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28/05/2023La gentilezza è l’arma dei più forti, così sosteneva lo scrittore Stephen Littleword.
La gentilezza migliora l’umore, l’empatia, le relazioni umane, e perfino la salute. Se siamo gentili otteniamo di più dagli altri. Quello della gentilezza si può definire un vero e proprio potere.
Essere gentili significa ‘uscire da se stessi’ per aprire la mente al resto del mondo, accogliere gli altri esseri umani, accettare e rispettare i concetti, le idee, i modi di vivere e di essere di tutto quello che è diverso da Noi.
Gentilezza vuol dire tolleranza ed empatia, accettazione della differenza, barriera contro maleducazione e arroganza. E almeno per una di queste ragioni conviene essere gentili perché quando si è gentili, succede di sentirsi col cuore a posto e la fiducia in mano.
E chi riceve gentilezza conquistare uno sguardo più sereno.
Non è educazione
La gentilezza è un gesto di attenzione verso gli altri che giova alla mente e al corpo.
Attenzione, però, a non confondere la gentilezza con la semplice educazione, il rispetto per gli altri, che ci spinge a salutare, ringraziare, avere delle buone maniere ed essere affabili con le persone che ci circondano.
Essere gentili non significa solo usare le buone maniere e comportarsi seguendo le regole sociali del buon vivere comune.
La gentilezza è qualcosa di più e di diverso.
Non è solo un comportamento affabile, ma è uno stato d’animo, un’attitudine, qualcosa che dovrebbe essere innato in ogni essere umano.
Perché una comunità per crescere ha bisogno di regole condivise, di coesione, ma anche di empatia, di solidarietà, di altruismo.
La gentilezza è quel bene comune che si raggiunge insieme agli altri, non quando ognuno segue la propria strada in maniera egoistica.
La magia della gentilezza
È la scienza a dirci quanto siano “magici” per la nostra salute e benessere i comportamenti benevoli verso gli altri.
Numerose ricerche scientifiche hanno confermato che atti di gentilezza, generosità e altruismo promuovono la produzione di tre sostanze chiave per il nostro benessere:
- Ossitocina: anche nota come “ormone dell’amore”. Aiuta a ridurre la pressione sanguigna, a migliorare la salute generale del cuore e aumenta la nostra autostima e ottimismo
- Serotonina: anche nota come “ormone della felicità”. Promuove calma, accettazione positiva del presente e, in generale, stati di felicità e appagamento.
- Endorfine: sono i nostri “antidolorifici naturali”. Vengono prodotte in grande quantità durante l’orgasmo… serve altro per capire quanto siano importanti
È stato inoltre osservato che gli atti di gentilezza riducono anche la produzione di ormoni meno “simpatici” come il cortisolo, l’ormone legato alle condizioni di stress psicofisico, aumentando la funzionalità di sistemi chiave del nostro organismo come quello immunitario.
La scienza del contagio
I partecipanti all’esperimento di Zaki e Nook presso la Stanford University sono stati esposti a scene nelle quali potevano osservare atti di generosità o di grettezza compiuti da persone che non conoscevano.
In seguito, è stato loro chiesto di rispondere ad alcune lettere nelle quali una persona raccontava degli alti e bassi della propria vita nell’ultimo mese.
Le persone che avevano assistito a scene di generosità hanno scritto note più amichevoli e più ottimistiche di quelli che avevano visto gli altri comportarsi avidamente.
Questo e altri studi hanno stabilito che la gentilezza evolve man mano che si diffonde, “infettando” le persone a livello inconscio e manifestandosi in comportamenti diversi.
E questo significa che, com’è successo per un test effettuato sui lavoratori della Coca-Cola in uno stabilimento spagnolo, una buona azione in una zona affollata può creare un effetto domino e migliorare la giornata di dozzine di persone!
Il significato profondo
La gentilezza è considerata una virtù e parte integrante dell’etica. In filosofia, la gentilezza è definita come una preoccupazione genuina e profonda per gli altri (Schopenhauer, 1840/2006). Come tale, essa deriva dalla compassione, ovvero una calda comprensione di sé e degli altri dinnanzi a sofferenze o fallimenti (Malti, 2020).
La gentilezza nelle parole crea fiducia. La gentilezza nel pensare crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore (Lao-Tzu)
Gentilezza significa trattare noi stessi e gli altri con dolcezza. Come tale, essa riflette una comprensione della preziosità di ogni vita e della bellezza dell’imperfezione, oltre a comportare sentimenti di rispetto per tutti. (Drummond, 2006).
La gentilezza riflette dunque una particolare sensibilità per gli altri, oltre che per se stessi. In altre parole, essa è un atteggiamento premuroso nei confronti della vita, che crea significato e scopi. Implica una profonda preoccupazione (e compassione) sia per gli altri che per se stessi e, quindi, in quanto tale, riflette un apprezzamento della dignità di ogni essere vivente.
Implica anche una comprensione genuina della preziosità di ogni vita nella sua unicità. Essere gentili richiede consapevolezza delle emozioni e degli stati d’animo propri, degli altri e della relazione tra questi (Malti, 2020).
Gentilezza e benessere
Innanzitutto, la gentilezza richiama l’altruismo e l’altruismo richiama la cooperazione. Sappiamo benissimo quanto la cooperazione tra i membri di una specie sia fondamentale per garantirne la sopravvivenza.
