dedica ad attività creative, arricchisce la propria cultura sviluppando un personale pensiero critico.
La maturità
Dai 18 ai 24 anni l’uomo, ormai adulto, costruisce consapevolmente la propria spiritualità, distingue in modo conscio ciò che è giusto da ciò che non lo è e ricerca il proprio scopo nel mondo, diventando del tutto indipendente.
La finalità del metodo
Le linee fondamentali del metodo montessoriano si pongono l’obiettivo di condurre il bambino verso l’indipendenza, rispettandone tempi e individualità.
In una scuola montessoriana, la costruzione delle conoscenze e delle competenze è graduale e personalizzata, ciascuno studente può scegliere su quali argomenti e su quali esperienze concentrare il lavoro, in piena libertà.
Sulla “libertà montessoriana” c’è spesso confusione: non si tratta di una libertà assoluta e priva di regole, che condurrebbe all’anarchia, ma è libertà nella possibilità di decidere, all’interno di un contesto scientifico creato appositamente a quello scopo, a quali attività applicarsi.
La pedagogia montessoriana apre di contro ad una visione più scientifica che oggi torna in auge poiché scuole e famiglie sentono l’esigenza di riattivare un percorso di conoscenza dedicato alla parte scientifica della cultura.
La scuola montessoriana
Il metodo scolastico Montessori risponde ai bisogni degli studenti assecondando le caratteristiche dei quattro piani di sviluppo.
Nei nidi i più piccoli imparano a prendersi cura di se stessi e dell’ambiente che li circonda attraverso attività quotidiane legate alla vita pratica, esplorando l’ambiente a livello percettivo con il materiale sensoriale a disposizione.
Nella scuola primaria Montessori sono forniti strumenti di esplorazione chiari e logici, graduati nella complessità, che i bambini possono utilizzare autonomamente, appassionandosi alla conoscenza.
Ai livelli superiori, per rispondere al forte bisogno di socialità proprio dell’adolescente, la scuola Montessori aggiunge alla proposta formativa un percorso di vita in comunità e di lavoro.
L’insegnante montessoriano accompagna il bambino nel percorso di crescita fornendogli dei confini entro i quali potersi muovere liberamente, offrendogli i materiali di sviluppo e ritirandosi nell’osservazione ogni qualvolta il bambino sia in grado di procedere da solo, ma sempre pronto ad intervenire in supporto quando ci sia bisogno o richiesta di aiuto.
Nelle scuole montessoriane l’importanza della formazione degli insegnanti è fondamentale per la giusta ed adeguata applicazione del metodo, affinché produca i brillanti risultati per cui è preposto.
È necessario dunque che gli insegnanti siano non solo adeguatamente formati, ma anche sufficientemente sensibili ed empatici per entrare in contatto emotivo col bambino e poterlo comprendere al meglio, potendo così fornire gli strumenti e gli schemi ad esso più consoni, per metterlo in condizioni di sviluppare al meglio le sue potenzialità e implementare quelle più carenti.
Educare alla libertà
Nel libro “Educare alla libertà”, la pedagogista Maria Montessori fissa delle regole fondamentali del metodo montessoriano sull’educazione del bambino, regole che possono essere applicate in ogni ambiente: nella scuola, a casa mentre si fanno i compiti oppure si gioca, nelle occasioni in cui il bambino si relaziona con gli altri e con l’ambiente.
Tali principi, estratti dal suo manuale, sono la base di ogni insegnamento e devono essere l’essenza di ogni metodo educativo, essi possono essere fondamentalmente raggruppati in 10 punti essenziali di seguito esposti.
1) Educare all’indipendenza
Servire i bambini significa soffocare le loro capacità. Quindi compito dei genitori e degli educatori è aiutarli a compiere da soli le loro conquiste come imparare a camminare, a correre, a lavarsi.
“La madre che imbocca il bambino senza compiere lo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio, non lo sta educando, lo tratta come un fantoccio. Insegnare a mangiare, a lavarsi, a vestirsi è un lavoro ben più difficile che imboccarlo, lavarlo e vestirlo.”
2) Educare alla libertà
“Mai impedire a un bambino di fare qualcosa solo perchè è troppo piccolo”.
Non bisogna giudicare la capacità dei bambini in base all’età e non lasciargli fare qualcosa perché troppo piccoli. Bisogna dimostrare fiducia e lasciargli svolgere i compiti più facili.
