
Counseling di gruppo
16/03/2017
La gelosia dei fratelli
24/03/2017La rivalità tra i fratelli è una cosa normale, entro certi limiti.
Soprattutto l’arrivo del secondo fratellino può innescare sentimenti di gelosia e paura di essere messo da parte, ma col tempo queste sensazioni dovrebbero sparire, lasciando il posto ad un rapporto solidale.
Entro certi limiti i bisticci tra fratelli sono dunque una cosa del tutto normale. E’ uno dei modi che essi hanno per imparare a rapportarsi con gli altri, soprattutto quando saranno più grandi.
A volte però è necessario che i genitori intervengano.
Litigi tra fratelli
Bisticciare con il fratello o la sorella è per il bambino un modo per imparare quanto sia importante rispettare le idee e i sentimenti degli altri. Lo aiuta inoltre ad imparare a risolvere i suoi problemi e ad imparare l’arte della negoziazione e del confronto.
Abituarsi all’interno della famiglia a discutere civilmente senza ferirsi aiuterà il bambino ad instaurare rapporti costruttivi anche in futuro.
All’interno della famiglia i bambini litigano per conquistarsi l’amore dei genitori, per ottenere la loro attenzione e il loro tempo. Se date l’impressione di dedicare più tempo ad uno dei vostri figli, l’altro o gli altri ne saranno ovviamente gelosi.
Spesso un bambino già più grandicello, quando è arrabbiato o si sente ferito, se la prende con il fratellino più piccolo. Se i genitori accorrono in soccorso del più piccolo (come è giusto che facciano) e puniscono il più grande, quest’ultimo si sentirà ancora più incompreso e poco amato.
A volte, se si ha l’impressione che sia sempre uno solo ad iniziare il litigio, c’è il rischio che sgridare lui e difendere l’altro diventi un’abitudine. Questo fa sì che il primo diventi sempre più scontento e aggressivo e alla prima occasione ricominci a litigare.
Imparare a vivere insieme e ad andare d’accordo in famiglia implica anche tener conto delle età, delle necessità e delle personalità differenti di ognuno. Una certa dose di litigi è comunque del tutto normale, anche se non è sempre facile da accettare.
Arriva il secondo
Quando nasce un fratellino, solitamente il secondo, l‘identità del primogenito viene messa in discussione.
Non sa più chi è, perché perde la collocazione conosciuta all’interno della famiglia: non è più figlio unico e non è più il più piccolo, si aggrappa disperatamente alla madre per conservare il suo posto.
Quando nasce il fratellino riceve solo parte delle attenzioni e del tempo dei genitori, mentre prima li aveva tutti per sé. Dal suo punto di vista si sente usurpato da tutti quei privilegi che prima aveva.
È naturale, dunque, che il bambino provi risentimento ed ostilità per “l’intruso”, anzi l’assenza di gelosia tra i 18 mesi e i 4 anni non è un buon segno perché per il bambino, il nuovo arrivato, è senz’altro un problema per lui, ed è bene che possa esprimere la sua gelosia e la sua frustrazione invece di incamerarla e renderla così più forte e duratura.
Se il primogenito è aggressivo con il neonato, non lo fa per cattiveria ma per angoscia, non va dunque sgridato ma preso da parte per spiegargli che lui ora è forte mentre il fratello è debole come lui quando era piccolo.
È utile dimostrare empatia e attenzione dicendogli di capirlo e di sapere che è doloroso e permettendogli di esprimere a parole i suoi sentimenti riguardo al fratello. L’arrivo di un fratellino può infatti far vacillare la fiducia nell’amore dei genitori e sarà dunque necessario riaffermarlo e rassicurarlo.
Nonostante l’inevitabilità della gelosia tra fratelli, è meglio avvisare sempre in anticipo il bambino che sta per arrivare un fratellino e spiegargli, magari mostrandogli delle foto di quando lui stesso era piccolissimo, che all’inizio il fratellino sarà piccolo come lo era stato lui, piangerà spesso ma lui non dovrà occuparsene o volergli necessariamente bene perché ci saranno i genitori per questo.
