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24/09/2017La genitorialità eccessiva non permette al figlio di crescere.
Essere genitori significa iniziare un cammino, che cambia spesso direzione, che muta ad ogni passo e che porta alla scoperta dei bambini, man a mano che crescono.
La genitorialità vede gli adulti responsivi e presenti nel soddisfare i bisogni dei bambini, che sono tanti e diversi. Significa quindi: prendersi cura, accogliere, contenere ma anche lasciare spazi e decisioni ai figli.
E proprio in questa ultima parte della definizione del processo di crescita che nasce una disfunzione affettiva che può nuocere ai nostri bambini: la genitorialità eccessiva.
Presenza eccessiva
Quando ci riferiamo a quei comportamenti eccessivamente presenti da parte degli adulti verso i loro figli, si parla metaforicamente di “genitori elicottero”.
Questa espressione viene utilizzata per quei genitori che hanno una genitorialità eccessiva, che ronzano perennemente sulle teste dei loro figli soddisfacendo bisogni prima ancora che questi si presentino.
Dunque, una presenza eccessiva, oltre che fisica anche psicologica, che rischia di creare più danni che benefici. Sia per i figli che avranno grandi pretese in ambito scolastico e sociale, sia per le figure genitoriali stesse che svilupperanno ansia, stress e preoccupazioni inutili.
Questo comportamento genitoriale porterà probabilmente alla creazione di un rapporto tossico, invadente e non psicologicamente sano; dove i figli non riusciranno a vivere in modo autonomo le situazioni della vita quotidiana.
Di questi comportamenti non è dannoso solo l’iper-controllo ma anche l’invischiamento da parte dei genitori nelle passioni, amicizie e attività dei propri figli.
Questo tipo di genitorialità ansiogena ha sicuramente delle conseguenze sui bambini. L’iper-controllo genitoriale potrebbe trasformare l’attrazione dei bambini di scoprire l’ambiente circostante in ansia e apprensione, potrebbe andare a minare la loro autostima e il loro senso di autoefficacia, il loro controllo emotivo e comportamentale.
I bambini possono avere una minore capacità di reagire in modo appropriato a situazioni difficili, ad esempio nel contesto scolastico o nelle relazioni con i pari.
Il bambino che ha più possibilità di autogestirsi sarà più resiliente, con una capacità migliore di gestione emotiva, più abilità di problem solving in situazioni di stress, con annesso rendimento scolastico migliore.
La genitorialità eccessiva impedisce di apprendere ai bambini: il sapersela cavare, avere le capacità di reazione davanti alle frustrazioni e i contrattempi.
La fobia scolastica
I bambini figli di una genitorialità eccessiva potrebbero sviluppare un tipo di ansia molto frequente: la fobia scolare. E’ dovuta alle grandi aspettative genitoriali che i bambini temono di non riuscire a soddisfare e questo genera in loro un grande senso di preoccupazione.
Una forma di ansia che a volte può essere interpretata come un capriccio e che in realtà è una vera e propria forma di angoscia caratterizzata da apprensione e paura del peggio, in cui il bambino ha la sensazione che nel contesto scolastico possa accadere qualcosa di terribile.
Il pensiero di fallire e deludere le figure genitoriali gioca un ruolo importante in questo tipo di ansia, insieme alla difficoltà che incontreranno ad auto consolarsi da soli: potrebbero non avere acquisito questa autonomia, perché di solito non vivono la frustrazione o comunque vengono subito consolati dai genitori.
I genitori devono fidarsi di loro stessi e dei loro figli: lasciare loro la mano, in modo da non intromettersi, lasciarli alle loro intuizioni e accompagnarli nello sviluppo, rinforzandoli e congratulandosi con loro.
I figli devono essere liberi di sbagliare, in modo che il bambino potrà, in totale autonomia, sviluppare la propria sicurezza relazionale.
La regolazione emotiva
L’essere troppo protettivi ed esercitare un eccessivo controllo sui propri figli potrebbe provocare conseguenze non positive per il loro sviluppo emotivo e comportamentale, di cui risentono poi a lungo anche in ambito scolastico.
Ad affermarlo la Dott.ssa Nicole B. Perry dell’Università del Minnesota Twin Cities e i suoi colleghi dell’Università del North Carolina e di Zurigo, attraverso un recente studio pubblicato il 18 Giugno scorso sulla rivista Developmental Psychology.
Gli autori dello studio si concentrano in primo luogo sul concetto di “autoregolamentazione”.
L’autoregolamentazione riguarda la capacità di regolare eccitazione e comportamento a seconda del contesto delle esigenze ambientali. Coinvolge vari processi che si avviano nel corso dell’infanzia, tra cui molto importanti sono appunto la regolazione emotiva e comportamentale.
Questi processi si manifestano durante i primi 5 anni di vita di un bambino e sono fondamentali per la sua crescita: determinano, infatti, lo sviluppo di una migliore mentalità e di una buona salute fisica, hanno un ruolo nell’instaurazione delle relazioni sociali, sono alla base di adattamento e/o successo in ambito scolastico, ecc.
