
La comunicazione persuasiva
31/03/2017
Il pensiero analogico
02/04/2017Col termine Dislessia Evolutiva si indica un disturbo specifico di lettura in età evolutiva.
Si utilizza questa etichetta per differenziarla dalla Dislessia acquisita, la quale si riscontra nei soggetti in seguito ad eventi traumatici intervenuti come ad esempio, un ictus o un trauma cranico o neurologico.
Mentre nella Dislessia acquisita si assiste ad una perdita di competenze sviluppate normalmente in precedenza, a causa della malattia o del trauma subito, nella Dislessia Evolutiva si ha sin dalla nascita una alterazione del processo di acquisizione della lettura, in bambini cha hanno un’intelligenza e capacità nella norma.
Si configura come un disturbo dell’abilità di decodifica del testo in termini di velocità e di correttezza innato, derivante da un deficit neurologico, che dunque non guarirà mai ma che si può compensare con delle strategie.
Cos’è la Dislessia Evolutiva
La Dislessia è un disturbo che deriva da un deficit neurologico, rientrante nella categoria dei DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento), che compromette la capacità di lettura fatta ad alta voce ed in modo sciolto e scorrevole.
La lettura, anche di un testo breve, è per il dislessico un lavoro difficoltoso e stressante, egli si stanca facilmente, mantiene con difficoltà la concentrazione, legge lentamente e con errori ripetitivi, sbaglia le pronunce, non completa le parole (soprattutto se finali) e non riesce a mantenere mentalmente la linearità del rigo.
Le caratteristiche principali del dislessico sono le seguenti:
- può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato
- può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che si esprime attraverso dei simboli da interpretare
- può avere difficoltà nella sola lettura o sola scrittura od entrambe
- può avere difficoltà nella lettura e scrittura di lingue straniere (soprattutto quelle che sono fatte da simboli complessi o sillabe con più lettere il cui suono fonetico può apparire diverso a seconda del contesto letterale)
- può scrivere una parola due volte nella stessa frase od ometterla
- può avere difficoltà nella memorizzazione di termini specifici non di uso comune
- può avere difficoltà nelle materie scolastiche in cui determinate è la lettura
- non è in grado di prendere gli appunti perché non è in grado di ascoltare e contemporaneamente scrivere
- quando si distrae ha grosse difficoltà a ritrovare il punto.
Definizione della Dislessia
Renzo Canestrari e Antonio Godino definiscono la Dislessia Evolutiva come il “disturbo del linguaggio scritto caratterizzato da una capacità di lettura sostanzialmente al di sotto di quanto ci si dovrebbe aspettare considerando l’età anagrafica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’intelligenza ed un’educazione scolastica adeguata all’età”.
Gli autori evidenziano come la Dislessia Evolutiva possa essere di due tipi:
Dislessia Acquisita, da riferimento ad un disturbo di lettura conseguente ad un danno cerebrale in una persona in cui prima dell’evento dannoso le abilità di lettura erano del tutto normali, evento che può quindi verificarsi anche durante la fase adulta;
Dislessia Evolutiva, con riferimento alle persona che non hanno mai imparato a leggere correttamente, si riscontra solitamente nel bambino che presenta serie difficoltà di apprendimento già nei primi anni della scuola primaria.
Presupposti per la diagnosi
Il Manuale Diagnostico DSM-IV per poter formulare una diagnosi di Dislessia Evolutiva ritiene che debbano sussistente le seguenti condizioni:
- il livello raggiunto nella lettura, misurato ai test standardizzati somministrati individualmente sulla precisione, sulla velocità o sulla comprensione della lettura, sia incidente, cioè sia sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età;
- l’anomalia descritta interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività quotidiane che richiedono capacità di lettura;
- qualora fosse presente un deficit sensoriale le difficoltà di lettura devono andare al di là, cioè devono essere significative, di quelle solitamente associate al deficit sensoriale in questione.
Tali parametri presuppongono che al soggetto sia stata fornita un’adeguata preparazione scolastica ed assistenza nell’insegnamento, che viva in un ambito famigliare e culturale normale, che il suo quoziente intellettivo risulti nella media, tenuto conto di istruzione e maturazione fisica, e che non presenti altri deficit od anomalie psicofisiche tali da incidere sulla capacità di lettura e che quindi presuppongono ulteriori anomalie genetiche o inabilità.