Dicendo così si eviterà che il bambino creda di avere subito un compagno di giochi della sua età, inoltre arriverà a volergli bene in modo naturale, né per compiacere i genitori né per fargli dispetto in caso contrario.
La regressione
La nascita del secondogenito spesso porta ad una “regressione” del primogenito perché prende a modello il neonato che il padre e la madre ammirano.
Il primogenito può pensare che essere neonati sia qualcosa di maggior valore che diventare grandi, per questo perde momentaneamente varie autonomie e diventa più infantile.
Nel caso di un figlio maschio il ruolo del padre o di un altro uomo della famiglia è quello di sostenere il primogenito nel suo sviluppo incoraggiando l’identificazione attraverso proposte di uscite “tra uomini” o “tra grandi”. Lo stesso vale per le femmine.
Inoltre, il primogenito va spinto a frequentare coetanei spiegandogli che verrà il momento in cui potrà giocare anche con suo fratello, ma ora è troppo piccolo per lui.
La nascita di un fratello o sorella minore dà infatti luogo a una complessa dinamica psicologica, che va accuratamente gestita dai genitori per evitare blocchi che si ripercuoteranno per tutta la vita.
In una prima fase il nuovo arrivato è infatti percepito dal maggiore come un intruso, e la relazione è caratterizzata dal rifiuto; può successivamente evolvere in una seconda fase simbiotica, in cui il fratello-sorella è identificato come uguale a sé.
L’auspicabile raggiungimento del terzo stadio porta al riconoscimento come altro da sé, con cui è possibile raggiungere una relazione reciprocamente rispettosa e solo di rado conflittuale, esperienza comune per tante coppie di fratelli-sorelle adulti.
Il blocco in una fase precedente porterà conseguenze durature: il persistente rifiuto e la cancellazione del fratello-sorella quando fermi nella prima fase, o la pretesa che ogni onere o vantaggio economico venga rigidamente diviso con il bilancino, nel caso di blocco alla seconda fase.
La gelosia del piccolo
Nonostante non abbia mai conosciuto una attenzione esclusiva, a volte è il più piccolo a dimostrarsi geloso verso il più grande e a voler sempre essere uguale a lui. Infatti, mentre il primo è stato per i genitori un vero bambino nuovo, lui sente di essere solo una ripetizione del già noto.
Può essere utile in questo caso parlargli da solo (non davanti al fratello grande) per sottolineare ciò che è diverso tra lui e il fratello, evidenziando le sue qualità e aiutandolo a scegliere secondo i suoi gusti.
Si può dirgli “tu prendi tuo fratello come modello, ma non può esserlo, siete molto diversi, invece di cercare di essere come lui ti farà meglio cercarti un amico”.
La gelosia tra fratelli, come la dipendenza, è infatti una sofferenza che deriva dalla convinzione falsa di valere di meno. Si deve spiegare ai propri figli che non c’è mai inferiorità di valore ma solo di statura e di età.
Ognuno di loro è un figlio unico perché unici sono i suoi bisogni e le sue caratteristiche; inoltre, in una famiglia ci sono due tipi di primogeniti, quello delle femmine e quello dei maschi.
I figli sono persone diverse, con bisogni diversi e dunque vanno trattate diversamente: vestirli sempre nello stesso modo, ad esempio, oltre ad essere un segno di possessività, una sorta di marchio di fabbrica, lede la loro personalità.
Lo sviluppo per ciascuno di loro avverrà in aree e ad età diverse, con diversi gradi di facilità: il secondo non si deve accelerare per stare col maggiore e il primo non deve rallentare per aspettare il fratellino. Rispondere allo stesso modo è un errore perché ciascuno è ad un proprio grado di soluzione del problema.
