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16/01/2017La sindrome di Burnout è il malessere di chi aiuta gli altri.
La sindrome di Burnout è una condizione psichica di forte stress fisico ed emotivo di chi lavora nel sociale o si dedica ad attività assistenziali per gli altri o di chi comunque si prodiga per il prossimo.
É una sindrome legata allo stress lavoro-correlato, che porta il soggetto all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi (ad es. apatia, nervosismo, irrequietezza, demoralizzazione) che possono associarsi a problematiche fisiche (ad es. cefalea, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali etc.).
Il burnout può colpire qualunque lavoratore anche se è coloro più esposti al rischio sono coloro che svolgono professioni d’aiuto. È una sindrome riconosciuta come “fenomeno occupazionale” dall’OMS nel maggio del 2019 ma non ancora come una condizione medica.
Cos’è il burnout
Come suggerisce l’OMS (L’Organizzazione Mondiale della Sanità), il burnout è uno stato di stress cronico lavoro-correlato caratterizzato dalla sensazione di completo esaurimento delle proprie energie fisiche e mentali.
Il termine burnout significa letteralmente “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato” e viene utilizzato per descrivere una particolare forma di esaurimento psicofisico collegato al mondo del lavoro.
Christina Maslach, una delle più autorevoli ricercatrici sul tema, definisce il burnout come “una sindrome psicologica che emerge come risposta prolungata a stressors interpersonali cronici sul luogo di lavoro.” (Maslach, 2016)
Sono tre gli aspetti principali che caratterizzano tale sindrome:
- Esaurimento: le persone si sentono prosciugate ed emotivamente esauste, incapaci di far fronte alle richieste del lavoro, stanche e giù di morale e sentono di non avere abbastanza energia. Le persone si sentono prosciugate e incapaci di recuperare le energie per poter affrontare nuovi progetti lavorativi.
- Sensazione di alienazione dalle attività lavorative: le persone percepiscono il loro lavoro sempre più stressante e frustrante. Possono iniziare ad essere cinici verso i colleghi o verso i destinatari della propria attività lavorativa (ad es. verso i pazienti). Allo stesso tempo iniziano a distanziarsi emotivamente, mostrando un deterioramento progressivo dell’impegno nei confronti del lavoro.
- Riduzione delle performance lavorative: il burnout peggiora le performance lavorative, riducendo la motivazione, la concentrazione e la creatività. Man mano che le prestazioni lavorative calano le persone si sentono sempre più sopraffatte dalle richieste professionali e sentono di non essere in grado di rispondere adeguatamente ai loro compiti lavorativi. La persona perde fiducia nei confronti delle proprie capacità.
Quando invece lo stato di esaurimento avviene in soggetti che si prendono cura dei propri cari ammalati si parla di burnout del caregiver.
Chi è a rischio
Tutti coloro che svolgono una professione a contatto con gli altri sono potenzialmente a rischio di burnout, anche se quelli che corrono i rischi maggiori sono quelli che lavorano nelle cosiddette “professioni d’aiuto”, quindi medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali etc (Romani et al., 2015).
Secondo molti ricercatori infatti, l’essere costantemente a contatto con i bisogni e le necessità degli altri è un fattore stressante che, se non adeguatamente contrastato, può favorire l’insorgere di questa sindrome. (Chandawarkar et al., 2021; Kelly et al, 2021)
Anche altri professionisti, come forze dell’ordine, guardie carcerarie e pompieri, spesso a contatto con altre persone o impegnate a gestire emergenze, possono andare facilmente incontro al burnout.
Ma non solo nelle professioni, chi ad esempio, in famiglia segue delle persone anziane, malate o disabili, può acquisire col tempo tale sindrome.
Cause del burnout
Il burnout è una sindrome ad origine multifattoriale e diverse sono quindi le cause che possono scatenarla. In genere a scatenarla è un mix di fattori personali e del contesto organizzativo (Boutou, 2019).
Tra le principali cause scatenanti il burnout troviamo:
- Carichi di lavoro eccessivi e protratti nel tempo
- Mancanza di controllo sul proprio lavoro
- Basso senso di appartenenza all’organizzazione
- Tensioni tra colleghi e clima organizzativo non supportivo
- Insicurezza lavorativa o mancanza di riconoscimento per il proprio lavoro
- Lavoro monotono, ripetitivo o senza sfide e obiettivi
- Ambiente lavorativo caotico o con pressioni eccessive
Infine, alcune caratteristiche personologiche sono state correlate significativamente al rischio di burnout.
Tra queste, una tendenza al perfezionismo, una visione pessimistica di se stessi e del mondo, il bisogno di mantenere il controllo e il porsi obiettivi e traguardi professionali troppo elevati e irrealistici.
