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03/05/2017La telepatia è la lettura del pensiero nella mente di un altro.
La telepatia è un tema piuttosto recente, infatti si è iniziato a parlare di esso solo nel XX secolo.
Nessun documento né reperto dell’antichità ha dimostrato che si sia mai parlato di questo fenomeno prima di allora. Da quando sono iniziate le ricerche su questo argomento, tuttavia, la questione non ha mai smesso di suscitare dibattiti e controversie.
Ad oggi, la scienza rifiuta di accettarne l’esistenza. Eppure, allo stesso tempo, continuano a sentirsi testimonianze di esperienze telepatiche inspiegabili.
Cos’è la telepatia
La telepatia viene definita come la trasmissione di un pensiero a distanza senza la mediazione di alcuna tecnologia che faciliti questa comunicazione. È una specie di “comunicazione wireless” tra due cervelli umani. Migliaia di persone dicono di averla sperimentata, ma fino a oggi non è mai stato possibile riprodurre questo fenomeno in un laboratorio.
“Se la telepatia cambiasse radicalmente i codici di comunicazione dell’essere umano, la ‘tele-empatia’ rivoluzionerebbe l’universo sensitivo” sostiene José Luis Rodríguez Jiménez.
Gli scienziati hanno sottolineato più volte che la telepatia, dal punto di vista fisico, non è plausibile perché fisicamente non esiste alcuna zona del cervello che possa emettere o recepire comunicazioni a distanza.
Inoltre, l’attività elettromagnetica del cervello non ha la capacità di trasportare informazioni e non esiste alcun mezzo conosciuto attraverso cui possa farlo.
Nel quadro della fisica classica, la telepatia è, quindi, impossibile. Tuttavia, nel contesto della fisica quantistica, le cose stanno diversamente.
Molti fisici, infatti, hanno fatto riferimento a questo fenomeno e non escludono la possibilità che esista la comunicazione telepatica. La questione, dunque, non è ancora chiusa.
Gli esperimenti sulla telepatia
A fronte delle migliaia di testimonianze di persone che dicono di aver sperimentato la telepatia, alcuni scienziati hanno deciso di iniziare a studiare questo fenomeno.
Uno degli esperimenti più famosi è quello di Karl Zener. Utilizzando cinque carte da gioco, lo scienziato ha realizzato una rigorosa ricerca statistica su un gruppo di partecipanti. Tuttavia, i risultati ottenuti tramite questo esperimento non hanno portato a nessuna conclusione solida.
I ricercatori Montaque Ullman e Stanley Krippner del Maimonides Medical Center di Brooklyn (New York) hanno realizzato un esperimento sulla trasmissione telepatica durante il sonno. I risultati hanno suggerito che, in molti casi, l’immagine presente nella mente dell’emittente compariva nel sogno del recettore. Tuttavia, anche questo studio è stato abbandonato.
Un’altra ricerca famosa è stata quella degli “esperimenti Ganzfeld” (descritto alla fine di questo articolo). In totale ne sono stati portati a termine 88, dal 1974 al 2004.
La conclusione è stata un indice di successo telepatico del 37%. I risultati erano controversi e per questo motivo sono stati realizzati altri esperimenti, che hanno abbassato la percentuale a 34%. In ambito statistico si tratta di un risultato significativo, e tuttavia il metodo dell’esperimento aveva generato molti dubbi, per cui anche questa ricerca è stata abbandonata.
Infine, Rupert Sheldrake, biochimico e fisiologo dell’Università di Cambridge, ha realizzato un altro esperimento telepatico tra il 2003 e il 2004. Dopo aver effettuato 571 tentativi di comunicazione telepatica, con 53 volontari, ha stabilito che la percentuale di successo era del 41%, un risultato che è stato pubblicato in diverse riviste scientifiche.
Telepatia e fisica quantistica
L’aspetto più controverso della telepatia è che essa contraddice le leggi della fisica classica e di altre scienze. La possibilità che esiste farebbe crollare diversi assiomi che oggigiorno sono considerati validi.
Dal punto di vista della fisica e della neurologia, è impossibile che si produca un fenomeno tale nel cervello senza che ci sia uno stimolo sensoriale interno o esterno che lo scateni.
