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11/02/2017La sindrome di Diogene è una condizione di grave trascuratezza.
La Sindrome di Diogene, detta anche barbonismo domestico o disposofobia, è un disturbo acquisito del comportamento, più frequente nell’anziano, ma che può interessare tutte le età, caratterizzata da trascuratezza della persona e della casa con tendenza ad accumulare ogni sorta di oggetto.
Senza andare necessariamente nella patologia, ognuno di noi può raccontare di un parente che “collezionava” le cose meno ovvie e, apparentemente, senza utilità.
Chi era Diogene
Diogene è il nome dal filosofo greco cinico, “Diogene di Sinope”, il quale sosteneva che per vivere felici occorresse minimizzare i bisogni nella vita quotidiana e vivere nel modo più naturale possibile. Si dice infatti che egli vivesse ad Atene in una grande botte.
Va detto che il nome scelto per questa sindrome viene da molti considerato improprio, in quanto lo stile di vita del filosofo greco non riguardava l’accumulo compulsivo di oggetti e, oltre tutto, Diogene non viveva nel ritiro sociale, visto che ogni giorno si recava nell’agorà e cercava il contatto con gli altri.
Infatti, lo stile di vita del filosofo era una scelta fatta consapevolmente, mentre la condizione di chi patisce questa sindrome è più una condizione di grave apatia o un accumulatore compulsivo di oggetti.
La stranezza del comportamento di Diogene ha indotto alcuni studiosi a valutare la possibilità che fosse affetto da disturbi dello spettro autistico.
L’ipotesi non è del tutto peregrina considerando il fatto che la patologia può interessare giovani affetti da schizofrenia e psicosi ossessivo-compulsiva. Si parla anche di una possibile eziologia organica dal momento che può associarsi a ritardo cognitivo.
Condizioni della sindrome
Quando una persona, specialmente in età avanzata, comincia a trascurare la propria persona, a non praticare l’igiene personale corporea e dell’ambiente in cui vive e ad accumulare in maniera morbosa di oggetti e rifiuti, allora siamo davanti alla Sindrome di Diogene.
La sindrome di Diogene è un disturbo psicologico e del comportamento. Chi ne soffre vive in un ambiente insalubre tanto che può diventare pericoloso per se stesso e per il vicinato.
Infatti, l’accumulazione eccessiva di oggetti di ogni genere, la mancanza di pulizia, il cibo andato a male, i rifiuti e a in casi più gravi anche gli escrementi di animali o di umani lasciati sul pavimento producono odori nauseanti.
Le persone affette dalla sindrome di Diogene si lasciano vincere dal bisogno di accumulare rifiuti e oggetti, non riuscendo quasi più a camminare all’interno della propria casa.
Soggetti più a rischio
La sindrome di Diogene può interessare tutte le classi sociali, indistintamente. Alcune persone affette possono avere una professione e un reddito elevato.
Le ricerche hanno infatti dimostrato che non sono il livello economico né la professione a incidere nella comparsa di questa patologia. Certamente però le persone povere che vivono in piccoli appartamenti sono più soggette a soffrire della sindrome di Diogene rispetto a chi vive in situazioni agiate e grandi case.
Tipicamente i soggetti attaccati da questo disturbo patologico hanno più di 60 anni e in particolare tra i 70 e gli 80 anni. Ma i giovani non ne sono esenti.
Le ricerche hanno dimostrato che le donne ne soffrono più degli uomini (il doppio dei casi sono femminili). La differenza tra i due sessi può essere dovuta al fatto che le donne vivono generalmente più a lungo rispetto agli uomini.
Ancora la ricerca ci dice che la sindrome di Diogene interessa nel 75% dei casi le persone che vivono da sole, in gran parte vedove. Solo nel 10% dei casi si registra in coppia.
Tra le cause, è stato osservato che la sindrome di Diogene si verifica spesso in conseguenza a una rottura esistenziale o sociale (decesso di una persona cara, lutto, perdita del lavoro, di uno status sociale, ecc.).
Segni clinici tipici
Non è facile diagnosticare la presenza di una sindrome di Diogene perché la persona affetta presenta, a volte, un’igiene personale tutto sommato accettabile socialmente, nonostante la sua abitazione verta in uno stato di sporcizia disastroso.
La segnalazione ai servizi sociali viene fatta di solito dalle persone vicine o dalla famiglia e la conferma della diagnosi avviene dopo la visita dell’abitazione.
