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04/10/2023La sindrome dell’impostore colpisce chi non sa valutare i propri meriti.
La persona che soffre di questa sindrome dell’impostore può sentirsi di non possedere abilità né conoscenze e nemmeno le capacità tali da giustificare i traguardi che è riuscita a raggiungere. Così, attribuisce il merito di tutto quello che ha ottenuto a fattori esterni.
In sintesi, la persona che ne è colpito sente costantemente di non meritare il successo ottenuto.
Chi è l’impostore
“Anche se tutti dicono il contrario, io so di non meritarmelo”, “è vero, ho studiato tanto, ma non credo di essere abbastanza bravo”, “sebbene abbia raggiunto ottimi traguardi, non posso dire di essere all’altezza”: questi tipi di pensieri sono tipici delle persone che soffrono della sindrome dell’impostore, che pensano cioè di non essere degne del successo raggiunto, degli apprezzamenti ricevuti, dei riconoscimenti ottenuti e/o della posizione ricoperta.
Si tratta di una percezione molto più diffusa di quanto si pensi comunemente, spesso associata a una bassa stima e considerazione di se stessi.
L’espressione “sindrome dell’impostore” è stata utilizzata per la prima volta alla fine degli anni ’70 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes e si riferisce alla percezione di un’esperienza interna ben precisa: chi ne è colpito è convinto di non meritare il successo personale ottenuto.
La persona pensa di non essere in possesso né di abilità né di conoscenze né di capacità tali da giustificare i traguardi che è riuscita a raggiungere, per cui attribuisce il merito di tutto quello che ha ottenuto a fattori esterni, la fortuna in primis.
Ma perché si parla di impostori? La ragione è semplice: questi individui sottostimano le proprie conoscenze e le proprie capacità al punto da non ritenersi degni della considerazione altrui e da sentirsi in qualche modo un “impostore”.
In realtà, non è così: se hanno raggiunto una determinata posizione è perché hanno lavorato sodo, solo che non lo riconoscono a loro stessi.
Coloro che soffrono della sindrome dell’impostore hanno una paura caratteristica: quella di essere smascherati. Essendo convinti di essere degli imbroglioni e di avere dei segreti, temono che prima o poi gli altri scoprano chi sono realmente e rivelino al mondo intero come sono indegni e, quindi, hanno l’ansia di perdere da un momento all’altro tutto ciò che hanno.
Qualunque successo raggiungano o riconoscimento ottengano per loro non sarà mai abbastanza per dimostrare a loro stessi che non sono immeritevoli, incapaci o indegni: comunque vada, loro continueranno a credere di non essere degni.
È come se non riuscissero a interiorizzare le mete raggiunte, le abilità acquisite, i propri talenti a causa di distorsioni cognitive che li portano continuamente e inconsciamente a minimizzare la percezione del senso di valore e competenza personali.
I successi, per quanto importanti ripetuti e continui, vengono attribuiti ad altri fattori, per esempio a una considerazione errata delle altre persone o alla fortuna.
Da che cosa dipende
In realtà, le persone con la sindrome dell’impostore non stanno mentendo agli altri, bensì a loro stesse: non è vero che sono state promosse solo perché il loro capo le ha giudicate più brave di quanto non siano in realtà, che non sono in grado di affrontare quel progetto così importante che il selezionatore ha deciso di affidare loro, che sono stimate solo per una questione di fortuna.
Si tratta di false convinzioni: la verità è che si sono meritate tutto ciò che hanno, ma non riescono ad ammetterlo.
Sicuramente di base c’è una mancanza di autostima: questi individui non si sentono affatto sicuri delle proprie capacità e qualità, per cui non si sentono mai abbastanza bravi per ricevere un complimento o sufficientemente pronti per affrontare una sfida.
Oltre che quelli con scarsa autostima, i soggetti più a rischio di sviluppare questa sindrome dell’impostore sono quelli che:
- si trovano ad apprendere nuove competenze o a ricoprire un nuovo ruolo di responsabilità;
- devono maneggiare più competenze e conoscenze a causa della professione svolta (come medici, manager o artisti);
- sono molto critici nei propri confronti;
- hanno uno spiccato senso del dovere;
- svolgono professioni “nuove”, non tradizionali o che non sono riconosciute ufficialmente.
Spesso, chi soffre della sindrome dell’impostore è guidato da una forte tendenza al perfezionismo. Per la paura di essere smascherato, infatti, tenta di mantenere sempre standard elevati e di fare sempre meglio, senza concedersi mai una tregua: questo può generare anche stress, ansia, angoscia, frustrazione.
Caratteristiche psicologiche
La sindrome dell’impostore è stata associata a caratteristiche psicologiche come l’introversione, l’ansia di tratto, la bassa autostima, la propensione alla vergogna; e a esperienze familiari conflittuali e di scarso supporto emotivo.
Due caratteristiche della personalità tipiche di questa sindrome sono:
- bassa autostima
- elevato autocontrollo, ovvero la tendenza a monitorare e modificare la presentazione di sé in base ai segnali sociali presenti nella situazione.
Un altro aspetto caratteristico è l’essere motivati principalmente dal desiderio di dimostrare la propria intelligenza: quando questo fallisce perché si è commesso un errore, si prova impotenza, evitamento del compito, senso di colpa verso sé stessi, ansia e vergogna.
Le persone che esperiscono tale sindrome dell’impostore provengono da famiglie nelle quali durante l’infanzia ci sono stati conflitti e carenza di supporto emotivo e in cui la comunicazione e i comportamenti sono normati da regole rigide e implicite.
In queste famiglie il bambino per potersi sentire accettato ha dovuto creare un “falso sé”, che crescendo ha portato insicurezza sulla propria identità e sui propri successi, perciò per compensare i dubbi sul sé, la persona coltiva la propria autostima cercando di essere sempre all’altezza della sua immagine idealizzata.
Questo fenomeno è spesso accompagnato da preoccupazioni eccessive, depressione e ansia che derivano dallo stress al quale la persona si sottopone per poter essere sempre all’altezza della propria immagine di successo ed evitare di essere etichettata come indegna o incompetente.
Come migliorare le cose
Riuscire a conseguire nuovi risultati positivi, guadagnarsi ulteriori riconoscimenti, acquisire nuove conoscenze o fare carriera non sembrano elementi in grado di migliorare la situazione. Anzi, il senso di inadeguatezza potrebbe continuare ad aumentare.
Anche non smettere mai di studiare, seguire nuovi corsi, informarsi molto non aiuta se diventa solo un alibi per non cambiare mai e non permette di sentirsi più meritevoli.
Come affrontare dunque la sindrome dell’impostore? Ecco qualche consiglio utile.
- Compilare un diario delle convinzioni limitanti. Tutte le volte in cui ci si sente non meritevoli o non all’altezza scriverlo nero su bianco.
- Di fronte a un apprezzamento, non ribattere o non sviare il discorso: imparare ad accettarlo, semplicemente dicendo grazie.
- Parlare agli altri delle proprie difficoltà.
- Fare un elenco delle proprie abilità e conoscenze.
- Evitare di fare confronti con gli altri.
- Ogni tanto, ripercorrere la propria storia, ricordando la fatica, l’impegno e i fallimenti che hanno portato a tagliare i traguardi importanti.
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