Per la scienza convenzionale, il pensiero è un processo biochimico. Di conseguenza, non si originerebbe se non ci fosse alcuno stimolo materiale. La telepatia è proprio questo: l’assenza di uno stimolo materiale.
Per questo motivo, apparentemente una cosa esclude l’altra. Tuttavia, la fisica quantistica ha proposto alcune ipotesi che parlano della possibilità che ci siano altri tipi di interazione nella materia.
Roger Penrose, fisico e matematico esperto nella teoria della relatività, ha postulato l’esistenza di una biofisica quantistica della mente. La sua tesi è stata supportata da Stuart Hameroff, un anestesista dell’Università dell’Arizona.
Le ipotesi Penrose-Hameroff aprono una nuova via per interpretare la telepatia dal punto di vista scientifico. Tuttavia, non sono ancora state tratte conclusioni, si è solo aperto un nuovo ambito di ricerca scientifica.
Molte persone sostengono di aver vissuto esperienze di comunicazione telepatica. L’orgoglio che esiste, e che è sempre esistito, da parte di chi difende a spada tratta i postulati scientifici esistenti ha fatto sì che non venisse mai dato sufficiente rilievo alla ricerca in questo ambito, al di là degli studi di cui vi abbiamo parlato.
Un altro dei grandi problemi che la telepatia porta con sé, infatti, è che molto spesso è stata utilizzata al fine di manipolare informazioni o scambiata per “magia”. Solo la scienza può determinare se la discussione sia davvero chiusa o se, al contrario, si possa aprire un nuovo capitolo della ricerca, ricco di affascinanti interrogativi.
L’instant messaging del pensiero
Nel 2014 la rivista PLOS ONE ha pubblicato i risultati di un esperimento condotto dai ricercatori di Starlab Barcelona. Il team, composto da neuroscienziati e ingegneri robotici, si è chiesto se fosse possibile mettere in comunicazione diretta due cervelli a distanza di migliaia di chilometri: utilizzando una BCI basata su elettroencefalogramma e internet hanno veicolato un breve messaggio da un mittente in India a un destinatario in Francia.
Altri ricercatori sono riusciti a collegare il cervello umano a un computer tramite elettrodi e a decodificare alcuni semplici pensieri, arrivando a muovere per esempio la coda di un ratto o una sedia a rotelle.
La novità di questo esperimento è che all’altro capo della “connessione” c’era un altro cervello umano. L’esperimento è stato condotto collegando il cervello del mittente a un computer, che ha tradotto l’elettroencefalogramma in codice binario e ha trasmesso i dati a un secondo computer connesso, sempre in modo non invasivo, al cervello del ricevente.
Il messaggio? Un semplice «ciao». Tanto è bastato per dimostrare che la telepatia non è un concetto così lontano dalla realtà, almeno nella sua versione digitale.
Telepatia e induzione elettrotecnica
La telepatia è simile in certo senso al fenomeno dell’induzione in elettrotecnica. In questo campo la parola induzione viene usata nel senso di “processo per cui un corpo che possiede proprietà magnetiche o elettriche riproduce quelle stesse proprietà in un altro corpo senza contatto diretto”.
Nei manuali di fisica viene spesso proposto un semplice esperimento per illustrare l’induzione magnetica. Si colloca un magnete in modo che i suoi poli sporgano dall’orlo del tavolo su cui esso è posato.
Si pone quindi un chiodo di ferro oppure un ago di acciaio a poca distanza sotto il magnete, in modo che esso non tocchi quest’ultimo ma gli stia vicino, tanto che basti per essere magnetizzato mediante induzione, cioè senza contatto diretto.
Questo magnetismo indotto converte il chiodo o l’ago in magnete che possiede tutte le proprietà del magnete originale, finché passa la corrente.
Ora, nello stesso modo che un magnete comunica le sue proprietà per induzione, così un corpo elettrificato trasmette gli stati elettrici ad un altro corpo, senza bisogno di contatto. La teoria accettata dalla scienza è quella dell’induzione quale azione della corrente elettrica attraverso l’etere, mediante onde di vibrazione.