I segni clinici caratteristici della sindrome di Diogene sono:
- Mancanza dell’igiene personale e/o dell’ambiente
- Accumulazione compulsiva di oggetti di qualsiasi genere
- Isolamento sociale
- Rifiuto della realtà e nessuna vergogna per la propria condizione di vita
- Rifiuto di ogni aiuto esterno
Come si manifesta
Gli oggetti custoditi dagli individui con questo disturbo possono essere molto diversi, da oggetti di grande valore a rifiuti e resti, non essendo il valore reale o simbolico dell’oggetto che produce la sua conservazione.
Come nel disturbo dell’accumulo, la persona con la sindrome ha una grande difficoltà a liberarsi dei propri beni, a doverli tenere con sé e provare ansia e disagio all’idea di perderli. Se viene chiesto il motivo di questa conservazione, le persone non sanno come spiegarlo.
Alcuni autori propongono che la sindrome di Diogene si manifesti in genere in tre fasi.
All’inizio si evidenzia l’atteggiamento di auto-abbandono, iniziando a generare rifiuti che non vengono eliminati e che iniziano ad accumularsi.
Successivamente e in base al numero di rifiuti in aumento, l’individuo passa a una seconda fase in cui la profusione di rifiuti e rifiuti rende necessario iniziare a organizzare (non necessariamente ordinare) il materiale e lo spazio disponibili, mentre peggiora il deterioramento delle abitudini.
In una terza e ultima fase l’individuo non solo non si libera dei suoi rifiuti, ma inizia a raccogliere elementi dall’esterno in modo attivo.
A lungo termine, il comportamento cumulativo di queste persone fa sì che gli oggetti raccolti occupino gran parte della casa dell’individuo, organizzandosi in modo disordinato ed espansivo in tutta la casa.
Questo problema porta al punto che la funzionalità della casa è limitata, l’accesso ad alcune aree come il letto o la cucina non è possibile. Inoltre, il disturbo e la mancanza di pulizia causata dall’accumulo causano seri problemi di igiene che possono compromettere la salute dell’individuo.
Questa sindrome produce un alto livello di deterioramento in più aree, soprattutto a livello sociale con problemi di convivenza.
Coloro che soffrono a poco a poco vengono isolati dal mondo, isolandosi e riducendo al minimo il contatto con gli altri, a causa sia di un aumento dei conflitti interpersonali a causa del loro status sia del tempo trascorso a immagazzinare e accumulare cose.
Possibili cause
La ricerca ha dimostrato che molti di questi soggetti avevano una condizione familiare solida e una vita professionale di successo, oltre che un normale o addirittura elevato livello di intelligenza.
Questo per dire che sarebbe sbagliato, nella maggior parte dei casi, imputare la sintomatologia osservata a condizioni di povertà, ad esperienze traumatiche infantili o a demenza senile.
I tratti di personalità più comuni di questi pazienti sono l’aggressività, la testardaggine, il sospetto verso gli altri, sbalzi d’umore imprevedibili, instabilità emotiva e percezione deformata della realtà.
La maggior parte di loro vive in solitudine, nel pieno isolamento fisico, contornandosi di rifiuti o oggetti inutili che vengono accaparrati e conservati disordinatamente.
La sindrome di Diogene può essere primaria o secondaria: in questo ultimo caso è associata a disturbi mentali sottostanti. Gli individui che hanno subito danni al cervello, in particolare al lobo frontale, possono essere maggiormente a rischio nello sviluppare la sindrome.
I lobi frontali, infatti, sono coinvolti nei processi cognitivi di ordine superiore, come il ragionamento, il processo decisionale e il controllo dei conflitti. Dal punto di vista fisico, queste persone presentano carenze nutrizionali di ferro, acido folico, vitamina B12, vitamina C, vitamina D e proteine del siero del latte.
Essi presentano nell’aspetto manifestazioni cutanee di abbandono (dermatite passivata) che derivano da un accumulo di cheratina e sporcizia che assomiglia al carapace, lo scudo osseo di crostacei e tartarughe.
La loro pelle presenta anche lesioni, comunemente sul petto, sulla schiena, all’inguine o al viso, nella zona della bocca, per l’abitudine di pulire l’area periorale dopo i pasti (queste lesioni, dovute a negligenza, possono essere curate con un vigoroso sfregamento con acqua e sapone).
Si ritiene che l’isolamento sociale, la negazione dei bisogni, possano essere innescate da varie situazioni di stress, alle quali il paziente reagisce con questo comportamento.
È eticamente difficile curare questi pazienti, perché molti di loro negano le loro condizioni precarie e si rifiutano di accettare aiuto.
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