
Il test dell’Enneagramma
09/08/2017
Le impugnature scorrette
13/08/2017Una impugnatura e postura corrette consentono di scrivere bene senza sofferenza.
Imparare ad impugnare correttamente una matita o una penna è una delle prime cose da insegnare ad un bambino, in modo che acquisisca immediatamente la modalità corretta per poter avere una buona scrittura.
La corretta prensione della matita deve essere insegnata nel momento stesso in cui il bambino si avvicina, per gioco, alle matite per disegnare o meglio per scarabocchiare.
In questa fase prescolastica viene ad affinarsi quella capacità definita motricità fino-motoria che si identifica nella cosiddetta coordinazione occhio-mano, dove i movimenti intenzionali delle dita hanno bisogno della supervisione della vista; quella grafo motoria, invece, che è specifica dell’esercizio vero e proprio dello scrivere arriverà con l’acquisizione del linguaggio scritto, ed è la capacità definita di specializzazione nella scrittura.
È la memoria motoria a guidare i movimenti della scrittura: bisogna richiamare la forma delle lettere e tutta la serie di piccoli movimenti muscolari da eseguire in sequenza per realizzarle.
Ci sono muscoli preposti per afferrare penna e matita nel modo corretto e altri per muoverli nella direzione desiderata, alcuni gruppi di muscoli servono per i movimenti verticali, altri per quelli orizzontali e altri ancora per quelli circolari.
I bambini che afferrano la matita esercitando un’eccessiva pressione, tenendola con un pugno o perpendicolare al foglio, avranno grosse difficoltà a scrivere e spesso lo sforzo richiesto per eseguire tutti i movimenti è tale da compromettere non solo l’ortografia ma anche l’abilità ad esprimersi.
Educare alla corretta impugnatura
Fin dai primi gesti è buona cosa consigliare quella corretta impugnatura che poi diventerà il metodo usato durante la vita, e che faciliterà il compito della scrittura; una impugnatura scorretta invece non solo comprometterà la grafia, ma potrebbe causare delle sofferenze fisiche e psichiche risolvibili soltanto attraverso la rieducazione del gesto grafico.
Ecco allora alcune indicazioni per i genitori che devono educare il loro figlio ad un buon gesto scritto.
L’impugnatura corretta
Nel bambino è presente un’evoluzione della prensione dello strumento grafico, per arrivare alla corretta impugnatura, che comporta l’attraversare diverse fasi:
- Inizialmente la prensione è di tipo palmare, afferrando con forza la matita con tutto il palmo della mano (senza utilizzo delle dita). Ciò limita le variazioni dei movimenti e del campo visivo della traccia lasciata sul foglio.
- In seguito, generalmente, il bambino inizia ad appoggiare il gomito e a produrre maggior varietà di linee, muovendo l’avambraccio.
- Poi passa gradualmente a una impugnatura di tipo digitale.
- Infine, arriva all’opposizione indice-pollice che dirige lo strumento grafico, mentre il dito medio sostiene lateralmente la penna (presa a pinza). La presa a pinza, a circa 2 cm dalla punta, rappresenta quindi l’impugnatura corretta a cui il bambino deve giungere.
La penna deve essere impugnata nel seguente modo:
- La penna va tenuta tra pollice, indice e il dito medio che funge da supporto. In pratica le tre dita devono formare un triangolo equilatero.
- La distanza tra le dita e la punta della penna deve essere almeno di 2 cm.
- La penna va inclinata di almeno 45 gradi rispetto al piano di scrittura.
La postura
La corretta postura da tenere prevede: piedi ben appoggiati al pavimento, seduto comodamente in appoggio allo schienale, busto eretto e leggermente inclinato in avanti ma non appoggiato al tavolo, spalle rilassate, gomiti entrambi sul tavolo, mano non scrivente appoggiata aperta sul foglio, sotto la mano scrivente.
Quando il braccio è appoggiato sul tavolo o banco deve rispettare la cosiddetta distanza di Harmon tra il foglio e gli occhi di chi scrive.
La distanza di Harmon rappresenta la distanza che intercorre tra il gomito e la seconda nocca della mano quando stringiamo il pugno. Se appoggiamo il gomito sul tavolo ed il mento sopra la seconda nocca andremo a controllare se la distanza a cui stiamo leggendo è adeguata.
Prevenire i disturbi della scrittura
L’impugnatura, così come la pressione esercitata, sono determinanti ai fini di una corretta ed economica esecuzione grafica.
Esistono vari tipi di impugnatura disfunzionale che è bene vengano corretti.
Ad esempio, la “presa a pinza piatta”, con mancata flessione di pollice e indice, che risultano appiattiti sulla matita: ciò comporta una mancanza di forza motoria e instabilità della matita.
