La definizione di pensiero laterale è stata coniata negli anni ’90 da uno psicologo di Malta Edwrd De Bono e fa riferimento ad una particolare abilità dell’individuo nella risoluzione dei problemi, o problem solving, che si possono presentare occasionalmente, spesso o quotidianamente nella vita.
Lo studioso De Bono distingueva tale tipo di pensiero dal pensiero razionale che tende ad una valutazione della realtà così come si presenta, per mezzo della mera logica e della pura osservazione critica.
Pur essendo molto analitico e presuppone una capacità mentale particolare, il pensiero razionale ha delle limitazioni che derivano appunto dall’uso del solo raziocinio come strumento di lettura delle questioni.
In realtà la nostra mente è dotata anche di un’altra capacità, molto più elaborativa e risolutiva.
Si tratta della capacità di pensiero laterale che, partendo dall’esamina di un problema, cerca di trovare la soluzione non ottimale, che potrebbe appartenere al pensiero razionale, ma quella più rapida, efficace e meglio risolutiva della situazione, quella che comporta meno investimento di tempo ed energie per un risultato ottimale.
Una soluzione diretta al problema, dritto al dunque, che in psicologia viene tradotto con la capacità di andare direttamente alla questione che sta alla radice del caso.
In grafologia si nota nella scrittura che procede rapida e decisa verso il margine destro.
La capacità di risoluzione dei problemi, di organizzazione dei fattori e della rapidità di risposta cognitiva emerge dalla scrittura veloce, essenziale e rapida verso destra, che non si interrompe, non si ferma a definire le forme delle lettere e che crea uno scritto elementare nella sua struttura ma spedito, estremamente dinamico, senza abbellimenti inutili, o prolungamenti verso l’alto o verso il basso, svelto e dritto verso il margine destro che viene solitamente raggiunto (per capire il significato rimando ad un mio specifico articolo sulla spiegazione dei margini e dell’uso dello spazio).
Il pensiero laterale permette di valutare qualunque problema sotto dei punti di vista completamente diversi dall’analisi meramente logica.
La diversa prospettiva di valutazione si ottiene spostando il pensiero su percorsi diversi, insoliti e inusuali per arrivare ad elaborare un pensiero ed un programma attuativo nuovo.
Facciamo degli esempi che consistono in tecniche di enpowerment tratte dallo stesso studio offerto da De Bono (per capire che cos’è l’empowerment ed il problem-solving prova a leggere il mio articolo sul lavoro del Counselor).
Il caso dei 3 interruttori.
In una stanza ci sono tre interruttori, ma non si sa quale dei tre controlla la lampada di una altra stanza non contigua, le condizioni iniziali del test sono: i tre interruttori sono in posizione off e la lampadina nella stanza che vogliamo illuminare è spenta.
Supponendo di poter accendere e spegnere gli interruttori quante volte si vuole, ma avendo una sola opportunità di andare a controllare lo stato della lampadina, è possibile stabilire con certezza quale interruttore ne determina l’accensione?
La risposta del pensiero verticale- razionale è no perché è impossibile indovinare con una sola mossa.
La soluzione sarebbe stata facile se gli interruttori fossero stati solo due, cioè accendere un interruttore a caso, andare a verificare nella stanza lo stato della lampadina, se è accesa è quello l’interruttore determinante se è spenta lo è l’altro.
Nella situazione dei tre interruttori si può ancora accenderne uno a caso, ma solo se si è fortunati (le probabilità scendono al 33%) si troverà la lampadina accesa e il problema risolto.
Se la lampadina è spenta si potrà solo cercare di indovinare qual è l’interruttore determinante, ma in tal caso si può essere più o meno fortunati e non si realizza nessuna abilità.
Il Pensiero laterale suggerisce, invece, di uscire dagli schemi abituali e di provare altre tecniche, come per esempio quella di seguito descritta.
Si possono anche accendere contemporaneamente due interruttori e verificare se nella stanza in questione vi è luce, se la risposta è positiva abbiamo selezionato almeno uno degli interruttori, riducendo le probabilità a 2 interruttori anziché 3, mentre se è spenta la luce abbiamo trovato l’interruttore giusto, cioè quello non attivato.
Il caso dei 6 cappelli (che amplia le capacità emotive ed empatiche, se vuoi sapere che cos’è l’empatia prova a leggere il mio articolo sull’argomento).
In una riunione ci sono 6 persone le quali devono assumere un ruolo diverso e differente tra loro, questo presuppone delle condizioni mentali ed atteggiamenti completamente differenti se non addirittura in contrasto tra loro, ogni ruolo è rappresentato da 6 cappelli di colore diverso: bianco, blu, nero, giallo, rosso e verde.
Ad ogni colore corrisponde un determinato pensiero ed atteggiamento mentale.
Assumere un cappello diverso ed entrare nella mente della persona con un ruolo e colore definito porta a sviluppare la mente emotiva, sviluppando empatia, punti di vista diversi e fuori dai nostri soliti canoni, si disimpara il ricorso a preconcetti e pregiudizi e apre la mente verso altre prospettive.
È un test particolarmente difficile perché la persona per interpretare un ruolo diverso da sé deve costringersi ad andare contro natura, contro il suo solito modo di ragionare ed agire, ma è un metodo che può insegnare a comprendere altre situazioni mai prima valutate.
Un altro esempio pratico di utilizzo del pensiero laterale applicato è l’uso nell’ambito delle scuole, per l’insegnamento ai ragazzi con deficit del DSA o per chi ha altri tipi di difficoltà nell’apprendimento, delle mappe creative o mappe mentali di Tony Buzan.
Si tratta in pratica di semplificazioni mediante l’uso di schemi mappati che associano poche parole ad un concetto mediante un organigramma e che permette una più facile memorizzazione ed assimilazione.
In questo articolo alcuni consigli per aiutare a risolvere il problema della disgrafia, spesso connessa ad un problema di DSA o altro deficit.
2 Comments
complimenti molto istruttivo ed interessante!!!
GRazie mille
Marilena