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31/01/2023La comunicazione strategica è l’arte nel raggiungere un certo risultato.
La Comunicazione Strategica è l’arte, sviluppata prima da P. Watzlawick e poi da G. Nardone, dell’uso del linguaggio verbale, paraverbale e non verbale come strumento per rendere la nostra comunicazione capace non solo di far “capire razionalmente” ma soprattutto di far “sentire suggestivamente” ciò che si vuol indurre nei nostri interlocutori.
Parafrasando le parole di Austin, un linguaggio performativo che si sostituisce a quello ordinario indicativo: ovvero, il passaggio da una comunicazione che spiega a una che induce a fare.
L’arte di comunicare
“Non si può non comunicare” è il primo postulato della “Pragmatica della comunicazione” (Watzlawick, 1967). Dunque si deve scegliere se farlo in modo casuale e subire tale ineluttabilità, oppure scegliere di farlo strategicamente e gestirla.
La comunicazione può essere definita come l’attività che ci permette di mandare segnali che, a loro volta, generano risposte significative nell’ambiente, attuando un processo interazionale e teoricamente infinito di azioni e retroazioni.
Non esiste problem solving strategico senza Comunicazione Strategica, non esiste comunicazione strategica senza problem solving strategico. Due facce della stessa medaglia che vanno armonizzate, in modo da creare una sorta di danza comunicativa per cui il cambiamento prefissato sia reso non solo possibile ma inevitabile.
Io, Tu e Contesto
Per perseguire qualsiasi obiettivo è necessario comunicare e sapersi relazionare con i propri interlocutori. Il problema è che non è così semplice o, per meglio dire, naturale, farlo.
Nel comunicare spesso si ricorre all’istinto o semplicemente ci si preoccupa di trasmettere il proprio messaggio, magari preparando l’esposizione nel modo migliore possibile, ma senza considerare nient’altro che il proprio intento.
Questo tipo di comunicazione è definita Efficace: esplicita chiaramente gli interessi della persona che comunica, è caratterizzata da un allineamento dei tre elementi della comunicazione – verbale, paraverbale e non verbale – alle volte studiati appositamente per essere valorizzati nella loro cooperazione, eppure non favorisce la generazione di relazioni che possano durare nel tempo.
Ciò avviene perché, essendo istintiva ed egoriferita, non tiene conto di numerosi altri fattori che concorrono al successo duraturo di una relazione: il contesto in cui si comunica, gli interessi dell’interlocutore e i bias cognitivi, ovvero errori di ragionamento basati su convinzioni pregresse o pregiudizi.
Tutti questi fattori portano a decisioni errate e alla conseguente compromissione della relazione con l’altro.
Per risolvere i problemi creati dall’uso di una Comunicazione Efficace è stata creata quindi una disciplina nuova, evoluta: la Comunicazione Strategica.
Essa ha un approccio più scientifico alla comunicazione e valorizza tutti gli elementi necessari per la creazione e il mantenimento di una relazione: l’Io, il Tu e il Contesto.
Vengono quindi valorizzati gli interessi di tutti gli interlocutori – i propri come quelli dell’altro – e gli elementi soggettivi o oggettivi che possono influenzare la comunicazione e la relazione.
Quando è strategica
La comunicazione è uno strumento fondamentale per il successo di un’organizzazione che sia in grado di creare e mantenere una reputazione solida, di influenzare l’opinione pubblica e di raggiungere gli obiettivi personali o aziendali.
Si tratta di un ponte che connette l’organizzazione con il suo pubblico, fornendo informazioni, creando fiducia e consentendo una comunicazione bidirezionale.
Ma il solo sforzo individuale non basta: occorre la collaborazione di più persone per una comunicazione che da conoscitiva diventi cooperativa.
Occorre mettere in campo non più una comunicazione efficace, che ha l’obiettivo di comunicare gli interessi dell’Io (ovvero il mittente) e per questo indirizzata a non favorire la generazione di relazioni che durano nel tempo, bensì una comunicazione strategica, anti-bias, non istintiva e non egoriferita (che non si focalizza solo sui dati che confermano la propria visione delle cose e, quindi, in grado di valorizzare sia l’Io sia l’interlocutore).
Nel contesto odierno, caratterizzato da un continuo aumento della complessità, non è possibile raggiungere obiettivi sfidanti grazie al solo proprio sforzo: il successo, infatti, deriva dalla collaborazione di più persone in relazione tra loro.