Sostituirsi ai genitori
Quando il primogenito è più grande (5-6 anni), può succedere invece che voglia occuparsi del più piccolo sostituendosi ai genitori. Questo comportamento da “adulto” serve a sottolineare la sua differenza dal più piccolo ed è un modo indiretto di dimostrare la gelosia.
Si può lasciare che il primogenito aiuti e collabori ma senza perdere di vista la propria esistenza di bambino trasformandosi in una mamma o papà in miniatura perché questo nuocerebbe allo sviluppo di entrambi.
Inoltre, nel periodo edipico una figlia può dimostrare la sua gelosia che il padre abbia dato un bambino alla madre e non a lei cercando di accaparrarsi il piccolo per far finta di essere lei la madre. In questi casi devono essere ribaditi con fermezza i ruoli nella famiglia.
In tale caso si parla del complesso di Edipo e di Elettra, sono fasi naturali che passano spontaneamente, ma che devono essere superate nel giusto modo per non originare il complesso specifico.
Il valore del fratello
Nonostante spesso si parli solo della rivalità tra fratelli, queste figure rappresentano fonti di attaccamento stabili e fonti di sostegno che durano spesso per tutta la vita.
Il bambino guadagnerà un compagno che mitigherà il senso di solitudine che a volte può provare e potrà fare riferimento ad una sorta di Io plurale, di Io-noi.
Il bambino, infatti, non acquista solo un compagno complice con cui allearsi nelle ribellioni agli ordini dei genitori, un compagno di giochi e scorribande, ma vede anche alleggerirsi il peso di essere l’unico destinatario delle aspettative e delle proiezioni familiari e delle cure materne.
I giochi comuni, i segreti condivisi, costituiranno spesso il modello di intimità sul quale si formeranno i successivi rapporti di amicizia e di amore. Avere dei fratelli insegna a stringere un’amicizia, a superare una lite, a condividere, a controllare l’odio e la distruttività e ad avere l’esperienza immediata di un’altra mente e del suo funzionamento.
I figli unici si costruiscono spesso compagni immaginari come sostituti dei fratelli mancanti, ma possono integrare quest’esperienza attraverso la frequentazione di cuginetti o all’asilo di altri bambini che, pur non essendo veri e propri fratelli, vengono vissuti pressoché come tali.
Anche i genitori spesso sono cresciuti accanto a fratelli e sorelle e loro sentimenti inconsci di amore e odio possono ripercuotersi sul rapporto coi figli.
Ad esempio, avendo sofferto per la nascita di un fratello possono identificarsi col primogenito e dedicargli maggiori attenzioni trascurando il secondogenito; oppure in quanto secondogeniti possono sentirsi in colpa per aver sottratto al fratello gran parte delle cure materne e cercano di risarcire dedicando al loro figlio maggiore più attenzioni.
L’importante è invece cercare di capire il problema e il punto di vista del bambino senza presupporre che sia uguale al vostro.
Alcuni consigli
Ecco alcuni consigli pratici per i genitori che aiutano a gestire la possibile rivalità tra fratelli:
- avere unità di intenti: se i genitori sono d’accordo su come comportarsi, i figli si sentono più sicuri e sereni;
- non cercare di evitare ogni litigio (porta solo frustrazione): è normale che i fratelli litighino, in questo modo imparano a difendere le proprie ragioni , a negoziare e a difendersi fisicamente, così saranno degli adulti più sicuri;
- non schierarsi o fare i poliziotti: entrambi sono convinti di avere ragione perché vedono soltanto il loro punto di vista mentre in questi casi di solito hanno ragione tutti e nessuno. Se si prendono le parti del fratello minore solo perché è piccolo questo si sentirà protetto e provocherà impunemente il fratello più grande. In questo modo non lo armerete per la vita in società e lo abituerete al bisogno di protezione.