Caratteristiche del Burnout
Le manifestazioni della sindrome sono numerose e varie, ma tre caratteristiche sono sempre presenti:
- Senso di esaurimento o depauperamento delle energie
L’esaurimento emotivo è il sintomo centrale del burnout e consiste nel sentimento di essere svuotato e annullato dal proprio lavoro. Le persone colpite si sentono sfinite sul piano emotivo, fisico e mentale.
- Aumento della distanza mentale dal proprio lavoro
Nel burnout, si manifesta un atteggiamento di distacco mentale dalle proprie mansioni con aumento dell’isolamento dal proprio lavoro con ridotta efficacia professionale. Inoltre, sono presenti sentimenti di negativismo o cinismo relativo al proprio impiego e nei confronti delle persone che richiedono o ricevono la prestazione o il servizio (colleghi, clienti, superiori).
- Ridotta efficacia professionale
La ridotta realizzazione personale, la percezione della propria inadeguatezza al lavoro, la caduta dell’autostima e il sentimento di insuccesso nel proprio lavoro si traducono nel calo dell’efficienza personale: il lavoratore percepisce di diventare sempre meno efficiente, nonostante si impegni di più nelle proprie mansioni.
Sintomi del burnout
I principali segni e sintomi di questa sindrome si possono suddividere in tre categorie: sintomi fisici, sintomi psichici e sintomi comportamentali.
L’emersione di questi sintomi è in genere subdola e avviene lentamente, rendendo difficile identificare, soprattutto nelle prime fasi, i segni del burnout.
Sintomi fisici
I principali sintomi fisici :
- Sentirsi stanco e svuotato per la maggior parte del tempo
- Avere basse difese immunitarie che causano malattie frequenti
- Lamentare frequenti mal di testa o dolori muscolari
- Manifestare cambiamenti nell’appetito e difficoltà nel sonno
Sintomi psichici
I principali sintomi psichici sono:
- Senso di fallimento o di scarsa autostima
- Sentirsi senza speranza, intrappolato o sconfitto
- Sensazioni di distacco dal proprio lavoro
- Perdita della motivazione
- Ridotta soddisfazione e senso di realizzazione
- Stato di costante tensione e irritabilità
- Cinismo
Sintomi comportamentali
I più comuni sintomi comportamentali del burnout sono:
- Rinuncia a prendersi delle responsabilità
- Procrastinazione e ridotta produttività
- Utilizzo di cibo, alcol o sostanze per gestire i sintomi emotivi
- Parlare frequentemente agli altri delle proprie frustrazioni
- Assenteismo sul lavoro
Cosa fare
Generalmente quando si iniziano ad avvertire i primi sintomi del burnout la prima risposta è quella di cercare di scacciare le sensazioni di stanchezza e di esaurimento facendo leva sulla forza di volontà.
Questo tentativo però, tendenzialmente, peggiora la situazione.
Per affrontare il burnout è necessario modificare il proprio stile di vita e il proprio modo di vivere il lavoro. Alcuni consigli pratici sono:
- Migliorare le relazioni sul posto di lavoro: avere relazioni più positive sul posto di lavoro, con colleghi, superiori e sottoposti riduce il rischio di burnout e aiuta a gestirlo.
- Trovare equilibrio tra vita privata e vita professionale: una vita dedicata completamente al lavoro aumenta il rischio di burnout. Trovare altre fonti di soddisfazione (nelle relazioni interpersonali, in un hobby, nel volontariato etc.) aiuta a vivere più serenamente anche il lavoro.
- Riposarsi: andare in ferie, svagarsi, dedicare il giusto tempo al riposo sono spesso antidoti importanti per il burnout.
- Fare attività fisica: l’attività fisica regolare è un ottimo strumento di gestione dello stress.
La mindfulness
Un importante strumento che ha mostrato di essere efficace nel prevenire il burnout in professionisti sanitari è la pratica della mindfulness. La mindfulness è una forma di meditazione orientale che viene impiegata da tempo per la gestione di stati di ansia, stress e numerose altre problematiche psicologiche.
Recenti studi hanno dimostrato che la pratica della mindfulness può essere efficace nella prevenzione del burnout in medici, infermieri, OSS e altri operatori delle professioni d’aiuto (Lamothe et al., 2016).
In effetti l’approccio della mindfulness deriva ed è basato sulla meditazione di consapevolezza – una delle principali tradizione meditative del buddhismo classico – e consiste proprio nel proporre un livello introduttivo, iniziale di pratica di meditazione che sia adeguato e adatto a contesti quotidiani, all’esperienza di vita normale che sperimentiamo tutti i giorni.
In sintesi, si tratta di un approccio che possa aiutarci a metterci in una diversa relazione col disagio, che prima o dopo, in un modo o nell’altro, tutti sperimentiamo.
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