La comunicazione strategica, vale a dire l’approccio scientifico alla comunicazione, studia le migliori strategie attraverso le quali potersi relazionare e prendere decisioni anti bias.
Il Metodo O.D.I.
Il Metodo O.D.I. è il ponte che segna il passaggio dalla comunicazione efficace, istintiva, egoriferita e vittima di bias cognitivi, alla comunicazione strategica, in grado di valorizzare i tre elementi necessari per la genesi e il mantenimento di una relazione: Io, Tu e Contesto.
O.D.I. è l’acronimo delle tre fasi che connotano il Metodo: in ordine cronologico Osserva, Domanda e Intervieni.
Nella prima fase, Osserva, si studiano i tre elementi (Io, Tu, Contesto); nella seconda, Domanda, si verificano gli interessi del Tu e si esplora ulteriormente il Contesto; nell’ultima, Intervieni, si co-progetta una soluzione coerente con quanto osservato e verificato nei momenti precedenti.
All’interno di una dinamica relazionale l’Io rappresenta i propri interessi, il Tu quelli dell’interlocutore, mentre il Contesto va suddiviso in soggettivo e oggettivo, laddove il primo afferisce alle persone e il secondo a tutti i vincoli giuridici, economici, spaziali e temporali che influenzano la relazione.
Per costruire relazioni solide e durature bisogna tenere in considerazione tutti gli elementi sopra descritti: risulta quindi indispensabile imparare a comunicare e ascoltare, per condividere le proprie conoscenze e co-progettare valorizzando gli interessi di tutte le parti in campo.
La comunicazione strategica è lo strumento in grado di potenziare e valorizzare la creatività dei singoli attraverso il passaggio dal concetto di posizione, inteso come ciò che concretamente si desidera a livello istintivo, al concetto d’interesse, ovvero la motivazione celata dietro una richiesta.
Oltre a un’esplorazione più approfondita della visione, la comunicazione strategica risulta essere per definizione sostenibile: le 3 P (Profitto, Persone, Pianeta) trovano un parallelismo in Io, Tu e Contesto.
In questo senso, Metodo O.D.I. permette il passaggio dalla comunicazione efficace, egoriferita e legata al profitto (Io), alla comunicazione strategica, in grado di valorizzare le persone (Tu) e il pianeta (Contesto).
Il fine ultimo
Come ricordava sempre Watzlawick: “non è importante quello che trasmetto, è importante quello che l’interlocutore riceve: infatti, se lui non ha compreso vuol dire che io non ho comunicato efficacemente.
Posso conoscere quello che trasmetto in base a come l’interlocutore reagisce: infatti, ho comunicato quello che lui ha percepito. E così, non è lui che non ha reagito bene, sono io che ho inciso male sull’interlocutore: infatti, l’obiettivo fallito è il mio non è il suo”.
Essendo la comunicazione un processo interattivo, tra individui tra loro “diversi”, questa deve essere efficace e quindi strategica. Deve, cioè, definire un obiettivo, stabilirne i mezzi, elaborare un piano d’azione al fine di tradurre in pratica l’obiettivo ideale. Ciò pone però un piccolo problema.
Non sempre la pratica coincide con la teoria. C’è talvolta uno smacco. Uno scarto quantitativo e qualitativo. Ecco perché la comunicazione è materia complessa pur nascondendo in sé un potenziale enorme. Quel potenziale insito nelle cose che, come ricorda la cultura orientale, rappresenta la via maestra per rendere efficace e strategica la propria azione.
Di fatti, come ricorda anche Francois Julien in riferimento a suddetta cultura, in ogni realtà è inscritto un potenziale, cioè una certa propensione ad accadere delle cose.
Allora ritenere che si possano elaborare strategie anche comunicative valide sempre e comunque è impresa fallimentare. Più opportuno invece adattarle in base ai contesti e alle situazioni, nonché agli interlocutori. E ciò vale in qualsiasi campo d’applicazione. Dal mercato alla politica. Dalle imprese agli organismi politici. Dal pubblico al privato.
Soprattutto se si considera che allo stato attuale ci si trova di fronte ad un società moderna sempre più densa, sempre più stratificata, caratterizzata dalla presenza di una molteplicità di relazioni, flussi informativi e attori sociali.
Diventa così necessario, per acquisire visibilità, saper comprendere e adoperare le logiche della comunicazione.
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