Ad esempio un bambino di due anni potrà mettere il pane in tavola, mentre quello di quattro portare i piatti. I bambini sono soddisfatti quando hanno dato il massimo di cui sono capaci e non si vedono esclusi dalla possibilità di esercitarsi.
3) Abituare a fare da sè
“Abituare un bambino a fare con precisione è un ottimo esercizio per sviluppare l’armonia del corpo”.
I bambini sono naturalmente attratti dai particolari e dal compiere con esattezza determinati atti.
Ad esempio, lavarsi le mani diventa per loro un gesto più interessante se gli si insegna che poi devono rimettere il sapone nel posto giusto; oppure versare l’acqua è più divertente se gli si dice di stare attenti a non toccare il bicchiere.
E imparare ad agire con precisione è un ottimo esercizio per armonizzare il corpo e imparare il controllo dei movimenti. Uno degli esercizi più utili consigliati dalla Montessori è insegnare ai piccoli ad apparecchiare con diligenza, servire a tavola, mangiare composti, lavare piatti e riporre le stoviglie.
4) L’educatore angelo custode
“Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco.”
L’insegnante deve rispettare il bambino che fa un errore, e indirizzarlo a correggersi da solo. Chiaramente l’educatore deve intervenire in modo fermo e deciso quando il bambino fa qualcosa di pericoloso per sé e per gli altri.
5) Mai forzare un bambino
“Mai forzare un bambino a fare qualcosa”.
Bisogna rispettare il bambino che si vuole riposare da un’attività e si limita a guardare gli altri bambini lavorare.
Anche così s’impara. L’educatore non deve forzarlo a fare per forza qualcosa.
6) Il contatto con la natura
“Educare al contatto con la natura”.
Far vivere il più possibile il bambino a contatto con la natura. Perché il sentimento della natura cresce con l’esercizio. Un bambino lasciato in mezzo alla natura tira fuori delle energie muscolari superiori a quello che i genitori pensano.
“Se fate una passeggiata in montagna non prendete il piccolo in braccio, ma lasciatelo libero, mettetevi voi al suo passo, aspettate con pazienza che raccolga un fiore, che osservi un uccellino”.
7) cura degli animali
“Innaffiare le piante e prendersi cura degli animali abitua alla previdenza”.
Educate il bambino a prendersi cura degli esseri viventi. Le cure premurose verso piante e animali sono la soddisfazione di uno degli istinti più vivi dell’anima infantile.
“Nessuna cosa è più capace di questa di risvegliare un atteggiamento di previdenza nel piccolo che è abituato a vivere senza pensare al domani. Ma quando sa che gli animali hanno bisogno di lui e che le pianticelle si seccano se non le innaffia, il suo amore va collegando l’atto di oggi con il rinascere del giorno seguente.”
8) Sviluppare i talenti
“Sviluppare i talenti del figlio e mai parlare male di un altro bambino”.
L’educatore (sia esso insegnante, genitore o educatore) deve concentrarsi sul rafforzare e sviluppare ciò che c’è di positivo nel bambino, i suoi pregi e i suoi talenti, in modo che la presenza delle sue capacità possa lasciare sempre meno spazio ai difetti.
E mai parlare male del bambino in sua presenza o assenza o parlare male di qualcun altro.
9) A misura di bambino
“L’ambiente scolastico deve essere a misura di bambino”.
La scuola deve essere un ambiente accogliente e familiare in cui tutti i mobili e gli oggetti (sedie, tavoli, lavandini) siano modellati sulle misure ed esigenze dei piccoli.
I materiali didattici devono essere appositamente studiati, ad esempio: oggetti da montare, incastri, cartoncini, che favoriscono lo sviluppo intellettuale del bambino e permettono l’autocorrezione dell’errore, cioè il bambino capisce subito se un incastro è sbagliato e sarà portato a cercare l’incastro corretto.
Un bambino posto in un ambiente idoneo a contatto con i materiali giusti e sotto la guida di un insegnante attento e discreto potrà sperimentare e affinare le sue immense potenzialità.
10) I bambini sono i viaggiatori
“I bambini sono i viaggiatori della vita e noi adulti i suoi ciceroni”.
“Il bambino è come un viaggiatore che osserva le cose nuove e cerca di capire il linguaggio sconosciuto di chi lo circonda. Noi adulti siamo i ciceroni di questi viaggiatori che fanno il loro ingresso nella vita umana”.
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