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La rieducazione della scrittura
28/02/2017La rieducazione del gesto grafico serve ad acquisire un gesto fluido nello scrivere.
La scrittura manuale, oltre ad essere uno dei metodi di comunicazione più utilizzati e un elemento rappresentativo della personalità, è la funzione motoria più complessa che un essere umano compie nella propria vita.
In più, scrivere in corsivo attiva dei processi neuro-fisiologici che sono utili a tantissime attività che formano il bambino sia a livello cognitivo che strumentale.
Insomma, scrivere prevede un apprendimento complesso che stimola tutte le aree cerebrali e richiede dei prerequisiti fondamentali, come l’orientamento spaziale e temporale, nonché una discreta coordinazione oculo-manuale.
La disgrafia indotta
Scrivere è un’abilità che si acquisisce nel tempo, in grado di attivare percorsi neuronali che generano automatismi ma, la postura, la presa della matita e l’impugnatura devono essere assolutamente corrette perché, altrimenti, con il passare del tempo può emergere una vera e propria disgrafia.
Nel processo di scrittura sono diverse componenti che entrano in gioco e tra le principali rientrano la coordinazione occhio-mano, la rapidità motoria e i movimenti svolti.
Inoltre, anche la postura, l’impugnatura di penna e matita giocano un ruolo fondamentale in una corretta grafia.
Avere una calligrafia disordinata e poco chiara all’inizio può essere una caratteristica del tutto normale, che tende a migliorare con la ripetizione del gesto grafico.
Se però questo “disturbo” è continuativo ed è seguito da altre problematiche, come una compromissione del segno grafico e un’impugnatura scorretta, potrebbe essere il segnale di una disgrafia.
La disgrafia non è una semplice difficoltà nella scrittura o una calligrafia poco leggibile, ma si tratta di uno dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, o DSA, che interessa molte abilità, come la coordinazione, la conoscenza e la gestione dello spazio e la motricità (capacità dei nervi di contrarre i muscoli) della mano.
Questo disturbo, oltre a condizionare l’abilità di scrittura, determina una serie di mancanze o carenze che portano a difficoltà dell’apprendimento, motivo per cui la rieducazione del gesto grafico è fondamentale per abbandonare gli automatismi scorretti.
Rieducazione del gesto
La difficoltà grafomotoria incide sulle capacità e volontà espressive del bambino: la fatica di impugnare per disegnare o scrive porta i piccoli ad uno stato di demotivazione e frustrazione, che può estendersi a tutto il vissuto scolastico.
L’obiettivo di un percorso educativo o riabilitativo di rieducazione del gesto grafico è quello di riuscire a scrivere in autonomia, con chiarezza e velocità adeguata all’età.
La rieducazione del gesto grafico, è un percorso individuale che aiuta il bambino a consolidare le proprie abilità motorie fini, per giungere alla padronanza della scrittura e del disegno.
La rieducazione della scrittura è una tecnica nata in Francia nel 1946 e diffusasi poi negli anni ’60 con Robert Olivaux medico, psicologo e grafologo e Julian de Ajuriaguerra psichiatra, neurologo, direttore dell’ospedale Saint-Anne di Parigi.
La rieducazione è un percorso riabilitativo che interviene per realizzare potenzialità latenti, abbandonando gli automatismi “scorretti”, per attivare percorsi neuronali più funzionali alla scrittura e al controllo della penna e dello spazio.
Identificare il profilo Neuropsicomotorio di ciascun bambino permette di impostare un trattamento riabilitativo individualizzato, sulla base della adeguata comprensione delle difficoltà sottostanti, le cause e il tipo di disgrafia (disprassia, disturbo di coordinazione motoria, dislateralità, difficoltà attentive ed emotive).
Il percorso rieducativo
Il percorso di rieducazione aiuta ogni bambino a ritrovare il piacere di scrivere e disegnare, attenuando gli elementi di fatica e demotivazione, sfiducia e affanno.
