
Il metodo Terzi
17/08/2017
Il metodo Fogliarini
20/08/2017Col test di Hare si valuta il grado di psicopatia.
Chiamato anche PCL-R, è uno strumento di riferimento a livello internazionale, viene usato soprattutto per valutare la popolazione carceraria, ma è utile anche in campo clinico e forense.
È un test affidabile e valido, in grado di fornire informazioni interessanti su aspetti affettivi, interpersonali, problemi comportamentali, ed altre situazioni problematiche.
Lo studio di Hare
Robert Hare, dottore in psicologia e professore della University of British Columbia, è un esponente di riferimento nel campo degli studi criminali. Anche i suoi lavori in psicopatologia e psicofisiologia sono altrettanto importanti.
Con la creazione di questo test, Hare ha cercato di definire una risorsa capace di offrire preziose informazioni riguardo ai soggetti condannati per atti violenti.
Peraltro, il test ebbe ben presto successo, anche grazie a due aspetti importanti. Il primo risiede nella facilità di somministrazione; consta infatti di soli 20 items (domande) attraverso i quali il valutatore può confrontare il soggetto valutato con il profilo di uno psicopatico prototipo.
Il secondo aspetto che rende il test di Hare sulla psicopatia un valido strumento è la possibilità di estenderne l’uso ben al di là dei carcerati e della popolazione criminale.
Si è iniziato a ritenerlo uno strumento semplice e valido anche in ambito clinico per valutare le possibili tendenze violente, di aggressività sessuale negli uomini, nelle donne e negli adolescenti, riuscendo a stimare – con un margine d’errore ragionevole – le probabilità che una persona commetta un atto criminale.
Cos’è la psicopatia
La psicopatia, o disturbo psicopatico di personalità, si caratterizza per un pattern durevole di comportamenti antisociali che iniziano in infanzia. È il primo disturbo di personalità riconosciuto storicamente in psichiatria e vanta una lunga tradizione clinica.
Gli psicopatici mostrano difficoltà nel processare le informazioni emozionali e nel rispondere empaticamente agli altri. Tale deficit potrebbe essere alla base del successo che spesso questi individui hanno nel manipolare e raggirare le altre persone, risultando convincenti.
L’assenza di reciprocità emotiva ed empatia, oppure la riduzione di intensità con cui vengono vissute e rappresentate le emozioni, potrebbe spiegare la peculiare capacità di persuasione che connota tali individui: mancando di empatia, infatti, le persone psicopatiche sarebbero maggiormente in grado di rappresentare la loro vittima come “un oggetto da usare”, riuscendo a non provare rimorso o senso di colpa per le conseguenze delle loro azioni.
Gli schemi di base di sé, degli altri e del mondo degli psicopatici sembrano caratterizzarsi per rigidità ed inflessibilità: lo psicopatico vede se stesso come forte e autonomo, mentre gli altri come deboli e passibili di sfruttamento (prede).
È tipicamente presente un bias cognitivo per il quale sono sovrastimate le intenzioni malevole altrui. Lo psicopatico tenderà dunque a fare massima attenzione, minimizzando il rischio di vittimizzazione e divenendo egli stesso aggressore.
Scopo e applicazione
Uno dei migliori libri sulla personalità psicopatica è Without Conscience: The Disturbing World of the Psychopaths Among Us. Scritto da Robert Hare e pubblicato nel 2003, raccoglie la sua vasta esperienza nel campo. La storia inizia, così, dalla sua esperienza di tirocinante in diverse carceri, quando era ancora uno studente di psicologia.
In questo libro Hare afferma che non si diventa psicopatici (a differenza dei sociopatici), bensì si nasce. Forse per questo, ritenne necessario sviluppare uno strumento per la valutazione dei fattori preesistenti che, secondo lui, interessano circa l’1% della popolazione.
Il test di Hare sulla psicopatia, pertanto, è una risorsa sviluppata a partire dalla sua esperienza pratica, da abbondanti studi, interviste e casi forensi.
Il test di Hare sulla psicopatia, o PCL-R, viene usato per valutare la presenza o meno di tratti psicopatici in ambito clinico, legale o di ricerca. Il test è stato creato negli anni 90 e in un primo periodo è stato considerato affidabile al fine di valutare le tendenze psicopatiche di un soggetto.
Tuttavia, con il tempo, Hare e i suoi collaboratori decisero di modificarlo.
Il motivo di ciò risiede in un fatto ricorrente: la maggior parte degli psicopatici commette nuovamente atti violenti. L’attuale PCL-R è stato creato per rilevare il potenziale rischio per un soggetto condannato di ricadere nuovamente nel crimine.
Questo test è fondamentale a livello legale per decidere la durata, il tipo di sanzioni e il trattamento da riservare (o meno) ai soggetti criminali con profilo psicopatico.
Robert Hare sottolinea che con questo test è anche possibile rilevare il tipo di psicopatico con il quale si ha a che fare. Precisiamo a questo punto, che non tutti gli psicopatici uccidono o commettono atti violenti.