Diversamente, tutte le condizioni sopra elencate, in negativo od assenza, possono essere tali da creare dei disturbi comportamentali e cognitivi che si esprimono anche nella difficoltà di eseguire dei compiti scolastici e nel prestare attenzione alle lezioni.
Altre differenziazioni
Neil R. Carlson, nel suo manuale “Fisiologia del Comportamento”, formula una ulteriore diversa distinzione del tipo di Dislessia Evolutiva, distinguendo una Dislessia Superficiale, una Dislessia Fonologica ed una Dislessia Diretta.
La Dislessia Superficiale è un deficit di lettura globale che si manifesta quando le persone commettono errori che riguardano l’aspetto visivo della parola, errori sulla pronuncia, ma non relativi al significato delle parole e dell’intero cotesto letterale; per superare tale deficit i soggetti ricorrono alla sillabazione concedendosi più tempo per pensare e riflettere sul significato della parola.
Nella Dislessia Fonologica i soggetti possono leggere nella globalità il testo, non riescono, invece, a sillabare le parole, inoltre leggono con più facilità le parole che fanno parte del linguaggio famigliare e noto, non riescono a leggere e decodificare le parole nuove o insolite, in tale forma di dislessia il lettore può acquisire una capacità di lettura fluente e rapida nei testi noti, difficoltosa rimane invece la lettura dei testi nuovi.
Nella Dislessia Diretta è integra la capacità di lettura di un testo, risulta invece deficitaria la comprensione dello stesso, cioè riescono a leggere le parole ma non sono in grado di dare un significato a quello che hanno appena detto.
Alcuni autori inseriscono una quarta categoria di Dislessia Evolutiva parlando della Dislessia Profonda quando è caratterizzata da errori di lettura in cui il soggetto legge una parola al posto di un’altra semanticamente associata alla prima.
Il soggetto non si accorge dell’errore in quanto non modifica il significato di ciò che intendeva dire all’ascoltatore, nella sua mente la frase viene formulata correttamente.
Cesare Cornoldi, infine, differenzia tre tipi di Dislessia Evolutiva parlando di Dislessia Disfonetica rispetto alla difficoltà con una base meramente linguistica-fonologica, dalla Dislessia Diseidetica che riguarda una disfunzionalità della mera funzione visiva-ortografica (con un deficit visivo che incide), ed una terza categoria definita Mista in quanto racchiude entrambi gli aspetti linguistico e visivo deficitari.
Il Cornoldi avvalora l’approccio che viene denominato “neurocostruttivista” che riconosce l’importanza dei fattori biologici ma ritiene rilevante il processo che ha portato allo sviluppo, che ha inciso sulla crescita ed educazione del bambino.
Se esso è positivo e costruttivo può indurre lo scolaro ad acquisire strategie comportamentali attraverso le quali compensare il deficit, e quindi superarlo, ottenendo comunque una soddisfazione nell’ambito sociale e professionale.
Merita attenzione la precisazione fornita da alcuni studiosi secondi i quali il deficit di Dislessia Evolutiva ha un’incidenza maggiore e si manifesta in forme più gravi e più frequentemente nei Paesi con lingua “opaca” (con scarsa corrispondenza tra lettere e suoni, così l’inglese, francese, danese e portoghese) rispetto ai Paesi in cui la lingua è “trasparente” (vi è più stretta corrispondenza tra lettere e suoni, ed ogni lettera o sillaba corrisponde ad un fonema riconoscibile come per il greco, tedesco e italiano).
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21 Comments
Interessante……
Grazie infinite Antonio per il tuo complimento, spero di avere tue altre opinioni sul mio sito, ci tengo.
a presto
Marilena
Ok……La saluto😊
Molto interessante, avrei una domanda, se siamo di fronte ad un caso di dislessia, siamo di fronte ad un DSA e siamo obbligati a procedere alla compilazione di un PDP, ma questo PDP che prevede un’adattazione a livello metodologico ( metodi dispensativi e compensativi) necessita anche di un’adattazione a livello curriculare?