La rieducazione della scrittura interviene sulle aree legate alla percezione visuo-spaziale, organizzazione spazio-temporale, costruzione dello schema corporeo.
Essa mira ad educare la mano alla padronanza del gesto necessario a scrivere in corsivo, nonchè imparare ad utilizzare lo spazio sul quaderno.
Al termine del percorso rieducativo, il bambino avrà acquisito la padronanza della corretta postura e dell’impugnatura, e sarà in grado di gestire la muscolatura evitando le contratture.
Il gesto grafico beneficierà di una migliorata ecoordinazione visuo-motoria e oculo-manuale. Grazie ad una serie di esercizi mirati, il bambino migliorerà la prensione, l’attenzione, l’efficacia nella programmazione motoria ed esecuzione dei compiti grafici come a percorsi, tracciati, collegamenti tra lettere, sequenza di movimenti, scrittura in corsivo
Questi percorsi abilitativi, pedagogici e riabilitativi possono prevenire l’insorgere di sintomi legati alla disgrafia e attenuare le problematiche grafo-motorie nei bambini con DSA.
Rieducare la scrittura non significa effettuare un semplice recupero della funzione scrittoria, ma preparare il terreno per permettere alla scrittura di svolgere il proprio ruolo di strumento di comunicazione e di elemento rappresentativo della personalità dello scrivente.
Si tratta di un percorso creativo ed individualizzato volto a stabilire o ri-stabilire i presupposti essenziali per un corretto sviluppo del gesto grafico, utilizzando:
- esercizi per il rilassamento muscolare e la motricità in generale;
- tecniche pittografiche e scrittografiche;
- interventi sulla postura, sulla tenuta dello strumento scrittorio e sulla respirazione;
- lavoro sulle strutture ritmiche, sull’organizzazione e sull’orientamento spaziale;
Vari metodi a confronto
La nascita della rieducazione è la conseguenza degli studi di numerosi esperti.
Negli anni ’50 Hélène de Gobineau grafologa, considerata, con Roger Perron, la fondatrice della grafometria, lo studio scientifico ella scrittura, la realizzazione dei primi studi fondanti sulla genesi e l’evoluzione della scrittura. Basati sull’ipotesi di lavoro della crescita della scrittura nell’arco della vita, e mirati a individuarne gli stadi evolutivi secondo le età dei bambini.
Questo lavoro permise la strutturazione delle scale grafometriche, in cui si individuarono gli item che con la crescita tendevo a scomparire per trasformare la scrittura con forme non più infantili.
La morte prematura della Gobineau permise all’équipe di Julian Ajuriaguerra (medico e neuropsichiatra infantile) presso l’ospedale Henri Rouselle di Parigi negli anni ’60 di finire il lavoro producendo scale grafometriche per bambini dai 6 agli 11 anni e di basare su queste un’attività di rieducazione della scrittura.
Robert Olivaux, medico, psicologo e grafologo, sempre negli stessi anni elabora un suo metodo di rieducazione che non lavoro direttamente sulla scrittura, ma sul gesto che traccia alcune forme fondamentali in sequenza progressiva (coppe, ghirlande, occhielli, spirali, ecc..) per acquisire scioltezza ed agilità il soggetto disgrafico è portato a migliorare anche la postura e la tenuta della penna così da giungere a provare piacere a scrivere e a modificare, come effetto secondario, alcuni comportamenti problematici.
Alessandra Venturelli, pedagogista e grafologa elabora sulla base degli insegnamenti precedenti un suo metodo. Si può dire che il suo sia il metodo di nuova generazione.
Il metodo prevede un percorso unitario di abilitazione-riabilitazione della scrittura manuale che prevede 3 fasi successive di intervento, sulla base degli effettivi bisogni e dei diversi stadi di apprendimento di un bambino.
