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08/03/2017La fobia scolare è la paura dell’ambiente scolastico.
Quando si parla di fobia scolare (rifiuto scolare) si fa riferimento ad un disturbo in cui il livello di ansia e di paura ad andare e restare a scuola sono tali da compromettere in modo significativo una regolare frequenza scolastica e causare sequele a breve e lungo termine.
Le conseguenze possono riguardare lo sviluppo emotivo, sociale, le acquisizioni scolastiche, difficoltà nei rapporti con la famiglia. In seguito, si possono avere difficoltà lavorative e può aumentare il rischio di un’importante compromissione della salute mentale della persona.
La paura della scuola
La fobia scolare non va confusa con l’assenza ingiustificata da scuola, quest’ultimo è un comportamento in cui è assente l’ansia e la paura eccessiva di frequentare la scuola e spesso è associato a comportamenti antisociali e alla mancanza di interesse per la propria formazione scolastica.
Il ragazzo che soffre di rifiuto scolastico può assentarsi dalla scuola fin dall’inizio della giornata, o può recarsi a scuola e poi, dopo poche ore, chiedere di tornare a casa.
Durante le ore scolastiche il bambino resta a casa in un ambiente fidato e sicuro, si sente protetto e può dedicarsi in modo sereno ad altre attività tra cui svolgere i compiti.
Tale disturbo riguarda l’1-5% dei ragazzi in età scolare senza differenze di genere, dai dati presenti in letteratura sembra più frequente in alcuni delicati cambiamenti evolutivi quali l’inserimento nella scuola elementare (5-6 anni) e il passaggio alle scuole medie (10-11 anni).
Il disturbo si caratterizza per i seguenti comportamenti problematici e sintomi somatici:
- elevata reazione di ansia nel momento in cui esce da casa o giunge davanti alla scuola, al punto da presentare sintomi da panico; manifestazione di un’ampia serie di sintomi somatici (vertigini, mal di testa, tremori, palpitazioni, dolori al torace, dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, dolori alle spalle, dolori agli arti);
- il livello di angoscia può essere elevato fin dalla sera prima e il bambino può riposare male, il sonno può essere disturbato da incubi o risvegli notturni
Cosa scatena la fobia
Tra i fattori che maggiormente incidono nel predisporre e scatenare un rifiuto scolare troviamo quelli ambientali. I sintomi possono iniziare in seguito ad eventi di vita stressanti che si sono verificati a casa o a scuola, tra cui:
- la propria malattia o di un membro della famiglia;
- la separazione tra i genitori;
- la separazione transitoria da uno dei genitori;
- relazioni conflittuali nella famiglia;
- un legame disadattivo con uno dei genitori;
- problemi con il gruppo dei pari o con un insegnante;
- il ritorno a scuola dopo una lunga interruzione o vacanza.
I dati disponibili in letteratura rispetto a fattori biologici, derivati dagli studi sulla famiglia e i gemelli, suggeriscono che ci potrebbe essere una vulnerabilità biologica per lo sviluppo di problemi emotivi, tra cui la fobia scolare.
Fattori scatenanti
I fattori scatenanti la fobia scolare possono essere molteplici ma ciò che maggiormente interessa dal punto di vista terapeutico è correggere i fattori di mantenimento del disturbo.
E’ chiaro che attraverso i comportamenti di evitamento o di fuga da eventi spiacevoli si ottiene una riduzione dell’ansia, a questo si aggiunge il rinforzo positivo che il bambino riceve nello stare a casa.
In letteratura molta attenzione viene data al profilo di funzionamento del bambino per le implicazioni cliniche e terapeutiche che hanno le variabili di mantenimento.
Secondo “il modello funzionale” il rifiuto di andare a scuola assume appunto un significato funzionale per il bambino.
A seconda dello scopo perseguito sono quattro profili funzionali che si possono rilevare:
- i bambini che evitano oggetti o situazioni che provocano ansia generale o un senso generale di affettività negativa;
- i bambini che non vanno a scuola per fuggire da situazioni sociali avversive o situazioni di valutazione;
- i bambini che rifiutano la scuola per ottenere attenzione dalle figure significative;
- i bambini che ricercano rinforzi positivi tangibili fuori dalla scuola.
La fobia scolare
La parola scuola suscita in ognuno di noi emozioni contrastanti e alla memoria evoca ricordi non sempre piacevoli: compagni poco simpatici, interrogazioni a sorpresa, insegnanti severi, note sul registro, e molto altro ancora.
Diverso è invece il rifiuto scolastico. Facendo riferimento al modello del professor Kearney, direttore del Child School Refusal and Aniety Disorders Clinic (UNVL) dell’università del Nevada (Stai Uniti) individuiamo le principali caratteristiche di questo fenomeno. Kearney afferma che questo comportamento si riferisce a quei bambini o ragazzi che non vogliono frequentare la scuola oppure che hanno difficoltà a rimanere in classe per un giorno intero.