Buongiorno Simona,
la Dislessia si presenta in diverse forme di gravità, vi sono delle forme lievi dove spesso l’aiuto di una grafoterapia anche di breve durata aiuta quanto basta a superare le difficoltà, senza intervenire sul programma scolastico, altre di medio o grave intensità richiedono sicuramente la certificazione, rilasciata da un medico che sia autorizzato, perché se ne possa tener conto nel programma scolastico che dovrà necessariamente adeguarsi alle esigenze del caso, come per esempio per la decisione di aumentare i tempi della consegna dei compiti oltre a condecede l’ausilio del pc, esonerare dalla lettura ad alta voce in classe ed altre modalità che vanno determinate sempre in base alla gravità e alla non possibile presenza di ulteriori deficit dello scolaro.
Ogni caso è speciale perchè sia il deficit che il bambino/ragazzo possono presentare mille differenze tra loro e quindi la valutazione va fatta sempre adeguata al caso specifico.
Vi sono forme di dislessia che spesso si accompagnano più all’idea di disagio del bambino e della non riuscita dei compiti che della difficoltà stessa rappresentato dal disturbo, spesso nei casi non gravi con qualche seduta di grafoterapia un buon investimento sulla autostima del piccolo il tutto si risolve adeguatamente senza il bisogno di ricorrere né ad una certificazione che è sempre più cara (!) né a modifiche dei programmi scolastici, magari con un po’ di comprensione da parte degli insegnanti…
Difficile rispondere senza conscere il caso con casistiche che presentano mille sfaccettature
Spero di esserle stata comunque di aiuto
A presto
Marilena Cremaschini
Nella mia scuola è giunta una diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio con suggerimento di adozione di misure dispensative e compensative, risulta anche una valutazione di qi pari a 68 …il consiglio di classe ha proceduto alla redazione del pdp, non senza problemi, ma pur non essendo chiaro se rientri nei casi in cui è previsto che si faccia.
potrebbe chiarire questo caso?
Ha perfettamente ragione cara Ale, perché la legge che ha consentito la certificazione dei disturbi del DSA e il conseguente adattamento del PDP nulla prevede per altri deficit, che forse sono ancora pià invalidanti, rientrerebbe quindi nei normali BES da trattare eventualmente con il supporto di un insegnante di sostegno.
Spero di esserle stata utile
A presto
Marilena
Grazie, gli approfondimenti risultano chiari ed interessanti. Sarei eventualmente interessata anche a corsi specifici online.
Buona domenica Roberta e grazie per l’apprezzamento,
su Corsi Online può trovare tutti i corsi che svolgo, ve ne sono un paio specifici sul DSA e sui deficit in generale dell’età evolutiva, nei link indicati troverà i dettagli e tutte le informazioni sui costi e modalità di erogazione degli stessi, inoltre da grafologa, che fa grafodiagnosi e grafoterapie e rieducazione della scrittura, integro tali corsi anche con la possibilità di valuare nelle scritture dei bambini o nei disrgni i segni indicativi di diversi deficit e quali sono gli elementi da tener sotto controllo per poterli prevenire.
Se è interessata ed ha bisogno di ulteriori chiarimenti mi contatti pure via mail, rispondo anche nelle festività come vede….
A presto
Marilena
C’è un orientamento sui BES anche per alunni con certificazione di plusdotazione -gfited, dall’esperienza del Progetto “Education to talent” promosso dalla Regione Veneto. Ovviamente la plusdotazione certificata . In generale, queste capacità, unite ad uno sviluppo emotivo adeguato all’età anagrafica o a volte inferiore ad esso, possono causare problemi e disagi che andrebbero adeguatamente trattati da personale esperto e formato in questo ambito specifico, in quanto richiedono da parte della scuola e della famiglia l’attuazione di interventi ad hoc che tengano conto di queste peculiarità. Alcune scuole hanno stilato il PdP .
Sono perfettamente d’accordo con lei sig. ra Katia,
il lavoro sui DSA ed altri deficit o disagi del bambino o del preadolescente scolastico non devono essere soltanto un problema a carico della scuola, per cui può bastare un certificato medico, che da valutazione clinica non può prevedere i mille interventi positivi di una rieducazione che altri esperti possono attuare, ma deve essere un lavoro di EQUIPE, che parte sicuramente dal lavoro degli insegnanti ma basilare è anche il lavoro dei genitori a casa e di esperti come il grafologo che attraverso una rieducazione che diventa anche grafoterapia, che abbia quindi un minimo di competenze psicologiche e d’intervento ad ampio raggio nella conoscenza del comportamento derivante dai disagi tipicizzati, da adeguate il trattamento su misura del bambino e non invece applicare un intervento spersonalizzato che può essere inadeguato al caso da trattare.
