
La sudditanza psicologica
01/02/2017
Il complesso di Dafne
04/02/2017Il Re è nudo! solo un bambino ebbe il coraggio di dirlo.
Questa è una celebre frase detta da un bambino della fiaba ‘I vestiti nuovi dell’imperatore’ di Hans Christian Andersen. In queste parole c’è tutto il coraggio e il desiderio di vedere le cose con i propri occhi che solo un animo innocente riesce a fare.
Ma per capire la morale della fiaba e l’importanza della frase detta da un ragazzino occorre fare un sunto della storia.
La storia del Re nudo
Nella fiaba si narra di un Re che amava i vestiti, il lusso e l’ostentazione, un vero narcisista. Un giorno nel suo regno capitarono due impostori che, spacciandosi per tessitori raffinati e di prestigio (due imbonitori dei tempi moderni!), illusero il Re di poter tessere solo per lui un abito che sarebbe stato il più bello del mondo.
L’abito, di fatto inesistente, avrebbe avuto anche un’altra qualità: aveva il potere di far diventare invisibili sia gli uomini che non erano all’altezza della loro carica e sia quelli molto stupidi.
In pratica i due furbastri non solo si sarebbero fatti dare del denaro per un lavoro sartoriale mai eseguito, ma si assicuravano pure l’impunità, in quanto nessuno avrebbe osato far capire al Re quanto fossero incapaci o stupidi, quindi nessuno avrebbe osato dire che non vedevano alcun vestito.
I truffatori finsero di lavorare sui tessuti, ma nessuno osò denunciare la truffa proprio per quel meccanismo perverso che prevedeva un’ammissione di colpa, così il Re fu mandato in corteo come mamma l’ha fatto, ma nessuno osava contestare il fatto che fosse nudo.
E così l’imperatore, troppo ambizioso ed egocentrico, aprì il corteo sotto il bel baldacchino completamente nudo e tutti coloro che erano accorsi o stavano alla finestra gli gridavano: «Che meraviglia i nuovi vestiti dell’imperatore! Che splendido strascico porta! Come gli stanno bene!».
La sudditanza psicologica
Questo atteggiamento del popolo, raccontato molto bene dallo scrittore Andersen, esprime in maniera molto efficace il meccanismo della sudditanza psicologica verso un capo, un governante o un Re, chiunque abbia del potere e induca negli altri il timore di abusarne.
Non è solo la paura di essere riconosciuti come incapaci o stupidi (grazie alla magia del vestito), il popolo era già sottomesso psicologicamente al potere del Re nudo perchè non aveva il coraggio di contestarlo.
Sono presenti nella sudditanza ingredienti psicologici vantaggiosi e persino convenienti. Limitarsi a eseguire, senza soffermarsi su quanto veramente si vede o si ascolta (nel nostro caso il vedere un Re nudo) consente una forma di libertà: la libertà dalle responsabilità.
È la libertà della leggerezza, esentati dalla fatica di scegliere, di interrogarsi su come si stia concorrendo al significato di un limite o di un dovere, che comporta incertezza, dubbi e soprattutto responsabilità.
Convinti di eseguire un ordine si ottiene anche la rassicurante convinzione di non sentirsi complici delle regole a cui ci si è attenuti.
L’opposto della sudditanza non è solo la ribellione ostile e arrabbiata, che della sudditanza conserva lo stesso rifiuto ad assumersi la responsabilità delle regole e delle leggi.
L’opposto della sudditanza è la cittadinanza, la capacità di riconoscersi nelle regole, lo sforzo di esplorare convivenza e partecipazione, la nobilitazione del legame come opportunità e non come perdita, la capacità di dissenso esplicito e negoziato, piuttosto che il sotterfugio di chi da suddito non cerca responsabilità ma alibi.
Il re è veramente nudo!
Ritornando alla storia di Andersen, ad un certo punto, dopo le tante lusinghe false ed opportuniste del popolo, si solleva la voce sincera ed innocente di un bambino che esclama: «Ma non ha niente addosso! Il Re è nudo!».
Il padre che gli era accanto e che voleva proteggerlo disse: «Signore, sentite la voce dell’innocenza!», ma dopo aver sentito il bambino le voci del popolo cominciarono a farsi sentire, il popolo cominciò a porre in dubbio il fatto che realmente il re fosse nudo e senza un vestito e che il bambino avesse ragione: «Non ha niente addosso! C’è un bambino che dice che non ha niente addosso!». «Non ha proprio niente addosso!» gridava alla fine tutta la gente.
E l’imperatore, troppo tronfio e pieno di sé per pensare di essere stupido e di essere stato ingannato, pur rendendosi conto di essere nudo, non volendo ammettere le proprie colpe, continuò il corteo facendo finta di essere vestito, e dietro di lui i suoi ciambellani che non volevano perdere il lavoro, a continuar a far finta di sorreggere lo strascico di un Re completamente nudo!.
Analisi dei personaggi
I tessitori truffatori rappresentano gli imbonitori, i truffatori, i ladri che non mancano in tutte le epoche, la nostra compresa, essi fanno soltanto un unico lavoro che è quello di prendere soldi per un lavoro che non faranno mai o che non meritano.
Il vestito di un Re nudo rappresenta la fama e il denaro che persone simili ottengono.