- Ascoltate e commiserate la vittima senza biasimare l’attaccante; al piccolo si può dire “non si è reso conto della sua forza” e al grande “non è facile avere un fratello non all’altezza di giocare con te”. Lasciate che trovino la loro soluzione personale incoraggiandoli a trovare da se il modo di adattarsi all’inevitabile. Solo se i litigi diventano troppo clamorosi allora i partecipanti vanno separati proponendo una attività alternativa, per poi parlarne quando gli animi si saranno calmati.
- Chiedere ai figli la loro opinione per trovare una soluzione gli trasmette fiducia e rende molto più probabile che rispettino gli accordi. Intervenire ad ogni litigio insegna ai bambini che quello è un modo efficace per ottenere la vostra attenzione; litigare diventa allora un modo per manipolare gli adulti, per tirare la corda che fa suonare la campana, meglio allora andarsene in un’altra stanza dicendo “se vi fate male vi porterò via i giocattoli”;
- ogni comportamento anche se sembra fatto apposta per arrecare solo disturbo nasconde un bisogno insoddisfatto. Ad esempio, i litigi sulla proprietà e sulla condivisione coinvolgono i bisogni di controllo, di attenzione e di riservatezza. Un grande può rimpiangere quando era piccolo e volere le cose del fratellino o un piccolo può pensare che essere grande significhi prendere le cose del maggiore. Una soluzione può essere fornire ad ognuno un cassetto o una scatola tutta per sé insegnando una efficace difesa passiva delle proprie cose.
- trascorrere del tempo separatamente con ciascun figlio, svolgendo attività che piacciono ad entrambi, permette al figlio di vivere momenti in cui non deve competere con l’altro per ottenere attenzione amore. Inoltre, il bambino più impegnativo e con cui avete più difficoltà a relazionarvi è di solito quello che ha più bisogno di voi;
- cercate di spostare l’attenzione dagli sbagli che compiono alle cose che fanno bene. È importante sottolineare i comportamenti positivi ai figli perché ciò fa sì che li ripetano mentre, focalizzarci solo sui problemi porta i bambini a smettere di ascoltare i rimproveri per proteggere la loro autostima;
- non fare continui paragoni perché portano solo risentimento, e non etichettare per non creare aspettative limitanti.
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4 Comments
Salve, sono mamma di una ragazza di 21 e uno di 18
La prima è gelosa del fratello e mi accusa di trattarlo meglio.
Questo ha reso il nostro rapporto disastroso.
Come dovrei comportarmi, mi può suggerire
Come fare?
Sono in estrema difficoltà
La ringrazio e la saluto.
L’aiuterò molto volentieri, ma per poterlo fare con competenza e darle i consigli adeguati dovrei conoscere meglio in che cosa consistono le lamentele di sua figlia e le sue opinioni al riguardo.
Per questo le chiederei di contattarmi.
A presto
Marilena
Buonasera, sono la sorella piccola di due. Sono nata dopo due anni e sono stata molto considerata da mio padre, più che da mia madre, che pretendeva perfezione da mia sorella. Crescendo, tutto sembrava andare in modo normale ma, il fuoco covava sotto la brace..deceduto mio padre è successo di tutto, dalle mani addosso alla competizione, dal raccontare cose inesistenti sul mio conto, a fare terra bruciata intorno a me. Dopo una forte lite, ho capito chiaramente che le sue.continue critiche e sminuimenti condivisi anche con estranei, altro non sono che gelosia montata nel tempo che si è tramutata in odio. Adesso nn la vedo più e mia madre è rimasta dalla sua parte. Che vergogna!
Buonasera e grazie per l opportunità.
Può capitare che sia un parente così vicino a fare del male e ad essere tanto crudele, non deve sentirsi in colpa nè quando li giudica come meritano nè quando mette distanza tra loro, le servirà per riacquistare consapevolezza del suo valore anche se perderà una parte della sua famiglia, cosa necessaria per non impazzire coi sensi di colpa e con le contiue accuse, e sopratutto necessaria per rifarsi una vita con persone che merita di avere intorno.
In bocca al lupo per tutto
Marilena
Marilena