Questi fattori sono evidenziati in altri miei articoli che trattano sempre dei DSA e dei disagi dell’infanzia o del tipo di insegnamento scolastico che tenga conto non solo delle difficoltà clinicamente accertate ma dei mille disagi che molti bambini patiscono perhé provengono da un ambiente famigliare inadeguato e negativo.
Ecco perché ritengo che la presenza di un grafologo che sia anche grafoterapeuta e counselor specializzato nell’età evolutiva, esperto delle molte modalità espressive del bambino o del giovane e dei suoi disagi, che vano al di là della mera scrittura, sia più che essenziale.
A tal proposito sto portando avanti un progetto con le scuole che sopperisca a tutte le carenze e difficoltà della scuola stessa, anche di tipo economico, a favore di un insegnamento che si completi il più possibile nella crescita non solo degli alunni ma che faccia “istruzione” anche a carico dei genitori, spesso dimentichi dell’importanza del loro ruolo.
Se è interessata a conoscere il mio progetto ed aiutare la sua scuola a migliorare l’intervento in presenza delle mille difficoltà che variano da caso a caso mi contatti, sarei ben lieta di esporglielo o di esporlo al Dirigente scolastico.
GRazie per il commento e la precisazione
a presto
Marilena Cremaschini
Dottoressa buongiorno.
Se il Neuropsichiatra scrive ‘ non è possibile escludere F90.0 ‘ non sta però certificandolo, giusto?!?
In questo caso, in presenza nella relazione di un F 80.1 disturbo specifico del linguaggio espressivo, stendo un Piano didattico per BES o per DSA?
Lo chiedo perché il ragazzino andrà in Terza e la differenza è notevole tra i due strumenti in quanto le direttive sugli esami di stato e sull’INVALSI consentono solo agli allievi con PDP per DSA di poter avere compensativi e dispensativi, se non vado errata.
Mi farebbe piacere una sua valutazione della Nota 1143 del maggio 2018.
Grazie e buon lavoro.
Consolaro dr.ssa Marina
Referente d’Istituto per l’Inclusività – Istituto Maria Ausiliatrice – Varese – Infanzia, Primaria, Secondaria di Primo e di Secondo Grado e FP
Cara Dr.ssa Consolato questi neuropsichiatri invece di agevolarvi le cose ve le complicano in maniera veramente assurda… ha fatto una diagnosi ipotetica, che non è considerabile come diagnosi effettiva, e un’altra effettiva, ma entrambe non permettono l’applicazione della Legge 140 che ad oggi purtroppo è attuabile solo se viene certificato un deficit rientrante nella categoria dei DSA.
Il disturbo F90.0 è in pratica il disturbo dell’iperattività e dell’attenzione, che non è stato escluso del tutto dal medico ma non diagnosticato quindi è come dire non è carne ma potrebbe essere pesce, mi perdoni l’ironia ma queste cose mi fanno molto arrabbiare perché queste modi superficiali di lavoro non consentono a voi di poter procedere con chiarezza, mentre l’F 80.1 è un disturbo espressivo del linguaggio, che non è Dislessia, ma una sottospecie di tenore più lieve, in quanto è limitata alla sola difficoltà espressiva del linguaggio, anche se ci va molto vicino, in entrambi i casi non si tratta di DSA ma di BES e come tali devono essere trattati.
Credo che la nota a cui fa riferimento abbia compreso che la lacuna legislativa debba essere sopperita con un impegno alla comprensione ed all’adattamento da parte vostra alle varie esigenze o necessità che vi si propongno senza però offrirvi né i mezzi né gli strumenti, infatti chiude con una frase alquanto infelice: “le istituzioni scolastiche potranno, attraverso la condivisione della presente nota, operare neIl’ottica descritta di semplificazione, ottimizzazione delle procedure e valorizzazione della professionalità docente”…. si ma con che strumenti??? visto che non potete costruire mille programmi scolastici tenendo conto dei mille bambini e delle loro svariate personali difficoltà che frequentano la scuola, ma deve essere unico e poco variabile se non con una certificazione di DSA.