Come le onde vibratorie del magnetismo passano attraverso l’etere e danno luogo a proprietà simili in altri corpi per mezzo dell’induzione, così le onde vibratorie dell’energia mentale, da una mente passano attraverso l’etere e producono simili stati mentali nelle menti di altre persone.
In un fenomeno telepatico sono sempre presemi due agenti, uno che emette ed uno che riceve.
Gli avvenimenti trasmessi telepaticamente concernono di solito esseri viventi o che furono vivi. Si accompagnano con stati di angoscia, senza che questa sembri avere una causa. A volte questa angoscia riguarda la persona che, lontano, sta subendo in quel momento un determinato avvenimento (che può essere anche funesto; di qui l’angoscia).
Oscure alla nostra conoscenza sono le condizioni nelle quali si produce un fenomeno telepatico. Di solito la persona che, provando un’eccitazione violenta della sensibilità a causa di un pericolo o di un’emozione, trasmette questa sua eccitazione a un’altra che si trova a distanza, ignora di essere percepita.
Si può accettare la versione che, sotto l’impulso di una viva impressione il pensiero acquisisca un’intensità sufficiente per agire a distanza. Come l’elettricità, la mente ha senza dubbio due poli a fasi. Come l’elettricità essa opera per induzione ed è di natura vibratoria.
E, come le più alte forme dell’energia, essa possiede radioattività o energia radiante, cioè, come molte altre forme energia radiante, irradia costantemente energia attiva in forma di raggi, onde o vibrazioni.
Il cervello come un trasformatore
Questo è il ruolo del cervello: trasformare un’energia esistente in determinate forme o fasi. Come vi è costante combustione degli elementi di una pila elettrica nella produzione dell’elettricità, così vi è combustione della materia cerebrale nella produzione dell’attività mentale.
Ebbene, la scienza ci insegna che l’elettricità non viene mai creata; essa è una parte dell’elettricità universale convertita o trasformata. La stessa cosa si può dire dell’azione mentale del cervello. In ogni manifestazione di energia mentale vi sono due poli o fasi distinte che possiamo definire: il polo del sentimento (o emotivo) e il polo della volontà (o motivo).
In ciascuna azione mentale si rendono evidenti questi due poli, cioè il desiderio e la volontà. Anche per formulare un semplice pensiero, il più semplice possibile, occorre mettere in azione il desiderio di pensare e la volontà per trasformare il desiderio in azione.
Naturalmente questi due impulsi sono spesso collegati da non poter essere definiti chiaramente; inoltre, il loro meccanismo è automatico, al punto che noi li azioniamo sovente senza neppure rendercene conto.
Non solo nella mente umana, ma in ogni manifestazione della vita, a qualunque grado, sono evidenti gli impulsi del desiderio e della corrispondente volontà. Questa legge universale vale ovunque e in tutti i casi.
Induzione ed effetto Ganzfeld
L’effetto Ganzfeld è un fenomeno di induzione di allucinazioni dovuto alla combinazione di deprivazione sensoriale e a una serie di stimoli uniformi e non strutturati.
In parole povere, è quello che succede quando i tuoi sensi sono bloccati e ti ritrovi ad ascoltare e osservare elementi ripetitivi e privi di un pattern specifico come un rumore bianco o statico, o una parete bianca. La distorsione sensoriale prodotta da questa situazione, unita al fatto che la nostra mente desidera continuamente individuare e percepire oggetti riconoscibili, innesca le allucinazioni.
Secondo la parapsicologia: riducendo la percezione degli stimoli fisici, una persona potrebbe essere in grado di catturare il pensiero di un’altra senza bisogno di parlare. È come se in uno stato di deprivazione sensoriale il nostro cervello potenziasse il rumore neurale alla ricerca di segnali visivi e uditivi mancanti.
L’effetto Ganzfeld esiste ed è stato ampiamente studiato anche con metodiche encefalografiche ed è basato su meccanismi fisiologici non del tutto noti ma di cui abbiamo comunque buone conoscenze.
Non esiste però nessuna evidenza scientifica (anzi ne esistono a sfavore) dell’applicazione di questo metodo nella telepatia. Tant’è che l’associazione della telepatia ed effetto Ganzfeld è in realtà successiva e indipendente alla sua scoperta.