Si parte con una prima fase di abilitazione grafo-motoria, in un’ottica di prevenzione delle difficoltà grafo-motorie, rivolta a tutti gli alunni fin dall’ultimo anno di asilo nido, nel corso della scuola dell’infanzia e nel primo anno di scuola primaria, con particolare attenzione agli alunni con minori abilità di base di tipo percettivo e grafo-motorio.
In classe seconda di scuola primaria, si procede quindi a una seconda fase di attività didattiche mirate per potenziare quelle abilità che risultano ancora carenti per alcuni alunni nell’uso del corsivo.
Si passa invece alla terza fase, a un percorso individualizzato di riabilitazione individuale, realizzato da un rieducatore della scrittura, nel caso in cui le prime 2 fasi, svolte in ambito scolastico, non siano state efficaci, per cui una grafia presenta uno scarso livello qualitativo, oppure quando un bambino che non ha avuto l’opportunità di seguire le 2 fasi iniziali presenti comunque analoghe difficoltà.
Soltanto al termine di questa fase, si dovrebbe ricorrere ad eventuali strategie dispensative e compensative per quegli aspetti che non sono stati del tutto recuperati durante la rieducazione.
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7 Comments
Buona sera, sono una mamma un po’ preoccupata. Frequentando un corso di grafologia ho sentito di quanto farebbe bene rieducare la calligrafia anche per un ripristino dell autostima. Mio figlio disegna benissimo, ma la scrittura è penosa. Vorrei sapere se posso trovare nella zona dell’ alta Umbria, dei professionisti rieducatori del tratto grafico x mio figlio di 9/10 anni.
Le posso confermare, cara Elena, che la scrittura in corsivo aiuta a mentenere attivo e a sviluppare diverse aree del cervello, perché tutte messe in connessione durante l’impegno della scrittura spontanea, come quella appunto in corsivo.
Se la grafia di suo figlio appare contratta provi a rilassarlo durante i compiti dandogli anche più tempo per farli, senza premura o fretta, vedrà che la sua grafia si addolcirà subito.
Per quanto riguarda degli educatori del gesto grafico nella sua zona non saprei chi suggerirle.
Saluti
Marilena
Buongiorno mio figlio di 12 anni inizia ad avere problemi a scuola perché le insegnanti contestano la sua scrittura che è pessima lo ammetto. Ho notato che se lui si impegna anche se con sforzo riesce ad avere una scrittura più chiara nel momento in cui scrive rapidamente ha seri problemi. Io vivo a Roma a chi mi posso rivolgere x avere un aiuto. Quest’estate contavo di fargli fare esercizio ma non so se sarà sufficiente
Perchè non mi scive privatamente via mail, mandandomi le foto di alcuni scritti di suo figlio, potrei darle dei consigli su come renderlo più legggibile e meno contratto
saluti
Marilena
Buongiorno
Sono una mamma di un bambino di 6 anni. La scuola è iniziata da poco ma già vedo delle difficoltà nell’orientarsi all’interno della parola dove mio figlio non riconosce grafemi scambiando l’ordine delle lettere all’interno della parola stessa. La scrittura è chiara quando si impegna, forse è presto per parlare di un problema vero e proprio ma vorrei comunque approfondire l’argomento. Voi che ne pensate? È necessario farlo vedere da un professionista? Grazie
Buongiorno Ambra,
se suo figlio ha già dei problemi come quelli descritti è meglio intervenire al più presto, in modo da ridurre le sue difficoltà.
Il professionista adatto a questo tipo d’intervento è sicuramente un rieducatore del gesto grafico (la scrittura) che può ricercare nella sua zona di residenza.
Saluti
Marilena Cremaschini
Buongiorno Ambra
se suo figlio ha veramente i disturbi che lei descrive sarebbe una buona cosa farlo valutare da un esperto
certe difficoltà si recuperano meglio intervenendo presto e prima che il problema si radichi con delle sbaglate abitudini
saluti
Marilena