Pertanto nel suo caso il bambino non potrà usfruire degli strumenti o delle dispense che sono invece riservate solo ai casi conclamati di DSA, ma superare l’esame come tutti gli altri e con le restrinzioni temporali e metodiche che spettano a tutti gli scolari esaminandi.
Spero di averla aiutata, diversamente sono a sua disposizione
Buon lavoro anche a lei
Marilena Cremaschini
Salve,
un bambino con ADHD ha sempre diritto al pdp? E nel caso in cui gli venga rilasciato, è obbligatorio il sostegno a scuola?
Buongiorno Paola,
purtroppo il Disturbo dell’Iperattività non gode gli stessi privilegi che invece hanno i deficit specifici dell’apprendimento o DSA, il cui riconosciumento impone alla scuola di adattare il programma scolastico in modo che venga considerato la particolarità del deficit, con tempi adeguati e spesso l’uso anche di strumentazioni adatte al caso.
L’iperattività non incide sul piano scolastico e non gode di particolari adattamenti se non il fatto di essere considerato come tutti gli altri BES, situazioni che richiedono esigenze speciali e che purtroppo lasciano alla Scuola ed all’insegnante prevedere delle soluzioni per cercare di compensare il problema o contenerlo.
Io consiglio di portare il bambino a dei corsi di rilassamento in modo tale da contenere la sua irruenza ed imparare a gestire i momenti di insofferenza con delle metodiche di rilassamento appunto e di auto-controllo e gestione dei momenti di maggior stress od ansia.
Sperodi esserle stata utile
Marilena
Buon giorno,
Sono la mamma di un bambino di 8 anni con adhd….ho avuto il permesso di usufruire della legge 104 e ho usufruito del congedo straordinario di 2 anni perché ho avuto molteplici problemi con la scuola….in prima elementare ho dovuto spostare il bambino da una scuola ad un’ altra ,è nella seconda ha frequentato le lezioni solo per 3 ore al giorno con un educatore pagato interamente da me perché l’ insegnante di sostegno non ha voluto spostarsi. Adesso il bambino frequenta la terza elementare e frequenta la scuola solo la mattino senza rientri,non può frequentare il doposcuola ed è sconsigliato farlo curare da una baby sitter tutto il pomeriggio con la sorella . Mi chiedevo se adesso che devo tornare a lavoro oltre ai tre giorni della 104 ,se posso avvalermi dei diritti della legge 170 , la quale dice che ho diritto ad un orario lavorativo agevolato visto che i bes della adhd sono uguali a quelli della dea…..
Grazie
Questo cara Monica lo dovresti chiedere al distretto provinciale del tuo paese perché ogni regione si regola a sè, e non tutte applicano i permessi alle stesse condizioni e per le stesse motivazioni.
Purtroppo non c’è nulla di più ingarbugliato della nostra legge che crea più disuguaglianze che parità di trattamento.
Spero che ti vada bene e che il tutto si concluda per il meglio
Marilena
Salve volevo chiederle se i Disturbi del Comportamento, quindi della condotta, oppositivo provocatorio e da deficit di attenzione con iperattività rientrano nei DSA o Nell ultima categoria dei BES(cioè quella senza certificazione). Grazie
Purtroppo cara Lorena non sono dei DSA e tantomeno godono delle stesse tutele, vengono considerati come semplici BES, peccato perché sono disturbi che coinvolgono molto il rendimento scolastico, la capcità di rimanere per ore fissi sul banco con attenzione verso l’insegnante, che spesso non comprende il problema scambiandolo per maleducazione od insofferenza.
Spero che il legislatore riconosca al più presto tutti questi deficit, quantomeno per garantire lo stesso trattamento di considerazione, anche nel decidere il programma, delle difficoltà di tutti.
Marilena
L’articolazione dell’argomento nelle sue opportune distinzioni e sottocategorie è davvero efficace ai fini dell’apprendimento di queste nozioni molto frammentate e spesso esposte senza tener conto degli opportuni distinguo. Sto studiando per il TFA nel sostegno e mi ritengo fortunato ad aver scoperto questo sito. Complimenti alla Dott.ssa Cremaschini.
Caro Nicola, (mi permetta di chiamarla così confidenzialmente) mai lusinga fu così gratificante.
In bocca al lupo per i suoi studi, e se avesse bisogno di un consiglio nulla mi renderebbe più felice di renderle la cortesia di aver così ben apprezzato il mio lavoro
A presto
Marilena