Quindi non c’è nessunissima possibilità che il nostro cervello, deprivato da stimoli sensitivi, vada a crearsene di altri con fenomeni sovrannaturali come la telepatia. Piuttosto quello che succede nell’effetto Ganzfeld è che la privazione sensoriale induce la creazione di sensazioni inesistenti determinando allucinazioni.
Fu un importante psicologo della Gestalt, negli anni ’30, chiamato Wolfgang Metzger a studiare e descrivere scientificamente l’effetto Ganzfeld. Ma, negli anni ’70, Charles Honorton e colleghi presero tale procedura e l’applicarono alla parapsicologia creando “l’esperimento Ganzfeld”, usato per “dimostrare” l’esistenza della percezione extrasensoriale (compresa la telepatia).
Ma questo effetto ha origini lontanissime.
L’effetto Ganzfeld è stato segnalato fin dall’antichità: i seguaci di Pitagora si ritiravano in caverne nere come la pece per stimolare visioni attraverso le quali si sarebbero avvicinati alla saggezza.
In vari casi i minatori intrappolati a causa di incidenti nelle gallerie hanno riferito di allucinazioni e visioni dopo essere stati al buio per giorni. Gli esploratori dell’Artico, che per lungo tempo non vedevano altro che un paesaggio dominato dal biancore uniforme della neve, hanno anch’essi riferito di allucinazioni e fatto esperienza di uno stato mentale alterato.
L’effetto Ganzfeld è entrato poi nello scenario pop diventando molto conosciuto. Ne è un recente esempio la serie “Stranger things” dove Undici utilizza proprio questo effetto per attivare le sue capacità paranormali.
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18 Comments
Salve, ci sono 2 aspetti secondo me da considerare:
1) considerando che il nostro cervello genera un campo elettromagnetico, non è escluso che se ci troviamo nell’intorno del campo di un’altra persona potremmo interagire con l’altro cervello. Penso però che non sia facile perchè immagino che i due cervelli gestiscono i segnali con una propria frequenza e fase, occorrerebbe che i segnali tra i due cervelli siano sincronizzati
2) anche se è protrebbe essere una casualità sarà capitato a tutti di girarci e constatare che una persona ci stava fissando o viceversa che qualcuno rivolga lo sguardo verso di noi dopo un pò che la stavamo guardando. Ipotizzando che non sia una casualità potrebbe anche essere che i campi elettromagnetici dei due cervelli in qualche modo interagiscano tra di loro. Mi sembra che questo effetto sia più probabile quando si è ad una certa distanza dall’altra persona
Buona giornata
Buongiorno Federico,
condivido pienamente il tuo punto di vista e ti confermo che spesso comunichiamo non solo con le parole ed i gesti ma ancora prima con l’energia, il calore e le onde ellettromagnetiche come tu giustamente le hai chiamate. Potenzialità del nostro cervello che purtroppo ad oggi conosciamo ancora poco, ma forse potremmo personalmente fare qualcosa: fidarci di più del nostro istinto o sesto senso e migliorarlo “allenandolo”.
Grazie Federico del tuo commento, gli articoli non permettono di espandere l’argomento come dovrebbe essere fatto, ma i commenti come i tuoi offrono sempre l’opportunità di puntualizzare ciò che è comunque molto importante e che non va tralasciato.
A presto
Marilena
Si puo leggere il pensiero…c’è la tecnologia adatta….la ragazza di napoli a cui noi tutti leggiamo il pensiero ce la siamo dimenticati??alla quale le viene controllata la mente??
Una lettura pura della mente non esiste, esiste invece il sesto senso che attraverso una comunicazione empatica ed una buona comprensione del linguaggio del corpo ci può portare alla capacità di decifrare gli atteggiamenti e le sensazioni dell’altro.