Anche la tendenza a scrivere dall’alto rispetto alla linea grafica, con estrema flessione del polso verso l’interno, tipica del mancino, va corretta e può essere risolta piegando il foglio verso destra.
Per quanto riguarda la pressione esercitata sul foglio, in caso fosse eccessiva, si può mettere sotto il foglio un cartone o utilizzare un foglio molto sottile per far notare al bambino che la pressione è troppo forte.
Al contrario, se è troppo debole, si può mettere, sotto il foglio, un foglio di carta vetrata o di superficie irregolare per aumentare la resistenza ai movimenti di scrittura.
Esercizi utili
È importante allenare fin dalla scuola dell’infanzia un armonioso sviluppo della motricità globale, motricità fine, schema corporeo, orientamento spaziale e coordinazione oculo- manuale.
Ecco alcuni esercizi da proporre ai bambini per aiutarli in questo percorso:
- esercizi globali: lanciare e prendere una palla, esercizi di consapevolezza corporea, etc..
- esercizi di motricità fine: ritaglio con le forbici, labirinti, prensione digitale di oggetti, etc…
- esercizi per la coordinazione oculo-manuale: unire due punti, tenendo la matita sul punto sinistro e occhi fissi sul punto destro di arrivo, eseguendo un tratto netto rettilineo (in tal modo sono gli occhi che imparano a guidare la mano e non viceversa).
- esercizi pittografici e di disegno
- esercizi di tracciati rettilinei e geometrici
- esercizi di pregrafismo: movimenti circolari, a ghirlanda, etc.
Gli strumenti adatti
Se vi è una qualche difficoltà nella prensione della matita si possono utilizzare degli strumenti correttivi facilmente reperibili in qualunque cartoleria.
Inizialmente è meglio utilizzare matite triangolari grosse ergonomiche o gommini, da infilare alle matite, che hanno la sagoma dei 3 punti di appoggio (pollice, indice, medio).
Il bambino deve poter utilizzare vari materiali (pennello, gessetti, pastelli, matite) per poter sperimentare le varie sensazioni tattili e le differenze di pressione che richiedono i diversi strumenti.
Per i mancini
I mancini utilizzano gli stessi strumenti dei destrimani, nel caso dei gommini da infilare sulle matite esistono quelli con sagome adatte alla impugnatura con mano sinistra.
Va precisato che il mancinismo non è più considerato una cattiva impugnatura, da correggere a tutti i costi, se il bambino percepisce che nella sua mano sinistra ha più forza e mobilità per scrivere meglio lasciarlo fare.
Facilitare l’apprendimento
Vi possono essere dei metodi molto casalinghi, economici e sicuramente efficaci per aiutare l’apprendimento di una buona impugnatura.
Un esercizio che alleni le dita, meglio proprio le punte delle dita atte alla prensione (indice e pollice), è l’utilizzo di un semplice contagocce morbido, come per esempio il boccettino di un collirio, che costringe il bimbo a calibrare la forza sulle estremità delle sue dita in modo da gestire il risultato desiderato.
Se la prensione è difficoltosa perché la matita tende a scivolare in continuazione si può utilizzare anche un tappo di sughero orizzontale (quello delle bottiglie normali non spumeggianti per intenderci) e fare un buco al centro per inserire la matita, oppure arrotolare intorno alla matita della carta adesiva che crea ruvidità e facilita la prensione.
Esistono in commercio ed in cartoleria infinite forme di clip e gommini che si possono adattare a qualunque esigenza o difficoltà.
Ma ecco un altro metodo astuto per aiutare ad imparare come si procede per una buona impugnatura: il metodo del fazzolettino accartocciato.
Prendete un fazzolettino e accartocciatelo, quindi sistematelo in mano al bambino e chiedetegli di reggerlo con l’anulare e il mignolo come nella foto qui sotto.
Date indicazione a vostro figlio di procedere con lo scrivere mantenendo tra le dita dell’anulare e del mignolo il fazzoletto senza farlo cadere.
In questo modo le tre dita libere saranno già nella posizione adatta ad impugnare una matita e il bambino troverà meno difficoltà a scrivere.
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6 Comments
articolo molto interessante e completo
Grazie Giancarlo, mi fa immensamente piacere sapere dai lettori che i miei articoli siano utili, mi sprona a scrivere sempre di più.