Gli studi epidemiologici ci riportano che la maggior parte dei bambini con rifiuto scolare ha un’età compresa tra i 10 e i 13 anni, ma il problema presenta comunque un picco all’età di 5-6 anni e tra i 13-14 anni, ovvero quando si cambia ordine di studi.
Il comportamento di rifiuto scolastico è talvolta confuso con l’assenteismo ingiustificato anche dagli stessi insegnanti. Tuttavia, è bene ricordare che i bambini o ragazzi che marinano la scuola non si rifiutano di frequentare la scuola, semplicemente ci sono altre cose che preferiscono fare o lo usano come una strategia per evitare una situazione difficile, come interrogazioni e compiti.
L’assenteista “cronico” ha uno scarso interesse per la scuola e ancora meno per ciò che la scuola e i compagni possano pensare. Questo è in netto contrasto con quello che prova e fa il bambino/ragazzo che ha una fobia scolare.
Il rifiuto scolare
Kearney conia il costrutto di comportamento di rifiuto scolare che descrive come “una inabilità del bambino a mantenere un funzionamento appropriato all’età rispetto alla frequenza scolastica o a una mancanza di coping adattivo agli stress collegati a tale contesto” (Keraney & Albano, ed italiana 2010, p. 20-21).
Questo tipo di comportamento è possibile trovarlo in bambini a partire dai 5 anni e può manifestarsi per tutti gli anni scolastici fino ai 17-18 anni. Ecco i comportamenti che caratterizzano il costrutto della fobia scolare:
- Assenza dalla scuola per lunghi periodi di tempo
- Frequenza discontinua per cui si lascia la scuola durante il giorno o si saltano delle lezioni
- Ritardi (lentezza cronica)
- Messa in atto di comportamenti problematici nel corso della mattinata come capricci o rifiuto di muoversi così da indurre i genitori a non mandarli a scuola
- Eccessiva angoscia durante i giorni di scuola tanto da chiedere di non frequentarla più in futuro
I bambini con fobia scolare possono manifestare il loro rifiuto in diversi modi. Alcuni si alzano dal letto, applicano tutta la routine di inizio giornata ma poi non sono in grado di lasciare casa o, se lo fanno, tornano indietro prima di raggiungere la scuola.
Altri possono rifiutarsi di uscire dal letto oppure si immobilizzano in qualche angolo o, i più grandi, anche se arrivano davanti alla scuola, scappano per rientrare a casa.
I bambini con il rifiuto scolare accettano volentieri la punizione pur di non andarci e molti promettono che l’indomani saranno presenti, chiedendo però di restare a casa per quel giorno. Gli adolescenti, nei casi più gravi, possono arrivare a minacciare di farsi del male.
Le 4 modalità
Nello specifico lo studioso americano propone una distinzione in quattro tipi di comportamento da rifiuto della scuola:
- Rifiuto della scuola per evitare stimoli collegati al contesto scolastico che provocano loro emozioni negative: in genere questo comportamento si manifesta in bambini dai 5 agli 11 anni. Tra gli stimoli negativi collegati alla scuola possiamo annoverare l’allarme antincendio, il bus, la palestra, il cortile, i corridoi, la classe oppure caratteristiche specifiche di un insegnante e/o di un bidello (altezza, tono di voce, ecc.)
- Rifiuto della scuola per sfuggire da situazioni sociali avversive e/o valutative: in genere questo comportamento si manifesta nei ragazzi dai 12 ai 17 anni. Tra queste situazioni possiamo trovare le interrogazioni, i colloqui con il preside o le interazioni con i compagni
- Rifiuto della scuola allo scopo di ottenere attenzioni da altre figure significative: in genere questo comportamento si manifesta nei bambini dai 5 agli 11 anni. Molto spesso questo comportamento è legato all’ansia da separazione
- Rifiuto della scuola per perseguire ricompense concrete: in genere questo comportamento si manifesta nei ragazzi dai 12 ai 17 anni. Tra le ricompense troviamo praticare lo sport, dormire, fare shopping, incontrare gli amici, fare abuso di sostanze o il gioco d’azzardo
Conoscere quindi l’età del bambino può già dare una idea iniziale della direzione dei sintomi. La prognosi, infatti, è direttamente legata alla durata del rifiuto scolastico con conseguenze nel breve e nel lungo periodo.
Nel breve termine si includono un forte stress per il bambino, un peggioramento del rendimento scolastico, l’alienazione sociale, l’aumento del rischio di problemi giuridici (nel caso di adolescenti), conflitti familiari.
Mentre tra le conseguenze a lungo termine troviamo problemi di mancanza di occupazione lavorativa (nel caso in cui ci sia stato un abbandono scolastico) abuso di sostanze e comportamenti delinquenziali.
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