C’è poi il popolo e la corte che per compiacere il Re, per non essere contestati e per non passare per stupidi o diversi, non fanno altro che ripetere come degli ebeti quello che dicono gli altri, nonostante i loro occhi e tutti gli altri sensi percepiscano diversamente.
Non è dunque importante per la massa avere un’idea o una personale visione della faccenda, l’importante è aderire al gruppo, aderire alla massa, adeguarsi agli altri per nascondersi dietro di loro, perché se una cosa la dicono in tanti, quei tanti la rendono vera.
Chi va contro l’ordinario infatti è sempre un diverso, un indipendente e io direi anche un eroe.
L’unico a parlare è un ragazzino perché solo chi ha l’animo di un bambino, non corrotto dal potere, dai giochi di ruolo, dalle falsità, può vedere la realtà dei fatti così com’è.
Trasportata in psicologia questa dualità rappresenta anche una parte di noi stessi
La scelta della verità
Lo stato dell’Io Bambino, la condizione pura e semplice dell’individuo, è il campo dell’emotività, è la parte di noi che comprende i nostri sentimenti, le nostre emozioni, i nostri stati d’animo, che è dentro di noi ancora pura ed incontaminata dalle influenze esterne e dalle brutture della società.
Solo un stato bambino vede un Re nudo.
Lo stato dell’Io Adulto è, invece, il campo del razionale, la parte che si è adattata ai giochi di società e di ruolo, che è succube del potere di chi comanda e gestisce, che si adegua e si adatta per poter mantenere un posto, un ruolo, ed avere un riconoscimento sociale positivo e non di critica.
É la parte di noi che raccoglie le informazioni, analizza i dati, li sintetizza, è la nostra parte capace di pensiero logico ma che per razionalità fa le scelte di convenienza e di opportunismo, e questo spesso significa andare oltre alla verità dei fatti e non tener conto del pensiero interiore, delle idee e dei sentimenti.
Per poter costruire delle relazioni stabili e durature, senza critiche e cambiamenti, l’uomo deve bilanciare questo tipo di relazioni ed avviare un compromesso tra di esse, che sia la scelta più vantaggiosa e meno rischiosa ma anche quella che causa meno complicazioni e contestazioni.
Uscire dalla massa è dal gruppo vuol dire essere coraggiosi e consapevoli del fatto che se si violano delle regole sociali di convenienza occorre fare i conti con la reazione della società stessa, che tenderà ad escludere ed isolare il membro dissenziente e non osservante.
Fare una scelta di pensiero puro e di verità porta a delle controindicazioni: si è sempre più soli degli altri.
Sono sempre stata dell’idea che non occorre avere tanti amici, bastano quei pochi, ma che siano onesti e sinceri, così come sono sempre stata dell’idea che la verità, l’onestà e la coerenza non possono essere scambiati con nulla che abbia lo stesso valore.
Se essere se stessi e dire la verità significa non far parte della maggior parte della gente ben contenta di essere tra i pochi che sanno riconoscere un re nudo.
Ogni scelta di vita va calibrata con il risultato ottenibile e le reazioni del nostro ambiente, ma vi assicuro che una mente libera rende libero anche l’uomo.
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12 Comments
[…] Marilena Cremaschini analizza in modo impeccabile questa favola: “Uscire dalla massa e dal gruppo vuol dire essere coraggiosi e consapevoli del fatto che se si violano delle regole sociali di convenienza occorre fare i conti con la reazione della società stessa che tenderà ad escludere ed isolare il membro dissenziente e non osservante. Fare una scelta di pensiero puro e di verità porta a delle controindicazioni.” […]
Grazie mille signora per i suoi complimenti, ed è vero pesare con la propria testa ci rende dei diversi….
Spero di avere altre sue opinioni, qualunque esse siano, sui miei articoli.
A presto
Marilena
Ho dovuto vivere, o forse meglio sopravvivere, settantuno anni, amareggiato di non esser riuscito a mettere insieme un gruppo, ma anche solo due, che avessero l’ardire di andare controcorrente, per riuscire infine a rispecchiarmi nel contenuto di questo articolo. Chissà se Marilena Cremaschini, oltre ad analizzare i comportamenti degli esseri umani per studio/lavoro, possa anche essere una persona libera?
Se non lo fossi non potrei insegnare come esserlo…
Marilena
[…] “Il re è nudo! La capacità di vedere coi propri occhi“, Marilena Cremaschini, 1 febbraio 2017. […]
Grazie della citazione
Marilena
[…] “Il re è nudo! La capacità di vedere coi propri occhi“, Marilena Cremaschini, 1 febbraio 2017. […]
Grazie della citazione.
Marilena
Ho ricevuto questo post da un’amica no vax che evidentemente la erge a paladina. Evidentemente confondendosi sul concetto di massa..
Non sempre la minoranza è nel giusto, ma può essere ancora più difficile riconoscere di avere torto quando ci si sente oppressi.
Il sentirsi oppressi è già di per se un sentimento che induce a pensare che qualcosa non va.
L’amicizia non vuol dire dover cambiare l’altro, ma accettarlo com’è.
saluti
saluti
Marilena
Ho postato il commento proprio per sottolineare come alcune posizioni intransigenti possano trovare spalle insospettabili…anche a chi nulla a che fare con loro. Quanto alla mia amica, mi creda, oramai siamo a dei livelli tali che neanche Ghandi saprebbe farla riflettere… perché non scrive un articolo su questo?
Grazie della sua risposta
Quanto al suggerimento: ci penserò..
saluti