Il soggetto passivo di una comunicazione è colui che non partecipa attivamente alla interrelazione con gli altri, non apporta alcun contributo, non esprime idee e pensieri che gli altri possano valutare e tenere in considerazione, non ha una posizione rilevante e di rilievo.
In pratica è inesistente se non fosse per il fatto che viene meramente utilizzato per eseguire gli ordini impartiti dagli altri, senza che egli possa opporvisi od eventualmente esporre dissenso, critica o altre sue considerazioni personali.
Tale atteggiamento presuppone una sensibilità particolarmente timorosa, riservata, riverente, paurosa, di soggezione e facilmente condizionante sia da fattori esterni che dalle persone con cui si trova a dover avere a che fare, egli è privo di auto stima e di assertività, con la costante ossessione di poter essere preso in giro o deriso, nella comunicazione non avrà alcuna posizione propositiva.
Ma queste condizioni possono essere modificate con un counseling che permette di sviluppare sia tecniche di empawerment, che di rafforzamento dell’autostima e del proprio valore e capacità, affinché il soggetto passivo si trasformi in un soggetto assertivo, cioè che abbia assertività, trasformando la comunicazione con gli altri in una comunicazione assertiva.
Interessante al riguardo è la comunicazione assertiva da tenere sul luogo di lavoro per riuscire nei progetti di crescita professionale che ci si è prefissati.
Il soggetto passivo difficilmente esprime un parere personale circa un determinato argomento, ma si limita a fare quello che gli altri gli impongono. “Dimmi tu, a me va bene tutto!” è la frase che ripete con maggior frequenza.
Il suo obiettivo è ottenere l’approvazione di tutti, evitando di farsi ipotetici nemici. Dietro questo comportamento accondiscendente si nasconde ovviamente una forte insicurezza.
Se non esprimi mai la tua opinione, che magari ritieni irrilevante o insignificante, finirai per essere sottovalutato e sminuito dagli altri, che si abituano ed adattano a tale atteggiamento, dando per scontato che sarà così per sempre.
Chi sta dall’altra parte, infatti, si aspetterà da te le solite risposte e darà per naturale in quanto così ha sempre osservato, la totale disponibilità in ogni occasione e per qualsiasi cosa, senza prendersi cura di chiedere l’opinione o l’interesse del sottoposto, non interessandosi minimamente a ciò che desideri davvero.
Il tuo punto di vista è importante quanto quello degli altri, impara a valorizzarlo e ad esprimerlo senza timore, non puoi aspettare che gli altri ti diano importanza quando tu stesso sei il primo a disconoscerla, quindi come prima cosa va fatto un lavoro con un counselor che ti permetta di avere più sicurezza in te basandoti sulle tue reali dote e capacità concrete, non quindi campate per aria, e che puoi dimostrare si da subito, aumentando quelle che invece sono ancora in uno stato embrionale o latente e che non aspettano altro di essere messe in evidenza.
Molto spesso mi è capitato di vedere persone farsi trattare come cagnolini al guinzaglio, persone deboli e incapaci di reagire di fronte alle provocazioni meschine e agli insulti gratuiti, persone disposte a tutto pur di ottenere un briciolo di considerazione.
Beh, se anche tu pensi di ottenere il rispetto e la stima degli altri attraverso la sottomissione, sei completamente fuori strada.
Le persone più apprezzate sono quelle sicure di sé, dotate di grande autostima, sempre pronte al confronto e in grado di replicare a tono quando necessario.
Anziché buttarti giù e sentirti mortificato, devi trasmettere in modo chiaro che non sei disposto a farti usare da nessuno.
Ecco per te alcuni consigli tipici della comunicazione assertiva:
Quando il soggetto passivo riceve una critica o litiga con qualcuno, in automatico crede di aver torto e si sente in colpa, perché da parte sua c’è sempre l’autocritica di essere sbagliato ed inadeguato, invece il torto può essere da tutt’altra parte ma per notarlo in prima persona e poi farlo notare agli altri occorre avere abbastanza coraggio ed assertività da non temere di esprime ciò che si pensa, indipendentemente dalle risposte degli altri.
Nella comunicazione assertiva è molto importante saper accettare le obiezioni e le critiche, non dimenticando al tempo stesso il proprio valore e le proprie idee.
Non credere di essere l’unico a commettere degli errori durante una discussione, perché non è così, anche gli altri sbagliano e spesso si servono della tua personalità remissiva per camuffare le loro colpe, un bieco stratagemma per uscirne puliti.