Inoltre, connetterci con gli altri attraverso atti gentili ci consente di soddisfare i nostri bisogni psicologici di base di relazione e appartenenza. La gentilezza ha dunque effetti positivi a livello sociale di cui siamo pienamente a conoscenza.
Ricordiamoci l’ultima volta in cui abbiamo compiuto un atto gentile, probabilmente ci sentiremo subito bene, sentiremo un senso di soddisfazione, un “bagliore caldo” che accende i nostri sistemi di ricompensa del cervello.
La gentilezza non solo fa bene, ma ci fa anche bene. Compiere atti di gentilezza può aumentare la soddisfazione per la vita, l’umore positivo e l’accettazione da parte dei pari. Può stimolare il rilascio di serotonina e ossitocina, riducendo così paura e ansia. Per gli adolescenti, essere gentili può aumentare l’autostima. La gentilezza ci rende felici.
Sia i piccoli atti, come tenere la porta a uno sconosciuto, accarezzare un animale o portare il caffè a un collega, sia i favori più grandi, come aiutare un amico a trasferirsi, possono avere un impatto sul nostro benessere psicologico (Rowland & Curry, 2019).
I ricercatori dell’Università di Oxford hanno recentemente scoperto che possiamo aumentare i nostri livelli di felicità quando siamo gentili sia verso le persone con cui abbiamo legami stretti, sia verso le persone con cui i nostri legami sono deboli (ad esempio, la famiglia o gli estranei). Anche osservare gli altri compiere atti gentili e, soprattutto, essere gentili con noi stessi, può renderci più felici.
Le persone inoltre trarrebbero maggiori benefici dal comportamento gentile quando scelgono di essere gentili, piuttosto che quando si sentono obbligate a farlo, e quando sentono che le loro azioni hanno avuto un impatto positivo sull’altro (Aknin et al., 2013).
Oltre ai vantaggi psicologici, la ricerca lega anche il comportamento di aiuto a una migliore salute fisica. In uno studio sono stati monitorati più di 7.000 adulti statunitensi, scoprendo che coloro che fanno volontariato sono più attenti alla prevenzione medica rispetto a chi non fa volontariato (Kim & Konrath, 2016).
In un altro studio, gli anziani che hanno speso soldi per gli altri avevano una pressione sanguigna più bassa rispetto a quelli che hanno speso soldi per se stessi (Whillans, A. V., et al., 2016).
Lyubomirsky e i suoi colleghi hanno persino scoperto che le persone che hanno compiuto atti di gentilezza, ovvero qualsiasi azione che implichi aiutare, condividere o prendersi cura degli altri, hanno mostrato miglioramenti nell’espressione genica associati a un profilo immunitario più sano (Nelson Coffey et al.. 2017).
Gentilezza sul lavoro
Il modo più fruttuoso per diffondere la gentilezza in ambiente aziendale è proprio quello di trattarla come se fosse una particella contagiosa. Bisogna creare le condizioni perché si diffonda, così da “infettare” il maggior numero di persone possibile.
Lo stesso vale per qualsiasi ambiente affollato come una scuola, un supermercato, un negozio, in famiglia o al ristorante.
La gentilezza si diffonde grazie a processi di apprendimento diretto (ad es. assistere ad un atto) e indiretto (ad es. sapere degli atti di gentilezza di altri). È quindi fondamentale che comportamenti gentili siano adottati innanzitutto dal management aziendale: data la loro visibilità, fungeranno da formidabili “untori”.
Inoltre, bisogna creare spazi e momenti di conoscenza e aggregazione tra i lavoratori o tra gli avventori nei quali sia più facile che questi si comportino in modo libero e sincero.
Uno studio guidato dalla University of Texas at Austin ha fatto una ricerca sulle dinamiche comportamentali instaurate da un comportamento gentile.
Il punto chiave della ricerca è che quando regaliamo qualcosa a sorpresa, o facciamo un favore inaspettato, tendiamo a sottostimare la sensazione di calore umano che provano i destinatari del gesto. Esiste quindi una discrepanza fra le aspettative di chi dà e la reazione di chi riceve, che rischia di limitare la disposizione ai comportamenti altruistici.
I ricercatori sono giunti a tale conclusione grazie a una serie di esperimenti diversi ma accomunati dal medesimo principio di base, che hanno permesso di osservare varie sfumature di questa dinamica.
Ad esempio, in uno di essi hanno portato 84 partecipanti in un parco e hanno dato loro la possibilità di tenere per sé una cioccolata calda, oppure di regalarla a uno sconosciuto. Qualcuno ha optato per la prima opzione, ma la maggior parte ha accettato di donarla.
Quando è stato chiesto loro di valutare quanto pensavano che fosse migliorato l’umore dei destinatari della cioccolata su una scala da 0 a 5, i partecipanti hanno ipotizzato un punteggio medio di 2,7: significativamente meno dei 3,5 punti di apprezzamento realmente espressi dai destinatari.
Dunque, quando siamo gentili inneschiamo una conseguenza positiva ed ottimistica a catena che migliora la giornata di tutti coloro che, direttamente o indirettamente, la ricevono.
Siate gentili e fatelo spesso, ci guadagnerete sempre.
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