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15/07/2023La sindrome di Renfield rappresenta il vampirismo clinico.
Il vampiro è una delle figure mitologiche più antiche; le sue caratteristiche nei secoli sono mutate, ma è rimasta invariata la sua tendenza a nutrirsi di sangue e delle energie degli esseri umani.
Sembra strano, ma al giorno d’oggi ci sono migliaia di persone che credono di essere vampiri.
Molte di esse ne fanno anche uno stile di vita e non perdono occasione per pubblicizzarsi sui social e in rete: queste persone soffrono della cosiddetta “sindrome di Renfield”.
Il Renfield di Stoker
Chi ha letto il libro “Dracula” di Bram Stocker, o ha visto il film ispirato ad esso, conoscerà il personaggio di Renfield: un uomo catturato dal conte Dracula, che pur non essendo un vampiro, ne diventa uno schiavo volontario e masochista.
Proprio a questo personaggio si ispirò nel 1992 lo psichiatra Richard Noll, autore dell’opera più completa riguardo al vampirismo trattato come disturbo psicologico e che ha portato alla definizione della sindrome di Renfield.
Oggi, in casi gravi, si parla di una psicosi che solitamente colpisce gli individui che hanno subito particolari traumi infantili, e che li spinge a bere sangue, sia animale che umano.
Lo studio di Noll mette in risalto alcune caratteristiche che sembrano accomunare la maggior parte dei casi di vampirismo nella sindrome di Renfield studiati clinicamente:
- Prima di tutto sembra che questo disturbo psicologico colpisca maggiormente i maschi: questa particolarità viene spesso spiegata con l’accostamento sessuale alla brama di sangue, e il fatto che nel mordere c’è un forte desiderio di dominare un’altra persona. Ma non è esclusiva dei maschi, e pare che negli ultimi anni ci sia stato un incremento femminile piuttosto importante.
- A differenza di quanto si pensi (analizzando il mito del vampiro sin dal famoso Dracula), la sindrome di Renfield non sfocia mai in atti di cannibalismo o necrofagia: il cannibalismo ha un significato diverso per chi lo pratica, e spesso è un atto più spirituale o dettato da rancori repressi; il vampirismo, invece, è associato quasi sempre all’erotismo e al desiderio di infrangere tabù sessuali, e si svilupperebbe proprio come una variante dei disturbi psicologici sessuali.
- Bere sangue o dissanguare la propria vittima in passato era un simbolo di potere e forza: ancora oggi le persone affette dalla sindrome di Renfield affermano di provare benessere e un senso di potere dopo aver bevuto sangue.
Evoluzione della Renfield
La sindrome di Renfield subisce una sorta di evoluzione durante gli anni, iniziando nell’infanzia con uno o più eventi traumatici, non necessariamente di natura sessuale.
Solitamente si parla di “un evento cruciale” nel quale il soggetto prova su se stesso il sanguinamento come un’esperienza eccitante e non dolorosa; questo evento (o più eventi ripetuti) si ripercuote durante la pubertà associato ai primi squilibri ormonali e alle prime esperienze sessuali.
Dopo la pubertà, l’eccitazione viene spesso collegata alla vista del sangue e può sfociare nell’auto-vampirismo e nel desiderio di infliggersi ferite o piccoli tagli.
In soggetti particolarmente gravi, il disturbo induce a bere sangue animale, o addirittura estrarlo e conservalo in contenitori per un’assunzione costante (solitamente questo è uno stadio della sindrome di Renfield che viene superato o evitato grazie ad una relazione sessuale stabile).
Renfield e vampirismo
L’ultimo stadio della sindrome di Renfield è il vampirismo vero e proprio, ossia bere il sangue di altri esseri umani.
Quindi, normalmente, la sindrome di Renfield assume una forma di deviazione sessuale che diventa un’attività tra persone consenzienti; esistono, però, dei casi in cui il desiderio è talmente sviluppato da spingere le persone alla violenza e perfino all’omicidio, come nel caso del Serial Killer Richard Chase.
Il desiderio compulsivo di bere sangue, distingue oggi una persona afflitta dalla sindrome di Renfield dai “vampiri culturali”, cioè da quelle persone che praticano il vampirismo come una moda o una corrente di pensiero: molti che oggi affermano di bere sangue umano lo fanno più per porsi in mostra che per un bisogno vero e proprio.
Purtroppo, il vampirismo è un fenomeno con radici molto antiche, e sia nel passato che nel presente ha portato alla luce omicidi efferati e molto violenti.
Sintomi della Renfield
Oltre all’eccitazione sessuale, alcuni pazienti affetti dalla sindrome di Renfield, o vampirismo clinico, negano di avere una connotazione erotica o sessuale dall’esperienza di mangiare il sangue, negano quindi che si tratti di una semplice parafilia, e attribuiscono il loro desiderio di sangue a una necessità per sopravvivere.
Lo psicologo Richard Noll ha sottolineato che tale disturbo tende a presentarsi più frequentemente negli uomini e l’ha suddiviso in 4 fasi di sviluppo:
1- Infanzia: La prima fase del vampirismo clinico si verifica generalmente durante l’infanzia, quando il soggetto scopre l’eccitazione per il sangue. Di solito accade con un incidente del tutto casuale.
2- Autovampirismo: La persona che ne soffre si provoca delle ferite per potere succhiare il proprio sangue.
3- Zoophagia: il soggetto inizia a bere il sangue degli animali, generalmente quello degli animali domestici, poiché più facilmente accessibile.
4- Vampirismo clinico: la fase più avanzata della sindrome e che caratterizza la patologia in questione, in cui l’individuo vuole mangiare il sangue di altri esseri umani ottenendolo sia in modo lecito che criminale.
La Renfield come parafilia
Il desiderio compulsivo di bere sangue ha quasi sempre una forte componente sessuale, pertanto tale comportamento può rientrare nelle parafilie.
Il sangue diventa un simbolo sessualizzato di vita e di potere; perciò, i pazienti con la sindrome di Renfield riferiscono esperienze di benessere e di potenza dopo aver bevuto sangue.
La sindrome di Renfield interessa per la maggior parte persone di sesso maschile proprio per la sua componente di potere e controllo sull’altro.
La necrofilia e la necrofagia non fanno assolutamente parte di questo disturbo.
La necrofilia è una perversione sessuale che consiste nel provare attrazione sessuale o nel compiere atti sessuali nei confronti di un cadavere.
La necrofagia è la perversione caratterizzata dall’impulso di cibarsi delle carni di un cadavere. In genere questo comportamento viene inquadrato nell’ambito del grande sadismo.
Il carattere compulsivo dell’atto di bere sangue distingue il paziente con sindrome di Renfield dal vampiro culturale, che può dichiarare di “avere bisogno” del sangue ma in realtà si dedica al vampirismo sulla base di una scelta o una moda.
A volte la distinzione non è così netta, perché i vampiri patologici trovano spesso i loro “donatori” tra i vampiri culturali. Comunque, gli psichiatri sono abbastanza concordi nel ritenere che, se il bisogno di bere sangue è veramente compulsivo, ci si trova di fronte a una forma di malattia clinica.
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