Marilena
Federico ti chiedo più informazioni su questa ragazza di napoli grazie
Sarebbe meglio non scrivere dati ed informazioni personali in internet, si rischia una denuncia per diffusione di dati personali non autorizzata
saluti
Marilena
Potrei confermare la teoria elettromagnetica… Non puoi però controllare il dove o il quando della lettura. Dipende dall’emozioni e dallo STRESS. Inizialmente pensavo: “è normale che con lo stress la mente può generare illusioni uditive”. Sentivo le discussioni di alcune persone che io pensavo attraverso un’emozione (l’ira per esempio) e che allo stesso tempo pensavano me con altre emozioni. Sono riuscito ad “ascoltare” la conversazione e mi dissero come era possibile. Giustamente dissi che era stata una coincidenza(dato la lontananza)(parlo di circa 1km), ma è successo più volte. Mi allontanavo fisicamente da quelle persone e sentivo che le voci diventavano più fioche. Non so cosa aspettarmi. Mi pùò dare una spiegazione logica plausibile.
Caro Giamp, credo che lei debba descrivere meglio i dettagli della situazione e del contesto incui si verificano questi fatti, i rapporti con queste persone e com’erano nel momento in cui si sono verficati.
Difficile dare una risposta con così pochi elementi.
Marilena
Buongiorno Dott.ssa,
Ho letto un suo articolo sul pensiero analitico ed ora mi trovo qui a commentare un argomento che trovo poco affrontato dalla ricerca, soprattutto quella psicopedagogica.
Quando un bambino vive male la separazione materna (angoscia di tipo spazio-temporale) la causa è spesso della sintonizzazione telepatica madre-figlio/a. Non a caso quando si rifiuta un lavoro la motivazione è spesso la distanza e l’autonomia.
Il processo creativo del pensiero richiede che questa sintonizzazione non sia disturbante; spesso anche le memorie transgenerazionali usano questo canale per sopravvivere (nel bene e nel male).
In merito all’energia la mia convinzione è che che sia il cuore e non il cervello a creare maggiori forze elettro magnetiche.
Perdoni il mio approccio divergente.
Cordialmente
CS
Ha ragione caro Christian,
siamo tutti collegati e condizionati dagli eventi passati, dall’ambiente che ci ha cresciuto e da quello che ci circonda, e da ciò che ci accade continuamente, ogni giorno, basta che cambi uno di questi elementi e ci troviamo di fronte a persone molto diverse che reagiscono e pensano in modo diverso.
Come vede il nostro essere sociali, collegati ad una rete umana ed emotiva, variabili cstanti, e con gli altri ci condiziona e ci fa evolvere inevitabilmente cambiandoci e cambiando il nostro destino.
Marilena
Volete sapere se si può leggere il pensiero?alcune persone hanno momenti in cui riescono a capire cosa sta pensando una persona.è una cosa sporadica e temporanea ma succede.a me è successa almeno una decina di volte anche con persone con cui non avevo eccessiva confidenza.e anche con persone di lingue diverse.come può succedere non lo so ma probabilmente alcuni di noi hanno delle antenne molto sensibili all interno.
No, non si può leggere il pensiero di un’altra persona, assolutamente, sfatiamo questa illusione e chi ne approfitta dando d’intendere ciò che non è.
Ma invece cosa pensa e come si sente l’altro lo si può dedurre leggendo il linguaggio del suo corpo: comportamento, atteggiamento, mimica facciale, espressioni, reazioni emotive….
Come vede si tratta solo di buona capacità di attenzione e deduzione, nessuna lettura della mente
Marilena
Mi scusi ma ogni cervello emette onde elettromagnetiche che però sono troppo debolì e quindi non riescono ad uscire nemmeno dal cranio, quindi se si volesse leggere nel pensiero di un altro o parlare nel pensiero di un altro bisognerebbe amplificare queste onde, quindi bisognerebbe saper usare il proprio cervello al meglio ed avere il quasi totale controllo di esso. In conclusione per leggere nel pensiero il primo passo sarebbe imparare ad usare il proprio cervello per esempio imparando ad “ignorare” gli impulsi nervosi inviato quando so prova dolore, caldo o freddo anche per poco. Sbaglio?
Ha ragione ma non del tutto, cosa tra l’altro non facile da provare.. si dovrebbe dedicare molto tempo allo studio personale delle proprie sensazioni, cercando di analizzarle e catalogarle il più possibile, e sì forse dopo si arriverebbe ad un maggior controllo delle nostre emozioni.