La regolazione emotiva coinvolge abilità che servono per regolare, mantenere o valorizzare l’intensità delle proprie emozioni. Il saper ridurre l’eccitazione emotiva, per esempio, può far sì che il bambino sappia gestire il senso di frustrazione provato davanti a compiti impegnativi e riesca a completarli, o anche controlli l’ansia dovuta a sfide sociali e nuovi gruppi sociali ed instauri così interazioni con gli altri positive.
Mania di controllo
La mania di controllo del genitore sul figlio può durare nella vita anche quando ormai il figlio è diventato adulto e totalmente indipendente, anche quando questo è ormai uscito da casa.
Questo sicuramente può essere comprensibile se viene letto secondo l’ottica del genitore, ma da parte del figlio lo è molto meno e ha degli effetti evidenti.
In letteratura sono presenti molti studi che hanno analizzato i vari effetti della genitorialità eccessiva e dell’eccessivo controllo sui propri figli. Tendenzialmente parliamo di studi condotti su bambini, ma gli effetti sono stati dimostrati anche a distanza di tempo. Eccone qualcuno.
Bassa Autostima
Avere un genitore iper-controllante che cerca in ogni modo di far valere la propria visione e di “guidare” il figlio verso ciò che crede ha come primo effetto una bassa autostima.
I figli che crescono con una presenza eccessiva dei genitori, infatti, si sentiranno spesso “impotenti” o comunque poco efficaci perché ogni loro azione sarà controllata dal genitore tramite raccomandazioni o regole continue.
Tutto ciò, ovviamente, porta a non sviluppare l’Autostima interiore e questo effetto ha la sua rilevanza dall’età infantile fino all’età adulta, quando spesso i genitori continuano ad esercitare il loro controllo, magari in modo diverso.
Difficoltà ad effettuare scelte
Un altro effetto che spesso si evidenzia nei figli cresciuti dalla genitorialità eccessiva è proprio la difficoltà a scegliere per Sé stessi. Non faranno delle scelte sentite, ma solo scelte dovute.
Questo è strettamente legato all’Autostima perché non avendo fiducia in Sé stessi, questi figli faranno anche fatica a scegliere e decidere quando non “sono indirizzati”.
L’aspetto peggiore si presenta quando i genitori verranno a mancare: esser sempre dipesi da altri non li renderà capaci di pensare da soli o di comprendere bene quali sono i loro bisogni e necessità.
Personalità tiranna
I figli della genitorialità eccessiva svilupperanno una personalità insicura e poco stabile, oltre che tiranna: questi ragazzi cresciuti con il continuo aiuto dei genitori considerano tutto dovuto, anche dagli amici e dall’intera società.
Si tratta di giovani incapaci di definire la propria identità, ragazzi da sempre sepolti da giocattoli, abiti, computer, cellulari, che con il tempo finiscono per essere divorati dall’ansia di successo.
Dipendenza eccessiva
Di fatto, la presenza eccessiva dei genitori fa sì che i bambini siano insicuri, timorosi, incapaci di tollerare la frustrazione, prendere decisioni per se stessi e assumersi le proprie responsabilità.
Infatti, il problema principale è che i bambini iperprotetti non mettono alla prova la loro capacità di affrontare i problemi della vita, in questo modo non sviluppano mai la necessaria fiducia in se stessi, tale per cui alla fine sono loro stessi che finiscono per chiedere ai genitori che non li lascino soli.
Possibile rinegoziazione
Quando si è adulti, può capitare che questo eccessivo controllo del genitore diventi un momento di rinegoziazione del legame.
Perché spesso il figlio sente questo eccessivo controllo come un tema dominante della sua vita e questo ovviamente porta ad un malessere generale che, quando viene particolarmente vissuto e diventa impattante nella propria vita, può portare il figlio al voler rinegoziare il rapporto genitoriale con una visione della relazione più paritaria e reciproca.
Questo, ovviamente, è un effetto positivo soprattutto perché può portare ad una relazione più “giusta” e anche positiva per entrambi. Sempre che i genitori siano disposti a concedere spazio.
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2 Comments
È brutto trovarsi in questa situazione e non riuscire ad uscirne o parlarne, mi sento senza speranze
Ho bisogno di superare tutto questo e non riesco a parlare, le mie emozioni non riescono ad uscire con nessuno perché non mi fido
Mi fa male, vorrei fidarmi ma ho troppa paura e così ogni volta non mi apro e quando torno a casa la bomba che ho dentro che vuole scoppiare diventa sempre più grande
Quando vuoi tirare fuori il dolore e non ci riesci ti fa ancora più male
Non riesco a stare bene e ho spesso dei pensieri brutti
Sento di star sprecando la mia vita quindi che senso ha continuare a vivere
Mi hanno tolto tutto
Il male che ti fanno è indescrivibile
Ho perso me stessa
Può superare questa fase cara Erika e ritrovare sicuramente serenità e tutto quello che sogna, però deve abbandonare quelle sabbie mobili che l’hanno imprigionata e liberarsi dal suo passato, solo così può ritornare a sperare e a credere in qualcosa di bello.
SE vuole il mio aiuto mi contatti privatamente.
Marilena