Buona parte di essi è definita solo da una personalità manipolativa e narcisistica, che ne ostacola sia la convivenza che l’identificazione.
Ci troviamo di fronte a uno strumento davvero interessante. Infine, Robert Hare, con i suoi 85 anni rimane un punto di riferimento e uno dei più grandi esperti nel campo della psicopatia e del comportamento criminale.
Come si somministra
Il test di Hare sulla psicopatia è composto da 20 items (domande). In realtà, si tratta di una scala di valutazione, ovvero si somministra attraverso un colloquio semi-strutturato in cui il professionista valuta da 0 a 2 punti per ogni domanda posta.
D’altro canto, occorre segnalare che il risultato di tale valutazione non riguarda solo il colloquio, bensì, si tengono in considerazione: la storia criminale del soggetto, il rapporto degli esperti, la storia professionale e familiare, i verbali dei processi, le valutazioni inter pares, ecc.
Per rispondere alla Psychopathy Checklist – Revised (PCL-R) di Hare occorre dare un punteggio alle risposte contenute nello schema che segue, con un valore che va da 0, 1 o 2.
Se ritenete che l’affermazione non riguardi affatto la vostra persona scrivete 0; scrivete 1 se pensate che l’affermazione vi riguardi, ma solo in parte; scrivete 2 se ritenete che l’affermazione vi riguardi molto.
Ecco gli aspetti da considerare:
Fattore 1: narcisismo aggressivo
- Fascino superficiale;
- Senso di sé grandioso;
- Menzogna patologica;
- Impostore / manipolativo;
- Assenza di rimorso o senso di colpa;
- Affettività superficiale;
- Mancanza di empatia;
- Mancanza di accettazione della responsabilità per le proprie azioni.
Fattore 2: stile di vita socialmente deviante
- Bisogno di stimoli / propensione alla noia;
- Stile di vita parassitario;
- Scarso controllo comportamentale;
- Promiscuità nel comportamento sessuale;
- Mancanza di obiettivi realistici / a lungo termine;
- Impulsività;
- Irresponsabilità;
- Delinquenza minorile;
- Problemi comportamentali precoci;
- Revoca della libertà condizionale;
- Molte relazioni coniugali a breve termine;
- Versatilità criminale.
Capire il risultato del test di Hare è semplice: uno psicopatico puro, il prototipo dello psicopatico, deve raggiungere il punteggio di 40. Ci si può preoccupare di avere dei sintomi di psicopatia quando il punteggio supera i 30 punti. Per i punteggi inferiori non ci sono difficoltà, ne patologie allarmanti in atto.
Consiglio: se si sono superati i 30 punti, o se si ha comunque un punteggio abbastanza elevato, è meglio rivolgersi ad uno psicologo competente anche in criminologia, per sottoporsi a colloquio clinico o a test più scientifici, al fine di ottenere una corretta diagnosi, che potrebbe anche contraddire quella ottenuta in questo test.
Non dimenticate che la finalità di questo test, come tutti i test che trovate in internet, è puramente informativa.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook.
7 Comments
Mi domando come sia possibile che se un a persona sia psicopatica possa fare questo auto test dicendo la verità su se stesso
Il test di Hare è stato fatto a campionatura su soggetti reclusi, in carceri americane dove non si esce più o si viene condannati a morte (non sono certo come le carceri italiane!), inoltre per la loro sfrontatezza ed arroganza i psicopatici sono molto portati a raccontare le loro storie nei particolari più veri e più macabri, ed anche gli eventuali test sono fatti, se spontaneamente accettati, in maniera veritiera, per loro è l’ennesima sfida alla società dimostrare senza nessuna vergogna od empatia con le vittime la loro totale assenza sia del pentimento che della compassione per ciò che hanno fatto.
Ecco perché il test è ritenuto valido, e comunque chi lo fa si rende conto se ha davanti un soggetto mendace oppure no.
Spero di aver chiarito il dubbio
Marilena
EEEESATTTTTOOOOOOO!!! Brava
Lo ho fatto a mia sorella e, a parte il fascino personale che manca perché ormai è vecchia (61 anni e decadenza fisica pazzesca) 38 su 40.
Non credo che il sottoporsi a colloquio clinico o a test più scientifici, al fine di ottenere una corretta diagnosi, potrebbe contraddire quella ottenuta in questo test. E’ una psicopatica e tanto basta.
No, infatti non basta questo test per definire una persona e anche se avesse avuto tutti i parametri giusti la morale, l’educazione ed il controllo giocano un ruolo molto importante per tenere a freno tutti i nostri istinti.
Marilena
Solo 35…
Credevo di più.
Cmq mi accontento barricandomi dietro l’idea di come questo test non sia del tutto attendibile senza la somministrazione da parte del solito espertone e nelle condizioni giuste e bla bla bla…
Come tutti i test psicologici vanno sempre fatti con l’aiuto di un “espertone” come li chiama lei…
saluti
Marilena