Spesso le persone passive cercano di giustificare il loro atteggiamento, ma questa è soltanto una scusa per nascondersi e per la paura di affrontare veramente gli altri, paure che spesso sono inconsistenti ed esistono solo nella mente del passivo che si fa mille complessi, quando in realtà molto probabilmente gli altri non vedono l’ora di ascoltarlo volentieri e di sentire delle idee valide, da usare sul lavoro e nella gestione dell’attività.
Tali persone passive poi tentavano di attaccarsi ai miei più banali errori per nascondere in realtà i loro punti di debolezza.
Non cadere mai in questi sciocchi tranelli, non pensare mai di essere un fallito o di non valere niente, non sottovalutare mai la tua intelligenza in fase di dibattito e non sentirti mai in colpa per errori di piccola entità.
Tutti possono sbagliare, anche le persona più capaci e geniali e tutti possono fare degli errori anche i più esperti, quindi è del tutto normale errare, ma questa paura di sbagliare e di non essere all’altezza della situazione non deve essere una scusante per non mettersi mai in gioco e provare veramente a se stesso ed agli altri il proprio valore.
Le persone passive cercano di evitare ogni forma di scontro che possa metterle in difficoltà nei vari contesti sociali e sono addirittura disposte a scendere a compromessi svantaggiosi, ma difficilmente riescono poi a costruire buoni rapporti con gli altri.
Anche tu annulleresti te stesso e ingoieresti bocconi amari per tutta la vita, pur di non affrontare una semplice controversia? Beh, sappi che non sempre evitare i conflitti è la strada migliore, soprattutto se il prezzo da pagare è alto.
Non demonizzare i conflitti come fossero la principale causa di rottura delle relazioni, poiché alcune volte possono rivelarsi motivo di arricchimento interiore o di scambio reciproco di informazioni.
I conflitti, se gestiti in maniera costruttiva, possono rappresentare un’ottima occasione per conoscere meglio se stessi e migliorare i rapporti con i propri interlocutori.
Trova il coraggio di buttarti a capofitto in una discussione, fai valere le tue idee e confrontati sempre con gli altri: il tuo livello di assertività ne risentirà positivamente.
Il mondo delle vendite ha conosciuto notevoli cambiamenti negli ultimi anni, è un dato ormai consolidato: i clienti sono sempre più attenti e riescono a reperire una grande quantità di informazioni su tutti i prodotti in commercio, grazie alla grande evoluzione del web.
Nonostante i servizi di customer care siano in costante crescita e debbano far fronte alle frequenti lamentele nella fase post vendita, esistono ancora alcuni soggetti “anomali”.
I cosiddetti clienti passivi, al contrario di quelli attivi ed esigenti, non trovano il coraggio di ribellarsi nemmeno dopo aver acquistato un prodotto o un servizio di scarsa qualità o non all’altezza delle potenzialità pubblicizzate, optando sempre e comunque per il silenzio.
Anche tu rimani impassibile quando scopri di essere stato imbrogliato? Se non fai valere la tua ragione come puoi pensare che i venditori disonesti non cerchino di fregarti?
Che sia un imbroglio oppure un errore scusabile è il soggetto passivo che deve far valere i suoi diritti, come possono gli altri agire in sua vece se nemmeno sanno qual è il problema e se anche lo sapessero non sta a loro tutelare le ragioni di altri.
Il comportamento passivo è tipico di una personalità debole che cerca l’appoggio degli altri per non affrontare fino in fondo i problemi posti ogni giorno dalla vita.
Allontanati da questa condotta sbagliata e intraprendi il giusto cammino verso l’assertività, come? Innanzitutto osservando questi consigli:
Non dovete mai dimenticare che tutto è migliorabile e modificabile, compresi gli atteggiamenti che non valorizzano la persona anzi la sminuiscono e non le permettono di esprimersi come vorrebbe.
In tal caso l’aiuto di un Counselor può diventare risolutivo e rendervi capaci di affermare ciò che siete senza paura e timore, diventando una persona contenta di se stessa e di quello che fa e di come si pone con gli altri, non dimenticando che il rispetto degli altri nasce soprattutto dalla misura del rispetto che ognuno ha di se stesso.
6 Comments
Trovo l’articolo di molto aiuto
Grazie infinite Michele, fa sempre piacere un apprezzamento simile.
Marilena
Mi riconosco in questo articolo, vorrei consigli per combattere questa persona
Volentieri, mi contatti privatamente via mail.
info@marilenacremaschini.it
Marilena
Articolo veramente interessante e fatto bene. Da molti spunti di riflessione su comportamenti che mettiamo in atto senza che nemmeno ce ne accorgiamo o perlomeno che mettiamo in atto senza pensare alle conseguenze.
Grazie Francesco.
Marilena