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La neurofisiologia del tratto

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I segni dell’avarizia nella scrittura
23/02/2017
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24/02/2017
Pubblicato da Marilena Cremaschini il 23/02/2017
Categorie
  • Pillole di saggezza
Tag
  • analfabetismo funzionale
  • degenerazione neurologica
  • età avanzata
  • grafodiagnostica
  • malattia degenerativa
  • neurofisiologia
  • tremolii

Col termine di neurofisiologia del tratto si intende la possibilità di rilevare dei danni neurologici attraverso la valutazione grafodiagnostica della grafia.

L’analisi grafologica di una scrittura permette di valutare il grado di invecchiamento celebrale e neurologico causato dall’età, dal mancato uso protratto per anni della lettura e della scrittura, il cosiddetto analfabetismo di ritorno, o l’esistenza di determinate patologie neurologiche.

Rilevare dei sintomi di degenerazione neurologica permette di segnalare la possibilità di una patologia clinica o una disfunzione demandando l’accertamento clinico ad un neurologo.

Il grafologo non si può mai sostituire ad un medico e le competenze che sono ad esso esclusive, ma la valutazione grafologica può far emergere il sospetto che vi possano essere delle condizioni allarmanti per cui risulta consigliabile un controllo sanitario al fine di escludere determinate patologie neurologiche o degenerative.

La compromissione delle funzioni collegate alla capacità di scrivere o di leggere possono derivare anche dall’età avanzata e dalla conseguente degenerazione delle cellule neuro-celebrali.

Come per tutte le funzionalità motorie, l’avanzamento dell’età compromette la fermezza del tratto in quanto la mano, il braccio e la spalla perdono di forza, vigore e mobilità che viene trasmessa inevitabilmente alla scrittura.

L’incapacità a redigere in maniera fluida, conseguente e lineare può anche derivare da una patologia clinica neurologica, una malattia che compromette la visualizzazione spaziale del foglio e destruttura lo scritto sino a deformarlo.

Per questo motivo si consiglia di allenare la mente ad esercitare quei compiti che possono sembrare semplici o inutili, come la lettura o la scrittura, ma in realtà permettono il rinforzo e l’allenamento di diverse aree del cervello e delle connessioni neurologiche mantenendolo attivo ed efficiente.

Sia che si tratti di una patologia neurologica che dell’età avanzata, la grafia ne risente mettendo in mostra dei segni particolari.

Innanzitutto diventa tremolante, con contrazioni e distorsioni delle forme, e subentra l’impossibilità di mantenere il rigo e la linearità dello scritto, che dunque cade verso il basso, cede di vigore diventando disorganizzato e destrutturato.

Il disorientamento mentale viene trasferito sul foglio e la grafia diventa disgrafia e disorganizzazione dello spazio sul foglio.

I tremolii della degenerazione neurologica sono cosa diversa dalle contratture eseguite per nervosismo, insofferenza o rabbia, in entrambi i casi si formano delle contratture e delle distorsioni nella fluidità del tratto ma sono distinguibili per diverse condizioni.

I tremolii da nervosismo sono localizzati e momentanei, inoltre non coinvolgono l’intera scrittura ma soltanto alcune parti di essa, solitamente quelle che richiamano il pensiero negativo.

Le patologie cliniche invece compromettono l’intera scrittura, che col procedere dello scritto diventa sempre più instabile, contorta ed instabile perché si perde forza e tonicità del braccio per lo sforzo che non riesce ad essere mantenuto a lungo.

Anche la perdita della memoria ha rilevanza in quanto la scrittura è un processo organizzativo di tipo mentale che richiede il mantenimento della memoria-lavoro sia per quanto riguarda la costruzione della forma delle lettere e la loro possibile combinazione, sia per la decodificazione del pensiero tradotto in parole che insieme possano fare un testo avente un senso compiuto.

C’è infine un’altra condizione personale che compromette la scrittura nello stesso modo della degenerazione neurologica ma che non ha alcuna origine nella compromissione delle cellule nervose del cervello.

Si tratta del problema dell’ analfabetismo funzionale che è la condizione di chi, pur avendo ricevuto un’istruzione basilare nell’età scolastica, non si è più esercitato nel compito della lettura o della scrittura, perdendo col tempo la specifica capacità di eseguire tali funzioni.

Viene chiamato anche “analfabetismo di ritorno” proprio per il fatto che la perdita della abilità è una conseguenza del mancato esercizio di essa protratto per un lungo periodo di tempo.

Controllare la nostra scrittura e la sua sanità è fare dunque della prevenzione anche rispetto a quei sintomi che possono segnalare che qualcosa nel nostro organismo o nelle nostre funzioni non va o che c’è la necessità di un controllo medico specialistico.

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Marilena Cremaschini

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