Marilena
Buonasera, a me questa cosa fa terribilmente paura. Se fosse possibile che qualcuno legga quel che stiamo pensando in un determinato momento sarebbe la fine del genere umano. Perderemmo la nostra individualità, la nostra intimità,la nostra libertà, saremmo burattini nelle mani degli altri. Che non succeda mai.
Sono concorde perfettamente con lei,
sono altrettanto sicura che più che leggere nella mente certe persone particolarmente dodate sanno leggere il nostro comportamento, anche quello inconsapevole e da lì trarre delle conclusioni
Il nostro cervello per ora non è abbastanza sviluppato per azioni del genere.
saluti
Marilena
Salve
Vedo con piacere che lei si cimenta spesso in ricerche interessanti, ovviamente interessanti dal mio punto di vista…
Prima di esporre il mio pensiero vorrei tranquillizzare coloro che sono terrorizzati dalla possibilità che qualcuno possa “leggere” i loro pensieri… forse perché probabilmente li troverebbe poco interessanti. Se poi temono che la telepatia li privi della loro libertà… si consolino perché, a quanto pare, l’hanno persa da tempo. Se proprio temono di essere ridotti a burattini… potrebbero iniziare con lo spegnere il televisore e lasciar perdere i “social” visto che sono difficili da gestire.
Vero è che gli studi di Freud sono stati, per così dire, accantonati, ma è anche vero che i Ministeri della Difesa russi e statunitensi hanno speso fior di quattrini per ricerche sulla telepatia e, o li pensiamo potenzialmente stupidi, oppure possiamo pensare che, per qualche verso, ci credevano (inizialmente appare ridicolo poi, riflettendo, un po’ meno).
Personalmente oggi penso che la telepatia abbia un approccio fisico più che mentale.
In sostanza il nostro mondo percettivo individuale è un insieme di eventi fisici e di personalissime interpretazioni che li trasformano in eventi fenomenici. Se si considera quanto si perde nel lungo percorso di trasferimento delle informazioni provenienti dal mondo fisico al cervello, e quanti “ingredienti” vengono aggiunti nel proprio cervello o vengono modificati attraverso processi organizzativi… per tradurre le onde cerebrali del mio prossimo, vicino o lontano che sia, in parole che esprimano un pensiero, dovrei per lo meno avere un “vissuto” simile.
Nel 1929 Hans Berger inventa ed elabora l’Elettroencefalogramma, grazie al quale ha dimostrato che il nostro cervello emette delle “onde” che oggi possiamo misurare con apparecchi elettronici. Questa semplice rivelazione si può intuire come la base elementare della telepatia.
Si sono quindi definite delle relazioni tra le proprietà di alcune frequenze emesse dal cervello e le conseguenti attività del cervello stesso… variando la sua attività, il nostro cervello varia la frequenza delle proprie onde emesse, e queste onde si espandono.
Vi sarà capitato di andare da qualche parte e sentire immediatamente che “tira una brutta aria”… la tensione si tagliava con il coltello… ovunque si sentiva la presenza della mafia… le “vibrazioni” rilassate dell’ambiente…
Fatto sta che le onde generate dal cervello creano degli “stati d’animo” nell’individuo, ed un’espansione esagerata di onde cerebrali nell’ambiente circostante induce stati d’animo simili… telepatia..?
Quindi posso forse conoscere telepaticamente le emozioni, le sensazioni… ma non le parole con cui queste vengono espresse in pensiero.
La telepatia esiste e noi la usiamo, ma non è quella descritta nei romanzi.
Buona giornata
Carlo
Buongiorno Carlo
innanzitutto grazie del suo complimento … fa sempre molto piacere.
Per quanto riguarda la lettura del pensiero: io credo di più nella comprensione del linguaggio del corpo e della mimica facciale, dicono di più ed il vero rispetto alle parole.
Ed è vero che con il progresso e le troppe comodità noi umani abbiamo perso molte delle nostre capacità istintive (tipiche oggi solo del regno animale) e ci siamo ridotti ad essere degli esseri che vivono inconsapevoli dei vari condizionamenti più o meno legittimi.
Ed è questo un vero peccato.
Condivido quindi le sue affermazioni e la ringrazio del commento così esaustivo sul punto.
Saluti
Marilena