Ancora grazie e buona serata
Marilena
La ringrazio per questo articolo così preciso (la prego anche di correggere la frase tra parentesi nel sesto paragrafo, unico errore di battitura che ho trovato nel suo testo). Io abito negli Stati Uniti e sono riuscita a insegnare l’italIano a mia figlia ed ora a mia nipote, anche se ho lasciato l’Italia quando non avevo compiuto ancora i 7 anni e avevo fatto solamente qualche mese di prima elementare. Con mia figlia ho avuto pochi problemi perché l’insegnamento in Venezuela, dove abitavamo a suo tempo, era simile a quello da me ricevuto. Lei studiava in spagnolo ma la scrittura l’ha imparata bene ed é stato facile per lei scrivere anche in italiano. Mia nipote invece andrà a scuola qui e non insegnano il corsivo, vorrei farle fare le aste ma non so quando incominciare, ha 2 anni e mezzo e ha iniziato in gennaio ad andare a una scuola materna. Ha qualche consiglio?
Innanzi tutto grazie per il suggerimento della correzione, che ho subito sistemato.
Per quanto riguarda l’insegnamento dello stampato so che ormai negli Usa hanno abbandonato il vecchio corsivo per uno stile più comprensibile e chiaro da leggere, peccato che sia proprio il corsivo a garantire dei vantaggi in più rispetto allo stampato, a cominciare dal fatto che vengono attivate più parti del cevello in connessione tra loro e quindi stimolate e rese più funzionali, oltre alla circostanza che solo il corsivo esprime al massimo la psicologia della personalità dello scrivente, quindi in caso di analisi per un qualunque motivo, anche di tipo clinico, il corsivo rimane in assoluto il test più efficace oltre che completo rispetto a qualunque altro test cognitivo.
I bambini sono recettivi già da molto piccoli, quindi 3/4 anni potrebbero essere l’ideale per insegnare a riconoscere alcune lettere e la combinazione di parole semplici, tenga conto che se la scuola rifiuta tale metodo il bambino non è per nulla stimolato ad imparare un sistema di scrittura disconosciuto e che potrebbe farlo sentire diverso dai suoi coetanei, a quell’età si cerca più l’approvazione del gruppo che lo sviluppo delle funzioni neurologiche del cervello.
Spero di esserle stata d’aiuto
Marilena
Buona sera , faccio parte di una società di tiro con l’arco, abbiamo istruttori federali, e molti di noi siamo a livello agonistico, abbiamo parecchi ragazzini, seguiti dagli istruttori, ed io do una mano da vecchia arciera, ormai nonna! Mi sta molto a cuore un ragazzino di 13 anni che si è presentato perché voleva tirare con l’arco, a corso iniziato, la mamma ci ha detto che è disgrafico, ma anche se lentamente poi ….nelle cose ci arriva….! ora il problema è che io sono l’unica persona che ascolta , con cui parla e spiega i suoi problemi nel tenere in mano l’arco, e nei vari movimenti che deve fare e le sequenze da seguire, Sto trovando difficoltà nel fargli impugnare l’arco nel modo corretto , e ruotare il polso in modo che il braccio giri con il gomito verso l’esterno, questo perchè altrimenti la tensione del braccio girato male le fa battere la corda dell’arco sul braccio, ed ovviamente si fa male. Avete qualche consiglio ? E’ un ragazzino sveglio, segue le regole, ma è consapevole della sua difficoltà, mi piacerebbe riuscire ad aiutarlo…. visto l’esempio della matita, mi chiedevo come fare impugnare un oggetto più grande e più pesante (ovviamente il peso è adatto a lui) Vi ringrazio e mi scuso per il dilungamento. Anna
Buongiorno Anna,
la disgrafia non ha nulla a che fare col movimento contratto del polso, il DSA – Disgrafia, se è tale, è un problema di tipo neurologico che impedisce di creare la struttura delle lettere con forma fluida e leggibile, è probabile invece che la contrazione sia dovuta costrizione della postura sbagliata del polso e del braccio, protratta per tanti anni dovuta anche ad una errata impugnatura della penna e che ha causato di conseguenza una grafia disgrafica e le difficoltà che ora mostra nel non gestire fluidamente il movimento del polso.
Sarebbe buona cosa chiedere alla mamma se ha mai fatto seguire al figlio di 13 anni un percorso di recupero e rieducazione della scrittura (che avrebbe dovuto iniziare già nei primi anni di scuola!!!)….. cosa che avrebbe ovviamente risolto copletamente la disgrafia e anche la fluidità del polso, e che temo non abbia mai fatto… certe persone pensao che sia un problema che può essere messo in secondo piano purtroppo….
Sicuramente lei saprà consigliare al bambino di esegure degli esercizi che rendano il polso più gestibile e meglio manovrabile ed alla madre scaglierei una bella “frecciatina” sul fatto che certi problemi di scrittura si possono risolvere (anche se non tutti) dando alla possibilità al figlio di avere una grafia che lo aiuterà moltissimo nel lavoro e nello studio.
certo bisogna rinunciare al superfluo… cose per per certe persone è inconcepibile!
Marilena